ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05590

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 267 del 18/07/2014
Firmatari
Primo firmatario: TRIPIEDI DAVIDE
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 18/07/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CIPRINI TIZIANA MOVIMENTO 5 STELLE 18/07/2014
ROSTELLATO GESSICA MOVIMENTO 5 STELLE 18/07/2014
BECHIS ELEONORA MOVIMENTO 5 STELLE 18/07/2014
TURCO TANCREDI MOVIMENTO 5 STELLE 18/07/2014
COMINARDI CLAUDIO MOVIMENTO 5 STELLE 18/07/2014
RIZZETTO WALTER MOVIMENTO 5 STELLE 18/07/2014
CHIMIENTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 18/07/2014
BALDASSARRE MARCO MOVIMENTO 5 STELLE 18/07/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 18/07/2014
Stato iter:
13/12/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 13/12/2016
ORLANDO ANDREA MINISTRO - (GIUSTIZIA)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 13/12/2016

CONCLUSO IL 13/12/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-05590
presentato da
TRIPIEDI Davide
testo presentato
Venerdì 18 luglio 2014
modificato
Martedì 22 luglio 2014, seduta n. 269

   TRIPIEDI, CIPRINI, ROSTELLATO, BECHIS, TURCO, COMINARDI, RIZZETTO, CHIMIENTI e BALDASSARRE. — Al Ministro della giustizia . — Per sapere – premesso che:
la legge del 14 settembre 2011, n. 148, contenete la delega al Governo per la riorganizzazione della distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari, ha portato, in data 7 aprile 2014, alla chiusura del tribunale di Desio (MB) e in data 29 aprile 2014 alla chiusura dell'ufficio del giudice di pace di Desio con trasferimento di entrambe le sedi al vicino tribunale di Monza (MB);
collocata in un territorio fortemente infiltrato dalla ’ndrangheta, la sede del tribunale di Desio copriva un territorio di 160 chilometri quadrati per un totale di venti comuni riconosciuti nella propria giurisdizione per un bacino di circa 400.000 cittadini e risultava essere la più grande sede distaccata di tribunali d'Italia;
a riprova del fatto che la sede di Desio fosse riconosciuta come un'eccellenza per la sua funzionalità anche dagli stessi addetti ai lavori, in data 9 luglio 2014, l'ordine degli avvocati organizzò un incontro pubblico presso l'allora tribunale di Desio dal titolo «Soppressione della Sede Giudiziaria di Desio, sezione staccata del tribunale di Monza: l'efficienza e la qualità del servizio giustizia deve cedere il passo rispetto al paventato (ed insussistente) risparmio di spesa», all'interno del quale esponenti dello stesso Ordine affermarono che «il tanto sbandierato contenimento dei costi dovuto al trasferimento dalla sede di Desio a quella di Monza non sussiste affatto» e che «un accorpamento con Monza risulterebbe costoso e di difficile gestione logistica e funzionale». Tali affermazioni furono rafforzate dagli studi condotti dal Consiglio nazionale forense, che comprovarono che l'eliminazione del tribunale di Desio non comportò un effettivo taglio delle spese ma, al contrario, ne aumentarono la consistenza;
lo spostamento del tribunale di Desio ha significato per la sede di Monza il dover trovare nuovi locali in affitto per ospitare il personale proveniente da Desio con un costo aggiuntivo rispetto ai 2.065.029 euro delle locazioni dei sei edifici della sede ospitante. A tali costi si aggiunsero anche quelli previsti e sostenuti dal Ministero di giustizia per lo spostamento degli arredi dalla vecchia alla nuova sede. Le spese annue sostenute per il funzionamento dell'ufficio giudiziario nella sede di Desio ammontavano, invece, a 196.274 euro per utenze telefoniche, riscaldamento, manutenzione e servizi, mentre per la locazione non vi era nessun costo in quanto l'edificio era messo gratuitamente a disposizione dal comune di Desio;
il trasferimento delle sedi di Desio del tribunale e del giudice di pace hanno creato oggettivi problemi al tribunale di Monza che da sempre soffre di carenza di spazi e personale amministrativo, provocando il collasso delle cancellerie, soprattutto quella civile, dove tutti i fascicoli provenienti da Desio sono stati trasferiti ma non il personale, che ha scelto altre destinazioni diverse da Monza. Nel palazzo di Monza non vi sono spazi per ulteriori aule dove celebrare i processi monocratici ereditati da Desio e quindi aumentati a dismisura, tanto che alcune udienze davanti ai giudici monocratici sono state fissate per il primo trimestre del 2015;
in una lettera inviata dal presidente della provincia di Monza e Brianza Dario Allevi, dal presidente dell'ordine degli avvocati di Monza e Brianza Francesca Sorbi e dai comuni di Desio e Monza all'allora Ministro della giustizia, Maria Grazia Cancellieri, insieme alle critiche rivolte all'ingiusto, a loro avviso, trasferimento della sede del tribunale di Desio, si ricordava che la stessa struttura annoverava 12 magistrati (7 togati e 5 onorari) e che nel solo anno giudiziario 2010/2011 sono sopravvenuti 6.323 procedimenti civili e 977 penali;
sul quotidiano on-line «Il Giorno», in data 5 aprile 2014, il sindaco di Desio, Roberto Corti, dichiarava che «le decisioni calate dall'alto non vanno sicuramente bene. In particolare nel caso specifico di Desio è stata chiusa una sede distaccata che per costi e numero di pratiche non aveva ragione di essere chiusa se non quella che ha riguardato tutte le sedi decentrate. Sicuramente una decisione che ha poco del razionale». Nello stesso articolo, l'avvocato Marco Negrini, presidente della camera penale monzese, dichiarava che «restiamo preoccupati per l'impatto che la chiusura del tribunale di Desio avrà su Monza. Bisogna trovare spazi e personale per ammortizzare il carico di lavoro in arrivo. Servono spazi, sia dal punto di vista logistico che processuale». E sempre nello stesso articolo l'avvocato Francesca Sorbi, presidente dell'ordine degli avvocati di Monza e Brianza, dichiarava che «sotto il profilo organizzativo è stata una grossa perdita la chiusura del tribunale di Desio. Ci siamo rimboccati le maniche e stiamo facendo tutti grandi sforzi per garantire l'efficienza. I giudici sono arrivati ma spazi e personale, che avevano promesso, no»;
dopo pochi mesi dalla chiusura, l'ex tribunale di Desio è stato sostituito con uffici ed ambulatori della locale ASL –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti sopra esposti;
se il Ministro non intenda risolvere, per quanto nelle sue possibilità, la grave situazione di disagio creatasi nel tribunale di Monza a seguito dei trasferimenti sopra citati, considerando l'opportunità di riportare il tribunale di Desio e l'ufficio del giudice di pace nelle originarie o in nuove sedi. (4-05590)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 13 dicembre 2016
nell'allegato B della seduta n. 713
4-05590
presentata da
TRIPIEDI Davide

