ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05955

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 287 del 10/09/2014
Firmatari
Primo firmatario: CIRIELLI EDMONDO
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE
Data firma: 10/09/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 10/09/2014
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 08/04/2015
Stato iter:
08/04/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 08/04/2015
MANZIONE DOMENICO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 14/11/2014

MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 08/04/2015

RISPOSTA PUBBLICATA IL 08/04/2015

CONCLUSO IL 08/04/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-05955
presentato da
CIRIELLI Edmondo
testo di
Mercoledì 10 settembre 2014, seduta n. 287

   CIRIELLI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno, al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
   continuano senza sosta gli sbarchi di migliaia di migranti che approdano sulle coste italiane, soccorsi dalle imbarcazioni della guardia costiera e della marina militare;
   al 30 giugno 2014, gli immigrati sbarcati in Italia avevano già superato il totale degli arrivi registrato nel 2011, che finora era stato fanno di record raggiungendo la ragguardevole cifra di 63 mila (nel 2013 erano stati «soltanto» 43 mila);
   i dati ufficiali forniti dal Ministero dell'interno, infatti, rilevano che nei primi sei mesi di quest'anno sono giunti via mare 61.585 stranieri, la maggior parte partiti dalla Libia;
   a distanza di quasi un anno dall'avvio dell'ormai nota operazione militare e umanitaria Mare Nostrum, emergono numerose carenze, che stanno facendo registrare un vero e proprio allarme sicurezza;
   è di pochi giorni fa, infatti, la preoccupante notizia, riportata dai maggiori quotidiani nazionali, di malattie contratte dai nostri poliziotti impegnati nei soccorsi dei migranti che, da mesi, sbarcano sulle nostre coste;
   in particolare, sembrerebbe che due agenti di Polizia sono stati contagiati dalla tubercolosi a Ferrara durante le operazioni di accoglienza dei clandestini;
   il contagio sarebbe avvenuto all'interno di una struttura predisposta per far fronte all'emergenza profughi nella quale è stata accertata la presenza di almeno un altro uomo contagiato da tubercolosi;
   in entrambi i casi sarebbero emerse le stesse, identiche carenze: nessuna protezione efficace, come mascherine di carta, guanti inadatti, controlli eseguiti negli uffici immigrazione e della scientifica non «bonificati», dove le pulizie, in certi casi, vengono effettuate anche ogni 15 o 30 giorni per carenza di personale, tanto che spesso sarebbero gli stessi agenti a pulire il proprio ufficio;
   quello della sicurezza è un tema sul quale i rappresentanti dei sindacati Sap e Siap, Luca Caprini e Alessandro Chiarelli, battono con vigore: «A Ferrara siamo ai livelli minimi assoluti di personale, non possiamo più garantire i livelli di sicurezza richiesti giustamente dai cittadini. In Italia solo quest'anno ci sono stati 1300 arruolamenti e 2500 pensionamenti e anche a Ferrara il saldo non è positivo. In più l'età media si avvicina ai 50 anni soglia dalla quale scattano le esenzioni da certi servizi»;
   secondo i due rappresentanti sindacali a Ferrara sarebbero in servizio solo due under 30 su 230 persone in servizio: «Manca il turnover, non ce ricambio generazionale e il 20 per cento del personale ha già esenzioni di vario tipo e così sono rimasti pochi poliziotti arruolabili per i servizi»;
   i sindacati della polizia continuano a lanciare i loro allarmi, giorno dopo giorno, e hanno deciso anche per un'azione durissima di protesta, sono state tolte tutte le deroghe agli orari di servizio, sia per l'ordine pubblico che per l'accompagnamento degli stranieri, ma nulla sembra cambiare;
   tra le mancanze denunciate, inoltre, non solo quelle di personale ma anche di strumenti e automobili, e la situazione è destinata inevitabilmente a collassare in maniera strutturale a breve;
