ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06414

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 310 del 15/10/2014
Firmatari
Primo firmatario: GAGNARLI CHIARA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 15/10/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO delegato in data 15/10/2014
Stato iter:
05/02/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 05/02/2015
BARRACCIU FRANCESCA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (BENI, ATTIVITA' CULTURALI E TURISMO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 05/02/2015

CONCLUSO IL 05/02/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-06414
presentato da
GAGNARLI Chiara
testo di
Mercoledì 15 ottobre 2014, seduta n. 310

   GAGNARLI. — Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo . — Per sapere – premesso che:
   la problematica della tutela del patrimonio culturale ed archeologico in particolare in Italia assume, oggi più che mai, una grande rilevanza nell'ottica di una ripresa economica dell'intera Nazione, che fa delle bellezze culturali una delle sue migliori caratteristiche;
   a breve comincerà la discussione generale alla Camera del disegni di legge di ratifica della Convenzione europea per la protezione del patrimonio archeologico, firmata nel 1992 dagli Stati membri del Consiglio d'Europa. Molti Paesi europei hanno già approvato tale provvedimento che ha portato a importanti progressi nella tutela del patrimonio archeologico, mentre l'Italia, che potrebbe fare del proprio patrimonio una tra le più importanti risorse economiche e turistiche, non ha ancora provveduto alla ratifica, a oltre vent'anni di distanza, ponendosi così in notevole ritardo rispetto agli altri Paesi;
   fonti stampa (la Repubblica 24 settembre 2014 pagina 29) e colloqui informali con la Soprintendenza per i beni archeologici della Toscana, si apprende che a poca distanza da San Gimignano, frazione di Aiano-Torraccia di Chiusi è stato riportato alla luce un sito archeologico di enorme valore, una villa romana del terzo secolo dopo Cristo, dimora di un nobile romano. La scoperta monumentale consiste in 2.500 metri quadri di scavo su un totale di 10.000 metri quadri;
   il ritrovamento, tuttavia, insiste su un terreno di proprietà privata, appartenente ad un cittadino italiano, interessato da un procedimento giudiziario da parte del tribunale di Siena, che potrebbe comportare la messa all'asta di tutti i beni, compreso il ritrovamento archeologico. Da quasi 3 anni, anche per tale causa, gli scavi sono sospesi ed il sito versa in uno stato di abbandono, tra teloni di plastica ed erbacce che coprono i mosaici, e la minaccia di un eventuale sotterramento del ritrovamento archeologico;
   per i lavori di scavo, protrattisi per 7 anni dal 2005 al 2012, il soggetto promotore, formato dall'università cattolica di Lovanio in Belgio, la Fondazione Monte Paschi Siena, l'università di Firenze ed il comune di San Gimignano, ha già speso 220.000 euro. Queste risorse finora investite potrebbero andare perse se la Soprintendenza ai beni archeologici della Toscana, con l'intento di proteggere il sito dai fattori logoranti, dovesse ordinarne il rinterro, come ha dichiarato il professor Marco Cavalieri, direttore scientifico della missione e docente di archeologia romana a Lovanio. Il rinterro, per giunta, comporterebbe un ulteriore aggravio di costi stimato in 20.000 euro;
   il comune di San Gimignano ha stanziato 40.000 euro per attivare la procedura di esproprio per pubblica utilità, ma questa ipotesi è finora apparsa impraticabile. Si è paventata, altresì, l'ipotesi di una acquisizione del terreno per la progettazione di un parco archeologico, ma anche in questo caso è necessario un progetto esecutivo e finanziato per sbloccare l’impasse –:
   quali elementi possa fornire il Ministro interrogato in merito alla vicenda esposta in premessa e cosa intenda fare, per quanto di competenza per assicurare, anche nel breve termine la salvaguardia del ritrovamento archeologico nei pressi di San Gimignano dagli effetti logoranti del tempo e per evitare che i fondi già investiti nei lavori finora effettuati vadano tristemente sprecati. (4-06414)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 5 febbraio 2015
nell'allegato B della seduta n. 372
4-06414
presentata da
GAGNARLI Chiara

