ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06365

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 307 del 10/10/2014
Firmatari
Primo firmatario: DI MAIO LUIGI
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 10/10/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 10/10/2014
Stato iter:
09/11/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 09/11/2015
MANZIONE DOMENICO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 11/12/2014

SOLLECITO IL 18/02/2015

SOLLECITO IL 11/06/2015

SOLLECITO IL 31/07/2015

SOLLECITO IL 30/09/2015

RISPOSTA PUBBLICATA IL 09/11/2015

CONCLUSO IL 09/11/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-06365
presentato da
DI MAIO Luigi
testo di
Venerdì 10 ottobre 2014, seduta n. 307

   LUIGI DI MAIO. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
   la segreteria nazionale e quella regionale siciliana della Consap hanno segnalato all'interrogante un fatto grave avvenuto nella giornata del 9 ottobre 2014 all'aeroporto di Comiso, dal quale nel primo pomeriggio sarebbe partito un aereo alla volta di Fiumicino con 158 migranti a bordo provenienti da Siria, Libia e Bangladesh, tra cui circa venti donne e bambini. Secondo tale segnalazione, la situazione che si è creata all'interno di questo aereo è stata inverosimile: in un aereo della Blue-air, con una capienza totale di circa 170 posti, sono stati sistemati 158 migranti accompagnati da soli 9 poliziotti del reparto mobile di Roma, più i membri dell'equipaggio;
   secondo quanto sostenuto dal sindacato Consap, «a parte il numero sproporzionato di migranti rispetto ai poliziotti, che per ovvi motivi sull'aereo sono privi di qualsiasi arma o mezzo di difesa (si parla di una proporzione di 1/17), l'estremo affollamento non ha permesso neanche di lasciare liberi i sedili adiacenti i poliziotti seduti accanto alle uscite di sicurezza, che in questi occasioni per prassi è meglio lasciare vuoti. Inoltre i poliziotti erano privi di tuta protettiva e sono stati costretti a viaggiare seduti uni accanto agli altri con i migranti, sulle cui condizioni di salute non si possono avere certezze assolute. Ricordiamo che la scabbia, tanto per citarne una, ha tempi di incubazione che possono andare fino a 3 settimane !»;
   sembrerebbe che, a tal proposito, vi siano state alcune legittime rimostranze da parte dei poliziotti che temevano per la loro sicurezza e quella del volo stesso a queste condizioni –:
   se il Governo sia a conoscenza di quanto avvenuto;
   se fosse assolutamente necessario fare partire il volo nelle condizioni descritte in premessa, che hanno messo a repentaglio la sicurezza degli operatori e di tutto il volo;
   se non si ritenga opportuno effettuare, per quanto competenza, una verifica su tali fatti, per accertarne l'esatta dinamica ed eventuali responsabilità nella catena di comando. (4-06365)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Lunedì 9 novembre 2015
nell'allegato B della seduta n. 517
4-06365
presentata da
DI MAIO Luigi

