ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05545

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 265 del 16/07/2014
Firmatari
Primo firmatario: AIRAUDO GIORGIO
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 16/07/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
MINISTERO DELL'INTERNO 16/07/2014
MINISTERO DELL'INTERNO 16/07/2014
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI delegato in data 17/09/2014
Stato iter:
07/10/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 07/10/2014
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 07/10/2014

CONCLUSO IL 07/10/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-05545
presentato da
AIRAUDO Giorgio
testo di
Mercoledì 16 luglio 2014, seduta n. 265

   AIRAUDO. — Al Ministro dell'interno, al Ministro degli affari esteri . — Per sapere – premesso che:
   la Libia è il luogo di confluenza di migliaia di profughi e disperati che arrivano dall'Africa centrale, ma anche da Egitto e Siria. Uno dei terminali, il più organizzato, nel senso che è il Paese in cui le organizzazioni criminali che trafficano le persone sono più radicate, complice l'attuale anarchia di fatto e hanno il concentramento di uomini e mezzi;
   da fonti di stampa si apprende lo straziante racconto di un uomo siriano in viaggio con una trentina di connazionali, donne, bambini e anziani compresi. Individuati al confine dalla polizia ferroviaria francese, spiegava l'uomo, erano stati costretti con la forza a salire a bordo delle vetture degli agenti per essere riportati in Svizzera. «Mia moglie al settimo mese di gravidanza è stata strattonata, malmenata ed è caduta a terra». L'uomo ha memorizzato il nome del poliziotto «Marcel» e il suo numero di matricola;
   nelle fonti di stampa viene descritto così l'accaduto: «Già in auto ha cominciato a stare male, chiedevamo un medico». Ma né i francesi né gli svizzeri li avrebbero aiutati. Il gruppo sarebbe stato invece portato in una stazione ferroviaria e costretto a salire su un treno di ritorno in Italia. Qui, a Domodossola – l'uomo ha fotografato il cartello della stazione con il cellulare –, sua moglie sarebbe stata finalmente portata in ospedale, ma troppo tardi per il bambino;
   aver scatenato la guerra in Libia per l'eliminazione del tiranno Gheddafi ha fatto piombare quel Paese nel caos, lasciando spazio ai trafficanti di esseri umani che agiscono col compiacimento perfino delle forze dell'ordine locali;
   a tutt'oggi non risulta che l'Italia o l'Europa abbia chiesto in modo efficace alla Libia di firmare la convenzione di Ginevra, requisito indispensabile perché l'UNHCR (l'organismo dell'ONU che si occupa di rifugiati) possa installare propri campi in Libia per gestire in altro modo il flusso dei profughi, togliendolo dalle sporche mani dei trafficanti. Inoltre, la guerra in Siria, dopo gli allarmi lanciati nei mesi scorsi quando si parlava di un imminente intervento armato, oggi non fa più notizia, se non attraverso le storie di migliaia e migliaia di uomini che arrivano in Italia dopo viaggi lunghi e pericolosi;
   il Presidente del Consiglio italiano più volte ha detto che i soldi spesi per l'operazione Mare Nostrum sono ampiamente ripagati dagli affari che le imprese italiane fanno nel Nord Africa, ma nulla ha detto circa la necessità che si creino le condizioni perché l'UNHCR agisca anche il Libia, men che meno sembra che la risoluzione del conflitto siriano sia all'ordine del giorno dell'agenda europea; 
   nel frattempo, con una procedura forzata e sicuramente al di fuori degli schemi utilizzati negli anni scorsi, la gestione dei flussi ha visto il protagonismo del Ministero dell'interno che, scavalcando regioni e province, per il tramite delle prefetture, ha chiesto la collaborazione direttamente ai comuni;
   mentre si attende ancora oggi il tanto annunciato potenziamento dello SPRAR (sistema di protezione per i richiedenti asilo e rifugiati), molti comuni devono far fronte a delle situazioni molto complicate, che implicano la garanzia di diritti fondamentali per i profughi –:
   di quali informazioni dispongano i Ministri interrogati riguardo il coinvolgimento dei governi francese e svizzero sulla vicenda esposta in premessa al fine di far luce sui fatti che hanno portato alla morte di un nascituro nell'ospedale San Biagio, conseguentemente al respingimento del gruppo di siriani dai gendarmi francesi prima e da quelli svizzeri dopo;
   se non ritenga necessario, per quanto di competenza, destinare fondi per l'adeguato finanziamento del potenziamento di 5000 posti dello SPRAR;
   se non ritenga utile, per quanto di competenza, l'interessamento della Conferenza Stato-regioni per gestire al meglio il coinvolgimento diffuso dei comuni italiani;
   quali iniziative intenda intraprendere, per quanto di competenza, per far si che la Libia sottoscriva la convenzione di Ginevra, al fine di permettere all'UNHCR di intervenire in favore dei richiedenti asilo evitando pericolose traversate del Mediterraneo e interrompendo il traffico illegale di persone;
   se non ritenga di assumere iniziative, per quanto di competenza, affinché l'Unione europea riveda le procedure previste dal regolamento Dublino III in materia di protezione internazionale. (4-05545)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 7 ottobre 2014
nell'allegato B della seduta n. 304
4-05545
presentata da
AIRAUDO Giorgio

