ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06642

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 320 del 29/10/2014
Firmatari
Primo firmatario: ATTAGUILE ANGELO
Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE
Data firma: 29/10/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 29/10/2014
Stato iter:
13/01/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 13/01/2015
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 13/01/2015

CONCLUSO IL 13/01/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-06642
presentato da
ATTAGUILE Angelo
testo di
Mercoledì 29 ottobre 2014, seduta n. 320

   ATTAGUILE. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che:
   alle ore 00:50 del mattino del 27 settembre 2014 è scoppiato un incendio all'interno della raffineria Mediterranea a Milazzo ed in particolare al serbatoio TK513 dove erano stoccati un milione di litri di carburante; sono stati bruciati circa 600.000 litri di idrocarburi;
   il rogo, sviluppato intorno alle 00:45 ha prodotto fiamme altissime visibili per diversi chilometri dai comuni del messinese e ha creato odori fortissimi e soffocanti da combustione; il fumo tossico è arrivato la mattina successiva ad oltre 15 chilometri dal luogo dell'incidente e i comuni più colpiti oltre a Milazzo sono stati San Filippo del Mela, Pace del Mela, Santa Lucia del Mela, Condrò, Gualtieri Sicaminò, San Pier Niceto e Barcellona Pozzo di Gotto;
   l'allarme è stato dato alle ore 2:00 del mattino dal centro operativo comunale di Milazzo che ha consigliato alla popolazione di rimanere chiusi in casa e tenere le finestre serrate; non risulta che sia stato predisposto alcun piano di evacuazione, anche se centinaia di famiglie che risiedono nella zona sono fuggite in auto per paura, intasando le strade del comprensorio;
   sul posto hanno operato per ore diverse squadre dei vigili del fuoco, oltre a quelle del servizio di sicurezza della raffineria e, per fortuna, non risultano feriti né all'interno della raffineria né all'esterno;
   l'incendio, si è ravvivato nel pomeriggio di sabato, formando nuovamente una enorme nuvola nera e, anche nelle giornate di domenica e lunedì, si sono alternati nuovi incendi e formazioni di nuvole nere che, in base al vento, hanno investito o Valle del Mela o il centro di Milazzo;
   dalle informazioni sui mass media sembra che la causa dell'incendio sia stata una crepa al tetto galleggiante del serbatoio che ha messo l'aria a contatto col liquido; peraltro alcune notizie riportano anomalie del serbatoio e piccoli incendi iniziati già nel pomeriggio ma non visibili dalla città;
   lo stabilimento della Raffineria di Milazzo s.c.p.a. è annoverato fra le industrie «a rischio di incidente rilevante» ai sensi della normativa «Seveso» di cui al decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 334, e successive modificazioni; infatti, la natura e quantità delle sostanze impiegate nei processi produttivi potrebbero causare, in caso di eventi improvvisi (incendi, esplosioni, fughe di sostanze tossiche), danni alla popolazione e all'ambiente;
   in particolare, la virgin nafta, contenuta nel serbatoio andato in fiamme, insieme alle benzine è classificata come sostanza estremamente infiammabile e pericolosa, che può provocare il cancro, alterazioni genetiche ereditarie, irritazioni alla pelle, possibile rischio di danni ai bambini non ancora nati, tossicità agli organismi acquatici, danni ai polmoni in caso di ingestione e sonnolenza e vertigini in caso di inalazione;
   negli anni scorsi altri incidenti si sono verificati nella raffineria ed, in particolare, nel 1993, un gravissimo incidente ha causato la morte di 7 persone ed il ferimento di altre sedici;
   la popolazione subisce gli «effetti collaterali» della presenza della raffineria nel proprio territorio, ove sono presenti anche altri impianti inquinanti, come una centrale termoelettrica ad olio combustibile e una fabbrica di amianto dismessa ma non del tutto bonificata;
   nel 2011 e nel 2012 l'arpa locale aveva già ammonito la raffineria per le emissioni non adeguatamente controllate;
   la popolazione non risulta adeguatamente informata sui rischi e sui piani di emergenza, nonostante la normativa «Seveso» imponga la predisposizione di un piano di emergenza interno ed un piano di emergenza esterno e la massima informazione della popolazione sulle misure in atto;
   si apprende dalla stampa che la procura di Barcellona Pozzo di Gotto ha aperto un fascicolo contro ignoti per l'incidente del 27 settembre e ha disposto il sequestro dell'area –:
   se i Ministri non ritengano necessario verificare l'entità dei danni ambientali da inquinamento atmosferico causati dalla prolungata combustione del carburante e appurare le cause che hanno provocato l'incendio nella raffineria di Milazzo, la corretta applicazione della normativa «Seveso» e le misure che sono state attivate per il ripristino e messa in sicurezza dei siti interessati;
   se il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare non ritenga necessario avviare un'apposita istruttoria per il SIN di Milazzo e un confronto con il gestore dell'impianto e l'ARPA locale per verificare lo stato di attuazione e il rispetto delle prescrizioni dell'autorizzazione integrata ambientale relativa all'impianto;
   se i Ministri non ritengano doveroso informare i cittadini sui rischi a cui vadano incontro e sulle azioni che l'azienda, le autorità di controllo e lo Stato intendano intraprendere per evitare simili incidenti in futuro che possono mettere in pericolo la pubblica incolumità, anche tenendo conto dell'opportunità della delocalizzazione della raffineria e della centrale termoelettrica in aree lontane dai centri abitati. (4-06642)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 13 gennaio 2015
nell'allegato B della seduta n. 361
4-06642
presentata da
ATTAGUILE Angelo