  Risposta. — Il 9 ottobre 2014, sulla base delle indicazioni fornite dal Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione, la direzione centrale dell'immigrazione e della polizia delle frontiere del dipartimento della pubblica sicurezza ha organizzato il volo di trasferimento, dall'aeroporto di Comiso verso Roma Fiumicino, di 158 migranti giunti precedentemente a Ragusa.
  Il servizio di accompagnamento è stato svolto da 11 operatori (a fronte dei 12 richiesti), tutti privi di armamento individuale – in ottemperanza alla normativa sulla sicurezza aerea – e in abiti civili.
  Il numero degli operatori era da ritenersi sufficiente, in considerazione del servizio espletato. Si trattava, infatti, di una semplice attività di trasferimento di migranti che richiedono volontariamente accoglienza; servizio che non presenta profili di pericolosità, tenuto conto che i migranti hanno la consapevolezza che non saranno rimpatriati, bensì trasportati presso le strutture di accoglienza dislocate sul territorio nazionale.
  Per quanto riguarda, più in generale, le problematiche sanitarie connesse ai flussi migratori, si assicura che vengono effettuati tutti i tradizionali presidi di screening sanitario sui migranti, sia a terra subito dopo gli sbarchi, sia prima del loro smistamento presso i vari centri governativi.
  A tale proposito, il Ministero della salute ha emanato apposite linee guida sulla prevenzione del rischio biologico, sulla gestione delle misure di prevenzione per la tubercolosi e sul rischio biologico da
virus ebola.
  Tale dicastero ha poi fornito precise indicazioni agli Uffici di sanità marittima aerea e di frontiera (Usmaf) che intervengono nelle primissime fasi dell'arrivo, nonché agli assessorati regionali alla sanità, che intervengono nelle fasi successive di permanenza degli stessi naufraghi nel territorio nazionale, per l'applicazione delle misure previste dal regolamento sanitario internazionale del 2005 e delle misure di sorveglianza e prevenzione appropriate.
  Le procedure di controllo sanitario effettuate sui migranti prevedono che questi siano sottoposti a visita medica già prima dello sbarco, da parte dei medici della Marina militare e del Ministero della salute, onde mettere in atto prioritariamente tutte le misure di profilassi che si richiedono in caso di malattia infettiva e contagiosa, prime tra tutte l'isolamento.
  Peraltro, il 21 novembre 2014 è stato stipulato un protocollo d'intesa tra i Ministri dell'interno, della salute e della difesa, che prevede il rafforzamento delle misure e degli interventi di tutela della salute, anche contro il rischio di importazione di malattie infettive e diffusive, attraverso accertamenti sanitari da svolgere direttamente sulle unità navali e nei luoghi di sbarco o in prossimità degli stessi.
  Gli ulteriori approfondimenti diagnostici sui migranti, possibili durante la permanenza nei centri, consentono poi di identificare i casi eventualmente sfuggiti al primo filtro sanitario.
  In caso di documentato contatto con malati in fase contagiosa, le autorità sanitarie preposte provvedono a segnalare tempestivamente il caso a tutti i soggetti interessati (soccorritori volontari, personale militare e delle forze di polizia, delle Asl, della Croce rossa, dei centri di accoglienza) al fine di consentire l'adozione di una specifica profilassi post-esposizione.
  Si soggiunge che la direzione centrale di sanità del dipartimento della pubblica sicurezza ha emanato più di una circolare
ad hoc, con l'indicazione delle misure operative di tutela e di profilassi che debbono essere adottate dal personale delle forze di polizia impegnato nelle operazioni di soccorso dei migranti.
  In proposito, sono state fornite indicazioni quanto più esaustive (con pubblicazione anche sul sito istituzionale della polizia di Stato) circa l'impiego dei dispositivi di protezione individuale, in grado di evitare il contatto con eventuali microrganismi, nei differenti possibili contesti operativi.
  La stessa direzione centrale è stata ed è tuttora in costante contatto con i medici della polizia di Stato delle sedi ove avvengono gli sbarchi e di quelle dove sono trasferiti i migranti, attivando puntuali e reciproci scambi sulle eventuali criticità di carattere sanitario.
  Inoltre, di fronte a potenziali rischi di natura biologica, i questori delle sedi nelle quali vengono trasferiti i migranti possono impiegare i medici della polizia di Stato per monitorare tempestivamente la situazione consentendo di attuare, laddove necessario, ogni misura di tutela nei confronti del personale, con particolare riguardo agli aspetti di informazione sanitaria, alla fornitura e al corretto utilizzo dei dispositivi di protezione individuale.
  Peraltro, il dipartimento della pubblica sicurezza, analogamente a quanto fatto dalla Marina militare, ha esteso le procedure di controllo per la malattia tubercolare a tutto il personale impiegato nei servizi di soccorso, assistenza e scorta a migranti che, indipendentemente dalla documentazione del contatto con soggetto bacillifero e contagioso, abbia comunque operato in particolari condizioni di rischio.
  Il complesso di tali misure ha consentito un adeguato contenimento del potenziale rischio biologico del personale impegnato in tali attività, al di là delle misure cautelative già adottate in termini di profilassi.
  L'attività di screening antitubercolare è stata, successivamente, estesa a tutto il personale civile che opera nelle sedi periferiche del dipartimento della pubblica sicurezza esposte a tale rischio.

Il Sottosegretario di Stato per l'internoDomenico Manzione.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

aereo

sicurezza aerea

sicurezza dei trasporti