ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07042

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 339 del 26/11/2014
Firmatari
Primo firmatario: FARINA DANIELE
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 26/11/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 26/11/2014
Stato iter:
22/06/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 22/06/2017
ORLANDO ANDREA MINISTRO - (GIUSTIZIA)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 22/06/2017

CONCLUSO IL 22/06/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-07042
presentato da
FARINA Daniele
testo di
Mercoledì 26 novembre 2014, seduta n. 339

   DANIELE FARINA. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
   il carcere di Como, cosiddetto Bassone, progettato negli anni ’70, è stato aperto nel 1985, in localizzazione non ottimale, per ospitare 170 persone in celle singole;
   negli anni ’90, con i nuovi parametri carcerari, è stato portato ad una capienza di 500 persone;
   le strutture ora risultano, a parere dell'interrogante, in parte fatiscenti sebbene ultimamente, alcuni detenuti siano stati direttamente coinvolti per sistemare spazi, corridoi, servizi;
   i detenuti sono circa 400 persone tra uomini e donne;
   il «Bassone» sconta oggi un più tenue legame con il territorio rispetto al passato;
   in numero dei volontari appare infatti diminuito;
   in questo contesto tre detenuti si sono suicidati in rapida successione: Galver Cuevas Ivan Andre il 12 ottobre 2014, Riunno Maurizio il 31 ottobre 2014, Rosa Massimo il 19 novembre 2014 –:
   quali azioni intenda intraprendere per scongiurare ulteriori drammatici eventi;
   se non ritenga necessario un intervento ispettivo ministeriale per ricostruire tutti i passaggi che hanno portato alla difficoltà della situazione attuale. (4-07042)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 22 giugno 2017
nell'allegato B della seduta n. 819
4-07042
presentata da
FARINA Daniele