  Risposta. — Mediante l'interrogazione in esame, gli interroganti prospettano – nel contesto di una più ampia ricostruzione degli esiti della revisione delle circoscrizioni giudiziarie – criticità del tribunale di Monza derivanti dalla soppressione della sezione distaccata di Desio.
  Chiedono, pertanto, quali iniziative il Ministero della giustizia intenda assumere per superare le evidenziate carenze.
  Come noto, il Ministero della giustizia ha ormai consolidato il processo di adeguamento della geografia giudiziaria conseguente al riordino complessivo degli uffici di primo grado, disposto con l'adozione dei decreti legislativi n. 155 e 156 del 7 settembre 2012, e successive modificazioni.
  In particolare, risulta ormai stabilizzata la soppressione degli uffici del giudice di pace – tra i quali la sede di Desio – per i quali i comuni non hanno avviato la procedura di mantenimento con oneri a carico degli enti locali medesimi, nonché delle sezioni distaccate dei tribunali.
  La revisione degli uffici di primo grado ha costituito una delle più rilevanti riforme strutturali degli ultimi anni, comportando un significativo incremento di efficienza del sistema giudiziario attraverso il recupero di economie di scala e, soprattutto, il miglioramento dei tempi e della qualità delle decisioni giudiziarie in virtù della promozione del principio di specializzazione.
  La riforma ha, certamente, avviato un significativo processo di risparmio di spesa, in corso di progressiva implementazione e verifica, così come sono oggetto di continuo monitoraggio gli effetti degli interventi attuati, al fine di individuare possibili rimedi correttivi alle criticità evidenziate nella fase attuativa ed anche in riferimento all'adeguamento delle dotazioni organiche degli uffici.
  In questa prospettiva, è stato recentemente elaborato lo schema di decreto ministeriale concernente la determinazione delle piante organiche degli uffici, giudicanti e requirenti, di primo grado, conseguente proprio alla revisione delle circoscrizioni giudiziarie, e che recepisce le esigenze degli uffici secondo la loro dislocazione territoriale.
  La determinazione delle unità aggiuntive è stata effettuata sulla base di specifici parametri statistici – popolazione, flussi, cluster dimensionali – integrati da indicatori qualificativi della domanda di giustizia, quali il numero di imprese presenti sul territorio e la loro concentrazione per circondario, l'incidenza della criminalità organizzata, l'accessibilità del servizio per i cittadini.
  Alla stregua dei predetti criteri, al tribunale di Monza risultano assegnati tre posti di giudice ed alla procura un posto di sostituto, in incremento della dotazione prevista.
  Lo schema di decreto è stato trasmesso al Consiglio superiore della magistratura per il prescritto parere, reso nella seduta plenaria del 23 novembre 2016.
  All'esito dell'esame dei contributi pervenuti, il Ministero curerà con la necessaria tempestività gli ulteriori adempimenti, a cui seguiranno conformi iniziative anche con riferimento al personale amministrativo, che consentano alla riforma della geografia giudiziaria di dispiegare appieno i suoi effetti, raggiungendo il preordinato obiettivo del miglioramento del servizio giustizia.
  Analogo impegno è riservato ad assicurare il numero delle unità di magistrati in servizio, agevolando anche il processo di ricambio generazionale.
  Dalle informazioni acquisite presso la competente articolazione ministeriale risulta che l'organico del tribunale di Monza si compone di cinquantacinque unità, di cui solo quattro, allo stato, vacanti. La procura, invece, registra, allo stato, due posti vacanti su una dotazione di sedici unità.
  Si tratta, pertanto, di un ufficio che evidenzia, allo stato e complessivamente, una scopertura sostanzialmente fisiologica, nel contesto delle dinamiche delle procedure di assegnazione e tramutamento, di competenza del Consiglio superiore della magistratura.
