ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05601

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 267 del 18/07/2014
Firmatari
Primo firmatario: RAMPELLI FABIO
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE
Data firma: 18/07/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 18/07/2014
Stato iter:
29/04/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 29/04/2016
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 14/11/2014

SOLLECITO IL 13/11/2015

RISPOSTA PUBBLICATA IL 29/04/2016

CONCLUSO IL 29/04/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-05601
presentato da
RAMPELLI Fabio
testo di
Venerdì 18 luglio 2014, seduta n. 267

   RAMPELLI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
   la discarica di Corigliano d'Otranto, alla cui realizzazione hanno partecipato il Gruppo Marcegaglia, la regione Puglia e la società Acquedotto pugliese, della quale la regione detiene l'intero pacchetto azionario, è uno dei tre impianti salentini di smaltimento dei rifiuti, sorta in un'area contigua a una vecchia discarica, in attesa di una completa bonifica, proprio nell'area dei pozzi dai quali la società Acquedotto pugliese pompa l'acqua per i rubinetti delle famiglie del Salento;
   sotto la discarica, infatti, a settanta metri di profondità, si muove uno dei più ricchi bacini idrici delle regioni meridionali, decisivo per l'approvvigionamento potabile dell'intero Salento;
   sino agli anni Novanta l'ente per l'acquedotto aveva posto un veto sull'ipotesi di realizzare una discarica in tale collocazione, ma poi in nome dell'emergenza rifiuti e di un piano compilato senza lo svolgimento di alcuno studio preliminare le amministrazioni che si sono succedute hanno posto in secondo piano le ragioni dell'acqua;
   il posizionamento dell'impianto di stoccaggio dei rifiuti proprio sopra la falda acquifera che alimenta l'Acquedotto pugliese, potrebbe determinare un deterioramento della qualità delle acque, se non il vero e proprio avvelenamento del bacino idrico;
   la realizzazione della discarica desta grande allarme per la salute pubblica e sotto il profilo della tutela ambientale, e ha dato origine alla creazione di un coordinamento civico composto da una rete di oltre quaranta associazioni, tra cui la Lega italiana lotta ai tumori e Federconsumatori, che ha presentato diverse diffide alla prosecuzione e messa in funzione dell'opera, considerato che nella zona già si registra una percentuale di tumori tra le più alte d'Italia;
   in un parere sul progetto della discarica emesso dal CNR si legge che «perseverare nel progetto della maxi-discarica sarebbe inumano e mostruoso: l'inquinamento della falda da percolato è più una certezza che un rischio», perché il percolato – il liquido che si origina dall'infiltrazione dei rifiuti derivanti dai processi biologici e fisicochimici all'interno delle discariche – andrà direttamente ad inquinare le acque;
   la discarica appare all'interrogate, inoltre, in contrasto con il piano di tutela regionale delle acque di cui alla delibera del 19 giugno 2007, n. 883;
   infine, la realizzazione della discarica viola il principio di precauzione, sancito la prima volta nel corso della Conferenza sull'ambiente e lo sviluppo dell'ONU di Rio de Janeiro del 1992, e ufficialmente adottato a livello europeo come uno strumento di decisione nell'ambito della gestione del rischio in campo di salute umana, animale e ambientale;
   il principio di precauzione prevede che «Al fine di proteggere l'ambiente, un approccio cautelativo dovrebbe essere ampiamente utilizzato dagli Stati in funzione delle proprie capacità. In caso di rischio di danno grave o irreversibile, l'assenza di una piena certezza scientifica non deve costituire un motivo per differire l'adozione di misure adeguate ed effettive, anche in rapporto ai costi, dirette a prevenire il degrado ambientale»;
   con riferimento alla società Acquedotto pugliese già nel maggio del 2012 la Corte dei conti ha rilevato che «Sui bilanci dell'AQP pesano la minaccia di un indebitamento crescente, oltre ad alcuni dubbi espressi sul processo decisionale e sulla governance dell'Acquedotto» –:
   quali urgenti iniziative intendano assumere anche per il tramite del comando dei carabinieri per la tutela dell'ambiente al fine di tutelare le popolazioni interessate dall'approvvigionamento delle acque provenienti dalla falda acquifera di cui in premessa e, più in generale, al fine di verificare lo stato dei luoghi. (4-05601)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 29 aprile 2016
nell'allegato B della seduta n. 616
4-05601
presentata da
RAMPELLI Fabio

