ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05909

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 283 del 04/09/2014
Firmatari
Primo firmatario: DI MAIO LUIGI
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 04/09/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 04/09/2014
Stato iter:
04/12/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 04/12/2014
MANZIONE DOMENICO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 09/10/2014

RISPOSTA PUBBLICATA IL 04/12/2014

CONCLUSO IL 04/12/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-05909
presentato da
DI MAIO Luigi
testo di
Giovedì 4 settembre 2014, seduta n. 283

   LUIGI DI MAIO. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
   migliaia di operatori delle forze dell'ordine sono quotidianamente impegnati in servizi di accoglienza o gestione a vario titolo dei migranti. Inevitabilmente e loro malgrado, tali migranti provengono da zone del mondo dove esistono e resistono determinate malattie che qui in Italia erano state completamente debellate, come è il caso della tubercolosi; in effetti, secondo le statistiche dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l'incidenza della tubercolosi in Italia è in aumento, tant’è che pare si sia arrivati in media ad un morto al giorno a causa di tale patologia; secondo dati forniti dal sindacato di polizia CONSAP, ad oggi circa 40 poliziotti sono risultati positivi al test di Mantoux, ovvero il più comune test di verifica della presenza in un individuo di una infezione, anche latente, del micobatterio della tubercolosi;
   sempre secondo la denuncia della predetta organizzazione sindacale, i primi controlli medici sui migranti in arrivo sulle coste italiane sarebbero eccessivamente superficiali e non garantirebbero una adeguata profilassi a tutela degli operatori del settore e della pubblica incolumità onde evitare che dilaghino tra la popolazione, italiana epidemie presenti in zone del mondo da cui i migranti provengono, come nel caso dell'Ebola;
   occorre peraltro segnalare che, anche alla luce delle vicende delle ultime settimane, non è solo la tubercolosi l'agente di rischio a cui sono esposti gli operatori impegnati nell'accoglienza, ma anche altre patologie più o meno gravi e comunque non sempre curabili come il meningococco, l'Ebola o la scabbia; inoltre, un poliziotto infettato, oltre a patire danni personali, entra in contatto con la propria famiglia e i propri conoscenti, diventando a sua volta un involontario vettore di infezione;
   nelle ultime settimane il sindacato di polizia Consap ha lanciato una class action contro il Ministero dell'interno, dal momento che, secondo quanto sostenuto dalla medesima organizzazione, le forze di polizia impegnate nelle operazioni di accoglienza non erano coperte dalla protezione adeguata e prevista dalla normativa istitutiva dell'operazione cosiddetta Mare Nostrum;
   solo dopo le proteste del CONSAP, sembrerebbe che siano state migliorate le dotazioni in capo alle forze di polizia al fine di garantire una effettiva protezione degli operatori;
   l'azione collettiva posta in essere sta raccogliendo un crescente numero di adesioni –:
   quali provvedimenti intendano assumere i Ministri interrogati al fine di tutelare l'incolumità delle forze di polizia che entrano in contatto con soggetti potenzialmente a rischio, nonché al fine di tutelare la salute pubblica esposta a possibili rischi di epidemia, anche alla luce delle allarmanti notizie provenienti nelle ultime settimane dal continente africano.
(4-05909)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 4 dicembre 2014
nell'allegato B della seduta n. 345
4-05909
presentata da
DI MAIO Luigi