  Come noto, la copertura delle eventuali vacanze è rimessa al Consiglio superiore della magistratura e può essere temporaneamente fronteggiata mediante provvedimenti di applicazione, di competenza del presidente della corte d'appello e del procuratore generale.
  Nell'ambito delle attribuzioni del Ministero della giustizia, invece, le iniziative sull'ampliamento delle dotazioni organiche del personale di magistratura sono accompagnate da convergenti misure finalizzate anche a garantire maggiore stabilità delle presenze.
  Sono, difatti, attualmente in corso due procedure di selezione e reclutamento, rispettivamente, di 340 e 350 magistrati ordinari, che consentiranno, tra il gennaio 2017 e il gennaio 2018, l'entrata in servizio di 690 nuovi magistrati, anche grazie alla riduzione, operata con il decreto-legge n. 168 del 2016, convertito con legge 25 ottobre 2016, n. 197, del tirocinio formativo per i vincitori dei concorsi banditi negli anni 2014 e 2015.
  Il 20 ottobre 2016 è stato, inoltre, bandito un nuovo concorso per la copertura di ulteriori 360 posti e mi preme sottolineare che si procederà, con cadenza annuale, all'espletamento di procedure concorsuali per la selezione di 350 magistrati ordinari, come già avvenuto nell'ultimo triennio.
  Proprio al fine di stabilizzare la permanenza nelle sedi di assegnazione è stato, infine, previsto nel decreto-legge citato – e confermato nella legge di conversione – anche l'innalzamento da tre a quattro anni del termine di legittimazione perché i magistrati possano partecipare alle procedure di trasferimento a domanda, bandite dal Consiglio superiore della magistratura.
  Analogo impegno viene profuso per fronteggiare le carenze di personale amministrativo.
  Il profondo rinnovamento delle politiche del personale dell'amministrazione della giustizia ha costituito fondamentale obiettivo dell'azione di governo, sin dal mio insediamento, nella consapevolezza dell'importanza che assume l'apporto di adeguate risorse umane per il funzionamento degli uffici giudiziari e per il supporto alle innovazioni organizzative e tecnologiche necessarie alla modernizzazione dei servizi della giustizia.
  Nella prospettiva di ottimizzare le potenzialità offerte dalla riforma della giustizia, ormai avviata, si è perseguita un'azione di continua attenzione al personale amministrativo, muovendo innanzitutto dalla ricerca di strumenti di reclutamento di nuove risorse, senza trascurare il riconoscimento delle competenze maturate e la valorizzazione delle professionalità già presenti nell'amministrazione.
  Il lavoro di questi anni, ispirato a tali finalità, ha consentito di raggiungere importanti risultati e di tracciare nuovi percorsi.
  Gli interventi adottati si sono articolati attraverso:
   a) misure straordinarie per il reclutamento di nuove risorse, avviate con il bando per mobilità volontaria per 1031 posti, pubblicato il 18 febbraio 2015, e procedure di mobilità obbligatoria, promosse in attuazione dell'articolo 1, comma 425, della legge di stabilità 2015 e dell'articolo 1, comma 771, della legge di stabilità 2016;
   b) l'avvio delle procedure di riqualificazione autorizzate dall'articolo 21-quater del decreto-legge 27 giugno 2015, n. 83, convertito con modificazioni dalla legge 6 agosto 2015, n.132, che consente il passaggio di area, con conseguente progressione professionale, a due fondamentali qualifiche dell'ordinamento professionale dell'amministrazione giudiziaria: cancellieri e ufficiali N.E.P.;
   c) la sottoscrizione, nel novembre 2015, dell'accordo sul Fondo unico di amministrazione, con il quale sono state finalmente redistribuite risorse pari a 90.496.445 milioni di euro relative agli anni 2013, 2014 e 2015, destinate a tutto il personale del Ministero e nel cui ambito è stato delineato, per la prima volta, per il personale dell'amministrazione giudiziaria un sistema graduale di introduzione di meccanismi premiali.