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame, relativa alla discarica di Corigliano d'Otranto, sulla base degli elementi acquisiti dagli enti territoriali interessati, si rappresenta quanto segue.
  La provincia di Lecce ha fornito elementi sull’iter amministrativo che ha portato all'individuazione e alla realizzazione della discarica per rifiuti non pericolosi in località masseria Scomunica nel Comune di Corigliano d'Otranto, in adiacenza ad una preesistente discarica di rifiuti solidi urbani (Rsu), chiusa nel 1995 ed autorizzata dalla regione Puglia.
  La prima indicazione per la realizzazione della nuova discarica di «servizio-soccorso» per l'Ambito territoriale ottimale LE/2 è contenuta nel decreto n. 336 del 29 ottobre 2002 del commissario delegato per l'emergenza socio economico ambientale, presidente della regione Puglia. Tale decreto integra le previsioni del piano regionale di gestione dei rifiuti (approvato con decreto n. 41 del 6 marzo 2001 del commissario e modificato con successivo decreto n. 296 del 30 settembre 2002) che, nella sezione dedicata all'impiantistica a servizio dell'ambito LE/2, rinviava ad ulteriori approfondimenti per la realizzazione dell'impianto complesso di biostabilizzazione, con annessa discarica di servizio-soccorso.
  In seguito a tale localizzazione, il commissario delegato emanava il decreto n. 311 del 13 dicembre 2003 per l'affidamento del servizio di gestione degli impianti complessi del bacino LE/2 nel quale rientrava la discarica di Corigliano d'Otranto. L'appalto era aggiudicato all'ATI Co. Ge. Am. ed il relativo contratto sottoscritto il 3 agosto 2006.
  Con decreto n. 36 del 31 gennaio 2007 il commissario delegato approvava il progetto della discarica con la prescrizione di eseguire un approfondito studio idrogeologico in sede di progettazione esecutiva.
  Con deliberazione della giunta regionale n. 883 del 19 giugno 2007, la regione Puglia adottava il piano di tutela delle acque che, nelle prime misure di salvaguardia per gli acquiferi, individua, tra l'altro, le zone di protezione speciale idrogeologica di tipo B2 nelle quali è vietata «l'apertura e l'esercizio di nuove discariche per rifiuti urbani non inserite nel Piano di rifiuti».
  Con successivo decreto n. 89 del 1o luglio 2008 il commissario delegato, stanti:
   l'intervenuta adozione del piano di tutela delle acque che individua l'area di Corigliano come zona di protezione speciale idrogeologica;
   gli esiti dello studio idrogeologico condotto dal concessionario;
   gli esiti degli incontri con le autorità competenti presso la struttura commissariale e presso la prefettura di Lecce;

  approvava una variante migliorativa al progetto originario prevedendo l'utilizzo della discarica solo con funzioni di «servizio», escludendo quindi la funzione di «soccorso» e quindi con l'esclusivo conferimento di rifiuti con un grado più spinto di biostabilizzazione.
  Con delibera n. 230 del 20 ottobre 2009, il consiglio regionale approvava in via definitiva il piano di tutela delle acque confermando per le zone di protezione idrogeologica di tipo B2 le misure di salvaguardia precedenti. Il concessionario, nel corso dei lavori di realizzazione della discarica, ubicata in adiacenza alla preesistente utilizzata in passato dal comune di Corigliano d'Otranto e gestita dalla Monteco s.r.l., rilevata la presenza di percolato proveniente dal vecchio catino, provvedeva a realizzare, come primo intervento di messa in sicurezza, una trincea di captazione.
  Per ridurre i rischi di potenziale contaminazione delle acque di falda e dei terreni causati da tale percolazione, la regione Puglia, previa conferenza di servizi, approvava con determinazione dirigenziale n. 50 del 14 giugno 2011 il progetto di messa in sicurezza permanente (Misp) della discarica preesistente ai sensi dell'articolo 242 del decreto legislativo n. 152 del 3 aprile 2006. L'esecuzione di tali lavori di Misp era affidata con decreto n. 48 del 25 luglio 2012 del commissario.
  Ad oggi, pur essendo conclusi i lavori per la realizzazione della nuova discarica, l'impianto non è ancora entrato in esercizio.
  Ad ogni modo, per quanto di competenza, questo dicastero continuerà a tenersi informato, anche al fine di un eventuale coinvolgimento di altri soggetti istituzionali.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mareGian Luca Galletti.

Classificazione EUROVOC:
GEO-POLITICO:

CORIGLIANO D'OTRANTO,LECCE - Prov,PUGLIA

EUROVOC :

deposito dei rifiuti

protezione dell'ambiente

protezione delle acque

rischio sanitario

risorse idriche