  Risposta. — Le problematiche sanitarie connesse ai flussi migratori sono da tempo all'attenzione delle Amministrazioni interessate.
  In particolare, Il Ministero della salute ha fornito precise indicazioni agli Uffici di sanità marittima aerea e di frontiera (Usmaf) che intervengono nelle primissime fasi dell'arrivo, nonché agli assessorati regionali alla sanità, che intervengono nelle fasi successive di permanenza degli stessi naufraghi nel territorio nazionale, per l'applicazione delle misure previste dal regolamento sanitario internazionale del 2005 e delle misure di sorveglianza e prevenzione appropriate.
  Al riguardo, il predetto Ministero ha emanato apposite linee guida sulla prevenzione del rischio biologico, sulla gestione delle misure di prevenzione per la tubercolosi e sul rischio biologico da virus ebola.
  Al fine di garantire un tempestivo ed efficace intervento in favore dei migranti è stato realizzato anche il progetto Sar, finanziato e approvato dalla Commissione europea, che assicura la prestazione di assistenza sanitaria da parte di personale medico e paramedico a bordo delle imbarcazioni della Guardia costiera e della Guardia di finanza impiegate nelle operazioni di soccorso nel Canale di Sicilia e sulla terraferma. Le attività svolte mirano ad assicurare interventi tempestivi ed efficaci già nella fase del soccorso in mare, consentendo di individuare possibili casi di particolare gravità, che richiedono il trasferimento immediato dei migranti presso gli ospedali collocati sulla terraferma.
  Con riferimento, invece, al rischio di contagio di malattie infettive cui sarebbe esposto il personale delle forze di polizia impegnato nell'operazione
Mare Nostrum, la direzione centrale di sanità del Dipartimento della pubblica sicurezza ha emanato più di una circolare sull'argomento, con l'indicazione delle misure operative di tutela e di profilassi da adottare.
  La stessa direzione centrale è in costante contatto con i medici della polizia di Stato delle sedi ove avvengono gli sbarchi e di quelle dove sono trasferiti i migranti, attivando puntuali e reciproci scambi sulle eventuali criticità di carattere sanitario.
  Inoltre, di fronte a potenziali rischi di natura biologica, i questori delle sedi nelle quali vengono trasferiti i migranti possono impiegare i medici della polizia di Stato per monitorare tempestivamente la situazione consentendo di attuare, laddove necessario, ogni misura di tutela nei confronti del personale, con particolare riguardo agli aspetti di informazione sanitaria, alla fornitura e al corretto utilizzo dei dispositivi di protezione individuale.
  Tale procedura consente un adeguato contenimento del potenziale rischio biologico del personale impegnato in tali attività, al di là delle misure cautelative già adottate in termini di profilassi.
  È stata anche prevista la distribuzione, a scopo prudenziale, di un kit di protezione individuale al personale della polizia di Stato in servizio negli scali aeroportuali interessati da voli internazionali extra-Schengen. Tale strumentazione potrà anche essere distribuita in caso di effettiva esigenza a personale di altri uffici o reparti.
  Per la protezione della salute dei militari impegnati nelle operazioni di soccorso, anche la Marina militare ha avviato una serie di azioni volte alla prevenzione del rischio biologico, a tutela del personale sanitario e di assistenza. Le misure preventive sono di tipo organizzativo, collettivo e individuale, e si basano sulla predisposizione di corrette procedure di assistenza ai naufraghi, individuazione delle aree di bordo destinate all'accoglienza e all'eventuale isolamento, formazione del personale, copertura vaccinale e adozione di dispositivi di protezione individuale commisurati al livello di rischio.
  Oltre a tutelare la salute dei militari e di quanti operano nel contesto delle operazioni di soccorso in mare, il personale sanitario di bordo ha tra i propri compiti anche quello di prestare soccorso e le prime cure ai migranti recuperati. Tale qualificata assistenza si somma a quella di tipo volontario operante a bordo, al fine di garantire il massimo sforzo sanitario in condizioni di reale emergenza derivanti dal recupero in mare.
  La tutela della salute e della sicurezza a bordo prevede misure che sono anche di ordine collettivo e, pertanto, non solo indirizzate al personale militare, quali la disinfezione delle aree di accoglienza e la gestione delle misure di isolamento.
  Inoltre, nell'ambito del progetto
Praesidium – coordinato dal Ministero dell'interno e finanziato dalla Commissione europea – i migranti, fin dal momento dello sbarco sul territorio italiano, sono sottoposti a un triage medico da parte delle Aziende sanitarie locali, in collaborazione con la Croce rossa italiana.
  All'ingresso nei centri di accoglienza, è effettuato uno
screening diretto a verificare se sussistono patologie, o sospetti di patologie, che non consentono la permanenza nelle strutture e che richiedono invece il ricovero in ospedale. Durante la permanenza nei centri, agli immigrati è comunque assicurata l'assistenza sanitaria, con le modalità previste dall'accordo Stato-Regioni del dicembre 2012, in collegamento con le strutture del sistema sanitario della regione competente per territorio.
  Il vigente schema di capitolato d'appalto (decreto ministeriale 21 novembre 2008) dispone che l'assistenza sanitaria offerta nei centri governativi per l'immigrazione comprenda le seguenti prestazioni: visita d'ingresso e primo soccorso sanitario, espletato in apposito ambulatorio allestito all'interno della struttura, con presidio medico e personale sanitario e infermieristico; eventuali trasferimenti degli ospiti, qualora ne sussistano le esigenze, presso strutture ospedaliere esterne al centro; somministrazione di medicinali e di presidi sanitari necessari per il primo soccorso e per l'assistenza sanitaria ordinaria; tenuta di apposita scheda sanitaria per ciascun ospite. Nel caso in cui i medici dei centri prescrivano accertamenti diagnostici o esami clinici specifici, i migranti sono accompagnati presso i competenti presidi sanitari territoriali.
  Si sottolinea che i medici che effettuano lo
screening sanitario d'ingresso degli ospiti devono valutarne anche la condizione psico-sociale e la presenza di fattori di vulnerabilità (disturbi psicologici o psichiatrici, anche pregressi, vittime di abusi o tortura, dipendenza da sostanze o altro), per prescrivere eventuali terapie farmacologiche o colloqui psicologici di sostegno. Tutto il personale assunto dall'ente gestore e impegnato nei vari settori di attività deve essere in possesso dei requisiti professionali previsti dai contratti nazionali; in particolare, per quanto concerne il presidio medico-infermieristico, gli operatori devono possedere anche le abilitazioni professionali previste dalla legge.
  Infine, nell'ambito della recente revisione del capitolato, è stata data particolare attenzione all'aspetto sanitario, in un'ottica di razionalizzazione e miglioramento dei servizi resi. Infatti, l'esigenza di assicurare regole uniformi all'interno dei centri è stata avvertita anche sotto l'aspetto sanitario, ragion per è stato istituito un tavolo di lavoro con i principali
stakeholder in materia – Ministero della salute, Organizzazione mondiale della sanità, Croce rossa italiana, Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e il contrasto delle malattie della povertà, Medici senza frontiere – al fine di individuare le maggiori criticità e i conseguenti interventi.
  Si assicura, dunque, che il Ministero dell'interno – di concerto con tutte le amministrazioni coinvolte – svolge ogni opportuna azione per assicurare una adeguata tutela della salute delle persone migranti che arrivano nel nostro paese, così come degli operatori che prestano il loro servizio durante le operazioni di sbarco e nei centri per l'immigrazione.

Il Sottosegretario di Stato per l'internoDomenico Manzione.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

statistica della sanita'

rischio sanitario

malattia