  Relativamente all'incentivazione e alla valorizzazione del personale presente, i tempi sono finalmente maturi per avviare una nuova stagione di reclutamento e razionalizzazione delle risorse, combinando le azioni verso obiettivi di riqualificazione ed ottimizzazione dell'apporto professionale.
  Con le fondamentali misure introdotte dal decreto-legge 30 giugno 2016, n. 117, convertito con modificazioni dalla legge 12 agosto 2016, n. 161, si è, infatti, conseguito il significativo risultato dell'acquisizione di nuove risorse per gli uffici giudiziari mediante procedure di assunzione, che apriranno al processo di ringiovanimento e al passaggio di competenze professionali nell'amministrazione giudiziaria, da molti anni atteso.
  Il decreto-legge citato autorizza il Ministero ad un vero e proprio programma di nuove assunzioni, articolato in più fasi: nell'immediato – il bando per il concorso è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 22 novembre 2016 – il reclutamento a tempo indeterminato di 1000 nuove unità di personale amministrativo non dirigenziale, cui potranno aggiungersi ulteriori, ancor più significative, risorse una volta completate le procedure di mobilità obbligatoria, impiegando le residue unità destinate a quest'ultime.
  In tal modo, si raggiunge non soltanto il fondamentale obiettivo dell'avvio di nuove assunzioni, dopo anni di sostanziale stagnazione delle fonti di reclutamento concorsuale, ma si delinea un complessivo quadro di disposizioni legislative che consentirà all'amministrazione di avviare in modo maggiormente efficace alcuni degli interventi assolutamente fondamentali per migliorare la qualità dei servizi di giustizia cui i cittadini hanno diritto.
  La legge prevede, infatti, la possibilità di introdurre nuovi profili, anche tecnici, e di rimodulare e rivedere i profili professionali e i relativi contingenti esistenti.
  Lo sviluppo delle tecnologie e la diffusione dell'informatizzazione nelle dinamiche processuali, accompagnato dalla crescente necessità di revisione dei moduli organizzativi e dei processi di lavoro, conduce necessariamente all'apertura di un percorso di riconsiderazione dei profili professionali esistenti, oltre che all'inserimento di nuove figure professionali attualmente non presenti nell'amministrazione della giustizia.
  Tale modifica apre anche la strada a percorsi di maggiore flessibilità nella mobilità interna di tutto il personale del Ministero, attuando in tal modo anche la ratio del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 15 giugno 2015, n. 84, complessivamente orientata dalla ricerca di fondamentali obiettivi di semplificazione strutturale, integrazione funzionale e massima efficienza operativa dell'amministrazione.
  La revisione dei profili professionali potrà, altresì, consentire, in una seconda fase, di aprire a nuovi percorsi e modalità di valutazione delle professionalità, assicurando una prospettiva di avanzamento professionale ad una platea più ampia rispetto a quella oggi coinvolta nelle procedure selettive di cui all'articolo 21–quater del già richiamato decreto-legge 27 giugno 2015, n. 83, avviando un ripensamento del sistema di valutazione e dei meccanismi di premialità.
  In considerazione della necessità di dare compiuta attuazione al regolamento di riorganizzazione del Ministero, si dovrà poi procedere ad una revisione complessiva della pianta organica del personale amministrativo, anche in linea con la revisione dei profili professionali, che potrà consentire una distribuzione tra le varie figure professionali sia in sede centrale che sul territorio coerente e adeguata.
  Infine, tale complessivo ripensamento delle politiche di gestione non potrà essere disgiunto dalla prosecuzione delle procedure di contrattazione collettiva in materia di Fondo unico di amministrazione, dando continuità al ciclo virtuoso che con la stipula dell'accordo del novembre 2015 si è avviato.
  Unitamente a ciò, nelle politiche del personale andranno introdotti criteri di razionalizzazione delle risorse al fine del recupero di quanto necessario per assicurare i nuovi modelli di formazione e i percorsi di riqualificazione del personale dell'amministrazione giudiziaria, anche per il tramite di interlocuzioni con le organizzazioni sindacali.
