ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06675

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 321 del 30/10/2014
Trasformazioni
Trasformato il 18/12/2014 in 5/04319
Firmatari
Primo firmatario: SEGONI SAMUELE
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 30/10/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MARZANA MARIA MOVIMENTO 5 STELLE 30/10/2014
D'UVA FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE 30/10/2014
VACCA GIANLUCA MOVIMENTO 5 STELLE 30/10/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA delegato in data 30/10/2014
Stato iter:
18/12/2014
Fasi iter:

TRASFORMAZIONE EX-ART.134 IL 18/12/2014

TRASFORMATO EX-ART. 134 IL 18/12/2014

CONCLUSO IL 18/12/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-06675
presentato da
SEGONI Samuele
testo di
Giovedì 30 ottobre 2014, seduta n. 321

   SEGONI, MARZANA, D'UVA e VACCA. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:
   l'articolo 22, comma 3, della legge n. 240 del 2010 (cosiddetta legge Gelmini), in tema di assegni di ricerca, impone che «la durata complessiva dei rapporti instaurati ai sensi del presente articolo, compresi gli eventuali rinnovi, non può comunque essere superiore a quattro anni»;
   l'impianto della sopracitata legge n. 240 del 2010 prevede, come naturale sbocco per gli assegnisti, i contratti da ricercatore a tempo determinato (RTD);
   appare tuttavia evidente che non tutti gli assegnisti in scadenza possono essere assorbiti come ricercatori a tempo determinato (verosimilmente tra i 500 e i 1.000 l'anno), né, in virtù del curriculum formativo maturato in soli 4 anni dal conseguimento del titolo di dottorato, pare verosimilmente possibile ottenere un SIR (a cui concorrono ricercatori con attività fino a 6 anni dal dottorato) o uno starting grant dell'ERC (a cui concorrono ricercatori con attività tra i 2 e gli 8 anni dal dottorato);
   in questi giorni si stanno verificando i primi casi (qualche centinaio) di assegnisti in scadenza estromessi di fatto dal mondo della ricerca universitaria, che nell'arco di un biennio diverranno verosimilmente migliaia;
   nel 2012, le rilevazioni del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca davano circa 14.000 assegnisti, quindi con assegni attivati nel biennio 2011-2012. Conseguentemente, nel biennio 2015-2016 tutti questi contratti andranno in scadenza e, se si considera l'attuale capacità degli atenei di assorbire tali figure professionali con contratti da ricercatore a tempo determinato, è possibile stimare prudenzialmente che circa il 70 per cento degli assegnisti ogni anno sarà di fatto escluso dal mondo della ricerca, con ridotte possibilità di assorbimento da parte di aziende o enti di ricerca, favorendo di fatto una massiccia fuga all'estero;
   quella degli assegnisti è una categoria priva di rappresentanze sindacali, assente in molti atenei dalle sedi dell'amministrazione accademica, priva di garanzie assistenziali (come il diritto all'indennità di disoccupazione), caratterizzata dalla pressoché totale impossibilità di gestire autonomamente i fondi di ricerca;
   nonostante gli assegnisti siano personale non strutturato esterno all'organico delle università, svolgono ruoli fondamentali nella ricerca, nella produzione scientifica e nell'attività didattica;
   gli assegnisti di ricerca post-dottorati sono figure altamente specializzate su cui lo Stato ha investito ingenti risorse per garantire una formazione superiore, un titolo di laurea, un titolo post-laurea come il dottorato di ricerca, senza contare l'esperienza maturata nei 4 anni di post-dottorato;
   professori e gruppi di ricerca basati in università italiane, anche quando vincitori di finanziamenti esterni, possono vedersi costretti a dovere ignorare giovani ricercatori italiani, anche se in possesso di titoli idonei, perché impossibilitati ad assumerli a causa del blocco dei quattro anni, senza contare che gli assegni di ricerca gravano completamente sul budget dei progetti di ricerca, senza oneri aggiuntivi per lo Stato –:
   se sia a conoscenza dei fatti esposti;
   se vi sia una precisa volontà politica nel meccanismo citato in premessa che di fatto priva la ricerca italiana degli assegnisti «post-doc» con maggiore esperienza e incoraggia la fuga all'estero di figure altamente specializzate sulla cui formazione sono state investite ingenti risorse pubbliche;
   se non intenda finanziare adeguatamente il reclutamento di ricercatori con contratto di ricerca a tempo determinato per assorbire almeno parte degli assegnisti in scadenza;
   quali iniziative intenda adottare per incrementare le garanzie assistenziali degli assegnisti di ricerca, con particolare riguardo all'ammortizzazione dell'impatto dell'attuale normativa sulla vita di migliaia di giovani ricercatori;
   se non intenda assumere iniziative per abrogare o quanto meno sospendere l'efficacia della norma che prevede il limite dei quattro anni agli assegni di ricerca di cui all'articolo 22, comma 3, della legge n. 240 del 2010. (4-06675)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

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