ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06982

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 336 del 21/11/2014
Firmatari
Primo firmatario: NESCI DALILA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 21/11/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 21/11/2014
Stato iter:
12/06/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 12/06/2015
BUBBICO FILIPPO VICE MINISTRO - (INTERNO)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 28/01/2015

RISPOSTA PUBBLICATA IL 12/06/2015

CONCLUSO IL 12/06/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-06982
presentato da
NESCI Dalila
testo di
Venerdì 21 novembre 2014, seduta n. 336

   NESCI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
   secondo quanto riportato dalla stampa, le cosche della `ndrangheta cosentina, lametina e crotonese avrebbero progettato un attentato nei confronti del pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, Pierpaolo Bruni;
   il quotidiano La Gazzetta del Sud racconta, nell'edizione del 18 novembre 2014, che «l'uomo, pur essendo recluso, sarebbe stato informato dai “compari” rimasti in libertà che il magistrato viaggia a bordo di una Bmw 320 blindata di colore grigio, protetto solo da due guardie del corpo. E che il punto ideale per colpirlo sarebbe una galleria posta lungo la superstrada che attraversa la Sila. Una galleria nei cui pressi vi sarebbero installate delle telecamere. Di più. Il detenuto avrebbe inoltre rivelato che il pm Bruni è da tempo pedinato e questa circostanza spiegherebbe la precisione delle informazioni assunte dalle cosche in merito al dispositivo di sicurezza messo in piedi per proteggerlo»;
   la questione è molto delicata perché dietro l'attentato ci potrebbero essere anche gli intrecci politico-mafiosi su cui il pm sta conducendo indagini. Come infatti ricostruisce Paolo Polichieni su Il Corriere della Calabria, «c’è il troncone mafia-politica dell'operazione “Vulpes”. Ci sono gli “omissis” che coprono i nomi di tre storici esponenti politici di primissimo piano di Cosenza. C’è il timore delle cosche di non poter procedere ad una riorganizzazione del proprio assetto verticistico, faticosamente raggiunto in quel di Cosenza dopo la bufera seguita alle rivelazioni del boss pentito Franco Pino. C’è un sacco di robaccia, insomma, nello scenario al quale lavorano febbrilmente in queste ore i carabinieri del Ros e del comando provinciale di Cosenza per venire a capo del progettato attentato in danno del pm Pierpaolo Bruni. Progetto che si porta dietro anche grande allarme per la sicurezza di un altro pubblico ministero della Dda catanzarese, assai esposto sul fronte cosentino: Vincenzo Luberto»;
   va ricordato infatti che il pubblico Ministero Pierpaolo Bruni sta conducendo delicate inchieste sui rapporti tra criminalità organizzata, politica e massoneria, nate in territorio calabrese ma da cui sta emergendo una rete criminale che coinvolge diverse regioni italiane, tra cui Lazio, Sicilia, Campania, Veneto e Lombardia;
   dalle indagini, ad esempio, è emerso un pericoloso intreccio tra massoneria e ’ndrangheta e, in particolare, tra la cosca dei Mancuso e la loggia massonica fondata da Paolo Coraci, mirante alla nomina di persone di fiducia in 15 enti tra cui, Finmeccanica e Poste italiane;
   secondo le ultime rivelazioni, inoltre, la rete criminale avrebbe messo gli occhi anche sui lavori post-terremoto a L'Aquila, tramite una ditta di costruzioni riconducibile secondo gli inquirenti appunto alla cosca della ’ndrangheta dei Mancuso-Tripodi;
   risultano coinvolti nell'inchiesta anche tanti esponenti della politica. In un articolo comparso il 23 maggio 2013 su Il Corriere della Sera a firma Carlo Macrì, si legge che «gli interessi del clan Tripodi partono dalla Calabria per raggiungere la Lombardia, e si diramano in Veneto e nella Capitale dove trovano l'appoggio di politici influenti come Vincenzo Maruccio, ex assessore dell'Idv nella giunta Marrazzo ed ex consigliere di minoranza con la giunta Polverini, e dell'ex vice presidente del consiglio regionale del Lazio Raffaele D'Ambrosio (Udc), pronti a trattare con i clan che in cambio di appalti s'impegnavano a raccogliere voti»;
   non è la prima volta che il magistrato Bruni è vittima di un attentato: nella notte tra il 16 e 17 marzo 2014 l'autovettura del padre del magistrato, parcheggiata in prossimità dell'abitazione di famiglia, è stata prima manomessa e poi spostata in una zona a rimozione forzata, per poi essere ritrovata bruciata nelle campagne di Isola Capo Rizzuto (Crotone);
   a riguardo l'interrogante ha già presentato un atto parlamentare (il n. 4-04322) a cui però nessuno dei due Ministri interrogati ha tuttora risposto –:
   se non ritengano di intervenire con la massima urgenza per fare luce sull'ennesimo atto intimidatorio di cui il dottor Bruni è stato vittima;
   se non ritengano, nell'ambito delle rispettive competenze, di aumentare le misure attualmente predisposte, per assicurare al magistrato e ai suoi familiari la massima protezione e sicurezza, affinché lo stesso svolga nelle migliori condizioni possibili il proprio delicatissimo lavoro. (4-06982)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 12 giugno 2015
nell'allegato B della seduta n. 441
4-06982
presentata da
NESCI Dalila

