ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06026

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 290 del 15/09/2014
Firmatari
Primo firmatario: GALLINELLA FILIPPO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 15/09/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
L'ABBATE GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 15/09/2014
GAGNARLI CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 15/09/2014
BERNINI MASSIMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE 15/09/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 15/09/2014
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 22/09/2014
Stato iter:
06/11/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 06/11/2015
CALENDA CARLO VICE MINISTRO - (SVILUPPO ECONOMICO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 06/11/2015

CONCLUSO IL 06/11/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-06026
presentato da
GALLINELLA Filippo
testo di
Lunedì 15 settembre 2014, seduta n. 290

   GALLINELLA, L'ABBATE, GAGNARLI e MASSIMILIANO BERNINI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri. — Per sapere – premesso che:
   quando per l'adozione di sanzioni da parte dell'Unione europea è richiesta un'azione dell'Unione, come nel caso del pacchetto di misure restrittive contro la Federazione russa decise a seguito della crisi russo-ucraina, il Consiglio europeo adotta una posizione comune ai sensi dell'articolo 15 del Trattato sull'Unione europea;
   il suddetto articolo prescrive che, salvo i casi in cui i Trattati dispongano diversamente, il Consiglio europeo si pronuncia per consenso;
   come noto, il metodo del consenso, sempre più utilizzato nei consessi internazionali, non prevede che si proceda ad una vera e propria votazione ed implica invece che una deliberazione sia adottata solo nel momento in cui tutti i componenti del gruppo trovano un accordo; tale procedura si differenzia pertanto da quella della maggioranza qualificata e da quella dell'unanimità in quanto configura una fattispecie particolare basata su una accurata partecipazione, negoziazione ed inclusione delle posizioni al fine, appunto, di conseguire un ampio consenso che integri le ragioni della minoranza;
   ancorché inopportuno da un punto di vista politico che uno Stato membro ponga un qualche diritto di veto, è tuttavia indispensabile che, qualora siano compromessi rilevantissimi interessi nazionali, ciascun Capo di Stato o di Governo, accordi il proprio assenso solo dopo aver ottenuto le più ampie rassicurazioni circa le garanzie da dare al proprio Paese qualora le decisioni da deliberare impattino negativamente su di esso;
   le contromisure commerciali adottate dalla Federazione russa in risposta alle sanzioni imposte dall'Unione europea stanno arrecando gravissime conseguenze al sistema produttivo italiano in particolare quello agroalimentare; risulta infatti che nel 2013 le esportazioni verso il Cremlino hanno raggiunto un valore di oltre 700 milioni di euro e che le sanzioni economiche costano al settore oltre 200 milioni di euro causando perdite molto più ingenti che in qualsiasi altro Stato membro;
   l'Esecutivo comunitario pare intenzionato a sospendere gli aiuti concessi ai produttori unionali a titolo di indennizzo per le mancate esportazioni in Russia, prospettando di fatto una situazione allarmante posto che l'entità del danno economico non è ancora precisamente quantificata e che la situazione nell'est Europa è tutt'altro che normalizzata –:
   quali garanzie siano state chieste ed ottenute dal nostro Presidente del Consiglio nella riunione straordinaria del Consiglio europeo del 6 marzo 2014 in considerazione del prevedibile danno economico che sarebbe scaturito dalle sanzioni in via di adozione e se, alla luce dei recenti orientamenti dell'Esecutivo comunitario, in particolare la sospensione degli aiuti oltre che l'adozione di ulteriori sanzioni nei confronti di Mosca, non ritengano opportuno riconsiderare le ragioni sulle quali si basa l'allineamento del nostro Paese a queste decisioni di politica estera europea al fine di tutelare il sistema produttivo italiano specialmente quello agroalimentare. (4-06026)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 6 novembre 2015
nell'allegato B della seduta n. 516
4-06026
presentata da
GALLINELLA Filippo

