ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05912

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 283 del 04/09/2014
Firmatari
Primo firmatario: BRAMBILLA MICHELA VITTORIA
Gruppo: FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 04/09/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 04/09/2014
Stato iter:
08/04/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 08/04/2016
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 08/04/2016

CONCLUSO IL 08/04/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-05912
presentato da
BRAMBILLA Michela Vittoria
testo di
Giovedì 4 settembre 2014, seduta n. 283

   BRAMBILLA. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:
   come risulta da notizie di stampa, ampiamente riprese anche dai media nazionali, il 15 agosto scorso, nei boschi sopra Pinzolo (Trento), un cercatore di funghi, il signor Daniele Maturi, si è trovato nei pressi di un'orsa con due cuccioli, che, per una naturale reazione di difesa, l'ha aggredito. L'uomo, medicato in ospedale, è stato giudicato «in condizioni non gravi»;
   già il giorno successivo, un'ordinanza contingibile ed urgente firmata dal vicepresidente della provincia autonoma di Trento, Alessandro Olivi – fondamentalmente sulla base della testimonianza dell'aggredito – disponeva la cattura dell'orsa, chiamata Daniza, portata in Trentino dalla Slovenia nell'ambito del progetto di ripopolamento Life Ursus e – secondo un comunicato della PAT – «già da tempo monitorata per aver manifestato anomali atteggiamenti aggressivi nei confronti delle persone». Si tratta di una decisione, spiega il medesimo comunicato, «che prende atto del profilo di pericolosità che si è determinato, sulla base degli accertamenti compiuti dagli organi provinciali competenti, e che impone un intervento urgente per garantire il massimo livello di tutela della pubblica incolumità». L'ordinanza non esclude l'abbattimento «come ipotesi estrema qualora l'animale, durante l'operazione di cattura, dovesse provocare un imminente, grave e non altrimenti evitabile pericolo per gli operatori e per terzi»;
   nel parere sollecitato dall'amministrazione provinciale per perfezionare l’iter dell'ordinanza, anche l'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), ammette che l'episodio «non va ascritto ad un comportamento anomalo», in quanto «la reazione di difesa dei piccoli nei primi mesi di vita rientra tra i comportamenti parentali naturali della specie», per poi affermare, pilatescamente, che «la cattura per la captivazione permanente rientra tra le azioni previste dal Piano d'azione per la conservazione dell'orso bruno (PACOBACE) in risposta al comportamento registrato»: conclusione alla quale si poteva arrivare, senza neanche entrare nel merito dell'accaduto, semplicemente leggendo il Piano stesso;
   che il comportamento dell'orsa Daniza sia stato «perfettamente normale» e non suscettibile di farla classificare come un esemplare «problematico» è confermato dalla relazione dell'etologo Roberto Marchesini, consegnata al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare il 25 agosto 2014. Secondo l'esperto, «per considerare “deviante” un comportamento animale deve esserci un'aggressione non motivata che avviene al di fuori dell’habitat naturale, mentre nel caso dell'orsa queste condizioni non si sono verificate. Cercare funghi è ovviamente un'attività che porta l'essere umano a frequentare luoghi silvestri dove è possibile entrare in rapporto con gli animali che vi dimorano sulla base di precise esigenze ecologiche – scrive ancora Marchesini – come peraltro compreso dai piani di reintroduzione. Sia chiaro: se si mette in discussione questo punto è lo stesso progetto di reintroduzione che decade»;
   non può sfuggire, inoltre, che la provincia autonoma di Trento si arroga il diritto di decidere su una popolazione di orsi – diffusa sul territorio di almeno quattro regioni: oltre al Trentino-Alto Adige, la Lombardia, il Veneto e il Friuli-Venezia Giulia – che è patrimonio indisponibile dello Stato e tutelata nell'interesse della comunità nazionale. Né che gli orsi convivono pacificamente con l'uomo in altre regioni d'Italia e sul territorio di molti Paesi civili (come nel Nord America), dai quali dovremmo mutuare le migliori pratiche. Al contrario, la provincia autonoma di Trento ha modificato unilateralmente l'Accordo interregionale per la protezione dell'orso, inserendovi la definizione di «animale nocivo», cancellata dalla legislazione nazionale nel lontano 1977 –:
