ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06301

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 304 del 07/10/2014
Firmatari
Primo firmatario: MELILLA GIANNI
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 07/10/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI 07/10/2014
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 17/12/2014
Stato iter:
17/12/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 17/12/2014
GIRO MARIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE)
Fasi iter:

MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 17/12/2014

RISPOSTA PUBBLICATA IL 17/12/2014

CONCLUSO IL 17/12/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-06301
presentato da
MELILLA Gianni
testo di
Martedì 7 ottobre 2014, seduta n. 304

   MELILLA. — Al Ministro degli affari esteri . — Per sapere – premesso che:
   in Georgia a 25 chilometri dalla capitale Tiblisi il 16 ottobre di 14 anni fa veniva ritrovato morto il giornalista italiano di Radio Radicale Antonio Russo, nato a Francavilla a Mare, in Abruzzo, il 6 giugno 1960;
   dall'autopsia è risultata inequivocabilmente la natura violenta del decesso di Antonio Russo: «Il torace fracassato, due costole rotte con il colpo netto di un'arma che assomiglia ad una mazza di ferro...»
   le autorità russe all'inizio tentarono di sviare le indagini parlando di incidente e di rissa tra balordi ma la verità emerse subito: Antonio Russo era stato torturato e assassinato per la sua attività giornalistica di controinformazione;
   nei giorni precedenti la sua morte, Antonio Russo aveva dichiarato di essere in possesso di nuovo materiale video sulla guerra civile in Cecenia e sulle violenze commesse dai russi in aperta violazione dei diritti umani tutelati a livello internazionale;
   l'appartamento in cui viveva Russo fu trovato devastato e senza il computer, i suoi documenti e appunti di lavoro e il telefono satellitare;
   secondo alcune indagini Russo avrebbe anche documentato l'uso di armi chimiche contro la popolazione cecena;
   Antonio Russo era noto per le sue corrispondenze in zone di guerra come il Burundi in Africa, e la ex Jugoslavia, era stato l'ultimo giornalista rimasto a Pristina a denunciare il dramma dei profughi bosniaci e per primo si recò in Cecenia a documentare una guerra civile spaventosa contribuendo a formare una opinione pubblica a livello internazionale sui crimini che venivano commessi ai danni della popolazione cecena; a distanza di 14 anni da quell'assassinio non è stata ancora accertata la responsabilità di mandanti ed esecutori –:
   quali siano le iniziative assunte dal Governo e dalle nostre rappresentanze diplomatiche per l'accertamento della verità da parte della autorità giudiziaria russa non potendo immaginare che lo Stato italiano abbia smesso di chiedere giustizia per un suo cittadino barbaramente assassinato e torturato per la sua attività giornalistica. (4-06301)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 17 dicembre 2014
nell'allegato B della seduta n. 351
4-06301
presentata da
MELILLA Gianni

  Risposta. — Fin dal tragico ritrovamento del cadavere del connazionale Antonio Russo, il 16 ottobre 2000, la nostra Ambasciata a Tbilisi, su istruzione della Farnesina, ha sollecitato con fermezza le autorità georgiane (Ministero degli esteri, dell'interno, della sicurezza, capo dei servizi speciali, procuratore generale) affinché fosse accertata la dinamica degli eventi che avevano condotto alla morte del connazionale ed acclarate le relative responsabilità. Passi diretti sono stati condotti anche sull'allora capo di Stato georgiano Shevernadze. Tale continua e mirata azione di pressione ha condotto, in un contesto comunque non semplice, ad ottenere l'esito dell'esame autoptico condotto sul corpo del signor Russo.
  Dal 2000 ad oggi il caso è stato evocato in occasione di incontri bilaterali a livello politico e tecnico, sottolineando l'esigenza di riscontri concreti alle richieste di chiarimenti. Nel 2003 si è riusciti ad ottenere l'istituzione, presso la procura generale georgiana, di una struttura investigativa
ad hoc. Gli esiti di quell'attività investigativa furono comunque penalizzati dalla limitata operatività delle strutture giudiziarie georgiane in una fase, quella della «Rivoluzione delle Rose» (che avrebbe condotto alle dimissioni del Presidente Shevernadze), di profondo cambiamento interno al Paese. Dalle indagini di allora era emerso un quadro estremamente frammentario e dal quale con difficoltà si sarebbe risaliti a responsabilità certe.
  Per tale ragione le richieste da parte italiana (tra il 2004 ed il 2013 se ne contano oltre quindici, a diverso livello, sia presso la procura generale che presso interlocutori politici) non sono mai diminuite di intensità. L'ambasciata a Tbilisi ha infatti inteso conservare costante la pressione sulle autorità georgiane affinché nessun percorso investigativo fosse lasciato intentato e soprattutto per prevenire una archiviazione formale delle indagini. Anche per volontà del procuratore generale
pro tempore, un nuovo impulso alle indagini è stato promosso nella seconda metà del 2013, riuscendo ad ottenere un formale impegno all'approfondimento dell'inchiesta.
  La sopravvenuta alternanza al vertice della procura nazionale georgiana, che ha cambiato titolare per tre volte dal novembre 2013 al febbraio 2014, ha comportato un ulteriore rallentamento. All'inizio del mese di ottobre 2014 si è riusciti a rinnovare l'impegno formale della magistratura inquirente georgiana a più approfondite indagini. In tale quadro si iscrive la convocazione a breve di una riunione di coordinamento tra la procura generale e l'ambasciata d'Italia a Tbilisi.
  Si continuerà a seguire questi sviluppi ribadendo, in ogni futura occasione di contatti politici bilaterali, il forte interesse italiano a far luce sull'accaduto e a giungere alla conclusione di un'indagine da troppo tempo attesa. Anche attraverso pressioni mirate per un chiarimento della morte del connazionale Antonio Russo, si intende altresì confermare il fermo impegno per la tutela degli operatori dell'informazione, specie se inviati in teatri di conflitto o comunque non privi di rischio.

Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionaleMario Giro.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

delitto contro la persona

diritti umani

guerra civile