ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06544

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 316 del 23/10/2014
Ex numero atto
Precedente numero assegnato: 5/03553
Firmatari
Primo firmatario: RICCIATTI LARA
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 23/10/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 23/10/2014
Stato iter:
13/01/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 13/01/2015
ZANETTI ENRICO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 13/01/2015

CONCLUSO IL 13/01/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-06544
presentato da
RICCIATTI Lara
testo di
Giovedì 23 ottobre 2014, seduta n. 316

   RICCIATTI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
   Saipem spa, Società anonima italiana perforazioni e montaggi, è una società per azioni facente parte del gruppo Eni, costituita nel 1956 ed operante nel settore della prestazione di servizi per il settore petrolifero. La società è specializzata nella realizzazione di infrastrutture riguardanti la ricerca di giacimenti di idrocarburi, la perforazione e la messa in produzione di pozzi petroliferi, nonché la costruzione di oleodotti;
   nell'esercizio della propria attività si avvale della collaborazione di alcune società controllate, quali la Sonsub, l'Intermare Sarda e la Moss Maritime, ma anche di aziende e consulenze esterne che costituiscono, in alcune aree, un indotto significativo;
   nel 2006 Saipem ha acquisito la Snamprogetti (incorporandola definitivamente nel 2008), leader dei progetti onshore del settore, estendendo così la competenza anche ai progetti su terra;
   oggi la società è uno dei più importanti contractor a livello mondiale del settore della costruzione e manutenzione delle infrastrutture al servizio dell'industria petrolifera, con una operatività in tutti e cinque i continenti;
   la terza sede del gruppo per importanza, dopo quella centrale a Milano San Donato e la succursale parigina in Francia, si trova a Fano (PU), dove lavorano oltre mille tecnici di altissimo livello professionale, specializzati nel progettare e costruire pipe-line, oleodotti e gasdotti, in giro per il mondo;
   negli ultimi mesi, ed in particolare a partire da luglio 2014, si sono succedute diverse indiscrezioni su una possibile cessione del gruppo Saipem da parte della maggior azionista Eni che ne detiene il 43 per cento circa della azioni;
   tali indiscrezioni sono state rilanciate dapprima da autorevoli testate giornalistiche e successivamente confermate, il primo agosto 2014, da Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni, il quale ha tracciato la nuova strategia del colosso petrolifero italiano;
   già il 22 luglio 2014, il quotidiano La Repubblica, tra gli altri, segnalava come diversi rumors riferissero di un mandato in questa direzione affidato alla banca d'affari statunitense Goldman Sachs, con conseguente sondaggio tra potenziali compratori, come i russi di Rosneft ma soprattutto i gruppi norvegesi Subsea 7 e Seadrill; 
   la direzione di Eni verso il probabile disimpegno da Saipem sembrerebbe avere la finalità di spostare sempre più il focus della società sulle operazioni cosiddette upstream, ovvero a più elevato ritorno economico;
   il Wall Street Journal del 21 luglio 2014 indicava, anche, una possibile revisione delle attività di raffinazione (sempre secondo quanto riferisce la stampa specializzata, infatti, il business Refining & Marketing di Eni avrebbe perso una media di 106 milioni di euro al trimestre dal 2009, come hanno rilevato gli analisti di Sanford C. Bernstepz, tanto che lo scorso anno la divisione R&M ha avuto un cash flow negativo che ha pesato per il 5 per cento sugli investimenti complessivi);
   la cessione di Saipem si presenterebbe, quindi, come una operazione volta a indirizzare le attività del gruppo Eni verso iniziative più remunerative per la società a discapito della finalità primaria dell’ approvvigionamento energetico – ad avviso dell'interrogante – che il gruppo dovrebbe perseguire, anche in virtù del fatto che l'azionista di maggioranza dell'Eni è il popolo italiano, seppure per il tramite del Ministero dell'economia e delle finanze, che a sua vota controlla la Cassa depositi e prestiti;
