ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06479

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 312 del 17/10/2014
Firmatari
Primo firmatario: MOLTENI NICOLA
Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE
Data firma: 17/10/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 17/10/2014
Stato iter:
24/02/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 24/02/2015
MANZIONE DOMENICO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 24/02/2015

CONCLUSO IL 24/02/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-06479
presentato da
MOLTENI Nicola
testo di
Venerdì 17 ottobre 2014, seduta n. 312

   MOLTENI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
   dal mese di luglio ad oggi, sono transitati sul territorio comunale di Prelà, in provincia di Imperia, numerosi cittadini extracomunitari provenienti da diversi stati africani e asiatici, tra cui Siria, Nigeria, Ghana, Eritrea, Gambia, Sudan, Somalia, ospitati nella locale casa famiglia gestita dalla cooperativa La Goccia in convenzione con la prefettura;
   in detti paesi, sia di origine sia di transito, in assenza di adeguate misure di profilassi sono ancora presenti numerose malattie contagiose ed infettive, quali ad esempio TBC, scabbia, HIV, ed è attual
   negli uffici comunali di Prelà non sono mai pervenuti documenti sanitari atti a certificare la totale assenza di patologie infettive e contagiose da parte degli ospiti della locale casa famiglia e il sindaco, ai sensi dell'articolo 50 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, (TUEL) ha emesso specifica ordinanza al fine di tutelare la salute pubblica dei propri cittadini;
   a causa delle continue fughe da tale centro di accoglienza, gli esami sanitari, atti a escludere la presenza delle malattie di cui sopra, non vengono completati e ciò comporta una situazione di grave rischio per la popolazione locale;
   la situazione del comune di Prelà non è dissimile a quella che stanno vivendo tantissimi altri comuni per effetto dei diversi centri di accoglienza in convenzione con le prefetture e delle baraccopoli che stanno sorgendo un po’ ovunque;
   la gravissima epidemia di Ebola è arrivata in questi giorni anche in Europa e tra i diversi ceppi virali, quello attuale è lo «Zaire ebolavirus» (ZEBOV) che ha il tasso di mortalità più alto tra le diverse varianti del virus –:
   quali esami vengano effettuati a chi viene condotto sulle nostre coste dalle navi della Marina militare nell'ambito dell'operazione Mare Nostrum in tutte le fasi, dal primo soccorso al trasferimento nei centri di accoglienza, se vengano redatti dei certificati medici attestanti la negatività da malattie infettive e trasmissibili e a quali autorità vengono consegnati tali certificati prima dell'ammissione nelle strutture di accoglienza, quali iniziative intendano assumere al fine di garantire l'effettiva permanenza nei centri ed evitare qualsiasi fuga dai centri di accoglienza prima che siano stati effettuati tutti gli accertamenti sull'identità e lo stato di salute sulle persone ivi ospitate. (4-06479)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 24 febbraio 2015
nell'allegato B della seduta n. 380
4-06479
presentata da
MOLTENI Nicola

