ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06619

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 319 del 28/10/2014
Firmatari
Primo firmatario: D'AMBROSIO GIUSEPPE
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 28/10/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA DIFESA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA DIFESA delegato in data 28/10/2014
Stato iter:
05/02/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 05/02/2015
PINOTTI ROBERTA MINISTRO - (DIFESA)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 05/02/2015

CONCLUSO IL 05/02/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-06619
presentato da
D'AMBROSIO Giuseppe
testo di
Martedì 28 ottobre 2014, seduta n. 319

   D'AMBROSIO. — Al Ministro della difesa . — Per sapere – premesso che:
   la base USAF di San Vito dei Normanni (San Vito dei Normanni Air Station) era una struttura militare dell'aeronautica degli Stati Uniti d'America (United States air force security service) situata a circa 10 chilometri a nord ovest di Brindisi, in una posizione intermedia fra il porto di Brindisi e la città di San Vito dei Normanni;
   San Vito dei Normanni Air Station è stata attivata grazie ad un accordo segreto tra il Governo italiano e gli Stati Uniti d'America, in piena Guerra Fredda il 1o novembre 1960. Nel 1959 arrivarono i primi americani a San Vito dei Normanni e dopo aver recintato i 117 ettari in località Pozzo de Vito, diedero il via alla costruzione delle installazioni logistiche che permisero poi al 6917o radio squadron mobile nel novembre del 1960 di entrare in attività. Nel 1963 questo reparto cambiava denominazione in quella più appropriata di 6917o electronic security group, affiancato in seguito dal 2113o communication squadron da una sezione distaccata della marina americana, la naval security group activity. Nel frattempo si procedeva alla costruzione della struttura che prese il nome di «The elephant's cage» (la gabbia dell'elefante), antenna radiogoniometrica ad alta frequenza AN/FRLG-9 che entrò in funzione nel 1964. Nel 1967 l'attività di spionaggio della base passò alle dipendenze operative alla NSA (National security agency). Nel 1967 nella base vi erano circa 5000 cittadini statunitensi, tra operativi e famiglie, che in parte furono ospitati nei 280 alloggi interni alla base, ma molti altri nei paesi circostanti. All'inizio degli anni ottanta conseguentemente all'affermazione della tecnologia satellitare che rendeva superflue ed antiquate le grandi installazioni fisse come San Vito. La guerra del golfo del ‘91 fu l'ultima operazione convenzionale alla quale partecipò la base e con il disfacimento del Patto di Varsavia, arrivò l'ordine di smobilitazione della base che da aprile 1993 cessò di operare con lo scioglimento del 6917o Security Group e del gruppo di Sicurezza Navale. Alla partenza degli specialisti del 6917o, l'Aviazione americana (USAF) non abbandonò San Vito, per decidere invece l'istituzione del 775o air base group che, con qualche centinaio di militari ebbe il compito di sorvegliare le apparecchiature rimaste, la grande antenna, alcune strutture importanti per la NSA ed il sistema Echelon, come la stessa stazione di osservazione solare, importantissima per il controllo del funzionamento dei sistemi satellitari militari e civili. Alla fine del 1993, a seguito della guerra civile nella ex Yugoslavia, la base USAF si trasformò in un punto di appoggio logistico e di stazionamento per le missioni «Deny flight» e «Provide Promise». Il 12 agosto 1994 il 775o air group cessò di esistere e con esso gran parte delle attività che avevano mantenuto sino allora efficiente la piccola cittadella americana, gli alloggi, le scuole, gli impianti sportivi e tutte le attività collaterali alle quali erano interessati anche i circa 350 impiegati civili italiani. Contemporaneamente, nasceva un altro reparto dell'aviazione USAF, il 775o Air Base Squadron composto da circa 200 uomini e dipendente dal 616o gruppo di Aviano. Con la fine della guerra del Kosovo, partirono i Navy Seal, i loro aerei ed elicotteri, ad eccezione di un reparto addetto alla sorveglianza del perimetro esterno e all'efficienza della stazione di osservazione solare della NSA. Fu subito istituita una commissione paritetica USA – Italia, il cui capo delegazione per parte italiana, il colonnello Giorgio Serravalle, trattò la cessione della base dagli USA al Ministero della difesa italiano. La grande antenna che, in un primo momento, a causa degli alti costi di rimozione, sembrava fosse destinata a rimanere lì, fu smantellata. Dal gennaio 2001, dopo che gli USA comunicarono l'intenzione di non utilizzare più la base, è iniziata la procedura per la restituzione del terreno e la cessione delle strutture, che doveva compiersi al prezzo nominale di un dollaro entro tre anni;