  Risposta. — A seguito della crisi Russia-Ucraina, l'Unione europea ha adottato un pacchetto di sanzioni progressive nei confronti della federazione russa e dell'Ucraina filorussa di tre tipi: diplomatico, con la sospensione dei negoziati economici; individuali, attraverso l'adozione di misure restrittive nei confronti di persone ed entità russe ed ucraine filo-russe; economico-finanziarie.
  Quest'ultime sono state introdotte con il regolamento del consiglio n. 833/2014 e sono entrate in vigore il 1o agosto 2014 e colpiscono il settore finanziario, le tecnologie per l'industria petrolifera e le tecnologie sensibili a duplice uso civile e militare (qualora possano essere destinate, in tutto o in parte, ad un uso militare o ad un utilizzatore finale militare).
  In considerazione della ulteriore azione di destabilizzazione seguita alle operazioni condotte da militari russi in territorio ucraino, il Consiglio europeo del 30 agosto 2014 ha deciso di ampliare le misure sanzionatorie nei medesimi settori, con un «pacchetto» integrativo, entrato in vigore con regolamento del consiglio n. 960 del 12 settembre 2014.
  A seguito dei mancati sviluppi positivi del coretto ucraino ed al mancato completo rispetto degli Accordi di Minsk, il Coreper (Comitato dei rappresentanti permanenti dell'Unione europea), nella riunione del 17 giugno scorso si è espresso per la proroga di 6 mesi delle sanzioni fino a fine gennaio 2016. La riunione del Coreper è stata in funzione preparatoria del CAE (Consiglio degli affari esteri) e del Consiglio europeo, che nella riunione del 25-26 dello stesso mese ha pertanto adottato il regolamento di proroga delle sanzioni contro la Russia per ulteriori 6 mesi.
  Per quanto riguarda invece la Federazione russa, in data 6 agosto 2014, il Presidente Putin ha ufficialmente introdotto misure di ritorsione sull'import di alcuni prodotti agro-alimentari, provenienti da USA, Unione europea, Canada, Australia e Norvegia.
  Si attende nelle prossime settimane, a seguito della imminente proroga delle sanzioni contro la Russia da parte del Consiglio europeo della Unione europea, la risposta di Mosca in termini di contromisure di ritorsione.
  Il Ministero dello sviluppo economico, attraverso l'ufficio ICE agenzia di Mosca ha stimato in 100 milioni di euro la perdita in valore di export italiano verso la Russia per il 2014, mentre per il 2015 la perdita potrebbe raggiungere 250 milioni di Euro come effetto diretto delle sanzioni, ma anche di molto superiore, se si considerano gli effetti cosiddetti indiretti sul comparto agro-alimentare e supponendo che le esportazioni nell'anno in esame sarebbero potute crescere sia in quantità che per i prezzi unitari. Sempre dall'ICE di Mosca si apprende che, in base al calcolo delle importazioni russe nel 2013 di prodotti sanzionati nel settore agro-alimentare (dati dogane russe), i principali partner europei registrano perdite ancora maggiori rispetto all'Italia.
  Oltre agli effetti diretti da mancato export verso la Russia, è possibile individuare almeno tre categorie di conseguenze collaterali, la cui quantificazione non appare però agevole. In primo luogo, alcuni prodotti italiani (in particolare ortofrutta) venivano esportati in Russia anche attraverso triangolazioni con partner europei quali Germania e Olanda, ed è quindi possibile che il valore complessivo dei prodotti italiani con destinazione finale Russia sia superiore a quello rilevato dalle statistiche. In secondo luogo, le aziende italiane operanti in Russia nel comparto agroalimentare, sia con attività di distribuzione che produttiva, hanno subito in taluni casi forti ridimensionamenti del loro fatturato o difficoltà a proseguire con regolarità la produzione. Infine, è possibile ipotizzare che prodotti impossibilitati ad essere esportati in Russia saranno riversati sui mercati europei determinando un eccesso di offerta e un possibile calo dei prezzi; al punto che la Commissione europea ha deciso di varare, con procedura d'urgenza, due regolamenti, il 932/2014 e il 950/2014 (quest'ultimo abrogato dal regolamento 992/2014), finalizzati alla erogazione di fondi a supporto dei produttori europei colpiti dalle conseguenze del divieto (nello specifico, nel settore ortofrutticolo e in quello dei formaggi).
