ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06159

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 298 del 25/09/2014
Firmatari
Primo firmatario: NICCHI MARISA
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 25/09/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO delegato in data 25/09/2014
Stato iter:
05/02/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 05/02/2015
BARRACCIU FRANCESCA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (BENI, ATTIVITA' CULTURALI E TURISMO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 05/02/2015

CONCLUSO IL 05/02/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-06159
presentato da
NICCHI Marisa
testo di
Giovedì 25 settembre 2014, seduta n. 298

   NICCHI. — Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo . — Per sapere – premesso che:
   nel 2005 nella proprietà di Leonardo Berti situata nella frazione di Aiano-Torraccia di Chiusi nel comune di San Gimignano, è stata rinvenuta una villa romana del terzo secolo dopo Cristo;
   la dimora di un nobile romano, probabilmente un proconsole dell'impero, è stata riportata alla luce con un lavoro di scavo durato dal 2005 al 2012;
   è stata una scoperta monumentale e inattesa, intuita già negli anni Venti dal grande archeologo Ranuccio Bianchi Bandinelli e svelata in parte all'inizio degli anni Settanta, lungo la via Francigena;
   centinaia di persone hanno scavato a forza di pale, ripulito, restaurato, inventariato un capolavoro accostabile alla Villa del Casale di Piazza Armerina;
   fino ad ora sono stati spesi più 220 mila euro, fra gli sponsor l'università cattolica di Lovanio, in Belgio (che ha la concessione dello scavo), la Fondazione Monte dei Paschi, l'Università di Firenze e il comune di San Gimignano;
   il signor Leonardo Berti, pensionato e proprietario del terreno è stato dichiarato fallito dal tribunale di Siena, e i suoi beni andranno all'asta. Compreso il terreno in cui sono stati ritrovati i preziosi reperti archeologi, di cui 2.500 metri quadrati scavati forse invano;
   non è possibile pagare l'indennizzo di occupazione (500 euro l'anno) a chi è in stato di fallimento, e non si può identificare legalmente il soggetto al quale versare la somma. Da quasi tre anni gli scavi sono fermi e potrebbero non riprendere più. Per proteggere il sito dalle intemperie, la sovrintendenza potrebbe ordinare di ricoprirlo e a quel punto non ci sarebbero più certezze sul destino della villa;
   il comune di San Gimignano ha proposto al tribunale di Siena il frazionamento della proprietà, per poter acquisire solo il terreno e non mandare tutto a monte stanziando 40 mila euro per l'acquisto del terreno ma non c’è stata ancora risposta dal giudice;
   si è in presenza di un fallimento la procedura di esproprio per pubblica utilità non è applicabile e la soluzione percorribile da subito, come chiesto dal comune di San Gimignano al tribunale di Siena, sarebbe il frazionamento del terreno della proprietà affinché il comune stesso acquisisca la parte di terra dove si trova l'antica villa –:
   se non intenda fare luce sulla vicenda della villa romana rinvenuta nel 2005 a San Gimignano che adesso rischia di essere nuovamente interrata, soffocata dalla burocrazia dopo il fallimento del proprietario del terreno;
   quali iniziative concrete intenda intraprendere per evitare l'ulteriore deterioramento dell'inestimabile tesoro di San Gimignano. (4-06159)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 5 febbraio 2015
nell'allegato B della seduta n. 372
4-06159
presentata da
NICCHI Marisa

