ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06049

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 292 del 17/09/2014
Firmatari
Primo firmatario: FEDRIGA MASSIMILIANO
Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE
Data firma: 17/09/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 17/09/2014
Stato iter:
08/04/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 08/04/2015
MANZIONE DOMENICO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 08/04/2015

CONCLUSO IL 08/04/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-06049
presentato da
FEDRIGA Massimiliano
testo di
Mercoledì 17 settembre 2014, seduta n. 292

   FEDRIGA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
   pare che da tempo varie decine di extracomunitari, forse di cittadinanza afghana, siano accampati e vivano ormai sulle rive del fiume Isonzo, dove è stata costruita una vera e propria tendopoli, con evidenti conseguenze di degrado sia sotto il profilo sanitario che di sicurezza;
   secondo recenti notizie di stampa, il prefetto di Gorizia, Vittorio Zappalorto, anche su invito del presidente della provincia Enrico Gherghetta, ha convocato per lunedì mattina tutti i sindaci della provincia oltre ai rappresentanti delle forze dell'ordine, al fine di affrontare e risolvere la situazione sopra esposta;
   sempre secondo quanto riportato dalla stampa, benché la regione Friuli Venezia Giulia abbia chiesto l'avvio di una procedura accelerata per risolvere la situazione, in quanto «Si tratta di richiedenti asilo in attesa del completamento dell’iter di accoglienza, attualmente esposti al maltempo e senza adeguata assistenza», invece, il prefetto di Gorizia avrebbe dichiarato: «Stiamo cercando di capire chi sono e chi ce li ha mandati. Stiamo verificando da dove vengono e se, realmente, hanno fatto richiesta di asilo»;
   la situazione di degrado dovuto agli accampamenti abusivi di clandestini sulle rive del fiume Isonzo è già da tempo nota, non solo per le segnalazioni dei cittadini, ma altresì, come si evince dal resoconto della seduta del 22 luglio 2014 del Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen, in audizione del sindaco di Gradisca d'Isonzo, Linda Tomasinsig: «Peraltro, vi devo dire che le persone ospitate nel CARA escono e vivono il territorio e non mancano episodi negativi: piccoli furti, danneggiamenti e, ultimamente, la presenza molto forte di persone sulle rive del nostro fiume, dove bivaccano e si accampano. Abbiamo un abbandono di rifiuti e, quindi, un degrado ambientale che dobbiamo cercare di contrastare, anche con delle azioni nei loro confronti.»;
   quale autorità provinciale di pubblica sicurezza, il prefetto ha la responsabilità generale dell'ordine e della sicurezza pubblica nella provincia, anche con l'ausilio della forza pubblica e delle altre forze eventualmente poste a sua disposizione –:
   se il Ministro sia a conoscenza dei fatti sopra esposti, in particolare della circostanza che il prefetto di Gorizia non fosse a conoscenza della presenza di accampamenti abusivi di clandestini sulle rive del fiume Isonzo e quali provvedimenti intenda adottare e se nei mesi scorsi vi siano state segnalazioni da parte dei cittadini o esponenti delle forze dell'ordine in merito a tali accampamenti, quali azioni intenda intraprendere affinché non ricadano sui comuni del territorio i costi per l'accoglienza degli immigrati. (4-06049)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 8 aprile 2015
nell'allegato B della seduta n. 404
4-06049
presentata da
FEDRIGA Massimiliano