  Risposta. — A seguito dell'evento incidentale accaduto la notte del 27 settembre 2014 presso la raffineria Mediterranea di Milazzo, classificata come industria a rischio di incidente rilevante ai sensi dell'articolo 8 del decreto legislativo n. 334 del 1999, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha immediatamente inviato una notifica preliminare dell'evento alla Commissione europea tramite il sistema informativo europeo sugli incidenti «Seveso», denominato «e-MARS».
  Dalle informazioni acquisite, è risultato che l'incidente, nonostante il comprensibile stato di paura che ha generato nei confronti della popolazione locale, non ha nell'immediato provocato problemi di particolare rilievo, né per il personale della raffineria né per la popolazione residente nelle zone circostanti.
  È stato infatti comunicato dalle competenti autorità locali che, fin dalla prima segnalazione, la situazione è apparsa sotto controllo, essendosi trattata di un'emergenza interna allo stabilimento, contrastata con tempestive operazioni di spegnimento e contenimento delle fiamme. In particolare, risulta che l'incidente sia stato originato dalla inclinazione del tetto galleggiante di un serbatoio destinato allo stoccaggio di idrocarburi liquidi, con conseguente rilascio di vapori infiammabili e loro innesco, presumibilmente a causa di scintille provocate dall'attrito tra parti metalliche. Gli effetti si sono concretizzati in un incendio di vaste proporzioni che ha interessato unicamente il medesimo serbatoio senza determinare sversamenti sul suolo o in mare di idrocarburi né di acque o schiumogeno antincendio utilizzati negli interventi di spegnimento.
  Tuttavia, il Ministero dell'ambiente ha provveduto a richiedere alle autorità competenti e agli organi tecnici ed alle autorità locali dettagliate informazioni sulle circostanze e sulle conseguenze dell'incidente. Ciò al fine di avviare la procedura prevista, in caso di incidente rilevante, dall'articolo 24 del predetto decreto legislativo.
  Tale procedura, in particolare, prevede l'istituzione di una commissione composta da esperti appartenenti agli organi tecnici nazionali, incaricata di effettuare un sopralluogo per la raccolta delle informazioni sulle circostanze, le cause e le conseguenze dell'evento. Tutti dati da trasmettere successivamente alla Commissione europea, così come previsto dalla vigente normativa sul controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con sostanze pericolose.
  Allo stato risulta essere in corso la costituzione della precitata commissione, essendo pervenute la maggior parte delle designazioni. Per quanto attiene alle iniziative adottate per verificare le eventuali esternalità negative conseguenti all'incidente occorso, risulta a questo Ministero che l'agenzia regionale per la protezione dell'ambiente della Sicilia si è subito adoperata per verificare i dati ambientali forniti dai sistemi di monitoraggio di cui essa stessa è dotata nel territorio, posizionate a Milazzo e Pace di Mela, nonché i dati risultanti dalle centraline di proprietà Edipower e facenti parte delle rete di monitoraggio, posizionate a San Filippo del Mela, Pace del Mela, San Pier Niceto, Milazzo – Croce di Mare e Valdina.