   persino il segretario nazionale del Sap, Gianni Tonelli, ha denunciato la «sensazione di abbandono» percepita dagli agenti e di fronte al nuovo caso di tubercolosi è intervenuto duramente: «Il collega infettato non è andato in Sicilia o in Puglia ad accogliere i migranti, ma è stato contagiato a Ferrara da persone smistate sul territorio nazionale. È la dimostrazione che il problema non riguarda più solo gli operatori ma l'intera comunità. Non lo dico per fare terrorismo mediatico, ma il problema è di salute pubblica, perché il cordone sanitario non esiste»;
   anche secondo Medici Senza Frontiere «c’è il reale rischio che l'epidemia si diffonda in altre aree» e la stessa Organizzazione mondiale della sanità non sa cosa fare;
   se il Governo vuole che Mare Nostrum vada avanti, deve trovare i fondi non solo per i Centri di prima accoglienza, ma anche per vaccinare preventivamente tutti gli agenti impegnati nell'operazione Mare Nostrum, a tutela del loro fondamentale diritto alla salute e nell'interesse di tutti i cittadini;
   anche da Salerno arrivano notizie di una situazione ormai insostenibile: il 19 luglio alcuni uomini del reparto mobile di Napoli sono stati impegnati a Salerno per la vigilanza in un Hangar contenente circa 2.000 profughi e i poliziotti, pur stando al chiuso, erano dotati di semplici mascherine chirurgiche, praticamente inutili per proteggersi da malattie infettive quali la TBC, l'influenza aviaria o altre malattie ancora più gravi;
   questo caso non è isolato: il 18 luglio uomini del reparto mobile di Milano sono andati a prendere circa 150 eritrei da Lampedusa per trasferirli parte a Roma e parte in centri di accoglienza nel nord Italia e anche in questo caso i poliziotti erano forniti solo di mascherine chirurgiche, totalmente inutili per bloccare le malattie infettive;
   i poliziotti, ma in particolare gli uomini dei reparti mobile di tutta Italia, vengono sballottati a destra e a manca, senza nessuna profilassi seria che li tuteli;
   «Un altro episodio inconcepibile – denuncia Igor Gelarda, Segretario Regionale della Consap Sicilia – è avvenuto il 19 luglio a Palermo. Quattro poliziotti impegnati in servizio di controllo del territorio per pronto impiego, hanno ricevuto la direttiva di fare la staffetta ad un pullman con a bordo una cinquantina di migranti tra siriani, somali e palestinesi, appena sbarcati ad Augusta, destinati in alcune strutture di accoglienza della provincia di Palermo. Il problema è che nessuno aveva avvertito i poliziotti che avrebbero dovuto accompagnare dei migranti appena arrivati e pertanto questi non disponevano né di guanti né di mascherine»;
   la dirigenza della Consap continua: «così mentre si continuano a spendere milioni e milioni di euro per l'accoglienza di migranti disperati per dar loro cibo, assistenza sanitaria, schede telefoniche e alloggi nessuno fa caso alla salute degli operatori di polizia impegnati in queste attività. Questi poliziotti hanno mogli e figli. Chi dovremo ritenere responsabile adesso se qualcuno di loro o dei loro familiari dovesse ammalarsi ? I Poliziotti contagiati si contano già a decine ! Facciamo un appello ai poliziotti stessi: le malattie che potreste prendervi, ma anche portare a casa ai vostri figli e alle vostre mogli sono potenzialmente pericolose, abbiate voi cura di voi stessi e delle vostre famiglie perché la nostra amministrazione non ne ha !» –:
   se i Ministri siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, quali urgenti provvedimenti ritengano opportuno adottare per interrompere l'impiego di personale di polizia nelle operazioni connesse a Mare Nostrum;
   se sia stata seguita la profilassi in favore dei poliziotti impegnati nelle attività di accoglienza profughi, compresa la vaccinazione preventiva di tutti coloro che sono impegnati nel fronteggiare i numerosi sbarchi dei migranti che approdano sulle coste italiane;
   quali siano i dati sui contagi da tubercolosi, meningite o altre malattie connessi all'operazione Mare Nostrum.
(4-05955)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 8 aprile 2015
nell'allegato B della seduta n. 404
4-05955
presentata da
CIRIELLI Edmondo