  Risposta. — Le problematiche sanitarie connesse ai flussi migratori sono da tempo all'attenzione delle Amministrazioni interessate.
  Il Ministero della salute ha fornito precise indicazioni agli uffici di sanità marittima aerea e di frontiera (Usmaf) che intervengono nelle primissime fasi dell'arrivo, nonché agli assessorati regionali alla sanità, che intervengono nelle fasi successive di permanenza degli stessi naufraghi nel territorio nazionale, per l'applicazione delle misure previste dal regolamento sanitario internazionale del 2005 e delle misure di sorveglianza e prevenzione appropriate.
  Lo stesso dicastero ha emanato, altresì, apposite linee guida sulla prevenzione del rischio biologico, sulla gestione delle misure di prevenzione per la tubercolosi e sul rischio biologico da virus ebola.
  Al fine di garantire un tempestivo ed efficace intervento in favore dei migranti, è stato realizzato anche il progetto SAR, finanziato e approvato dalla Commissione europea, che assicura la prestazione di assistenza sanitaria da parte di personale medico e paramedico a bordo delle imbarcazioni della guardia costiera e della guardia di finanza impiegate nelle operazioni di soccorso nel canale di Sicilia e sulla terraferma. Le attività svolte mirano ad assicurare interventi tempestivi ed efficaci già nella fase del soccorso in mare, consentendo di individuare possibili casi di particolare gravità, che richiedono il trasferimento immediato dei migranti presso gli ospedali collocati sulla terraferma.
  Con riferimento, invece, al rischio di contagio di malattie infettive cui sarebbe esposto il personale delle forze di polizia impegnato nelle operazioni di soccorso, la direzione centrale di sanità del dipartimento della pubblica sicurezza ha emanato più di una circolare sull'argomento, con l'indicazione delle misure operative di tutela e di profilassi da adottare.
  La stessa direzione centrale è in costante contatto con i medici della polizia di Stato delle sedi ove avvengono gli sbarchi e di quelle dove sono trasferiti i migranti, attivando puntuali e reciproci scambi sulle eventuali criticità di carattere sanitario.
  Inoltre, di fronte a potenziali rischi di natura biologica, i questori delle sedi nelle quali vengono trasferiti i migranti possono impiegare i medici della polizia di Stato per monitorare tempestivamente la situazione consentendo di attuare, laddove necessario, ogni misura di tutela nei confronti del personale, con particolare riguardo agli aspetti di informazione sanitaria, alla fornitura e al corretto utilizzo dei dispositivi di protezione individuale.
  Tale procedura consente un adeguato contenimento del potenziale rischio biologico del personale impegnato in tali attività, al di là delle misure cautelative già adottate in termini di profilassi.
  È stata anche prevista la distribuzione, a scopo prudenziale, di un kit di protezione individuale al personale della polizia di Stato in servizio negli scali aeroportuali interessati da voli internazionali extra-Schengen. Tale strumentazione potrà anche essere distribuita in caso di effettiva esigenza a personale di altri uffici o reparti.
  Per la protezione della salute dei militari impegnati nelle operazioni di soccorso, anche la marina militare ha avviato una serie di azioni volte alla prevenzione del rischio biologico, a tutela del personale sanitario e di assistenza. Le misure preventive sono di tipo organizzativo, collettivo e individuale, e si basano sulla predisposizione di corrette procedure di assistenza ai naufraghi, individuazione delle aree di bordo destinate all'accoglienza e all'eventuale isolamento, formazione del personale, copertura vaccinale e adozione di dispositivi di protezione individuale commisurati al livello di rischio.
  Oltre a tutelare la salute dei militari e di quanti operano nel contesto delle operazioni di soccorso in mare, il personale sanitario di bordo ha tra i propri compiti anche quello di prestare soccorso e le prime cure ai migranti recuperati. Tale qualificata assistenza si somma a quella di tipo volontario operante a bordo, al fine di garantire il massimo sforzo sanitario in condizioni di reale emergenza derivanti dal recupero in mare.
  La tutela della salute e della sicurezza a bordo prevede anche misure di carattere collettivo, non indirizzate quindi al solo personale militare, quali la disinfezione delle aree di accoglienza e la gestione delle misure di isolamento.
  Inoltre, nell'ambito del progetto
Praesidium – coordinato dal Ministero dell'interno e finanziato dalla Commissione europea – i migranti, fin dal momento dello sbarco sul territorio italiano, sono sottoposti a un triage medico da parte delle aziende sanitarie locali, in collaborazione con la Croce Rossa Italiana.
  All'ingresso nei centri di accoglienza, è effettuato uno
screening diretto a verificare se sussistono patologie, o sospetti di patologie, che non consentono la permanenza nelle strutture e che richiedono invece il ricovero in ospedale. Durante la permanenza nei centri, agli immigrati è comunque assicurata l'assistenza sanitaria, con le modalità previste dall'accordo Stato-Regioni del dicembre 2012, in collegamento con le strutture del sistema sanitario della regione competente per territorio.
  Il vigente schema di capitolato d'appalto (decreto ministeriale 21 novembre 2008) dispone che l'assistenza sanitaria offerta nei centri governativi per l'immigrazione comprenda le seguenti prestazioni: visita d'ingresso e primo soccorso sanitario, espletato in apposito ambulatorio allestito all'interno della struttura, con presidio medico e personale sanitario e infermieristico; eventuali trasferimenti degli ospiti, qualora ne sussistano le esigenze, presso strutture ospedaliere esterne al centro; somministrazione di medicinali e di presidi sanitari necessari per il primo soccorso e per l'assistenza sanitaria ordinaria; tenuta di apposita scheda sanitaria per ciascun ospite. Nel caso in cui i medici dei centri prescrivano accertamenti diagnostici o esami clinici specifici, i migranti sono accompagnati presso i competenti presidi sanitari territoriali.
  Rimane ovvio che le misure di profilassi e assistenza sanitaria sopra illustrate coprono anche i rischi derivanti da malattie infettive.
  In relazione a ciò, si assicura che il Ministero dell'interno – al pari delle altre amministrazioni pubbliche interessate – svolge ogni opportuna azione per assicurare una adeguata tutela della salute delle persone migranti che arrivano nel nostro Paese, così come degli operatori che prestano il loro servizio durante le operazioni di sbarco e nei centri per l'immigrazione.

Il Sottosegretario di Stato per l'internoDomenico Manzione.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

malattia

politica sanitaria

aiuto sociale