ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05649

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 270 del 23/07/2014
Firmatari
Primo firmatario: PASTORELLI ORESTE
Gruppo: MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI)
Data firma: 23/07/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 23/07/2014
Stato iter:
11/03/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 11/03/2016
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 01/09/2014

SOLLECITO IL 26/01/2015

SOLLECITO IL 28/04/2015

SOLLECITO IL 03/09/2015

SOLLECITO IL 10/11/2015

SOLLECITO IL 25/02/2016

RISPOSTA PUBBLICATA IL 11/03/2016

CONCLUSO IL 11/03/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-05649
presentato da
PASTORELLI Oreste
testo di
Mercoledì 23 luglio 2014, seduta n. 270

   PASTORELLI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
   com’è noto, secondo il rapporto di fine anno pubblicato dall'Agenzia europea per l'ambiente (AEA, La qualità dell'aria in Europa – rapporto 2013), il 90 per cento delle persone che vivono nei centri urbani dei paesi membri è costantemente esposto ad una concentrazione di inquinanti superiore ai limiti che l'Organizzazione mondiale della sanità riporta nelle sue linee guida;
   un recente rapporto stilato da Legambiente ha evidenziato come, nei primi mesi del 2014, in alcune città italiane si siano registrati oltre 20 giorni di superamento (sui primi 36 giorni dell'anno) dei livelli consentiti di PM10 e PM2,5 consentiti dalla normativa vigente;
   parallelamente il biossido di azoto (NO2), un inquinante secondario le cui fonti principali sono il trasporto su strada, il riscaldamento e i processi di combustione industriali, rappresenta ancora uno dei maggiori problemi irrisolti per quanto riguarda la sua concentrazione negli ambienti urbani;
   con riguardo al territorio nazionale, ed eccettuate le grandi città, l'area della pianura padana risulta la macro-area maggiormente interessata da tali fenomeni di inquinamento dell'aria;
   in particolare, e a titolo d'esempio, la relazione stilata nel 2012 dall'Agenzia regionale per la protezione ambientale della regione Piemonte sulla qualità dell'aria nel comune di Alessandria — le cui risultanze sono state sostanzialmente confermate anche per il 2013 e parte del 2014 — ha rilevato una mediocre qualità dell'aria nel suddetto territorio, con superamenti ripetuti dei limiti annuali/giornalieri di PM10, dei limiti annuali per gli ossidi di azoto e dei livelli di ozono estivo;
   i dati indicano che nei primi 45 giorni dell'anno, a metà febbraio, si raggiungono già i 35 giorni di superamenti consentiti per legge, ad indicare che nei primi due mesi dell'anno si registra quasi un superamento al giorno;
   sempre secondo tale relazione «Questi episodi, non infrequenti nel corso degli inverni di pianura, determinano delle situazioni di accumulo pericolose per la salute, a cui si associa anche un aumento di ricoveri e decessi per malattie alle via respiratorie»;
   per quanto riguarda l'inquinamento da ozono, Alessandria presenta un livello significativo di inquinamento in periodo estivo, comparabile con i livelli registrati nelle altre stazioni urbane della regione Piemonte, confermando un trend negativo relativo a tutto il Nord Italia;
   secondo la citata relazione, dunque, permangono «per Alessandria condizioni di criticità sia per quanto riguarda le polveri fini PM10 e PM2,5 sia per il biossido di azoto, soprattutto in periodo invernale, mentre si riscontra un elevato inquinamento da ozono in periodo estivo. I parametri non mostrano variazioni di rilievo negli ultimi anni»;
   per far fronte a tali fenomeni appare estremamente importante e urgente intraprendere una serie di azioni integrate e tra loro ben coordinate volte ad incidere sull'efficienza del trasporto pubblico locale, ad implementare le reti ferroviarie, regionali e nazionali, ad incentivare l'abbandono del trasporto su gomma delle merci, nonché a ridisegnare l'assetto delle competenze istituzionali in ordine alla gestione di queste problematiche, le quali minacciano da vicino la salute dei cittadini;
   con particolare riguardo a tale ultimo aspetto, è evidente come lo Stato non possa limitarsi a predisporre solo i limiti massimi di inquinamento (abbandonando a sé stessi comuni e regioni), essendo invece necessario un suo intervento fattivo — di concerto con le regioni e gli enti locali — al fine di mantenere una qualità dell'aria in linea con tali limiti –:
   se il Ministro interrogato non reputi necessario, data la gravità della situazione, adottare, nell'ambito delle proprie competenze, o di concerto con gli altri dicasteri, le opportune iniziative, anche di carattere normativo, al fine di definire una nuova strategia nazionale nei confronti del fenomeno dell'inquinamento dell'aria nei centri urbani, e in particolare in quelli del Nord Italia. (4-05649)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 11 marzo 2016
nell'allegato B della seduta n. 588
4-05649
presentata da
PASTORELLI Oreste