  La prospettiva che le misure indicate concorrono a delineare consentirà senz'altro di destinare ulteriori risorse anche agli uffici giudiziari lombardi.
  In particolare, allo stato, risulta che presso il tribunale di Monza prestano servizio 103 unità di personale amministrativo, oltre ad un dipendente assunto con contratto part time al 50 per cento, a fronte di una pianta organica costituita – secondo il decreto ministeriale 25 aprile 2013 – da 145 risorse umane, compresa la posizione dirigenziale.
  L'indice di scopertura risulta, pertanto, pari al 28,62 per cento superiore alla media nazionale del 21,26 per cento,
  Il computo dei presenti registra l'assetto conseguente alla prima fase di mobilità avviata, ed è destinato a giovarsi delle misure in atto.
  Per fare fronte alle attuali criticità, peraltro, è possibile ricorrere all'applicazione distrettuale di personale da altri uffici del distretto, ai sensi dell'articolo 4 del CCNL del 16 maggio 2001.
  L'istituto, regolato dall'articolo 14 dell'accordo sulla mobilità interna del personale del 27 marzo 2007, resta tuttora il più efficace e rapido strumento di ridistribuzione delle unità lavorative esistenti nell'ambito del territorio ed è rimesso all'attribuzione degli organi di vertice distrettuale, Presidente della Corte d'appello e procuratore generale, ciascuno per gli ambiti di rispettiva competenza.
  Quanto, infine, alle spese di funzionamento degli uffici giudiziari, la legge di stabilità 2015 ha, come noto, radicalmente innovato la disciplina delle funzioni di spesa correlate alla gestione degli uffici giudiziari, sino ad allora poste a carico dei comuni, per effetto della legge 24 aprile 1941, n. 392, attraverso il sistema dei rimborsi di spesa, offrendo l'opportunità – una volta fronteggiata l'emergenza – di costruire una prospettiva di maggiore efficienza, equità e risparmio economico, nel senso prospettato dall'interrogante.
  Il Ministero della giustizia ha assunto, sin nell'immediatezza, una serie di iniziative preparatorie, con la finalità di agevolare l'indifferibile trasferimento di funzioni, previsto ed effettivamente entrato in vigore dal 1o settembre 2015, adottando nuove misure organizzative tese a garantire la continuità dei servizi e dell'attività giurisdizionale.
  In particolare, è stato adottato il regolamento sulle misure organizzative a livello centrale e periferico, pubblicato in Gazzetta ufficiale il 29 agosto 2015, che assume la peculiare funzione, nel quadro generale consegnato dalla legge di stabilità 2015 e dalla recente adozione del regolamento di organizzazione dell'intero apparato ministeriale, di approntare le misure necessarie ad individuare i soggetti funzionalmente competenti alla definizione del procedimento decisionale di spesa, a delinearne i compiti e a definirne i rapporti con l'amministrazione centrale.
  Nel quadro normativo così delineato, il Ministero ha assunto la gestione diretta degli edifici giudiziari ed è subentrato nei rapporti contrattuali già in essere dalla data del 1o settembre 2015, essendo in precedenza di competenza del comune ogni intervento relativo alle sedi giudiziarie, come pure il pagamento di eventuali canoni di locazione, con successivo rimborso da parte dell'amministrazione centrale attraverso il rendiconto approvato dai competenti uffici.
  Nel mutato contesto delineato, risulta che gli uffici del tribunale e della Corte di assise di Monza sono sistemati in edifici di proprietà comunale e che è in corso di realizzazione una nuova struttura, destinata ad accentrare tutti gli uffici giudiziari nella stessa area.
  Dalla relazione trasmessa dalla competente articolazione consta come, oltre a non esservi criticità sotto il profilo strutturale e funzionale del plesso edilizio giudiziario di Monza, alcuna problematica sia stata rappresentata al Ministero della giustizia dalle autorità locali, anche giudiziarie, pur in seguito dell'accorpamento della sezione distaccata di Desio.
Il Ministro della giustiziaAndrea Orlando.

Classificazione EUROVOC:
SIGLA O DENOMINAZIONE:

L 2011 0148

GEO-POLITICO:

DESIO,MILANO - Prov,LOMBARDIA, MONZA,MILANO - Prov,LOMBARDIA

EUROVOC :

organizzazione della professione

magistrato non professionale

giudice

personale