ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05900

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 283 del 04/09/2014
Firmatari
Primo firmatario: REALACCI ERMETE
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 04/09/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
  • MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI 04/09/2014
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 05/02/2015
Stato iter:
05/02/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 05/02/2015
PISTELLI LAPO VICE MINISTRO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 03/10/2014

SOLLECITO IL 05/11/2014

SOLLECITO IL 05/12/2014

SOLLECITO IL 08/01/2015

SOLLECITO IL 02/02/2015

MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 05/02/2015

RISPOSTA PUBBLICATA IL 05/02/2015

CONCLUSO IL 05/02/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-05900
presentato da
REALACCI Ermete
testo di
Giovedì 4 settembre 2014, seduta n. 283

   REALACCI. — Al Ministro degli affari esteri, al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:
   secondo molteplici allarmi sindacali e da un recentissimo articolo apparso su «Malindi news», il portale italiano dei nostri connazionali a Malindi, nota località turistica del Kenya, si apprende che: «sebbene [ndr] il 15 dicembre cadranno cinquantanni dall'inizio del progetto spaziale San Marco, ideato proprio nel 1964 dal Governo italiano per volontà dello scienziato Luigi Broglio, a cui è intitolata la base aerospaziale al largo di Ngomeni, sulle coste del Kenya, la data potrebbe rimanere virtuale e non essere festeggiata, se il Kenya e l'Italia confermeranno la rottura dei rapporti bilaterali di cooperazione scientifica che hanno permesso negli anni di rinnovare l'accordo che prevede gli studi italiani a nord di Malindi e l'insediamento di una “colonia” di tecnici inviati da Roma. Quest'anno sembra che non ci siano i presupposti per rinnovare di un altro anno il contratto e il rischio che la San Marco debba chiudere sembra concreto. Con la base se ne andrebbero circa quaranta tecnici specializzati e anche personale che ormai ha messo radici a Malindi e dintorni. Basti pensare che in cinquant'anni molte famiglie si sono stabilite qui grazie alla San Marco e dopo l'età pensionabile sono rimaste a vivere in Kenya. Ma non è solo questo, la base San Marco ha dato lavoro e condizioni di vita migliori a centinaia di cittadini kenioti che vivono a Ngomeni, a ridosso della base. Ha costruito una scuola, un pronto soccorso medico che funziona ventiquattro ore su ventiquattro, ha dato lavoro e formato moltissimi tecnici, ha fatto crescere un'intera comunità che oggi deve molto agli italiani della base. Sarebbe davvero un autogol per il Kenya liberarsi del progetto San Marco, e un peccato per tutto quello che rappresenta per questa zona»;
   è utile poi ricordare che nel recente passato il Governo italiano si impegnò, sin dal 2010, per la riscrittura di un nuovo accordo bilaterale italo-kenyota per l'ampliamento delle attività di ricerca e la ripresa delle attività di lancio in orbita a carattere scientifico;
   le attività della Base spaziale a Malindi iniziarono già negli anni Sessanta grazie all'impulso decisivo del professor Luigi Broglio, e vengono poi rinnovate dal 1995 con un accordo in vigore fino ad oggi. L'ASI gestisce, con la collaborazione della Telespazio S.p.a., la base dal 2003 subentrando all'Università «La Sapienza» di Roma. Tra le attività attuali sono da ricordare in particolare il telerilevamento, l'acquisizione orbitale, la ricerca spaziale e la formazione, da ultimo gli studi sull'ambiente e il cambiamento climatico;
   nonostante la Base ASI di Malindi costituisca un vanto per la ricerca nazionale e sia espressione dei buoni rapporti tra il Kenya e l'Italia pare che quest'ultima sia destinata miseramente alla chiusura, anche a fronte di rumors non ufficiali rispetto all'aumento dell'imposizione fiscale da parte del governo africano e il favore di quest'ultimo con il quale saluterebbe un passaggio delle attività di ricerca da quella italiana a quella cinese, il cui Governo è ultimamente molto attivo in Africa nell'acquisizione di terreno fertile, prospezioni petrolifere, attività finanziarie –:
   se il Presidente del Consiglio e Ministri interrogati siano a conoscenza della vicenda e se questa corrisponda al vero; quali iniziative urgenti vogliano intraprendere per confermare e rilanciare l'attività di ricerca spaziale a Malindi, polo di alta specializzazione scientifica italiana all'estero, anche in forza di precedenti accordi bilaterale tra Italia e Kenya.
(4-05900)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 5 febbraio 2015
nell'allegato B della seduta n. 372
4-05900
presentata da
REALACCI Ermete

