ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06641

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 320 del 29/10/2014
Firmatari
Primo firmatario: DI STEFANO FABRIZIO
Gruppo: FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 29/10/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 29/10/2014
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-06641
presentato da
DI STEFANO Fabrizio
testo di
Mercoledì 29 ottobre 2014, seduta n. 320

   FABRIZIO DI STEFANO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
   secondo gli ultimi dati ufficiali — disponibili su OsserVa, portale statistico della Camera di Commercio — i varesini che dalla zona di confine giornalmente si spostano nel Canton Ticino per lavoro hanno superato quota 23 mila, con una prevalenza della componente maschile (circa 14 mila) su quella femminile);
   il dato complessivo dei circa 60 mila frontalieri operativi oltreconfine, è particolarmente accentuata la crescita nel terziario: sulla base dell'analisi dell'Ufficio di statistica del Canton Ticino, l'avanzata nel settore dei servizi è stata così impetuosa da vederne triplicare il numero (passato da 10.327 unità nel IV trimestre 1999 a 30.285 nel IV 2012) a fronte di un aumento — seppur consistente (da 16.007 a 24.007 unità), ma relativamente più contenuto — nelle attività secondarie. A fine, anni ’90 il 60,3 per cento dei frontalieri era attivo nel secondario (tra attività manifatturiere e costruzioni), il 38,8 per cento nel terziario è il 0,81 per cento nel primario. In virtù della maggior crescita dei frontalieri nel terziario, tredici anni più tardi la quota del secondario è scesa al 44,6 per cento e quella del terziario è salita al 54,5 per cento; mentre nel primario è aumentata solo leggermente allo 0,9 per cento. Ritornando ai dati più recenti disponibili per la provincia di Varese, i nostri lavoratori sono i più numerosi tra i frontalieri italiani in Canton Ticino (42,3 per cento) seguiti dai comaschi (40 per cento) e, più distanti, dagli abitanti della provincia del Verbano-Cusio-Ossola (9,1 per cento);
   la consigliera federale Eveline Widmer-Schlumpf della Confederazione elvetica nell'incontro informale con il Ministro Padoan avvenuto nell'ultima riunione del Fondo Monetario a New York, avrebbe contestato al Governo italiano il protrarsi delle discussioni sul rinnovo dell'Accordo bilaterale del 74 e si apprenderebbe da dichiarazioni della stessa alla RSI la minaccia della disdetta dell'Accordo bilaterale italo-elvetico stipulato il 3 ottobre 1974 relativo alla doppia imposizione fiscale per i lavoratori residenti nella fascia di confine entro i 20 chilometri. All'Accordo del 74 ha fatto seguito la Convenzione tra la Confederazione svizzera e la Repubblica italiana per evitare le doppie imposizioni e per regolare talune altre questioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio entrata in vigore il 27 marzo 1979. L'Accordo in parola prevedrebbe il ristorno allo Stato italiano e di converso ai comuni di confine di una quota pari al 38,8 per cento delle imposizioni fiscali effettuate dalla Svizzera. Il rinnovo di tale Accordo deve avvenire ogni 5 anni, il testo prevede che nel primo semestre nell'anno successivo all'imposizione fiscale la Confederazione versi all'Italia la parte di imposte spettanti (38,8 per cento). Dal 2009, dopo le dichiarazioni del Ministro Tremonti che accusava la Svizzera di essere un «paradiso fiscale» e inserita nella black list, c’è stato il blocco dei ristorni che ammonterebbero ad oggi a circa 60 milioni di Franchi svizzeri. Negli anni le varie proposte fatte dalla Svizzera all'Italia per sciogliere l’impasse sarebbero rimaste lettera morta per l'insipienza dei Governi italiani e anche per il fatto che l'interlocutore è cambiato più di una volta e si è ricominciato daccapo. Le pressioni svizzere si sarebbero via via appesantite con i vari gruppi politici che hanno chiesto la denuncia dell'Accordo e il blocco del frontalierato fino alla notizia più recente di sapore ritorsivo, riportata dalla stampa elvetica (Corriere del Ticino). Il Governo Cantonale del Ticino parrebbe voglia inasprire la tassazione ai frontalieri –:
   se quanto sopra esposto corrisponda a vero, chi negozia, a che punto sono i negoziati, in effetti a quanto ammontino i ristorni dovuti e come si pensi di tutelare i lavoratori frontalieri. (4-06641)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

accordo bilaterale

settore terziario

politica fiscale