ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07190

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 346 del 05/12/2014
Firmatari
Primo firmatario: ALBERTI FERDINANDO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 05/12/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BASILIO TATIANA MOVIMENTO 5 STELLE 05/12/2014
COMINARDI CLAUDIO MOVIMENTO 5 STELLE 05/12/2014
SORIAL GIRGIS GIORGIO MOVIMENTO 5 STELLE 05/12/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 05/12/2014
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

SOLLECITO IL 26/02/2016

SOLLECITO IL 17/03/2016

SOLLECITO IL 15/12/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-07190
presentato da
ALBERTI Ferdinando
testo di
Venerdì 5 dicembre 2014, seduta n. 346

   ALBERTI, BASILIO, COMINARDI e SORIAL. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
   il giorno 2 dicembre 2014 si è tenuto a Brescia un convegno, organizzato dal dipartimento provinciale di Brescia dell'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente (di seguito ARPA), recante il titolo «Acciaio e microinquinanti – Un percorso verso la sostenibilità ambientale in provincia di Brescia» (http://ita.arpalombardia.it), durante il quale è stato illustrato uno studio relativo alle «Emissioni di diossine, furani e PCB nel comparto bresciano dell'acciaio»;
   il suddetto studio prende in esame gli impianti di produzione dell'acciaio che sul territorio bresciano effettuano la fusione del rottame mediante un forno ad arco elettrico; in particolare, esso analizza le emissioni in atmosfera degli inquinanti più pericolosi, quali diossine (PCDD), furani (PCDF) e policlorobifenili (PCB) confrontando i momenti precedenti e successivi al dosaggio effettuato mediante carboni attivi;
   con il termine generico di «diossine» si indica un gruppo di 210 composti chimici aromatici policlorurati – ossia costituiti da carbonio, idrogeno, ossigeno e cloro, suddivisi in due famiglie: dibenzo-p-diossine (PCDD, o più propriamente «diossine») e dibenzo-p-furani (PCDF, o «furani»); si tratta di idrocarburi aromatici clorurati, per lo più di origine antropica, particolarmente stabili e persistenti nell'ambiente, tossici per l'uomo, gli animali e l'ambiente stesso;
   l’International Agency for Research on Cancer (di seguito IARC) ha inserito le diossine nel gruppo 1 «Cancerogeni per l'uomo», ovvero la prima delle cinque categorie che individuano agenti, miscele ed esposizioni secondo l'Organizzazione mondiale della sanità; le diossine, classificate come sicuramente cancerogene, sono pertanto da ritenersi tossiche;
   è ormai nota la tossicità di sostanze come i policlorobifenili (PCB) e i bifenili polibromurati (PBB), che nei prossimi mesi saranno ufficialmente classificati dalla IARC come sicuramente cancerogeni e inseriti nel già citato gruppo 1, «Cancerogeni per l'uomo»;
   il predetto studio ARPA ha tenuto in considerazione tutti i congeneri dei PCB (PCB totali) ovvero i PCB «Dioxin-Like» (PCB DL), «PCB Marker» e altri 27 congeneri di PCB, anche in virtù dell'assenza, al momento, di un monitoraggio uniforme dei congeneri, come invece avviene per le diossine;
   a partire dagli anni Trenta del Novecento, i PCB sono stati sintetizzati e ampiamente utilizzati soprattutto nel comparto elettrico (come fluidi dielettrici nei trasformatori e nei condensatori) e, in minor misura, nel settore edile come componenti dei materiali da costruzione; attualmente se ne riscontra la presenza ancora in oli, plastiche e vernici, pertanto in molti rottami trattati;
   lo studio condotto dall'ARPA rivela emissioni di PCB considerevolmente superiori rispetto a diossine e furani, nell'ordine di mille volte (chilogrammi/anno contro grammi/anno); esso stima che le emissioni di diossine e furani senza trattamento variano da 20-75 g/anno – a seconda del numero di ore lavorate – a 4-15 g/anno, a seguito del trattamento dei fumi con i carboni attivi, con un abbattimento medio dell'80 per cento;