  Risposta. — Il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale (Maeci), anche attraverso l'Ambasciata a Nairobi, è impegnato in stretto raccordo con l'Agenzia spaziale italiana (Asi), per il rinnovo degli accordi tra Italia e Kenya relativi alla base spaziale italiana «Luigi Broglio» a Malindi. Non possono che condividersi le considerazioni dell'onorevole interrogante sul valore della base quale strumento qualificante sia nelle nostre relazioni con l'Africa sia più in particolare con il Kenya, come elemento di arricchimento della nostra partecipazione alle organizzazioni spaziali internazionali, in primis l'Esa, e in generale del nostro ruolo nella collaborazione internazionale nel settore.
  La base spaziale italiana «Luigi Broglio» a Malindi in Kenya fu creata nell'ambito del progetto «San Marco» ideato dal professor Luigi Broglio della Scuola di ingegneria aerospaziale dell'università La Sapienza di Roma. Costruita nel 1964 la base comprendeva due segmenti: uno in mare, su piattaforme al largo ed uno a terra. Nel segmento a mare venivano effettuati i lanci di satelliti, mentre in quello a terra avvenivano le attività di monitoraggio dei lanci. La base ha permesso all'Italia di essere tra i primi Paesi «lanciatori» (terzi dopo Usa e Urss). Le attività di lancio sono continuate fino al 1988, mentre quelle di telerilevamento condotte nel segmento a terra sono proseguite fino ai nostri giorni e, se le piattaforme hanno progressivamente perso rilevanza, il segmento a terra, dove avviene il monitoraggio di satelliti anche da altre basi nel mondo, ha acquistato un'importanza sempre più determinante. Nel 2003 la competenza per la gestione delle attività della base sono passate dall'università La Sapienza all'Agenzia spaziale italiana.
  Il regime della base era disciplinato da un accordo stipulato nel 1964 tra il Governo italiano e quello keniano, prorogato fino al 1987, e da successivi accordi rispettivamente del 1987 e 1995. Quest'ultimo è scaduto nel 2010 ed è stato prorogato a più riprese. Già dal dicembre 2009 è stato avviato, con il Ministero della difesa del Kenya, competente in materia spaziale, un difficile negoziato che su impulso del Mae e d'intesa con l'Asi, ha portato infine, a giugno 2012, alla parafatura a Nairobi di un nuovo accordo e di 5 protocolli tecnici. La firma della nuova intesa, prevista da ultimo per il 19 febbraio 2013 è a più riprese slittata per rinvii da parte keniana, apparentemente riconducibili anche alla volontà di alcune forze politiche keniane di strumentalizzare l'accordo in chiave interna. Da parte italiana non è stata persa occasione per ribadire, nell'ambito dei contatti a tutti i livelli con le l'autorità keniane, la grande importanza annessa ad una rapida firma dell'accordo nel quadro di un armonioso sviluppo delle relazioni tra Italia e Kenya. La questione è stata sollevata in varie occasioni anche a livello di Ministro degli affari esteri, oltre che nel corso di incontri bilaterali. Io stesso durante la mia visita in Kenya dell'agosto 2013 avevo indicato la disponibilità italiana ad inviare in tempi brevissimi una delegazione con piena capacità negoziale, mentre nell'ottobre del medesimo anno la Ministra degli esteri keniana ha annullato una programmata visita in Italia che si auspicava potesse essere utile occasione per la firma degli accordi. Analoga intensa azione di sensibilizzazione viene costantemente portata avanti
in loco dal nostro Ambasciatore.
  A fine giugno 2014, da parte keniana si è proposto di estendere la validità dell'accordo del 1995 fino al settembre 2014, condizionandola ad una serie di articolati adempimenti di carattere informativo a carico del Governo italiano/Asi, risalenti fino all'istituzione della base nel 1964 ed alla riapertura del negoziato per la conclusione di un nuovo accordo. Da parte italiana ci si è subito dichiarati pronti a riaprire il negoziato e l'Asi ha provveduto ad inviare il materiale richiesto relativo al periodo della propria gestione, mentre per il periodo precedente (1964-2003) è in attesa di elementi dall'università La Sapienza di Roma, all'epoca responsabile della base. Le autorità keniane dopo aver visionato il materiale ricevuto hanno indetto per il 26 settembre 2014 una riunione del Joint Steering Committee, l'organo congiunto a cui, ai sensi dell'accordo del 1995, è demandato discutere delle questioni della base nel corso della quale hanno richiesto di riaprire il negoziato su numerosi punti di rilevanza sia in termini di oneri di gestione a carico dell'Asi sia con riguardo alle procedure di perfezione degli atti. Nel contesto di tali sviluppi ha avuto luogo lo scorso 4 novembre la missione in Italia dello
speaker dell'Assemblea nazionale kenyana, Justin Muturi, che ha effettuato una visita alla sede dell'Asi e si è a lungo intrattenuto con il presidente dell'Agenzia sui temi inerenti alle attività scientifiche della base ed i vantaggi derivanti al Kenya dalla presenza di tale struttura nel proprio territorio.
  A seguito di approfondite verifiche interne italiane che hanno coinvolto tutti gli enti e le istituzioni interessate, si è nel frattempo proceduto ad approntare una controproposta che ha dato l'avvio ad una nuova fase negoziale concretatasi nella convocazione a Nairobi, il 18 novembre 2014, di una ulteriore riunione dello Joint Steering Committee. Nel corso di tale riunione, svoltasi in un quadro di collaborazione, è stato possibile raggiungere una intesa su un nuovo testo di accordo, superando così gli aspetti più controversi. Si attende ora che da parte keniana venga ultimata una verifica interna su due specifici punti (esenzione doganale per i beni importati ai fini del funzionamento della base e concessione di visti a favore del personale espatriato). Una volta ottenuta conferma dalla parte keniana su tali punti, si provvederà ad avviare le procedure per la firma e la successiva ratifica dell'accordo. In attesa del perfezionamento di tale
iter è stato richiesto alla controparte keniana, che ha dato ampie assicurazioni in merito, la proroga della vigenza dell'Accordo attuale oltre la scadenza prevista del 30 novembre 2015 al fine di evitare un vuoto giuridico.
Il Viceministro degli affari esteri e della cooperazione internazionaleLapo Pistelli.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

accordo bilaterale

professioni tecniche

cooperazione scientifica