  Risposta. — Con l'atto di sindacato indicato in esame, l'interrogante, richiamando il suicidio di tre persone detenute verificatisi, tra i mesi di ottobre e novembre 2014, all'interno della casa circondariale di Como, chiede quali iniziative si intendano intraprendere per scongiurare analoghi, drammatici eventi.
  L'argomento investe, evidentemente, un tema di estrema delicatezza, su cui è concentrato il massimo impegno da parte del ministero.
  Nella consapevolezza dell'importanza delle condizioni delle strutture penitenziarie per il benessere di quanti vi sono ristretti e vi lavorano, evidenzio che, con recente nota del mio ufficio di gabinetto, è stata avanzata richiesta al dipartimento dell'amministrazione penitenziaria di comunicare quali siano gli interventi programmati e le iniziative attuate per il miglioramento e la manutenzione della casa circondariale di Como.
  Quanto ai casi che hanno riguardato specificamente l'istituto penitenziario, la competente articolazione ministeriale ha ricostruito gli atti di autolesionismo nei termini che seguono.
  In data 12 ottobre 2014 il detenuto Galvez Cuevas Ivan Andrei poneva in essere il gesto autosoppressivo, per impiccagione, all'interno della propria camera detentiva. Sebbene immediatamente soccorso dal personale addetto alla vigilanza e dal personale medico, i sanitari del 118 ne constatavano il decesso.
  Il Galvez risultava aver fatto ingresso in istituto il 2 ottobre 2014.
  In data 31 ottobre 2014, nel corso del controllo svolto dal personale addetto alla vigilanza della sezione osservazione, veniva rinvenuto, privo di sensi in seguito ad impiccagione, il detenuto Riunno Maurizio, legatosi alle sbarre della finestra con un lenzuolo.
  Il detenuto veniva immediatamente soccorso dal personale di polizia e dal medico di turno che, dopo aver posto in essere le manovre rianimatorie, ne constatava il decesso.
  Il detenuto aveva fatto ingresso presso l'istituto comasco il 21 ottobre 2014.
  In data 19 novembre 2014, il detenuto Rosa Massimo veniva rinvenuto dall'operatore addetto alla vigilanza della sezione privo di sensi, con al collo un laccio di scarpe legato alle sbarre della finestra del bagno della propria camera detentiva.
  Il detenuto aveva fatto ingresso in istituto il 17 luglio 2014.
  Alla luce dei tragici eventi, succedutisi nell'autunno 2014, il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha riferito di aver disposto un'indagine amministrativa, svolta con il coinvolgimento anche dei rappresentanti dei detenuti ed affidata al competente provveditorato regionale della Lombardia, finalizzata ad accertare le cause, le circostanze e le modalità dei fatti.
  Oltre ad attivarsi per l'attuazione delle relative visite ispettive e proprio in relazione alle ripetute criticità verificatesi nella sede comasca, consta che il provveditore regionale, in data 28 novembre 2014, ha tenuto una conferenza generale con i ruoli apicali dell'istituto.
  I risultati degli accertamenti ispettivi, comunicati dal dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, hanno escluso elementi di responsabilità del personale penitenziario.
  Secondo quanto comunicato, risulta come gli interventi di soccorso siano stati definiti tempestivi, così come le attività di prevenzione sono state ritenute adeguate. In particolare, l'amministrazione ha evidenziato come i tre detenuti, dopo analisi degli staff multidisciplinari, fossero stati presi in carico dai servizi psicologici e, in un caso, psichiatrici.
  Lo stesso dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha comunicato, inoltre, che anche i procedimenti penali aperti dalla procura della Repubblica presso il tribunale di Como sono stati archiviati, non essendo emerse responsabilità di terzi nella causazione dei decessi.
  Il fenomeno di cui i casi di Como sono manifestazione è alla mia costante attenzione, e mi vede direttamente impegnato in ogni iniziativa, necessaria ed utile, alla prevenzione del rischio di gesti di autolesionismo in ambiente carcerario.
  Finalità alla cui attuazione certamente concorre l'istituzione e la nomina, con il decreto del Presidente della Repubblica del 1o febbraio 2016 e con il decreto del Presidente della Repubblica del 3 marzo 2016, del garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale.
  Nella consapevolezza della drammaticità di ogni atto di autolesionismo, occorre osservare, sotto il profilo statistico, che a partire dal 2013 il numero di suicidi all'interno degli istituti penitenziari ha avuto un sensibile decremento.
  Tra il 2009 e il 2012, infatti, il numero di casi è stato sempre annualmente superiore a 55, con un picco di 63 nel 2011, mentre pari a 45 e 46 sono stati gli eventi degli anni 2007 e 2008.
  Grazie al miglioramento della situazione nei nostri penitenziari, il numero si è ridotto in maniera significativa, registrandosi 42 casi di suicidio nel 2013, 43 nel 2014, 39 nel 2015, 39 nel 2016 e 10 sino al 28 febbraio 2017.
  Sul piano comparativo, poi, l'Italia, secondo le statistiche ufficiali del Consiglio d'Europa, registra uno dei tassi più bassi di casi di suicidio. Nell'ultima rilevazione del 2013, si registra un tasso di 6,5 su 10.000 in Italia, 12,4 in Francia, 7,4 in Germania, 8,9 nel Regno Unito.
  I dati restano, in ogni caso, allarmanti e impongono un eccezionale sforzo dell'amministrazione penitenziaria, cui è demandata l'attuazione dei modelli di trattamento necessari alla prevenzione di ogni pericolo.
  Alla luce delle analisi e delle riflessioni degli stati generali dell'esecuzione della pena, il 3 maggio 2016 ho adottato una specifica «Direttiva sulla prevenzione dei suicidi», indirizzata al capo del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, prescrivendo la predisposizione di un organico piano d'intervento per la prevenzione del rischio di suicidio delle persone detenute o internate, il puntuale monitoraggio delle iniziative assunte per darvi attuazione e la raccolta e la pubblicazione dei dati relativi al fenomeno.
  In attuazione della direttiva, il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha predisposto un «Piano Nazionale per la prevenzione delle condotte suicidiarie in ambito penitenziario», cui hanno fatto seguito circolari attuative trasmesse ai provveditorati regionali.
  Le misure adottate dall'amministrazione penitenziaria attengono alla formazione specifica dei personale, alla raccolta ed elaborazione dei dati ed all'aggiornamento progressivo dei piani di prevenzione.
  Sono state, inoltre, impartite istruzioni ai provveditorati regionali ed alle direzioni penitenziarie per la conclusione di intese con regioni e servizi sanitari locali, al fine di intensificare gli interventi di diagnosi e cura, nonché l'attuazione di misure di osservazione e rilevazione del rischio.
  L'amministrazione ha anche operato sul piano dell'organizzazione degli spazi e della vita penitenziaria, con incentivazione di forme di controllo dinamico volte a limitare alle ore notturne la permanenza nelle celle, in modo da rendere agevole l'osservazione della persona in ambiente comune e ridurre le condizioni di isolamento.
  Allo stesso scopo, sono state adottate misure volte a facilitare, anche attraverso l'accesso protetto ad Internet, i contatti con i familiari.
  Lo scorso 3 marzo, inoltre, si è svolta presso il Ministero della giustizia una riunione nel corso della quale ho incontrato, con il capo di gabinetto, tutti i referenti centrali e periferici dell'amministrazione penitenziaria, al fine di fare il punto sulle modalità di esecuzione, al livello locale prossimo agli istituti penitenziari, delle disposizioni contenute nella direttiva sulla prevenzione dei suicidi e sollecitarne, ove necessario, la completa e rapida attuazione.
  Sono state, inoltre, programmate attività di monitoraggio e verifica periodica degli interventi di prevenzione delineati, attività che saranno svolte istituto per istituto.
  Con la riunione del 3 marzo si è dato l'avvio ad un tavolo in convocazione permanente, che esaminerà costantemente i dati relativi allo stato di attuazione della direttiva che ogni referente è tenuto a raccogliere ed a trasmettere attraverso apposito monitoraggio. Le successive riunioni del tavolo, a partire dalla prima, si svolgono con stringente cadenza periodica.
  L'azione sin qui intrapresa risulterà ulteriormente rafforzata dalle misure contenute nella riforma dell'ordinamento penitenziario, appena approvata dal Senato, che permetterà di introdurre strumenti adeguati per garantire una funzione davvero recuperatoria e risocializzante, in chiave costituzionalmente orientata, all'esecuzione penale.
Il Ministro della giustiziaAndrea Orlando.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

suicidio

detenuto