ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06346

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 306 del 09/10/2014
Firmatari
Primo firmatario: SORIAL GIRGIS GIORGIO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 09/10/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 09/10/2014
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

SOLLECITO IL 25/11/2015

SOLLECITO IL 26/07/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-06346
presentato da
SORIAL Girgis Giorgio
testo di
Giovedì 9 ottobre 2014, seduta n. 306

   SORIAL. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico . — Per sapere – premesso che:
   secondo i dati diffusi di recente dal Codacons, i debiti delle famiglie italiane sono aumentati del 16 per cento in due anni, sfiorando i 50 miliardi di euro di mancati pagamenti;
   la situazione è tale che è come se ogni italiano avesse pagamenti arretrati per 833 euro relativi a rate di prestiti, di mutui, di acquisto di beni di largo consumo, leasing, scoperti di conti bancari, ma anche di semplici bollette per le utenze domestiche non saldate;
   sembra che le famiglie italiane oggi si indebitino non solo per spese legate ad investimenti, come l'acquisto di una casa, ma anche per poter affrontare semplici spese correnti: solo per le bollette, secondo il rilevamento Codacons, 19,1 milioni di italiani risultano oggi morosi almeno su una utenza relativa alla fornitura di elettricità, gas, acqua o telefonia;
   il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, ha spiegato che «la causa di tale drammatica situazione è da ricercarsi nel progressivo impoverimento delle famiglie, colpite da una drastica riduzione del potere d'acquisto, dalla crescita della disoccupazione e da una pressione fiscale insostenibile. Di conseguenza, chi ha contratto debiti negli anni passati non riesce oggi a far fronte ai propri obblighi, nonostante si sia progressivamente ridotto il ricorso al credito al consumo, sceso del 6,4 per cento nel periodo gennaio-agosto 2014»;
   la regione che registra i più alti livelli di insolvenza è la Sicilia con 7,4 miliardi di euro, seguita da Lombardia (6,7 miliardi), Campania (5,7 miliardi) e Lazio (4,5 miliardi), a dimostrazione che questo problema coinvolge tutto il Paese, da nord a sud;
   come sottolineato dall'economista Alberto Bagnai, un dato comune alle economie in crisi dell'Eurozona (Portogallo, Irlanda, Spagna, Grecia) è che dall'entrata nell'euro (1999) allo scoppio della crisi (2007) in ognuna di esse era esploso il debito privato, con aumenti fino ai 98 punti di Pil (Irlanda e Spagna). «Quella che ora i mezzi di disinformazione di massa presentano come crisi bancaria causata da una crisi del debito pubblico, nei dati si presenta in modo opposto: la crisi di debito pubblico è causata dal dissesto finanziario del settore privato (come ammettono anche Giavazzi e Alesina), attraverso gli interventi di salvataggio delle banche con soldi pubblici, e attraverso il crollo dei redditi privati e quindi delle entrate fiscali»;
   nel solo periodo fra 1999 e 2007 il debito privato italiano è aumentato del 71,2 per cento, e il trend continua a essere in ascesa, causando una spirale «più debito, meno risparmi», a cui si devono aggiungere meno capacità di spesa e meno domanda; nel 2005 il debito privato italiano ha raggiunto quota 159,99 per cento del Pil, a fronte di un debito pubblico del 97,7 per cento e nel 2010 il debito privato italiano è schizzato al 188,78 per cento del Pil, mentre quello pubblico è arrivato al 109 per cento: famiglie e imprese sempre più indebitate, ma anche sempre più strozzate dal credit crunch e dal fisco;
   la recessione, che si sta trasformando in una stagnazione deflazionaria, e il credit crunch, uniti all'aumento delle uscite, hanno costretto imprese e famiglie a rivedere i singoli capitoli di spesa e a raschiare il fondo del barile, anche utilizzando altri canali per l'erogazione di liquidità, come le società di prestiti al consumo, e, considerato che, soprattutto nel caso dell'Italia, il primo ammortizzatore sociale è la famiglia, è semplice comprendere in che modo sia stata erosa la ricchezza presente: secondo l'analisi di Goldman Sachs, il tasso di risparmio delle famiglie italiane è ai minimi dal 1980 e la situazione continua a peggiorare. Il tasso, cioè la quota di reddito disponibile che gli italiani riescono a mettere da parte, è sceso a quota 10 per cento, mentre era sopra il 20 per cento nel 1980 a causa di un «massivo deterioramento dei risparmi dal 2008 a oggi»;
   su The Atlantic l'economista Richard Vague afferma che tutte le recenti crisi finanziarie hanno avuto origine nel settore privato, «come è molto facile dimostrare. Ma sui media mainstream di questo è vietato parlare», conclusione che deriva un'analisi delle crisi finanziarie diffuse nel mondo, partendo dal 19mo secolo, da lui condotta e riassunta nel suo libro The Next Economic Disaster;
   secondo l'Fmi, Fondo monetario internazionale, il debito privato è molto più pericoloso del debito pubblico: «Le analisi suggeriscono che il debito nel settore privato può nuocere alla crescita più del debito pubblico», anzi: «Un alto livello di indebitamento di famiglie e imprese ha effetti negativi sulla crescita anche se questi settori sono gli unici indebitati in un'economia –:
   se i Ministri interrogati siano a conoscenza della situazione esposta in premessa e se non considerino urgente attivarsi e con quali modalità, affinché sia posto un freno alla crescita del debito privato, e anzi questo trend venga invertito, per scongiurare l'eventualità di un aggravarsi della crisi economico-finanziaria in atto nel nostro Paese, che l'aumento di tale debito può causare. (4-06346)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

debito

crisi monetaria

prodotto interno lordo