ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05953

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 287 del 10/09/2014
Firmatari
Primo firmatario: MELILLA GIANNI
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 10/09/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO delegato in data 10/09/2014
Stato iter:
13/01/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 13/01/2015
BORLETTI DELL'ACQUA ILARIA CARLA ANNA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (BENI, ATTIVITA' CULTURALI E TURISMO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 13/01/2015

CONCLUSO IL 13/01/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-05953
presentato da
MELILLA Gianni
testo di
Mercoledì 10 settembre 2014, seduta n. 287

   MELILLA. — Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo . — Per sapere – premesso che:
   il taglio pesante ai fondi della cultura sta determinando seri rischi all'attività dell'Archivio Centrale dello Stato; secondo il Sovrintendente dell'Archivio di Stato il fabbisogno minimo per coprire le spese incomprimibili è di 800 mila euro mentre nel 2013 sono stati attribuiti solo 650 mila euro;
   con i suoi 120 chilometri di scaffali e una media di 36 mila pezzi movimentati l'anno, l'Archivio Centrale dello Stato rappresenta da oltre mezzo secolo la memoria storica e documentaria dell'Italia;
   l'inidoneità della sede per la conservazione dei documenti è da tempo stata posta all'attenzione dei vari Governi che si sono succeduti;
   i problemi di spazio si aggravano con la declassificazione degli atti riguardanti le stragi di Ustica, Peteano, Italicus, Piazza Fontana, Piazza della Loggia, Gioia Tauro, Bologna e rapido 904 –:
   quali iniziative intenda intraprendere per garantire l'attività e il futuro dell'Archivio Centrale dello Stato. (4-05953)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 13 gennaio 2015
nell'allegato B della seduta n. 361
4-05953
presentata da
MELILLA Gianni

