ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06177

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 299 del 26/09/2014
Firmatari
Primo firmatario: FAVA CLAUDIO
Gruppo: MISTO-LIBERTA' E DIRITTI - SOCIALISTI EUROPEI (LED)
Data firma: 26/09/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI 26/09/2014
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 05/02/2015
Stato iter:
05/02/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 05/02/2015
DELLA VEDOVA BENEDETTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE)
Fasi iter:

MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 05/02/2015

RISPOSTA PUBBLICATA IL 05/02/2015

CONCLUSO IL 05/02/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-06177
presentato da
FAVA Claudio
testo di
Venerdì 26 settembre 2014, seduta n. 299

   FAVA. — Al Ministro degli affari esteri . — Per sapere – premesso che:
   sulla guida della città spagnola di Valencia, pubblicata dal Touring Club italiano, nella serie «Cartoville» nel 2009 e ristampata in anni successivi, si legge l'indicazione del ristorante sito in Avenida de Francia, il cui nome è «La Mafia se sienta a la mesa» (tradotto «La mafia si siede a tavola»);
   nella didascalia illustrativa si legge: «Quando la mafia si siede a tavola, il risultato è una cucina italiana curata; fotografie di mafiosi, pizza e pasta di tutti i colori e in tutte le salse; alla carta 20 euro»;
   la presenza in Spagna di diversi ristoranti appartenenti alla medesima catena è testimoniata non solo da questa paradossale segnalazione turistica (che successivamente il Touring Club ha promesso di rimuovere, ammettendo l'errore davvero clamoroso) ma anche dal sito Internet www.lamafia.es, che ha persino una pagina Facebook;
   si tratta all'evidenza di un'iniziativa imprenditoriale contraria ai più elementari principi di ordine pubblico e di tenuta democratica. A parti invertite, sarebbe come se in Italia aprisse un ristorante il cui nome recasse riferimenti all'ETA; peraltro, appare che le autorità spagnole trascurino drammaticamente la portata culturale e di costume che la tolleranza di questi ristoranti riveste, posto che il fenomeno mafioso — pur nelle sue declinazioni operative sempre mutevoli e adattabili — conserva viceversa un preciso e costante codice di comportamento, che include pubbliche posture, metodi di relazione, eloquio e apparato immaginifico, i quali viaggiano, talvolta in modo molto sottile, talora in modo ostentato, nelle abitudini sociali, quali a esempio il vestiario, il tipo di automobili e anche il convivio e il mangiar fuori;
   non si può escludere che — a prescindere dall'effettiva proprietà giuridica della catena — un certo implicito consenso a condurre una simile attività sia stato ottenuto dai gestori da parte dei vertici mafiosi italiani  –:
   se non ritenga di verificare, tramite la convocazione dell'ambasciatore spagnolo in Italia, quale livello di conoscenze sui fatti sia in possesso delle autorità spagnole e se queste non ritengano, nell'esercizio dei loro poteri autorizzativi, di intervenire – se non per la chiusura della catena – quantomeno per il cambio del nome. (4-06177)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 5 febbraio 2015
nell'allegato B della seduta n. 372
4-06177
presentata da
FAVA Claudio

  Risposta. — La presenza nella Penisola iberica di una catena di ristoranti dal nome «La mafia se sienta a la mesa» (La mafia si siede a tavola) è nota a questo Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale che, anche per il tramite dell'Ambasciata d'Italia a Madrid, ha provveduto più volte e con modalità diverse a sensibilizzare le diverse competenti Autorità spagnole al fine di ottenere quantomeno una modifica del nome della catena dei ristoranti per l'evidente effetto denigratorio che l'attuale denominazione produce sull'immagine dell'Italia.
  In particolare, come già riferito dall'allora Ministro Mogherini alla Presidente della Commissione antimafia, Rosy Bindi, con lettera del 4 aprile 2014 sono stati effettuati a più riprese passi con il Ministero dell'industria, del turismo e del commercio spagnolo al fine di chiedere la revoca dell'autorizzazione all'utilizzo della parola «Mafia» nella ragione sociale della catena. La risposta è stata purtroppo negativa, non ravvisandosi gli estremi per un annullamento – giustificato dalle modalità di impiego del termine – del marchio già concesso.
  Si segnala, a tale riguardo, che le autorità spagnole hanno fatto di recente presente che la loro normativa non consente di intervenire, in quanto non viene ravvisato un collegamento diretto tra il termine «Mafia» e la Repubblica italiana. Il termine «Mafia», secondo le Autorità spagnole, identificherebbe «una qualunque organizzazione clandestina di criminali o semplicemente come un gruppo organizzato che cerca di difendere i propri interessi». Anche per tale motivo il nome della catena dei ristoranti non violerebbe pertanto la normativa spagnola sui marchi.
  Si fa inoltre presente che, come già riportato nella summenzionata lettera, in assenza di una normativa internazionale che disciplini la fattispecie, risultano altri marchi contenenti il termine «mafia» registrati non solo presso l'Ufficio marchi e brevetti spagnolo, ma anche presso l'Ufficio per l'armonizzazione nel mercato interno dell'Unione europea.
  Un ulteriore, mirato intervento di sensibilizzazione è stato da ultimo effettuato nei confronti dell'Ambasciata spagnola in Italia, al fine di rappresentare il vivo disappunto del nostro Governo per la denigrazione dell'immagine dell'Italia che scaturisce dall'attività commerciale della catena di ristoranti ed a sollecitare l'adozione di misure idonee a rimuovere tale pregiudizio.
  Nella consapevolezza che la strategia commerciale adottata dall'azienda in questione rischia di fornire un'immagine «legittimata» del fenomeno della criminalità organizzata e alla luce della gravità di tali aspetti, si proseguirà ad approfondire le possibilità di interventi di sensibilizzazione a livello bilaterale ed europeo, che mettano in risalto i profili di ordine pubblico e di collaborazione internazionale contro la criminalità organizzata.

Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionaleBenedetto Della Vedova.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

mafia

relazione

industria della ristorazione