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame, con il quale l'interrogante chiede notizie riguardo all'area archeologica situata presso Aiano-Torraccia di Chiusi, nel comune di San Gimignano (Siena) con particolare riferimento al contenzioso giudiziario in corso e alla tutela, conservazione e valorizzazione della villa romana rinvenuta nel sito, si comunica quanto segue.
  La villa oggetto dell'interrogazione in esame è stata individuata negli anni settanta del XX secolo, grazie alle segnalazioni di appassionati locali e all'opera del personale tecnico scientifico della soprintendenza per i beni archeologici della Toscana.
  L'area, a seguito del rinvenimento, fu dichiarata di interesse culturale con decreto ministeriale del 9 febbraio 1977. Da allora, l'attenzione degli uffici di questo Ministero per tale bene è sempre stata viva, in rapporto con il comune e la direzione scientifica degli scavi, per individuare le soluzioni più opportune ai fini della sua tutela e valorizzazione.
  Nel 2005 è stato avviato un progetto di scavo estensivo della struttura, ad opera del
Département d'archèologie et histoire de l'art dell'Universitè catholique de Louvain, in qualità di titolare di concessione di scavo, e sotto la responsabilità scientifica del professor Marco Cavalieri.
  Le ricerche hanno consentito di portare parzialmente alla luce una grande villa residenziale, attiva a partire dal III sec. d.C. In base a quanto emerso è possibile affermare che le prime, fasi insediative siano pertinenti a un edificio di grande impegno architettonico, appartenente a un personaggio di alto rango, forse vicino alla corte imperiale. Allo stato attuale delle conoscenze non vi è tuttavia la possibilità di indicare la carica rivestita dal proprietario della villa.
  Ad una fase del IV secolo d. C. appartengono i mosaici pavimentali, eseguiti in opera cementizia a base litica, ovvero con tessere in pietra allettate in uno stato di conglomerato cementizio. I mosaici decorano l'ambiente più importante della villa, una grande aula triabsidata, ed occupano una superficie di circa ottanta metri quadri.
  Il progetto di scavo è stato finanziato, in massima parte, da fondi messi a disposizione dall'università di Lovanio e il lavoro sul campo è stato prevalentemente svolto da studenti del suddetto ateneo e da studenti della scuola di specializzazione in archeologia dell'università degli studi di Firenze, che hanno offerto la loro opera gratuitamente.
  In occasione della richiesta di rinnovo della concessione di scavo per l'anno 2013, l'ente concessionario, per il tramite del responsabile del progetto, professor Cavalieri, ha comunicato l'impossibilità di fornire alla soprintendenza archeologica la documentazione relativa al pagamento dell'indennizzo di occupazione temporanea e la dichiarazione di rinuncia al premio di rinvenimento, previsto dall'articolo 92 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42. Entrambi i documenti sono necessari per ottenere il rinnovo della concessione di scavo, secondo quanto previsto dalle disposizioni impartite dalla direzione generale per le antichità (circolari n. 24 del 2012 e n. 8 del 2013).
  L'ente concessionario non ha ritenuto di avvalersi della possibilità di assumersi direttamente gli oneri derivanti dall'eventuale richiesta di rinvenimento da parte del proprietario, secondo quanto previsto dalla citata circolare 8 del 2013. Conseguentemente, la direzione generale per le antichità, con nota n. 5053 del 24 maggio 2013, ha comunicato il diniego del rinnovo della concessione per l'anno 2013. In seguito non sono pervenute ulteriori richieste di concessione da parte dell'ente che non risulta, dunque, aver titolo ad eseguire alcun tipo di attività all'interno dell'area di scavo.