  Risposta. — Nel corso degli anni, gli episodi di intimidazione nei confronti del Sostituto Procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro Pierpaolo Bruni sono stati valutati sempre con la massima attenzione da questa Amministrazione che ha adottato, in tutte le circostanze, le misure necessarie a tutelare l'incolumità del magistrato e dei suoi familiari.
  Ciò premesso, in riferimento all'episodio avvenuto nella notte fra il 16 e 17 marzo 2014 ai danni dell'autovettura del padre del magistrato, si rappresenta che il 18 marzo 2014, il padre del dottor Bruni ha denunciato alla Questura di Crotone il tentato furto della propria autovettura parcheggiata nei pressi dell'abitazione.
  Grazie alle tempestive indagini della Squadra mobile, si è potuto risalire ai responsabili dell'episodio criminoso – due persone con precedenti di polizia ed un minore – che, nell'ammettere una serie di furti di autovetture perpetrati durante quella notte, hanno precisato di non aver portato a compimento il furto della vettura in questione in quanto priva di carburante. All'esito degli accertamenti, i tre soggetti sono stati deferiti all'autorità giudiziaria.
  Accurate indagini sono state svolte anche con riferimento al commento intimidatorio nei confronti del magistrato, apparso nel gennaio 2010 su un sito web a margine di un articolo relativo all'operazione di polizia «Heracles», che l'anno precedente aveva portato al sequestro di beni del clan «Vrenna-Corigliano-Bonaventura».
  Gli accertamenti hanno consentito di individuare gli intestatari dell'utenza telefonica dalla quale la minaccia era stata inserita in rete, i quali, tuttavia, sono risultati estranei a contesti di criminalità organizzata.
  Venendo ad un ulteriore episodio menzionato nell'interrogazione, si informa che il 14 novembre 2014, a seguito delle dichiarazioni rese alla Polizia penitenziaria di Catanzaro da un detenuto di nazionalità irachena ivi ristretto circa un progetto di attentato ai danni del dottor Bruni, il Prefetto di Catanzaro ha prontamente allertato i vertici delle Forze di polizia territoriali.
  Lo stesso giorno il Questore di Crotone, luogo di residenza del magistrato, ha disposto d'urgenza l'intensificazione del dispositivo di protezione in atto.
  Contemporaneamente, a rafforzamento del dispositivo tutorio, è stato disposto l'allertamento di tutti i servizi di controllo del territorio lungo l'itinerario stradale percorso dal dottor Bruni.
  Nel frattempo, anche la Squadra mobile crotonese ha acquisito notizie sul progetto criminoso contro il magistrato, che, ovviamente sono state messe a disposizione delle autorità giudiziarie competenti.
  Alla luce di tali risultanze, la situazione della sicurezza personale del dottor Bruni è stata esaminata nelle riunioni tecniche di coordinamento delle forze di polizia, tenutesi presso le Prefetture di Catanzaro e Crotone, rispettivamente il 19 e il 20 novembre 2014, in esito alle quali, in attesa di più precise indicazioni investigative, è stato deciso, da un lato, di mantenere il dispositivo tutorio in atto, consistente nella misura di 3o livello «rafforzato», tutela su auto specializzata, integrata da un servizio di vigilanza dinamica dedicata presso l'abitazione sita in Crotone, rafforzandolo attraverso l'impiego di un operatore aggiuntivo a quelli già previsti e l'adozione di ogni altro accorgimento utile ad elevarne il livello di efficacia; dall'altro, di sensibilizzare il dispositivo di protezione integrativo presso la predetta abitazione, già dotata di vetri, tapparelle elettriche e portoncino blindati e di impianto di allarme antintrusione.
Il Viceministro dell'internoFilippo Bubbico.

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EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

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