ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06545

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 316 del 23/10/2014
Ex numero atto
Precedente numero assegnato: 5/03411
Firmatari
Primo firmatario: DA VILLA MARCO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 23/10/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 23/10/2014
Stato iter:
04/12/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 04/12/2014
BOCCI GIANPIERO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 04/12/2014

CONCLUSO IL 04/12/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-06545
presentato da
DA VILLA Marco
testo di
Giovedì 23 ottobre 2014, seduta n. 316

   DA VILLA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
   il comune di Venezia è autorizzato all'esercizio del gioco d'azzardo, in deroga ai divieti imposti dalle vigenti leggi penali, in forza del decreto del Ministero dell'interno, emanato il 30 luglio 1936, così come dei successivi decreti autorizzatori che, di volta in volta, hanno individuato le sedi idonee allo scopo;
   l'autorizzazione ministeriale risulta adottata in virtù del regio decreto-legge del 16 luglio 1936, n. 1404, convertito nella legge il 14 gennaio 1937, n. 62, che ha esteso al comune di Venezia le disposizioni del regio decreto-legge del 22 dicembre 1927, n. 2448, convertito nella legge 27 dicembre 1928, n. 3125, già recante analoghe disposizioni in favore del comune di San Remo;
   il regime derogatorio si giustifica, secondo il regio decreto-legge, in virtù della sussistenza di numerose ragioni (incremento turistico e di valuta estera, disincentivazione del flusso dei cittadini verso case da gioco nei Paesi di confine, sostegno dell'economia locale e regionale);
   la normativa antiriciclaggio e sulla «tracciabilità» dei pagamenti (decreto legislativo 21 novembre 2007 n. 231 e successive modificazioni) prevede, tra le altre cose, il divieto di trasferire somme in contanti oltre i 2.500 euro (dal 1o gennaio 2012 l'importo è ridotto a 1.000 euro) con l'obbligo conseguente dell'utilizzo di soli strumenti di pagamento attraverso i quali sia certa l'identificazione dei soggetti coinvolti nella transazione (assegni, bonifici, vaglia, moneta elettronica);
   la normativa succitata si applica, naturalmente, anche ai trasferimenti di denaro effettuati all'interno delle quattro case da gioco italiane (soldi vs fiches e viceversa);
   nel giornale locale La Nuova di Venezia, del 29 luglio 2014, v'era un articolo dal titolo «Casinò, 20 milioni di crediti verso clienti Vip» nel quale si raccontava, in particolare, la denuncia, da parte del sindacato USB, di alcuni spiacevoli fatti riguardanti la casa da gioco lagunare. Essa sarebbe frequentata spesso, stando all'articolo, da alcuni politici nazionali che giocherebbero «...utilizzando non la propria ma la carta di credito di altri per cambiare le fiches che si fanno poi pagare in contanti in caso di vincita, dalla Casa da Gioco anche se, quando essa è di un importo elevato dovrebbe essere erogata con bonifico o assegno». L'articolo prosegue poi affermando che il direttore generale della società gestrice, Vittorio Ravà, avrebbe risposto con un «no comment» alle domande del giornalista;
   poco più di un mese fa, la Casa da gioco veneziana è salita agli onori della cronaca per un altro caso similare: la procura dell'Aquila ha arrestato, per estorsione, l'imprenditore edile Alfonso di Tella, vicino al clan dei Casalesi. Ebbene, nella documentazione raccolta dalle Fiamme Gialle, si evince che l'arrestato, insieme ad altri membri di spicco del clan, fosse un assiduo frequentatore del casinò veneziano e che lì riuscisse a «lavare» denaro sporco tramite operazioni di cambio in palese violazione della normativa sopra ricordata;
   l'informativa della Guardia di finanza (La Repubblica, 26 giugno 2014) mostra come il clan sia riuscito a spendere oltre 13 milioni di euro, con almeno trecento ingressi a persona. E poi ancora si legge: «Di Tella intascava un'ingente quantitativo di denaro liquido e, per far questo, non poteva non godere della compiacenza dei responsabili della casa da gioco...»;
   il comune di Venezia è dotato di uno specifico servizio ispettivo comunale per il controllo dell'attività di gioco, anche rispetto al verificarsi illeciti penali ed amministrativi di cui alle norme sopra accennate. Accanto a ciò, l'amministrazione ha previsto, nella nuova convenzione con la società gestrice in house, un nucleo operativo di supporto presso la prefettura;
   il recente verificarsi di più casi di riciclaggio di denaro, da provenienza illecita, non può che destare forte preoccupazione, in considerazione anche del rilasciato parere assentivo di Codesto Ministero circa la possibile concessione a terzi privati della gestione del Casinò e, forse, un minor livello ancora di controllo –:
   se il Ministro interrogato fosse a conoscenza dei fatti in premessa e se e quali misure, nel rispetto dell'autonomia degli enti locali di cui all'articolo 114 della Costituzione, intenda attuare per far rispettare pienamente la normativa antiriciclaggio e sulla «tracciabilità» dei pagamenti nella casa da gioco veneziana;
   se ritenga applicabile alla società C.d.V.G. spa gestrice in house del casinò, le disposizioni del decreto legislativo 8 giugno 2001 n. 231, al pari di qualsiasi altra società;
   se, alla luce delle premesse di cui sopra, non si ritenga poi opportuno riconsiderare il decreto, prot. n. 17634 del 17 dicembre 2013, di autorizzazione dell’ «Affidamento in concessione a terzi del servizio di gestione della casa da gioco». (4-06545)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 4 dicembre 2014
nell'allegato B della seduta n. 345
4-06545
presentata da
DA VILLA Marco