  Di conseguenza è difficile negare come sussista un rapporto diretto tra le misure restrittive, sia europee sia russe, e la riduzione delle esportazioni italiane in Russia. Tuttavia, tale riduzione è dipesa anche dalla contrazione della domanda interna russa, dovuta alla recente crisi economica indotta dal crollo del prezzo del greggio e dal deprezzamento del rublo. Non si deve dimenticare, in ogni caso, che le misure russe sono la risposta a sanzioni comunitarie che rientrano nel più ampio quadro della politica estera del nostro Paese, la quale deve contemperare la promozione degli interessi economici con la tutela di principi e valori quali il rispetto dell'integrità territoriale e la solidarietà atlantica ed europea. Le sanzioni dell'Unione europea verso la Russia, ispirate ai principi di gradualità, proporzionalità, efficacia e non retroattività, sono state infatti adottate a seguito di gravi violazioni di principi e norme di diritto internazionale, e si inseriscono in una più ampia strategia che privilegia il dialogo politico e diplomatico volto a promuovere una soluzione concordata basata sull'attuazione delle intese di Minsk. L'applicazione di questo accordo, come indicata dal Consiglio europeo di marzo, è direttamente connessa alla durata delle misure comunitarie, e di riflesso alle sanzioni europee.
  Benché le misure restrittive abbiano inciso sulla contrazione dell'importante interscambio commerciale tra Italia e federazione Russa, il Governo ha continuato a incoraggiare la collaborazione economica, compatibilmente alle restrizioni in atto, e l'esplorazione di forme innovative di partenariato. Bisogna poi considerare che il calo dell'interscambio con la Russia, per quanto rilevante per alcuni settori produttivi, si inserisce in una fase espansiva per il commercio estero dell'Italia, previsto crescere del 5,6 per cento nel 2015 e superare il 6 per cento nel biennio 2016-2017. L'economia italiana è fortemente diversificata, e dispone pertanto degli strumenti per rafforzare la presenza su altri mercati, sia tradizionali che emergenti, grazie anche alle risorse messe a disposizione dal Governo, in particolare con il piano straordinario per il made in Italy. In questo quadro, ci si è quindi attivati per accompagnare le imprese del settore verso nuovi sbocchi all'export agricolo e agroalimentare, con particolare riguardo al mercato nordamericano.
  Il Ministero dello sviluppo economico, nell'ambito consentito dalla sopra descritta situazione politica internazionale, ha avviato anche una serie di azioni a tutela dell'export italiano.
  Nel quadro dell'attività promozionale 2015, infatti ha dato mandato all'ICE agenzia di proseguire e potenziare le sue attività promozionali nei settori dell'agro-alimentare non colpiti dall'embargo russo. Ha inoltre, dato istruzioni di supportare i settori colpiti dall'embargo con adeguate iniziative di promozione su altri mercati esteri in modo tale da consentire una «compensazione» delle mancate esportazioni nella Federazione russa.
  Sempre nel quadro delle attività promozionali, è stata promossa attraverso gli uffici dell'ICE in Russia, una complessa serie di attività locali a presidio del settore agroalimentare, anche avvalendosi delle attività del Desk di assistenza alle imprese per gli ostacoli al commercio.
  Tali azioni si sostanziano innanzitutto nella realizzazione in loco di iniziative promozionali in occasione delle maggiori fiere di settore, tra le quali si intende evidenziare l'organizzazione da parte di ICE Mosca di una missione collettiva, con la partecipazione di 30 aziende italiane, in occasione del world food che si è svolta dal 14 al 17 settembre 2015 a Mosca.
  Nel contempo, l'Italia attuerà una più intensa vigilanza per prevenire su quel mercato fenomeni di Italian Sounding e di contraffazione, a tutela delle nostre produzioni e per evitare il potenziale incremento dell'effetto-sostituzione da parte dei consumatori locali.
  Occorre infine rilevare che l'agenzia ICE di Mosca, su indicazione del Ministero dello sviluppo economico e d'intesa con il Ministero degli affari esteri, continua ad operare regolarmente sia dal punto di vista dell'attività promozionale che in termini di attività di assistenza prestata alle aziende italiane interessate ad operare nella Federazione russa, come dimostrato – in ordine di tempo – dall'ultima missione istituzionale ed imprenditoriale, tenutasi a Kazan dal 25 al 27 marzo 2015 e organizzata dall'ambasciata d'Italia e che ha visto la partecipazione di 20 aziende italiane (meccanica, logistica, materiali per edilizia, servizi bancari, filiera agroindustriale, energia) e la realizzazione di oltre 100 incontri bilaterali d'affari con operatori economici locali.
  Analogamente, la prossima edizione della task force italo-russa sulle PMI che si terrà a Cheboksary (nella Repubblica di Chuvashia) tra il 15 ed il 16 ottobre, a cui parteciperanno numerose aziende italiane dei settori meccanica (filiera legno e agroindustriale), elettrotecnica e risparmio energetico, rappresenterà un'ulteriore occasione per mantenere aperto il dialogo promozionale e commerciale con la Russia.
Il Viceministro dello sviluppo economicoCarlo Calenda.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

conseguenza economica

sospensione degli aiuti

sanzione economica