  Sin dal giorno successivo si è reso operante un laboratorio-mobile, anch'esso dedicato alla analisi della qualità dell'aria, posizionato sul lungomare di Milazzo.
  È stato riferito che i dati forniti dai sistemi di rilevamento non hanno mostrato concentrazioni anomale degli inquinanti monitorati, né il superamento dei limiti di legge.
  L'ARPA ha immediatamente organizzato un piano di attività che, interessando tutti i comuni dell'area, comprende il monitoraggio al suolo delle ricadute dei fumi in termini di analisi di microinquinanti organici persistenti, quali diossine e IPA, e di contaminanti inorganici, quali i metalli pesanti.
  È stato assicurato che le attività di controllo si protrarranno fino a quando l'ARPA riterrà utile e significativa l'indagine anche in funzione degli eventi successivi.
  Nello stesso tempo, si sta procedendo al prelievo dei campioni di acqua, compresa quella di mare, vegetazione e aria. Per quest'ultima, in particolare, sono stati posizionati in zone dove è più visibile la ricaduta, tenendo conto delle segnalazioni dei cittadini e della direzione del vento, due campionatori ad alto volume che in continuo prelevano volumi noti di aria su appositi supporti per la raccolta delle polveri sottili ricadenti in diversi archi temporali, per la determinazione delle diossine.
  La raffineria Mediterranea rientra tra gli impianti autorizzati dal Ministero dell'ambiente con AIA (autorizzazione integrata ambientale). L'avvio del complessivo riesame di tale autorizzazione, come per quelle relative a tutte le altre raffinerie, è previsto venga effettuato entro l'anno, in esito alla imminente pubblicazione da parte della Commissione Unione europea delle «Conclusioni sulle BAT». Nell'ambito del pertinente procedimento di riesame potranno essere quindi utilmente prese in considerazione, tra l'altro, le problematiche inerenti la sicurezza dell'esercizio dell'impianto, alla luce dell'evento accaduto lo scorso 27 settembre, ed eventualmente precedenti, e potrà essere condotto un riscontro, da parte degli Enti territoriali – competenti, tra l'altro, in materia di informazione ai cittadini – circa la compatibilità di tale esercizio con la garanzia di adeguati livelli di qualità dell'ambiente e sanitari, anche in un'ottica di ipotesi di delocalizzazione di impianti di tal genere in aree lontane dai centri abitati.
  Per maggior cautela, il Ministero dell'ambiente ha disposto un sopralluogo straordinario da parte dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) al fine di verificare il rispetto delle condizioni autorizzative potenzialmente connesse all'evento incidentale, le cui conclusioni risultano essere in corso di elaborazione, e dal cui esito potranno essere disposte eventuali misure correttive, come previsto dall'articolo 29-
decies, comma 9, del decreto legislativo n. 152 del 2006.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mareGian Luca Galletti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

raffinazione del petrolio

incendio

inquinamento industriale