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame, con il quale l'interrogante chiede notizie riguardo all'area archeologica situata presso Aiano-Torraccia di Chiusi, nel comune di San Gimignano (Siena), con particolare riferimento al contenzioso giudiziario in corso e alla tutela, conservazione e valorizzazione della villa romana rinvenuta nel sito, si comunica quanto segue.
  La villa oggetto dell'interrogazione in esame è stata individuata negli anni settanta del XX secolo, grazie alle segnalazioni di appassionati locali e all'opera del personale tecnico scientifico della soprintendenza per i beni archeologici della Toscana.
  L'area, a seguito del rinvenimento, fu dichiarata di interesse culturale con decreto ministeriale del 9 febbraio 1977. Da allora, l'attenzione degli uffici di questo Ministero per tale bene è sempre stata viva, in rapporto con il comune e la direzione scientifica degli scavi, per individuare le soluzioni più opportune ai fini della sua tutela e valorizzazione.
  Nel 2005 è stato avviato un progetto di scavo estensivo della struttura, ad opera del
Département d'archèologie et histoire de l'art dell'Universitè catholique de Louvain, in qualità di titolare di concessione di scavo, e sotto la responsabilità scientifica del professor Marco Cavalieri.
  Le ricerche hanno consentito di portare parzialmente alla luce una grande villa residenziale, attiva a partire dal III sec. d.C. In base a quanto emerso è possibile affermare che le prime fasi insediative siano pertinenti a un edificio di grande impegno architettonico, appartenente a un personaggio di alto rango, forse vicino alla corte imperiale. Allo stato attuale delle conoscenze non vi è tuttavia la possibilità di indicare la carica rivestita dal proprietario della villa.
  Ad una fase del IV secolo d.C. appartengono i mosaici pavimentali, eseguiti in opera cementizia a base litica, ovvero con tessere in pietra allettate in uno stato di conglomerato cementizio. I mosaici decorano l'ambiente più importante della villa, una grande aula triabsidata, ed occupano una superficie di circa ottanta metri quadri.
  Il progetto di scavo è stato finanziato, in massima parte, da fondi messi a disposizione dall'università di Lovanio e il lavoro sul campo è stato prevalentemente svolto da studenti del suddetto ateneo e da studenti della scuola di specializzazione in archeologia dell'università degli studi di Firenze, che hanno offerto la loro opera gratuitamente.
  In occasione della richiesta di rinnovo della concessione di scavo per l'anno 2013, l'ente concessionario, per il tramite del responsabile del progetto, professor Cavalieri, ha comunicato l'impossibilità di fornire alla soprintendenza archeologica la documentazione relativa al pagamento dell'indennizzo di occupazione temporanea e la dichiarazione di rinuncia al premio di rinvenimento, previsto dall'articolo 92 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42. Entrambi i documenti sono necessari per ottenere il rinnovo della concessione di scavo, secondo quanto previsto dalle disposizioni impartite dalla direzione generale per le antichità (circolari n. 24 del 2012 e n. 8 del 2013.
  L'ente concessionario non ha ritenuto di avvalersi della possibilità di assumersi direttamente gli oneri derivanti dall'eventuale richiesta di rinvenimento da parte del proprietario, secondo quanto previsto dalla citata circolare n. 8 del 2013. Conseguentemente, la direzione generale per le antichità, con nota n. 5053 del 24 maggio 2013, ha comunicato il diniego del rinnovo della concessione per l'anno 2013. In seguito non sono pervenute ulteriori richieste di concessione da parte dell'ente che non risulta, dunque, aver titolo ad eseguire alcun tipo di attività all'interno dell'area di scavo.
  Il sito attualmente è protetto da recinzione, le strutture sono parzialmente rinterrate e comunque protette con teli di protezione di vario tipo e non sono visibili fenomeni di dissesto e degrado delle murature. I mosaici sono adeguatamente protetti e non sono esposti alla vista.
  Il contenzioso giudiziario in corso riguarda un'azienda agricola. Ad oggi, secondo quanto comunicato dal tribunale di Siena alla soprintendenza archeologica della Toscana (nota n. 15405 del 6 ottobre 2014) non risulta aperta alcuna procedura di fallimento a carico né dell'azienda agricola, né del suo titolare. È in atto, invece, una procedura di esecuzione immobiliare, con pignoramento di terreni di proprietà dell'azienda, che comprendono anche la villa romana.
  La soprintendenza, d'accordo con l'Amministrazione comunale, aveva già valutato, in considerazione della monumentalità del sito e della presenza di caratteristiche di gran rilievo (l'aula triloba, la decorazione pavimentale in
opus signinum, le fornaci) una musealizzazione dell'area, finalizzata alla pubblica fruizione, visto anche il suo inserimento in un contesto paesaggistico di pregio e la sua prossimità con la via Francigena.
  A tale scopo il comune, con delibera n. 63 del 29 novembre 2010 del consiglio comunale, ha stanziato 38.000,00 euro per acquistare l'area su cui insiste lo scavo. Successivamente alla delibera, l'area è stata oggetto di frazionamento, registrato all'agenzia del territorio in data 7 luglio 2011, allo scopo di individuare catastalmente le porzioni di terreno interessate dagli scavi. A seguito di ciò il tribunale di Siena, con l'accordo dei creditori, ha stralciato, dal lotto oggetto di asta pubblica, l'area oggetto di frazionamento (consistente nelle particelle catastali 175, 177 e 178 del foglio 126) che, di conseguenza, è stata esclusa dalla vendita giudiziaria.
  Il comune ha, successivamente, tentato di acquistare direttamente il terreno, tramite trattativa privata, ma senza riuscirvi per l'opposizione di un creditore. Attualmente il comune ha riavviato nuovi contatti con le parti interessate, per arrivare ad un accordo sulla cessione dell'area.
  Da ultimo, la soprintendenza ha comunicato che il 5 novembre 2014 si è tenuta, presso il tribunale di Siena, un'udienza, nel corso della quale, davanti al giudice dell'esecuzione immobiliare, è stata espressa la disponibilità alla cessione, a titolo oneroso, delle particelle della zona archeologica, a fronte della confermata disponibilità del sindaco di San Gimignano all'acquisto.
  Il giudice dell'esecuzione, pertanto, acclarata la disponibilità alla liberazione delle particelle della zona archeologica, ha invitato a regolarizzare la cessione delle particelle interessate dall'area archeologica entro la fine dell'anno e a comunicarne l'eventuale data, al fine di procedere alla restrizione del pignoramento, rinviando all'udienza del 7 ottobre 2015 la vendita e all'udienza del 21 ottobre 2015 la vendita con incanto.
  L'area sottoposta a vendita giudiziaria è, comunque, interessata dal vincolo diretto, imposto con il decreto ministeriale sopra citato. Pertanto, qualora ne ricorrano le condizioni, anche detta area potrà essere acquisita al demanio pubblico, mediante l'esercizio del diritto di prelazione (articoli 59-62 del decreto legislativo del 22 gennaio 2004, n. 42), anche a favore del comune di San Gimignano.
  Infine, si ritiene utile sottolineare come, nel quadro delle azioni da intraprendere al fine di salvaguardare il sito, l'eventuale rinterro è finalizzato alla salvaguardia di un bene culturale, altrimenti a rischio di degrado, in tutti quei casi in cui non sia possibile assicurare in modo differente la protezione e la conservazione di un sito, in attesa che sia possibile mettere in atto progetti di valorizzazione dell'area.

Il Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali e il turismoFrancesca Barracciu.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

archeologia

espropriazione

fallimento