  Risposta. — Si risponde congiuntamente alle due interrogazioni in esame, con le quali l'interrogante ha richiamato l'attenzione sul massiccio afflusso di cittadini stranieri richiedenti la protezione internazionale nel territorio della provincia di Gorizia.
  La situazione dei profughi insediatisi sulle rive del fiume Isonzo è da tempo all'attenzione del prefetto di Gorizia – che ha più volte segnalato ai sindaci della provincia la necessità di reperire strutture idonee alla loro accoglienza – ed è sempre stata costantemente monitorata dalle forze di polizia, anche al fine di verificare la regolarità della documentazione in loro possesso.
  Fin dal mese di luglio 2014, infatti, la polizia di Stato e l'Arma dei carabinieri hanno censito quotidianamente gli stranieri – in particolare afghani, pakistani e siriani giunti in quel territorio dalle province limitrofe o dai confini orientali, per lo più in attesa dell'esame della richiesta di riconoscimento dello status di rifugiato o della protezione internazionale – che si erano insediati con ricoveri di fortuna lungo il fiume.
  Come è noto, nel comune di Gradisca d'Isonzo è presente un centro di accoglienza per richiedenti asilo (Cara) che ospita i migranti in attesa della conclusione dell’
iter procedimentale per il riconoscimento delle domande di protezione internazionale.
  A Gorizia è presente, altresì, una commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale che, all'epoca dei fatti segnalati nell'interrogazione, era l'unica esistente nel nord-est italiano, con competenza sulle domande di asilo presentate nei territori del Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia.
  Tali fattori – uniti alla posizione geografica che fa della provincia di Gorizia una zona di confine, interessata anche dai flussi di migranti irregolari che percorrono la rotta balcanica – hanno finito per costituire un'inevitabile attrattiva per gli stranieri intenzionati a richiedere la protezione internazionale.
  La situazione si è acuita durante i mesi estivi, quando circa 157 stranieri sono stati rintracciati nel territorio isontino, ed è stata esaminata dal prefetto di Gorizia nel corso di una riunione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, tenutasi l'8 settembre 2014, a cui hanno partecipato anche i sindaci, il presidente della provincia e il competente assessore regionale.
  Nei giorni seguenti, visto che nel corso dell'incontro non era emersa alcuna soluzione, il Presidente della provincia, in collaborazione con la Protezione civile regionale, ha assunto l'iniziativa di allestire una tendopoli presso un terreno di proprietà dell'ente, sito nel centro di Gorizia.
  Nonostante l'incremento del numero dei profughi, non si sono registrati episodi negativi, quali danneggiamenti o reati contro il patrimonio, ma l'abbandono di rifiuti ha determinato un certo degrado lungo le rive del fiume Isonzo.
  Comunque, nel mese di ottobre il personale della locale questura ha provveduto al definitivo sgombero degli insediamenti presenti lungo il fiume e anche la tendopoli allestita dalla Protezione civile è stata completamente smantellata.
  La maggior parte dei cittadini stranieri che vi erano alloggiati sono stati trasferiti presso il Cara di Gradisca d'Isonzo, mentre un'altra parte è stata ospitata nelle strutture di accoglienza attivate in base a un'apposita convenzione sottoscritta con la locale prefettura.
  Al riguardo, si precisa che gli oneri per l'accoglienza (vitto, alloggio e servizi accessori) sono stati e rimangono a carico del Ministero dell'interno, che dispone l'accreditamento delle somme necessarie alla prefettura.
  Al fine di alleggerire la pressione migratoria, concentrata nel territorio di Gorizia, nel corso del mese di novembre 2014, 165 richiedenti asilo sono stati trasferiti presso strutture di accoglienza temporanee disponibili in altre province italiane.
  Poi, il 16 dicembre 2014, per far fronte al continuo afflusso di profughi, il prefetto di Gorizia ha incontrato i sindaci della provincia, illustrando il progetto di assistenza diffusa elaborato in collaborazione con i soggetti gestori del sistema di protezione per i richiedenti asilo e rifugiati. Il progetto prevede che i comuni rendano disponibili alloggi pubblici o privati, destinati all'accoglienza di un numero limitato di persone, la cui gestione è demandata alle stesse organizzazioni che partecipano al sistema SPRAR. L'obiettivo del progetto è di mettere in rete nel più breve tempo possibile una serie di strutture distribuite sul territorio, che consentano di fronteggiare la situazione alleggerendo anche i centri di accoglienza del capoluogo.
  In quest'ottica, il comune di San Canzian d'Isonzo ha messo a disposizione una struttura comunale che attualmente ospita circa quindici richiedenti asilo. Inoltre, il 10 gennaio 2014, la prefettura di Gorizia ha disposto il trasferimento di una quarantina di richiedenti asilo presso un'area già ristrutturata del centro di identificazione ed espulsione di Gradisca d'Isonzo, il cui funzionamento era stato sospeso nel novembre del 2013, in attesa degli interventi di manutenzione straordinaria necessari al ripristino della funzionalità della struttura, che sono ormai in via di ultimazione.
  Con riferimento alle istanze di riconoscimento della protezione internazionale, si rappresenta che nel corso del 2014 la Commissione territoriale di Gorizia ne ha esaminate 1.967 a fronte delle 4.833 presentate. La protezione internazionale è stata riconosciuta a 987 richiedenti (50,2 per cento); in 196 casi (10 per cento) è stato rilasciato il permesso di soggiorno per motivi umanitari; 694 procedimenti (35,3 per cento) si sono conclusi con l'emanazione di un provvedimento di diniego; 88 richiedenti (4,5 per cento), si sono resi irreperibili; 2 istanze hanno avuto un altro esito.
  Nei primi due mesi del 2015, la commissione ha esaminato 385 istanze, a fronte delle 799 presentate. La protezione internazionale è stata riconosciuta a 163 richiedenti (42,3 per cento), in 59 casi (15,3 per cento) è stato rilasciato il permesso di soggiorno per motivi umanitari; 155 procedimenti (40,3 per cento) si sono conclusi con l'emanazione di un provvedimento di diniego; 8 richiedenti (2,1 per cento) si sono resi irreperibili.
  Più in generale, si rappresenta che il notevole aumento dei carico di lavoro delle Commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale ha determinato la necessità di un incremento del loro numero, che è stato autorizzato con il decreto-legge n. 119 del 2014. In attuazione di tale provvedimento, nello scorso mese di novembre è stato disposto il raddoppio sia delle Commissioni che delle relative sezioni, portandone il numero complessivo da 20 a 40.
  In questo ambito, sono state istituite la commissione territoriale di Verona, competente a conoscere le domande presentate nei territori del Veneto e del Trentino-Alto Adige, e la sezione di Padova, con competenza primaria nelle province di Padova, Venezia e Rovigo. La commissione di Gorizia, pertanto, rimarrà competente per le sole domande presentate in Friuli-Venezia Giulia.
  Si soggiunge che il Governo sta portando avanti un'incisiva riforma di tutto il sistema dell'accoglienza, in cui assume un ruolo prioritario il coinvolgimento del mondo delle autonomie territoriali, proprio al fine di evitare di gravare eccessivamente su alcune specifiche aree geografiche, in favore di un'equilibrata distribuzione dei migranti su tutto il territorio nazionale.
  L'impegno del Governo in tal senso è confermato dal fatto che il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar) è stato più volte ampliato. I posti attivati attualmente sono circa 20.800 su tutto il territorio nazionale, di cui circa 850 destinati ai minori stranieri non accompagnati, siano o meno richiedenti asilo.

Il Sottosegretario di Stato per l'internoDomenico Manzione.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

inquinamento dei corsi d'acqua

corso d'acqua

asilo politico