   se il Ministro non ritenga opportuno impedire l'uccisione e la cattura dell'orsa Daniza sulla base di un provvedimento che appare sostanzialmente in contrasto con le leggi dello Stato e con gli interessi della comunità nazionale, riaffermare l'impegno del nostro Paese nel piano di ripopolamento dell'orso bruno e predisporre adeguate campagne formative e informative per i residenti e i turisti nelle aree interessate dal progetto;
   se non intenda intervenire in merito all'unilaterale modifica dell'Accordo PACOBACE per quanto riguarda la definizione di animale nocivo e per la previsione della captivazione permanente e dell'uccisione;
   se non ritenga di disporre urgentemente un proprio studio sulle condizioni degli orsi già detenuti in captivazione permanente al fine di poterli reimmettere in natura e, in caso contrario, se i luoghi di detenzione siano muniti delle autorizzazioni prescritte dal decreto legislativo n. 73 del 2005 sui giardini zoologici, dato che custodiscono specie di grande importanza faunistica. (4-05912)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 8 aprile 2016
nell'allegato B della seduta n. 604
4-05912
presentata da
BRAMBILLA Michela Vittoria

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame, relativa a problematiche legate all’«uccisione» dell'orsa Daniza, sulla base degli elementi acquisiti dalla competente direzione generale del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, nonché dagli altri soggetti preposti, si rappresenta quanto segue.
  Prima di esaminare i singoli quesiti, si ritiene opportuno sottolineare che la competente direzione generale del Ministero dell'ambiente ha seguito sin dall'inizio la vicenda Daniza con estrema attenzione e costanza, tramite la acquisizione costante di informazioni, fornite dalla provincia autonoma di Trento e vagliate con il supporto dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) e del Corpo forestale dello Stato (CFS), nonché con incontri con gli enti preposti ed esperti internazionali di settore, nei limiti delle competenze che l'ordinamento ed il Pacobace (Piano d'azione interregionale per la conservazione dell'orso bruno nelle Alpi centro-orientali) attribuiscono ai vari soggetti pubblici interessati.
  L'ordinanza contingibile ed urgente concernente l'orsa Daniza è stata emessa dalla provincia autonoma di Trento il 16 agosto 2014. Il successivo 19 agosto l'Ispra, su richiesta del Ministero dell'ambiente di pari data, ha emesso un parere concernente il comportamento dell'orso, le possibili misure di intervento ed il possibile destino dei due cuccioli. L'Ispra ha definito il comportamento di Daniza non anomalo, in quanto realizzato a difesa dei cuccioli. Ha tuttavia concluso che la cattura per captivazione permanente dell'esemplare dovesse ritenersi tra le azioni previste dal Pacobace in risposta al comportamento registrato, a maggior ragione per il fatto che Daniza era già in precedenza entrata in contatto con esseri umani rendendosi protagonista di cosiddetti «falsi attacchi» sempre in difesa dei propri piccoli, seppur senza conseguenze gravi. L'Ispra ha inoltre precisato che l'eventuale rimozione di Daniza, considerata la consistenza della popolazione di orso nelle Alpi Centrali, non avrebbe reso indispensabile un rilascio sostitutivo. In merito ai cuccioli, l'Ispra ha invece sottolineato che ne andava evitata la cattura. In caso di captivazione permanente della madre, tuttavia, occorreva un attento monitoraggio degli stessi anche con tecniche radiotelemetriche, al fine di assicurare la tempestiva registrazione di eventuali comportamenti anomali o di condizioni di denutrizione.
  La competente direzione generale del Ministero ha prontamente chiesto alla provincia autonoma di Trento, con nota del 20 agosto 2014, una dettagliata relazione e trasmesso le indicazioni dell'Ispra sui cuccioli. Nella lettera, sono stati sottolineati i risultati del Progetto di ripopolamento e conservazione dell'orso, ed è stato richiesto di effettuare una specifica considerazione sul destino dei cuccioli, al fine di salvaguardarne la libertà e la sopravvivenza.