  Risposta. — Preliminarmente, si segnala che la legislazione comunitaria in materia di qualità dell'aria (direttiva 2008/50/CE e direttiva 2004/107/CE) prevede che gli Stati debbano assicurare, entro specifiche date, il rispetto di determinati obiettivi di qualità dell'aria per una serie di inquinanti, grazie alla pianificazione di misure ed interventi di risanamento.
  In particolare, per il materiale particolato PM10 sono previsti due valori limite per le concentrazioni in aria ambiente, un limite annuale (pari a 40 mg/m3) ed un limite giornaliero (pari a 50 mg/m3 da non superare più di 35 volte per anno civile), da rispettare a partire dal 1o gennaio 2005.
  Tali limiti non risultano rispettati in ampie aree del territorio nazionale, situate presso la maggior parte delle regioni.
  Tale situazione di inadempimento è però differenziata sul territorio nazionale: infatti, mentre per le regioni del centro-sud il mancato rispetto dei valori limite è localizzato in piccole aree, appartenenti per lo più ai principali centri urbani, nel Bacino Padano i superamenti, anche a causa di condizioni meteorologiche particolarmente sfavorevoli, sono diffusi su tutto il territorio.
  Le regioni del Bacino Padano, attraverso una intensa collaborazione reciproca ed un continuo confronto con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sono da anni impegnate ad attuare attività comuni volte al raggiungimento degli ambiziosi obiettivi di qualità dell'aria posti a maggiore tutela della salute dei cittadini dalle direttive comunitarie e dalle norme nazionali di riferimento.
  Ciò nonostante, proprio in ragione della specificità meteo-climatica ed orografica di tali territori che impediscono la dispersione degli inquinanti, l'impegno delle sole amministrazioni regionali e locali non è da solo sufficiente a risolvere il problema.
  Di conseguenza, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha avviato una strategia volta alla individuazione di misure condivise da attuare congiuntamente nei territori del Bacino Padano, che ha condotto alla sottoscrizione, nel dicembre 2013, di un importante accordo di programma tra i Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, dello sviluppo economico, delle infrastrutture e trasporti, delle politiche agricole e della salute e le regioni e province autonome del Bacino padano, contenente misure coordinate e congiunte volte a promuovere il miglioramento della qualità dell'aria nel bacino padano.
  Nel merito, l'accordo prevede l'assunzione di precisi impegni per le parti sottoscrittrici, da attuarsi attraverso la predisposizione di misure di breve, medio e lungo periodo per il contrasto dell'inquinamento atmosferico nel Bacino padano, quali, ad esempio, l'elaborazione di proposte normative condivise sulla riforma degli attuali sistemi di riqualificazione energetica degli edifici, sull'individuazione di linee guida nel settore agricolo o nel settore dei trasporti, sull'aggiornamento dei vigenti piani urbani della mobilità nonché per la predisposizione di studi relativi alla revisione dei limiti di velocità dei veicoli di trasporto di passeggeri e merci nelle zone del Bacino padano.
  In particolare, per le regioni del bacino padano è previsto l'impegno ad attuare tali proposte normative nei propri territori attraverso una modifica dei propri piani di qualità dell'aria, che sono gli strumenti previsti dalle norme nazionali di settore per garantire il rispetto dei valori limite per la protezione della salute umana stabiliti dalle disposizioni comunitarie.
  Si segnala, infine, che il 30 dicembre 2015 è stato sottoscritto un importante protocollo d'intesa tra il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, la conferenza delle regioni e province autonome e l'Associazione nazionale dei comuni italiani per definire ed attuare misure omogenee su scala di bacino per il miglioramento e la tutela della qualità dell'aria e la riduzione di emissioni di gas climalteranti, con interventi prioritari nelle città metropolitane.
  In particolare, tra le misure di urgenza, che saranno attivate dopo reiterati superamenti delle soglie giornaliere massime consentite delle concentrazioni di PM10 (di regola, 7 giorni), il protocollo prevede: l'abbassamento dei limiti di velocità di 20 chilometri orari nelle aree urbane estese al territorio comunale ed alle eventuali arterie autostradali limitrofe, previo accordo con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti; l'attivazione di sistemi di incentivo all'utilizzo del trasporto pubblico locale e della mobilità condivisa; la riduzione di 2 gradi delle temperature massime di riscaldamento negli edifici pubblici e privati; la limitazione dell'utilizzo della biomassa per uso civile dove siano presenti sistemi alternativi di riscaldamento.
  Nel protocollo, inoltre, Ministero, regioni e Anci si sono impegnati a promuovere ulteriori misure tra cui il controllo e la riduzione delle emissioni degli impianti di riscaldamento delle grandi utenze, incrementando l'efficienza energetica e agevolando il passaggio a combustibili meno inquinanti, il passaggio a modalità di trasporto pubblico a basse emissioni (rinnovando il parco mezzi), misure di sostegno e sussidio finanziario per l'utenza del trasporto pubblico come, ad esempio, l'offerta di abbonamenti integrati treno/bus/metro/
bike o carsharing, sosta gratuita nei nodi di scambio extraurbani, corsie preferenziali per il trasporto pubblico e aree di totale pedonalizzazione; nonché la diffusione di buone pratiche agricole, per limitare le emissioni di ammoniaca derivanti dalla somministrazione di fertilizzanti azotati o dagli allevamenti.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mareGian Luca Galletti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

riduzione delle emissioni gassose

inquinamento atmosferico

protezione dell'ambiente

tasso di inquinamento

agglomerato urbano

trasporto stradale