  Il sito attualmente è protetto da recinzione, le strutture sono parzialmente rinterrate e comunque protette con teli di protezione di vario tipo e non sono visibili fenomeni di dissesto e degrado delle murature. I mosaici sono adeguatamente protetti e non sono esposti alla vista.
  Il contenzioso giudiziario in corso riguarda un'azienda agricola. Ad oggi, secondo quanto comunicato dal tribunale di Siena alla soprintendenza archeologica della Toscana (nota n. 15405 del 6 ottobre 2014) non risulta aperta alcuna procedura di fallimento a carico né dell'azienda agricola, né del suo titolare. È in atto, invece, una procedura di esecuzione immobiliare, con pignoramento di terreni di proprietà dell'azienda, che comprendono anche la villa romana.
  La soprintendenza, d'accordo con l'amministrazione comunale, aveva già valutato, in considerazione della monumentalità del sito e della presenza di caratteristiche di gran rilievo (l'aula triloba, la decorazione pavimentale in
opus signinum, le fornaci) una musealizzazione dell'area, finalizzata alla pubblica fruizione, visto anche il suo inserimento in un contesto paesaggistico di pregio e la sua prossimità con la via Francigena.
  A tale scopo il comune, con delibera n. 63 del 29 novembre 2010 del consiglio comunale, ha stanziato 38.000,00 euro per acquistare l'area su cui insiste lo scavo. Successivamente alla delibera, l'area è stata oggetto di frazionamento, registrato all'agenzia del territorio in data 7 luglio 2011, allo scopo di individuare catastalmente le porzioni di terreno interessate dagli scavi. A seguito di ciò il tribunale di Siena, con l'accordo dei creditori, ha stralciato, dal lotto oggetto di asta pubblica, l'area oggetto di frazionamento (consistente nelle particelle catastali 175, 177 e 178 del foglio 126) che, di conseguenza, è stata esclusa dalla vendita giudiziaria.
  Il comune ha, successivamente, tentato di acquistare direttamente il terreno, tramite trattativa privata, ma senza riuscirvi per l'opposizione di un creditore. Attualmente il comune ha riavviato nuovi contatti con le parti interessate, per arrivare ad un accordo sulla cessione dell'area.
  Da ultimo, la soprintendenza ha comunicato che il 5 novembre 2014 si è tenuta, presso il tribunale di Siena, un'udienza, nel corso della quale, davanti al giudice dell'esecuzione immobiliare, è stata espressa la disponibilità alla cessione, a titolo oneroso, delle particelle della zona archeologica, a fronte della confermata disponibilità del sindaco di San Gimignano all'acquisto.
  Il giudice dell'esecuzione, pertanto, acclarata la disponibilità alla liberazione delle particelle della zona archeologica, ha invitato a regolarizzare la cessione delle particelle interessate dall'area archeologica entro la fine dell'anno e a comunicarne l'eventuale data, al fine di procedere alla restrizione del pignoramento, rinviando all'udienza del 7 ottobre 2015 la vendita e all'udienza del 21 ottobre 2015 la vendita con incanto.
  L'area sottoposta a vendita giudiziaria è, comunque, interessata dal vincolo diretto, imposto con il decreto ministeriale sopra citato. Pertanto, qualora ne ricorrano le condizioni, anche detta area potrà essere acquisita al demanio pubblico, mediante l'esercizio del diritto di prelazione (articoli 59-62 del decreto legislativo del 22 gennaio 2004, n. 42), anche a favore del comune di San Gimignano.
  Infine, si ritiene utile sottolineare come, nel quadro delle azioni da intraprendere al fine di salvaguardare il sito, l'eventuale rinterro è finalizzato alla salvaguardia di un bene culturale, altrimenti a rischio di degrado, in tutti quei casi in cui non sia possibile assicurare in modo differente la protezione e la conservazione di un sito, in attesa che sia possibile mettere in atto progetti di valorizzazione dell'area.

Il Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali e il turismoFrancesca Barracciu.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

protezione del patrimonio

archeologia

sito storico