   il 24 luglio 2003 nella base americana di Ramstein, in Germania, con una cerimonia ufficiale, alla presenza del colonnello Casertano (per lo Stato maggiore dell'aereonautica militare) e del comandante dell'aeroporto di Brindisi, Rolando Tempesta, è stato sancito il passaggio della base di San Vito dall'Aeronautica USA a quella italiana;
   solo una piccola porzione della base, pari a 712 ettari, resta in uso agli Stati Uniti d'America, con un recinto autonomo ed è quella che ospita il Solar Observatory (osservatorio solare), una delle sei strutture a livello mondiale dell'Air Force Solar Electro – Optical Network (SEON), la quale ha dislocato in tutto il mondo questi siti per assicurare il controllo del sole 24 ore su 24;
   il Governo italiano, dopo la visita del segretario dell'ONU alla ex base USAF, ha deciso di donare parte della struttura (15 ettari) allo United Nations World Food Programme (WFP) come supporto logistico della base operativa delle Nazioni Unite di Brindisi;
   i restanti 90 ettari, attualmente in gestione all'Aereonautica militare italiana, sono stati oggetto di alcuni interventi di bonifica. Le operazioni di raccolta, rimozione e conferimento a discarica di materiale di risulta, costituito essenzialmente da lastre di copertura in cemento-amianto, sono state eseguite durante la fase di messa in sicurezza di emergenza ed in particolare a partire dal 5 ottobre 2011 e fino al 24 febbraio 2012. Le restanti operazioni di bonifica conseguenti alla conferenza dei servizi del 25 maggio 2012 di approvazione del piano di caratterizzazione, sono state condotte a partire dal 29 luglio 1013 e fino al 04 ottobre 2013. Tali interventi hanno riguardato tutte le criticità di cui al citato piano di caratterizzazione ed in particolare: lavori di bonifica aree contaminate da idrocarburi pesanti (compreso rimozione serbatoi e smaltimento terreno contaminato); lavori di rimozione e smaltimento trasformatori contenenti fluidi dielettrici additivati con PCB; lavori di bonifica e smaltimento rifiuti misti provenienti dal crollo di fabbricati;
   il 26 ottobre 2013 una delegazione di parlamentari del M5S composta dal vicepresidente della Commissione difesa della Camera dei deputati Massimo Artini, dai deputati Paolo Bernini e Gianluca Rizzo ha compiuto una visita ex base USAF di San Vito dei Normanni (Br). In quell'occasione è stato possibile visitare i vecchi alloggi dei militari USA, gli edifici del comando militare, le strutture utilizzate a suo tempo per accogliere una comunità di oltre 3000 mila militari, compresa una clinica ora abbandonata ma che versa, nonostante la più che ventennale chiusura, in uno stato non di degrado. La delegazione ha inoltre verificato che la bonifica dall'amianto e degli altri materiali pericolosi operata dal Ministero della difesa di concerto con le autorità locali è terminata il 4 ottobre 2013 –:
   quali iniziative s'intendano porre in essere per la ex base USAF di San Vito dei Normanni, specificando se la stessa rimarrà nella disponibilità del demanio militare o sarà dismessa per confluire nel demanio civile. (4-06619)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 5 febbraio 2015
nell'allegato B della seduta n. 372
4-06619
presentata da
D'AMBROSIO Giuseppe

  Risposta. — L'ex base USAF di San Vito dei Normanni ha un'estensione complessiva di circa 120 ettari ed è nella disponibilità della Difesa dal 2003.
  Recentemente sono state concluse le operazioni di bonifica cui si fa cenno nell'interrogazione in esame, propedeutiche alla dismissione dell'area.
  Di concerto tra l'Aeronautica militare e la direzione tecnica competente, verificata la completezza degli interventi di risanamento nell'ambito della prossima conferenza di servizi, verranno quindi attivate le procedure per la retrocessione del bene all'agenzia del demanio, con esclusione di:
   un'area di 10 ettari per le esigenze dell’
Air Force Solar Electro-Optical Network (SEON);
   un'area di 15 ettari, concessa in uso al
World Food Programme (WFP) nel 2007, per la quale è stato stipulato un Implementation Agreement tra la Difesa e le Nazioni unite;
   un'ulteriore porzione di limitata estensione attigua a quella già in uso al WFP, oggetto di richiesta nel 2013 da parte del citato organismo internazionale, la cui procedura di consegna è attualmente
in itinere con oneri di frazionamento a carico del citato WFP.
Il Ministro della difesaRoberta Pinotti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

delegazione parlamentare

protezione dell'ambiente

aviazione civile