  Risposta. — L'Archivio centrale dello Stato, organo dotato di autonomia speciale del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (MIBACT), afferente alla direzione generale per gli archivi (DGA), è l'istituto archivistico depositario della memoria documentale dello Stato unitario.
  Esso ha il compito di conservare gli archivi prodotti dagli organi e dagli uffici centrali dello Stato italiano nato con l'unità: un insieme di archivi e di carte che comprende, tra le fonti più significative, la Costituzione italiana del 1948, la raccolta in originale delle leggi e decreti dello Stato unitario, i verbali della Presidenza del Consiglio dei ministri, la documentazione delle grandi commissioni d'inchiesta, lo stato civile dei Savoia e l'archivio della Real Casa, gli archivi dei tribunali militari e quelli fascisti, con le carte della segreteria particolare di Mussolini. Insieme agli archivi statali, l'Archivio centrale conserva circa cinquanta archivi di enti pubblici e privati, di rilievo nazionale. Alcuni sono stati depositati dagli enti stessi, che hanno messo a disposizione della ricerca storica le proprie carte più antiche, altri da società subentrate a preesistenti istituzioni mentre la maggior parte sono stati versati dal Ministero del tesoro che ha curato la liquidazione degli enti. Si segnalano quelli dell'Opera nazionale combattenti (ONC), dell'Ente per l'esposizione universale di Roma del ’42 (EUR), del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR), della Società generale immobiliare (SGIS), dell'istituto per la ricostruzione industriale (IRI). L'Archivio centrale conserva, infine, circa duecentocinquanta archivi personali di esponenti della politica (tra cui Agostino Depretis, Francesco Crispi, Giovanni Giolitti, Vittorio Emanuele Orlando, Ferruccio Farri, Ugo La Malfa, Pietro Nenni) e della cultura, in particolare di architetti, (come Luigi Moretti, Mario Paniconi, Giulio Pediconi, Riccardo Morandi, Plinio Marconi, Gaetano Minnucci, Giuliana Genta), le cui carte svolgono una funzione insostituibile nella ricerca storica.
  L'Archivio centrale ha sofferto, come tutti gli istituti del Ministero, di progressive riduzioni delle risorse finanziarie, in conseguenza dei tagli operati nel bilancio dello Stato, al fine di contenere la spesa pubblica.
  La direzione generale per gli archivi, nel 2013, ha erogato sul capitolo 3030, per le spese di funzionamento, euro 352.010,11; cui devono aggiungersi euro 100.000,00 sui fondi del lotto, euro 12.000,00 sui fondi per l'informatica, euro 150.000,00 sul capitolo 1321 (progetti integrati) e euro 65.000,00 erogati dal servizio I della direzione generale per l'organizzazione, gli affari generali, l'innovazione e il personale, per un totale complessivo di euro 679.010,11. L'Archivio centrale è dotato, inoltre, di autonomia contabile e può, quindi, disporre anche di entrate proprie, ad integrazione degli stanziamenti ministeriali.
  Dal bilancio consuntivo dell'Archivio, per l'esercizio finanziario 2013, risulta un totale di entrate pari a euro 805.415,80, ai quali si aggiungono euro 138.250,00 di altri trasferimenti da parte dello Stato e euro 684.500,00 di un finanziamento sui fondi strutturali europei, successivamente variato nel 2014 e portato a euro 728.420,00, relativi al Piano operativo nazionale (PON) 2007-2013, destinato al progetto ASET «Archivi dello sviluppo economico territoriale», concernente gli archivi della Cassa del Mezzogiorno.
  La direzione generale per gli archivi si fa carico, inoltre, del pagamento di 4.312.276,36 euro, IVA compresa, per la locazione della sede dell'EUR, di proprietà dell'Ente EUR Spa e di 138.958,00 euro, IVA inclusa, per la locazione del deposito di Pomezia, recentemente acquisito.
  Nel contesto di riduzione degli stanziamenti di bilancio, l'amministrazione ha da tempo avviato azioni finalizzate a ridurre i costi complessivi di gestione e ad assicurare all'Istituto maggiori risorse finanziarie.
  Un importante passo in questa direzione è costituito dall'acquisizione, in locazione, di un deposito archivistico a Pomezia, in sostituzione della sede succursale nel quartiere del Serafico.
  La sede attuale dell'Archivio centrale è costituita da due dei tre corpi di fabbrica del complesso che avrebbe dovuto ospitare, in occasione dell'esposizione universale del 1942, la mostra dell'autarchia e che, rimasti incompiuti a causa della guerra, furono completati negli anni cinquanta, senza che vi fossero stati compiuti quei lavori di adeguamento indispensabili a trasformarli e a renderli una funzionale sede d'archivio: un fattore che oggi, in un periodo in cui la scarsità di risorse non permette di effettuare tutte le necessarie manutenzioni, si traduce in uno stato precario dei depositi e in impianti poco efficienti.
  L'acquisizione del deposito di Pomezia ha permesso un notevole risparmio delle spese affitto ed ha aumentato gli spazi a disposizione dell'Archivio. Il deposito di Pomezia costa, come già detto, euro 138.958,00 l'anno e può ospitare 38 chilometri di carte, mentre la succursale del Serafico, presa in affitto a metà degli anni ottanta, custodiva 15 chilometri di carte e costava, tra canone di locazione e costi di gestione, euro 450.000,00 l'anno. Si è, così, aumentata di 23 chilometri la capacità di ricezione dei depositi dell'Archivio centrale, con un notevole risparmio, per l'amministrazione, in termini finanziari e senza ridurre la qualità del servizio.
  Nel deposito di Pomezia sono stati trasferiti, infatti, fondi archivistici privi di adeguate descrizioni (dunque inconsultabili) e altri raramente richiesti. Nei dieci mesi successivi al trasferimento nella sede succursale di Pomezia, si sono ricevute solo due richieste di consultazione per i fondi ivi trasferiti, a riprova della bontà della scelta operata. Contestualmente al trasferimento, è stato possibile razionalizzare la sistemazione di altri fondi della sede centrale.
  L'acquisizione del deposito di Pomezia, con la sua disponibilità di spazi, ha, inoltre, consentito di corrispondere alle richieste di versamento e deposito pervenute, contrariamente agli anni passati, nei quali era stato possibile procedere solo a pochissime nuove acquisizioni. La disponibilità di nuovi spazi ha, come sopra accennato, permesso all'Archivio di beneficiare di un finanziamento PON di euro 728.420,00, per il progetto ASET «Archivi dello sviluppo economico territoriale», per riunire tutti gli archivi prodotti dalla Cassa per il Mezzogiorno e dall'Agensud, archivi che, alla fine degli anni novanta, proprio per carenza di spazio, l'Archivio potè acquisire solo in parte.
  È in programma, nel prossimo anno, il trasferimento al deposito di Pomezia, di ulteriore documentazione oggi conservata nella sede dell'EUR. L'individuazione dei fondi da spostare sarà effettuata seguendo i criteri già adottati per la documentazione trasferita nell'ottobre 2013: vi saranno trasferiti i fondi non inventariati e quelli meno consultati.
  Il trasferimento della documentazione non comporterà conseguenze negative per la qualità del servizio e per gli studiosi che frequentano l'Archivio centrale. Prima del prossimo trasferimento, la sala di studio dell'Archivio sarà dotata, infatti, di un sistema informatizzato di gestione che consentirà agli studiosi di prenotare e chiedere i materiali anche on line, a distanza, così da anticipare le richieste e trovare nella sede dell'EUR quanto richiesto.
  In una prospettiva più ampia, l'estensione del deposito di Pomezia potrebbe essere il passo verso la creazione di quel polo archivistico romano delle pubbliche amministrazioni, di cui da anni si parla e che assume sempre maggiore importanza, anche perché la riduzione del termine per i versamenti dei fondi archivistici, passato da quaranta a trenta anni, determinerà, nei prossimi anni, l'acquisizione di una mole consistente di carte.
  Da una rapida ricognizione, fatta nel 2013, è risultato che la consistenza dei depositi archivistici noti, situati all'esterno delle sedi degli organi centrali dello Stato, su cui l'Archivio centrale esercita la propria competenza, è di 800.000 metri lineari. Anche ipotizzando che una parte sia destinata allo scarto, si tratta comunque una consistente mole di documentazione, di straordinaria importanza e di sicuro interesse per la conoscenza e lo studio della storia del nostro Paese.
Il Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali e il turismoIlaria Carla Anna Borletti dell'Acqua.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

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