  Risposta. — Con l'interrogazione in esame l'interrogante ha posto una serie di quesiti riguardanti il casinò di Venezia, concludendo poi con la richiesta di valutare l'opportunità di riconsiderare il decreto ministeriale di autorizzazione all'affidamento in concessione a terzi del servizio di gestione della casa da gioco.
  Si rappresenta preliminarmente che le attività info-investigative e di monitoraggio del fenomeno del riciclaggio e del reimpiego dei proventi illeciti nel capoluogo veneto sono svolte prevalentemente dal nucleo di polizia tributaria del comando provinciale della guardia di finanza.
  In tale ambito, il predetto Nucleo ha effettuato attività di indagine sul conto di alcuni frequentatori del casinò, anche al fine di rilevare eventuali collegamenti con il crimine organizzato.
  Gli accertamenti eseguiti hanno consentito, tra l'altro, nel dicembre del 2012, di individuare un'associazione per delinquere composta da cittadini italiani e di origine cinese finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina ed allo sfruttamento della prostituzione, nonché al successivo reinvestimento dei proventi illeciti.
  Nei confronti del sodalizio criminale la guardia di finanza ha proceduto all'esecuzione di 14 misure cautelari ed al sequestro e confisca di beni mobili, immobili e valuta per un valore di oltre 20 milioni di euro.
  Il predetto nucleo di polizia tributaria ha sottoposto il casinò di Venezia anche a verifica fiscale e continua tuttora a monitorare l'attività svolta all'interno della casa da gioco.
  Per quanto riguarda le vicende relative all'imprenditore Alfonso Di Tella considerato attiguo al clan dei Casalesi, effettivamente, nel corso di indagini delegate dalla direzione distrettuale antimafia di L'Aquila alla guardia di finanza, attualmente coperte da segreto istruttorio, è emerso come, nel periodo compreso tra il 2004 e il marzo 2013, l'imprenditore impegnato nella ricostruzione post-sisma 2009 si sia recato presso il casinò di Venezia, effettuando 366 ingressi e un volume di giocate pari a 3 milioni 363 mila euro. Durante la permanenza nel casinò, il medesimo era solito incontrare altri soggetti attigui al predetto clan criminale, parimenti assidui frequentatori della casa da gioco.
  Si comunica inoltre che, in relazione alle prescrizioni previste dalla normativa sull'antiriciclaggio e sulla tracciabilità dei pagamenti, di cui al decreto legislativo n. 231 del 2007, è in corso l'istruttoria per l'adozione del decreto del Ministero dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministero dell'interno, con il quale verranno adottate le specifiche tecniche inerenti alle modalità informatiche per l'identificazione e la registrazione dei clienti, alla tenuta dell'archivio informatico e alla loro efficacia per il contrasto al fenomeno del riciclaggio.
  Con riferimento alla richiesta dell'interrogante di riconsiderare il decreto ministeriale di autorizzazione dell'affidamento in concessione a terzi del servizio di gestione della casa da gioco, si premette che tale affidamento è stato deliberato dal consiglio comunale di Venezia nel settembre del 2013.
  Con decreto dell'11 dicembre 2013, il Ministero dell'interno ha rilasciato l'autorizzazione all'operazione, sulla base di una complessa e ponderata istruttoria supportata anche da un parere espresso dall'avvocatura generale dello Stato. Con lo stesso provvedimento è stata approvata una convenzione destinata a regolare i rapporti concessori, con la quale sono stati previsti specifiche prescrizioni e vincoli stringenti finalizzati ad evitare infiltrazioni della criminalità organizzata e a impedire il riciclaggio di proventi di attività criminali. In tal senso la convenzione, da un lato, individua specifici organi di vigilanza e controllo sull'attività del concessionario, quali l'Advisory Board e il servizio ispettivo comunale; dall'altro, prevede la stipula di un protocollo di legalità tra le parti interessate.
  Si informa, inoltre che, a completamento dell'apparato di vigilanza e controllo sulle attività del casinò, il Ministero dell'interno ha la facoltà di disporre, in qualunque momento, mirate verifiche e specifici controlli tramite la direzione investigativa antimafia nonché i gruppi investigativi delle forze di polizia. A tal fine, esso può avvalersi di un nucleo di supporto di recente istituito presso la Prefettura, con il compito di assistere il comune capoluogo nelle attività ispettive di propria competenza.
  Oltre che a controlli di legalità, l'attività del casinò è soggetta anche a verifica circa la consistenza dei proventi che affluiscono al bilancio comunale dall'esercizio del gioco. A tale compito è preposto un nucleo di valutazione costituito presso il Ministero dell'interno di cui potranno far parte anche rappresentanti del Ministero dell'economia e delle finanze e della guardia di finanza.
  Sulla scorta di quanto illustrato, si ritiene che il decreto ministeriale di autorizzazione contempli un dispositivo di controlli tali da garantire un'adeguata prevenzione dai rischi di infiltrazioni della criminalità organizzata e di riciclaggio dei proventi di attività criminali. A chiusura del sistema, è previsto anche che, ricorrendone i presupposti, il Ministero dell'interno possa revocare l'autorizzazione rilasciata.
  Si aggiunge, a riprova della congruità della scelta di autorizzare l'affidamento della gestione della casa da gioco a un soggetto terzo, che la procedura di gara aperta prescritta per la scelta del contraente, garantisce la massima partecipazione degli operatori economici, in attuazione dei principi di trasparenza, imparzialità e concorrenza.
Il Sottosegretario di Stato per l'internoGianpiero Bocci.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

riciclaggio di denaro

casa da gioco

economia regionale