  Risposta. — Si forniscono di seguito elementi di competenza di questa Amministrazione, con riferimento agli aspetti sollevati nel penultimo e nell'ultimo capoverso dell'interrogazione in esame, riguardanti rispettivamente le possibili iniziative per favorire la firma della Convenzione di Ginevra del 1951 da parte della Libia e la revisione delle procedure previste dal regolamento «Dublino III» in materia di protezione internazionale.
  L'adesione della Libia alla Convenzione di Ginevra del 1951 e la conclusione di un accordo di sede con l'UNHCR per consentire all'agenzia ONU di operare ufficialmente nel Paese nel pieno esercizio delle proprie funzioni, rappresentano entrambe questioni che la Farnesina affronta costantemente, e a tutti i livelli, nell'intenso dialogo bilaterale con le autorità di Tripoli.
  A fronte dei puntuali e continui richiami all'esigenza che la Libia sottoscriva la Convenzione di Ginevra, effettuati anche di concerto con i partner europei e in sede ONU, le autorità libiche hanno sempre opposto di non disporre dei mezzi e delle capacità necessarie ad adempiere agli obblighi che deriverebbero dall'adesione alla Convenzione.
  Occorre in generale tener presente che, nell'interpretazione libica, gli stranieri presenti sul territorio nazionale vengono considerati semplicemente come migranti irregolari. Da parte di quelle autorità è stato anche ribadito in più occasioni il timore che la piena applicazione della Convenzione di Ginevra possa produrre in Libia una situazione simile al Libano, dove i rifugiati riconosciuti dall'UNHCR finiscono col restare insediati in campi profughi, senza alcuna integrazione nel tessuto sociale, economico e demografico locale.
  Il nostro Paese continuerà a perseguire con determinazione i due obiettivi sopra citati anche con il nuovo Parlamento e con il nuovo Governo libico.
  Peserà realisticamente sulle possibilità di successo dei nostri sforzi sia l'incertezza del quadro politico (poiché la Libia sta attraversando uno dei periodi più delicati del processo di transizione democratica), sia il precario clima di sicurezza che – come i recenti sviluppi dimostrano – può rapidamente deteriorare in aperti e aspri scontri tra milizie, non solo in Cirenaica (dove le forze del generale Haftar si oppongono alle frange più estreme degli islamisti), ma anche nella capitale.
  Sul piano bilaterale, con l'obiettivo di offrire un concreto contributo alla maturazione di una nuova coscienza riguardo agli standard internazionali che andrebbero assicurati ai rifugiati, nel 2012 la Farnesina ha avviato un progetto di assistenza e capacity building in materia di accoglienza e gestione dei migranti e rifugiati, con il contributo del Consiglio italiano per i rifugiati (CIR). Lo scopo del progetto è superare le criticità dovute alle numerose vittime di tratta, così come alla mancanza di un'adeguata gestione dei «centri di accoglienza» e all'assenza di un quadro normativo che preveda forme di tutela a livello internazionale.
  In ambito multilaterale il Ministero degli affari esteri sta conducendo azioni volte ad internazionalizzare la questione migratoria e la tragedia dei rifugiati, sia a livello Unione europea che ONU. A titolo di esempio, nel Comitato politico e di sicurezza (COPS) dell'8 luglio 2014, che ha esaminato le proposte «per un maggiore impegno in Libia» presentate dall'inviato speciale dell'Unione europea Bernardino Leon, è stata opportunamente inserita anche su esplicita richiesta italiana l'importanza di «consentire all'UNHCR di assistere le Autorità libiche per risolvere le questioni inerenti ai richiedenti asilo e rifugiati», fra i messaggi comuni che sia l'Unione europea che i singoli Stati membri dovranno veicolare alle autorità locali.
  Le diverse iniziative in atto si sviluppano in stretta sintonia con le azioni regionali in materia migratoria; tra queste il processo di Rabat, foro di dialogo regionale tra l'Unione europea, i suoi Paesi e l'Africa occidentale, centrale e mediterranea, che l'Italia sosterrà nel corso del semestre di presidenza dell'Unione europea con l'organizzazione della IV Conferenza ministeriale euro-africana su migrazione e sviluppo (Roma, 26-27 novembre 2014).
  Parallelamente, insieme alla Commissione europea l'Italia intende lanciare un'iniziativa di dialogo in materia migratoria con i Paesi del Corno d'Africa, con l'Egitto e la Libia, quali principali Paesi di transito. Sulla falsariga del processo di Rabat, tale progetto dovrebbe aprire la strada, in prospettiva, ad un dialogo politico istituzionalizzato con i Paesi coinvolti. L'agenda dei lavori sarà incentrata in un primo momento su un tema non divisivo come la lotta alla tratta di esseri umani. Saranno inoltre coinvolti nell'iniziativa le organizzazioni internazionali del settore (OIM, UNHCR), nonché le ONG che operano nell'area.
  In materia di asilo, il Governo italiano, nella consapevolezza delle difficoltà oggettive ad emendare il quadro normativo vigente di recente adozione, lavorerà per un'applicazione flessibile del regolamento «Dublino III», che definisce i criteri per l'identificazione dello Stato responsabile della gestione delle domande di asilo, avendo particolare riguardo alle esigenze del ricongiungimento familiare e del supremo interesse del minore nell'identificazione dello Stato responsabile.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteriMario Giro.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

Libia

Mar Mediterraneo

asilo politico

traffico illecito

intervento militare

traffico di persone