  In ogni contatto avuto con la provincia di Trento, il Ministero ha sempre rappresentato la necessità di prestare particolare attenzione alla condizione dei cuccioli in caso di cattura della madre, facendo proprie le indicazioni dell'Ispra e comunicando all'Ente provinciale le note di valutazione del Corpo forestale dello Stato.
  La provincia di Trento ha inviato la relazione il 1o settembre 2014, confermando la permanenza dei presupposti e delle condizioni per l'esercizio del potere di ordinanza contingibile e urgente. L'ente provinciale ha concluso le operazioni di cattura con l'esito che conosciamo in data 10 settembre 2014.
  Vista la conclusione delle operazioni, l'11 settembre 2014 il Ministero dell'ambiente ha chiesto alla provincia di Trento una dettagliata relazione sull'operato della squadra che ha effettuato l'intervento di telenarcosi, anche al fine di valutare il protocollo adottato dagli operatori. Tale relazione è stata acquisita il 16 settembre 2014 e posta al vaglio tecnico dell'Ispra, che non ha sollevato rilievi di sorta. Con nota del 15 settembre 2014, il Corpo forestale dello Stato ha informato il Ministero circa le attività svolte dal Servizio Cites (Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora minacciate di estinzione) nell'immediatezza del decesso dell'orsa Daniza, comunicando contestualmente la propria intenzione di non collaborare alla cattura con telenarcosi di altri esemplari di orso in attesa di approfondimenti sulla sicurezza dei protocolli di anestesia. Nell'ambito del procedimento penale aperto a seguito dell'uccisione dell'orsa Daniza, la procura della Repubblica di Trento ha disposto due autopsie, la prima presso l'Istituto zooprofilattico sperimentale (IZS) delle Venezie a Legnaro (PD), la seconda presso l'Istituto zooprofilattico sperimentale di Grosseto, in quanto Centro di referenza nazionale per la medicina forense veterinaria. La vicenda giudiziaria si è conclusa con provvedimento di archiviazione del procuratore della Repubblica n. 312/2015 R.G. Mod. 45 DD. dell'8 maggio 2015. Il giudice ha accolto la richiesta di oblazione da parte del veterinario, che ha pagato un'ammenda di 2.000 euro, con la quale si estingue il reato.
  L'esito della telenarcosi, inoltre, ha indotto il Ministero a sospendere temporaneamente l'autorizzazione alla cattura di orsi in Veneto e in altre regioni, in attesa di verifiche ulteriori sui protocolli di cattura.
  Con riferimento ai due cuccioli di Daniza, sin dal 16 agosto 2014, giorno dell'ordinanza contingibile e urgente della provincia di Trento, è stata posta grande attenzione al destino dei piccoli e sono stati tenuti nel debito conto i pareri dell'Ispra e del Corpo forestale dello Stato. La scelta di lasciarli in libertà, attentamente monitorati, è stata frutto di attenta valutazione della letteratura scientifica esistente ed ha trovato ampio supporto nei numerosi esperti scientifici internazionali sentiti dall'Ispra e che da anni seguono con interesse l'intero processo di ritorno degli orsi sulle Alpi, evento quest'ultimo riconosciuto come un enorme successo di conservazione da parte delle autorità italiane. Dal mese di settembre 2014, i cuccioli di Daniza, completamente autonomi, sono stati oggetto di monitoraggio sul campo da parte della provincia di Trento, dapprima e fino alla fine di ottobre 2014, con tecniche radio telemetriche, successivamente, con metodi indiretti. Sono state inoltre intraprese diverse altre iniziative tese a salvaguardarne la libertà e la sopravvivenza (tra cui, confronti e tavoli tecnici con i massimi esperti europei del settore, redazione di linee guida per la gestione dei cuccioli di orso privi della madre, diffusione di depliant informativi, predisposizione di apposita segnaletica stradale luminosa per ridurre i rischi di investimento). Premesso che gli animali non hanno radiocollari e quindi non è possibile avere informazioni continue, si evidenzia che la provincia autonoma di Trento conduce un costante monitoraggio del territorio e una raccolta di campioni per esami genetici. Le ultime notizie certe risalgono alla primavera del 2015 (http://www.orso.provincia.tn.it/novità/pagina254.html) ed erano senz'altro positive. Il fatto che non ci siano state altre segnalazioni costituisce di per sé un elemento positivo. Il quadro complessivo, dunque, pare confermare un buono stato di salute dei cuccioli e soprattutto un comportamento schivo senza contatti con l'uomo, per quanto sia difficile averne certezza. In genere si ha un riscontro relativamente rapido nel caso di decesso. Nel corso dell'inverno gli orsi non sono attivi per cui occorrerà attendere la primavera del 2016 per verificare le loro condizioni.