   come ha avuto modo di ribadire anche Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia – società indipendente di ricerca in campo energetico e ambientale –, al quotidiano torinese La Stampa il primo agosto 2014, «Saipem è davvero un gioiello, è leader mondiale nella posa dei tubi, soprattutto sottomarini, e nelle piattaforme offshore». Sebbene in genere i colossi petroliferi acquistino tali servizi sul mercato, il fatto che Eni possieda la quota di maggioranza di Saipem consente di mantenere in mani italiane l'altissimo – e strategico – know how della società di progettazione; un eventuale disimpegno di Eni da Saipem potrebbe avere degli effetti particolarmente preoccupanti per la sopravvivenza della stessa società; 
   secondo gli analisti finanziari della banca d'investimento Equita, infatti, ci sono diverse incognite rispetto all'operazione di cessione, dovute innanzitutto al fatto che Saipem ha ancora progetti problematici per 5,8 miliardi di euro e poi l'ammontare significativo di debito infragruppo (il 90 per cento dei complessivi 4,5 miliardi) che in caso di cessione andrebbe rifinanziato; 
   evidentemente, come gli analisti finanziari rilevano, per Saipem trovare delle alternative alle sue fonti di finanziamento attuali potrebbe essere difficile e le stesse potrebbero essere più care;
   assolutamente non trascurabili sono poi i riflessi occupazionali per i territori interessati;
   in particolare, quello di Fano, dove a causa della crisi economica prolungata la città ha già perso, nel corso degli ultimi anni – e continua a perdere –, pezzi importanti delle sue professionalità e dell'economia;
   tra le indicazioni strategiche del gruppo Eni vi è anche la riduzione della sua presenza in Europa;
   almeno di fronte alla pubblica opinione, il Governo ribadisce costantemente la necessità e l'obiettivo di aumentare i livelli occupazionali e rilanciare l'economia mediante la leva dello sviluppo di attività ad alto tasso di innovazione e know how;
   la cessione di Saipem da parte di Eni – controllata dal Ministero dell'economia e delle finanze – va in direzione opposta a tali dichiarazioni di intenti, privando l'Italia di una realtà ad elevatissimo know how, colpendo duramente i livelli occupazionali di un territorio già provato duramente dalla crisi economica e desertificando un indotto qualificato, che a traino di Saipem ha costruito a sua volta professionalità di livello altissimo –:
   se il Ministro interrogato non ritenga l'iniziativa di Eni, di cedere Saipem, contraria agli interessi generali del Paese, individuati nella necessità di mantenere i livelli occupazionali e salvaguardare i know how strategici;
   quali iniziative intenda intraprendere per salvaguardare tali interessi;
   se non ritenga opportuno intervenire, attraverso gli strumenti riconosciuti dall'ordinamento, facendo valere nel gruppo Eni i legittimi interessi dell'azionista di maggioranza – il Paese tutto – esercitati per il tramite del Ministero dell'economia e delle finanze. (4-06544)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 13 gennaio 2015
nell'allegato B della seduta n. 361
4-06544
presentata da
RICCIATTI Lara

  Risposta. — Si risponde all'interrogazione in esame, concernente la società Saipem s.p.a (Società anonima italiana perforazioni e montaggi), facente parte del Gruppo Eni.
  Al riguardo, si fa presente che il 31 luglio 2014 l'amministratore delegato di ENI, nel contesto di un più generale aggiornamento sulla strategia di medio termine, ha dichiarato che il gruppo si è dotato di una nuova struttura organizzativa ancora più focalizzata sulle priorità di
business oil & gas e sulla centralizzazione dei servizi tecnici e di staff.
  In tale contesto Saipem rappresenta una partecipazione
non-core, in linea con la composizione del portafoglio di tutte le altre Oil major internazionali con cui Eni si confronta e a cui è equiparata dagli investitori mondiali nelle scelte di investimento.
  Pertanto, Eni sta valutando una serie di opzioni sulle quali aggiornerà opportunamente il mercato.
  Nel frattempo continuerà a sostenere Saipem assicurandone la solidità finanziaria.

Il Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanzeEnrico Zanetti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

industria petrolifera

ricerca energetica

approvvigionamento d'energia