  Risposta. — Le problematiche sanitarie connesse ai flussi migratori sono da tempo all'attenzione delle amministrazioni interessate e il Ministero della salute ha emanato al riguardo apposite linee guida sulla prevenzione del rischio biologico, sulla gestione delle misure di prevenzione per la tubercolosi e sul rischio biologico da virus ebola.
  In predetto Ministero ha infatti fornito precise indicazioni agli uffici di sanità marittima aerea e di frontiera (Usmaf) che intervengono nelle primissime fasi dell'arrivo – nonché agli assessorati regionali alla sanità che intervengono nelle fasi successive di permanenza degli stessi naufraghi nel territorio nazionale – per l'applicazione delle misure previste dal regolamento sanitario internazionale del 2005 e delle misure di sorveglianza e prevenzione appropriate.
  Le procedure di controllo sanitario effettuate sui migranti alla luce dei predetti atti di indirizzo prevedono che questi siano sottoposti a visita medica già prima dello sbarco, da parte dei medici della Marina militare e del Ministero della salute, onde mettere in atto prioritariamente tutte le misure di profilassi che si richiedono in caso di malattia infettiva e contagiosa, prime tra tutte l'isolamento.
  La tutela della salute e della sicurezza dei migranti prosegue anche durante la permanenza nei centri, dove è possibile effettuare approfondimenti diagnostici che consentono di identificare i casi eventualmente sfuggiti al primo filtro sanitario.
  In caso di documentato e fortuito contatto con malati in fase contagiosa, le autorità sanitarie preposte provvedono a segnalare tempestivamente il caso a tutti i soggetti interessati (soccorritori volontari, personale militare e delle forze di polizia, delle Asl, della Croce rossa, dei centri di accoglienza) al fine di consentire l'adozione di una specifica profilassi post-esposizione.
  In ordine alla malattia tubercolare, è prevista l'effettuazione di test di
screening (Mantoux), riservando approfondimenti diagnostici ed eventuali trattamenti medici profilattici ai soli casi positivi (nel prosieguo, si dirà dell'esito dei test di Mantoux a cui sono stati sottoposti gli operatori di polizia).
  In assenza di segnalazione di casi di individui affetti da malattie infettive diffusive, appare pienamente in linea con le linee guida emanate in materia l'utilizzo di dispositivi di protezione individuale di tipo generico (mascherine chirurgiche e guanti in lattice) e la mancata attivazione di specifiche misure di profilassi antimicrobica (con particolare riferimento alla profilassi antitubercolare) nel personale impiegato in operazioni di soccorso, assistenza e scorta.
  Si soggiunge che la direzione centrale di sanità del Dipartimento della pubblica sicurezza ha emanato più di una circolare
ad hoc, con l'indicazione delle misure operative di tutela e di profilassi che debbono essere adottate dal personale delle Forze di polizia impegnato nelle operazioni di soccorso dei migranti.
  In proposito, sono state fornite indicazioni quanto più esaustive (con pubblicazione anche sul portale «Doppia Vela» del sito istituzionale della polizia di Stato) circa l'impiego dei dispositivi di protezione individuale, in grado di evitare il contatto con eventuali microrganismi, nei differenti possibili contesti operativi.
  La stessa direzione centrale è stata ed è tuttora in costante contatto con i medici della polizia di Stato delle sedi ove avvengono gli sbarchi e di quelle dove sono trasferiti i migranti, attivando puntuali e reciproci scambi sulle eventuali criticità di carattere sanitario.
  Inoltre, di fronte a potenziali rischi di natura biologica, i questori delle sedi nelle quali vengono trasferiti i migranti possono impiegare i medici della polizia di Stato per monitorare tempestivamente la situazione consentendo di attuare, laddove necessario, ogni misura di tutela nei confronti del personale, con particolare riguardo agli aspetti di informazione sanitaria, alla fornitura e al corretto utilizzo dei dispositivi di protezione individuale.
  È stata anche prevista la distribuzione, a scopo prudenziale, di un