  Pare inoltre opportuno soffermarsi sulla ripartizione delle competenze tra le varie amministrazioni coinvolte nella vicenda al fine di fornire indicazioni utili alla definizione del corretto quadro giuridico entro i cui limiti il Ministero ha operato.
  L'ordinanza contingibile ed urgente è uno strumento che il presidente della provincia può legittimamente adottare, ai sensi dell'articolo 52 del decreto del Presidente della Repubblica n. 670 del 1972, in ragione dell'esistenza di un pericolo concreto per l'incolumità pubblica, al di fuori e indipendentemente delle procedure «ordinarie» di cui all'articolo del decreto del Presidente della Repubblica n. 357 del 1997, come affermato anche dal Consiglio di Stato (cfr., ad esempio, Consiglio di Stato, Sez. VI, Sent. 03362/2012). Lo stesso Pacobace, del resto, al paragrafo 3.4.2, riconosce all'amministrazione territorialmente competente il ruolo di soggetto decisore nelle azioni energiche non programmabili in caso di orsi problematici e situazioni critiche.
  Tanto premesso, in merito ai quesiti relativi all'accertamento delle vicende che hanno condotto al decesso dell'orsa Daniza, alle misure concernenti la salvezza dei due cuccioli, alla salvaguardia della popolazione di orsi in Trentino, come già menzionato, si evidenzia che la competente direzione generale del Ministero ha chiesto alla Provincia autonoma di Trento, l'11 settembre 2014, immediatamente a ridosso della morte dell'animale, una dettagliata relazione sull'operato della squadra che ha effettuato le operazioni di telenarcosi. La relazione è stata acquisita il 16 settembre 2014 e non ha dato luogo a rilievi tecnici da parte dell'Ispra rispetto al protocollo adottato dagli operatori. L'esito della telenarcosi ha peraltro indotto il Ministero a sospendere temporaneamente l'autorizzazione alla cattura di altri orsi in Veneto e in altre regioni.
  Con riferimento al ruolo ricoperto dal Ministero dell'ambiente nelle decisioni prese dalla provincia di Trento, oltre a quanto già evidenziato, si segnala innanzitutto che il dicastero, nel corso dei contatti con l'ente ha esplicitato il problema del destino dei due cuccioli ed indicata come preferibile l'opzione di lasciarli liberi, sebbene monitorati attentamente, per valutare il loro comportamento e le probabilità di sopravvivenza, anche tenuto conto delle valutazioni dell'Ispra e delle valutazioni del Corpo forestale dello Stato.
  Tuttavia, occorre richiamare i limiti posti dal nostro ordinamento alle competenze delle amministrazioni interessate.
  Come affermato in precedenza, infatti, Tar e Consiglio di Stato hanno avuto modo di affermare che la sussistenza di una situazione di pericolo per l'incolumità e la sicurezza pubblica vale a giustificare l'adozione di uno specifico provvedimento extra ordinem contingibile ed urgente da parte della provincia. In situazioni di questo tipo, dunque, non è prevista alcuna autorizzazione ministeriale, né alcun parere dell'Ispra.
  L'ordinanza contingibile ed urgente con la quale è stata adottata la scelta di catturare l'orsa, inoltre, si colloca tra le previsioni del Pacobace (piano d'azione sottoscritto dal Ministero dell'ambiente, province di Trento e di Bolzano, regioni Friuli Venezia Giulia, Lombardia e Veneto, Ispra) concernenti le azioni energiche non programmabili in caso di orsi problematici e situazioni critiche (paragrafo 3.4.2., misure i) e j); infatti, «le decisioni per l'attuazione dei provvedimenti previsti per gli «orsi problematici» e nelle «situazioni critiche», sono assunte dall'amministrazione competente per territorio e materia attraverso la propria struttura preposta alla gestione delle specie selvatiche, che viene così a rivestire il ruolo di Soggetto decisore.