   al contrario, stando agli esiti di detto studio, l'impiego dei carboni attivi su PCB non sempre risulta essere efficace, poiché consente un abbattimento medio non superiore al 25 per cento passando da 8-30 kg/anno a 6-22 kg/anno; si specifica, inoltre, che tale dato è probabilmente influenzato dalla possibile formazione di nuovi PCB durante il processo produttivo;
   ad oggi, non esistono limiti specifici di legge ai quali riferirsi per le emissioni di PCB;
   dallo studio promosso da ARPA si evince inoltre che, tra quelli analizzati, gli impianti produttivi che registrano la maggior emissione di PCB in seguito all'impiego dei carboni attivi sono quelli di Calvisano (circa 4 kg/anno), Odolo (circa 3 kg/anno) e Ospitaletto (poco meno di 2 kg/anno);
   l'utilizzo dei carboni attivi per l'abbattimento degli inquinanti è stato introdotto dalle 13 aziende siderurgiche bresciane riunite nel consorzio RAMET solo nel 2012; prima di quella data si ipotizzano emissioni di questi composti persistenti, in quantità decisamente maggiori;
   un ulteriore, e rilevante, aspetto emerso dallo studio è la correlazione tra la concentrazione media di congeneri PCB DL prodotti dalle acciaierie bresciane e la concentrazione media degli stessi congeneri presenti nell'aria di Brescia (Chemosphere. 2013 Mar; 90(9):2352-7): è dimostrato che i due congeneri (PCB-118 e PCB-105) registrano in entrambi i casi i valori massimi;
   la correlazione vale anche per i congeneri PCB marker: anch'essi, in entrambi i casi, presentano una distribuzione di valori pressoché identica;
   tali dati inducono a dedurre la sussistenza di una stretta dipendenza tra la qualità dell'aria e l'attività delle acciaierie;
   studi più recenti di ARPA rilevano correlazioni simili anche per altri impianti e cicli produttivi, come diversi impianti fusori ed inceneritori;
   dei 38 impianti siderurgici che insistono sul territorio nazionale, ben 13 si trovano in provincia di Brescia –:
   se i Ministri siano a conoscenza dello studio iniziato e sviluppato dal dipartimento di Brescia di ARPA, esposto in premessa;
   quali siano ad oggi i limiti emissivi di PCB e PBB per le varie tipologie di impianti e attività, in vigore nelle normative internazionali;
   se non ritengano doveroso assumere iniziative normative per introdurre dei limiti congrui per le emissioni di PCB e PBB che riducano l'impatto ambientale, anche attraverso le migliori tecnologie disponibili (BAT);
   se non ritengano opportuno assumere iniziative normative per introdurre l'obbligo di un pre-trattamento dei materiali in ingresso, basato sull'analisi della composizione merceologica e chimica degli stessi in relazione alla presenza di diossine e/o PCB, nonché alle emissioni potenzialmente correlate;
   se non ritengano doveroso assumere un'iniziativa normativa per introdurre l'obbligo della rilevazione in continuo delle emissioni dei microinquinanti, con fruizione istantanea e telematica anche da parte degli organi di controllo;
   se non ritengano opportuna l'istituzione di un Osservatorio nazionale contro la produzione di emissioni di PCB;
   se non considerino urgente avviare una seria indagine, volta a valutare con certezza le conseguenze ambientali e sanitarie a cui è stata ed è ancora oggi soggetta la popolazione della provincia di Brescia a causa della eccessiva concentrazione di forni fusori e delle elevate emissioni rilevate per il tramite dell'Istituto superiore di sanità;
   se non ritengano opportuno assumere un'iniziativa normativa per introdurre un limite che regoli la concentrazione, di impianti che emettono microinquinanti, in proporzione alla popolazione soggetta agli effetti di tali emissioni, sia direttamente che indirettamente (ad esempio attraverso l'assunzione di alimenti). (4-07190)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

sostanza tossica

sostanza pericolosa

inquinamento chimico