kit di protezione individuale al personale della polizia di Stato in servizio negli scali aeroportuali interessati da voli internazionali extra-Schengen. Tale strumentazione potrà anche essere distribuita in caso di effettiva esigenza a personale di altri uffici o reparti.
  Peraltro, la polizia di Stato, analogamente a quanto fatto dalla Marina militare, ha esteso le procedure di controllo per la malattia tubercolare a tutto il personale impiegato nei servizi di soccorso, assistenza e scorta a migranti che, indipendentemente dalla documentazione del contatto con soggetto bacillifero e contagioso, abbia comunque operato in particolari condizioni di rischio.
  Il complesso di tali misure ha consentito un adeguato contenimento del potenziale rischio biologico del personale impegnato in tali attività, al di là delle misure cautelative già adottate in termini di profilassi.
  Ciò è attestato dall'esito degli accertamenti diagnostici di
screening per la malattia tubercolare (tra cui il test di Mantoux), al quali è stato sottoposto il personale della polizia di Stato impiegato nei servizi a rischio.
  Al 12 agosto 2014 ne erano stati effettuati complessivamente 1001. I soggetti cutipositivi sono risultati 65, corrispondenti al 6,5 per cento del campione esaminato, percentuale di gran lunga inferiore a quella attesa per la popolazione generale nel nostro Paese (10 per cento circa), mentre non sono stati documentati casi di malattia tubercolare in forma attiva.
  Si evidenzia in proposito che la positività al
test può verificarsi anche in soggetti vaccinati o che abbiano contratto precedentemente infezioni da agenti microbici appartenenti allo stesso gruppo del micobatterio tubercolare. Questa può, peraltro, risalire anche all'età infantile, essendo condizione latente nel 15 per cento della popolazione italiana, asintomatica e non infettiva, tale da non precludere l'idoneità fisica al servizio di polizia.
  A seguito del controlli sanitari (integrati da accertamenti radiografici con esito negativo), per un unico operatore, risultato positivo all'infezione tubercolare latente, è stata disposta la sorveglianza clinica ogni sei mesi per due anni, con contestuale giudizio di idoneità all'espletamento dei compiti istituzionali.
  Nel prossimi mesi, l'elaborazione epidemiologica dei dati, a cui la direzione centrale di sanità sta già lavorando in collaborazione con enti universitari di eccellenza, consentirà di definire con precisione profili di rischio ed eventuali criticità, al fine di affinare i protocolli di intervento per la massima tutela della salute del personale.
  Per quanto riguarda inoltre l'eventuale adozione di misure di immunoprofilassi attiva nei confronti degli operatori di polizia, si sottolinea che, a fronte di un rischio di contagio estremamente contenuto e certamente non paragonabile a quello degli operatori sanitari impegnati nell'assistenza a soggetti con malattia in fase contagiosa (per i quali è prevista, in base alle richiamate linee guida ministeriali, la vaccinoterapia antitubercolare), detta vaccinazione non offre comunque un'elevata garanzia di protezione nei confronti dell'infezione ed è considerata, pertanto, non indicata per il personale impiegato nei servizi a contatto con i migranti.
  Infine, l'11 novembre 2014 è stato siglato un protocollo di intesa tra il Ministero dell'interno, quelli della salute e della difesa, al fine di cooperare nell'attività di assistenza alle persone sbarcate sul territorio nazionale negli ambiti dei flussi non programmati d'ingresso, rafforzando le misure e gli interventi per la tutela della salute, attraverso accertamenti sanitari da effettuare direttamente nei luoghi di sbarco o in prossimità degli stessi.
  Si assicura, dunque, che il Ministero dell'interno – di concerto con tutte le amministrazioni coinvolte – sta svolgendo ogni opportuna azione per assicurare un'adeguata tutela della salute, oltre che delle persone migranti che arrivano nel nostro Paese, anche degli operatori che prestano il loro servizio durante le operazioni di sbarco e nei centri per l'immigrazione.

Il Sottosegretario di Stato per l'internoDomenico Manzione.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

malattia

malattia infettiva

rischio sanitario