  Con riferimento al Pacobace ed alla popolazione di orsi del Trentino, Veneto, Lombardia e Friuli, va sottolineato che il progetto di reintroduzione dell'orso, estremamente ambizioso, si è dimostrato un successo che ha avuto i massimi riconoscimenti in tutto il contesto internazionale, registrando un incremento della popolazione di orso ben superiore alle previsioni.
  Prima della vicenda Daniza, nessuna modifica unilaterale del Pacobace è mai stata adottata e nemmeno richiesta. Nel corso degli ultimi anni si è verificato un notevole incremento demografico della popolazione dell'orso nelle Alpi centro-orientali, con conseguente aumento delle situazioni problematiche, sia in termini di danni diretti causati dai plantigradi, sia di pericolosità, legata all'aumento della frequenza di incontri ravvicinati tra uomo e orso. Ciò ha reso necessaria, anche ai fini di una migliore accettazione sociale della specie, una gestione più rapida ed efficace di quei singoli individui cosiddetti «problematici», responsabili di una rilevante quota dei danni economici e delle situazioni di pericolo più significative.
  Le amministrazioni responsabili dell'attuazione del Pacobace, su iniziativa della provincia di Trento, hanno quindi concordato con il Ministero dell'ambiente e l'Ispra una modifica del capitolo 3 del piano d'azione, che definisce l’«orso problematico» in maniera più precisa, prevedendo inoltre, nell'ambito della definizione del grado di problematicità dei possibili comportamenti di un orso e relative azioni possibili (tabella 3.1), l'inclusione della categoria «orso che provoca danni ripetuti a patrimoni per i quali l'attivazione di misure di prevenzione e/o di dissuasione risulta inattuabile o inefficace» tra quelle per le quali può essere consentita l'attivazione di azioni energiche comprese la cattura per captivazione permanente e l'abbattimento. Ferme restando tutte le azioni di dissuasione che dovranno essere poste in essere secondo la normativa vigente, è mantenuta invariata l'obbligatorietà della richiesta di autorizzazione al Ministero per ogni intervento di rimozione. Tale modifica, formalmente approvata dalle amministrazioni coinvolte, è stata resa esecutiva con decreto direttoriale prot. 0015137 PNM del 30 luglio 2015.
  Con riferimento all'applicazione a casi reali dell'aggiornamento del Pacobace, adottato il 30 luglio 2015, rispetto alle problematiche relative alla maggiore mortalità riscontrata nel corso delle catture in Trentino in confronto ad altri contesti territoriali, nonché alle sospensioni temporanee all'autorizzazione alla cattura di altri orsi sul territorio nazionale, si rappresenta che, ad oggi, non si sono verificati casi per i quali si sia resa necessaria l'applicazione di quanto predisposto nell'aggiornamento del Pacobace.
  In merito alle condizioni degli orsi in captivazione permanente ed ai luoghi di detenzione si evidenzia che le condizioni di salute degli orsi in captivazione sono seguite con estrema attenzione; in proposito, tuttavia, va evidenziata l'elevata difficoltà di rilasciare in natura un esemplare di orso tenuto in condizioni di cattività. Il Ministero dell'ambiente, infine, valuta costantemente il rispetto, da parte delle singole strutture ospitanti gli animali, delle disposizioni contenute nel decreto legislativo n. 73 del 2005.
  Con riferimento alle modalità di prosecuzione del Programma nazionale di conservazione dell'orso bruno evitando nel contempo situazioni analoghe a quello dell'orsa Daniza, si fa presente che nelle province autonome e nelle regioni alpine interessate dalla presenza dell'orso, anche allo scopo di evitare che in futuro accadano di nuovo episodi analoghi a quello di Daniza, sono operative e sono state recentemente rafforzate apposite squadre di emergenza, che hanno il compito di intervenire, seguendo le indicazioni fornite nel Pacobace, in tutti i casi in cui il comportamento dell'orso possa essere ritenuto pericoloso o dannoso.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mareGian Luca Galletti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

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