ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05492

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 262 del 11/07/2014
Firmatari
Primo firmatario: MOLTENI NICOLA
Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE
Data firma: 11/07/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 11/07/2014
Stato iter:
05/02/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 05/02/2015
MANZIONE DOMENICO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 05/02/2015

CONCLUSO IL 05/02/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-05492
presentato da
MOLTENI Nicola
testo di
Venerdì 11 luglio 2014, seduta n. 262

   MOLTENI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
   il 9 luglio 2014, in Commissione diritti umani del Senato il Ministro interrogato ha annunciato di voler ridurre gli attuali tempi di permanenza nei centri di identificazione ed espulsione a un limite massimo di 180 giorni, invece dei 18 mesi attuali previsti dalla normativa nazionale in recepimento di quella comunitaria (decreto-legge del 23 giugno 2011, n. 89);
   sempre nella stessa occasione, il Ministro ha inoltre precisato che i centri di identificazione ed espulsione stanno operando ben oltre la loro capacità ricettiva e si punta ad accelerare le procedure per l'esame delle domande di asilo. Saranno incrementate le Commissioni territoriali per l'asilo ed il circuito Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo) salirà a 20 mila posti;
   attualmente sono solo 5 i centri di identificazione ed espulsione operativi (Bari, Caltanissetta, Roma, Torino, Trapani Milo) per circa 500 posti, rispetto ai 12 prima esistenti;
   secondo notizie riportate dalla stampa, nel 2013 sono stati trattenuti nei centri di identificazione ed espulsione 6.016 clandestini, di cui solo 2.749 sono stati rimpatriati, mentre quest'anno, anche a causa della chiusura di più della metà dei centri per l'identificazione e l'espulsione presenti in Italia, gli ospiti dei centri di identificazione ed espulsione sono stati molto meno, ossia 2.124, dei quali addirittura solamente 1.036 rimpatriati;
   è la stessa normativa comunitaria, in particolare la direttiva 2008/115/Ce, a imporre agli Stati membri al capo IV il trattenimento in appositi centri per l'identificazione del cittadino di un Paese terzo entrato o trattenutosi clandestinamente onde procedere alla sua successiva espulsione;
   la direttiva medesima precisa all'articolo 15, comma 6, che il trattenimento, di norma di 6 mesi, sia prolungato a 18 mesi, nei casi in cui «nonostante sia stato compiuto ogni ragionevole sforzo, l'operazione di allontanamento rischia di durare più a lungo a causa: a) della mancata collaborazione da parte del cittadino di un paese terzo interessato o b) dei ritardi nell'ottenimento della necessaria documentazione dei paesi terzi»;
   i numeri sopra indicati relativi agli effettivi rimpatri dimostrano che se non è addirittura stato compiuto dal Governo «ogni ragionevole sforzo» nei 18 mesi previsti dall'attuale normativa, in linea con le disposizioni comunitarie, onde procedere all'allontanamento effettivo dei clandestini presenti sul territorio, ancor meno verrà fatto riducendo i termini di permanenza a soli 6 mesi;
   solo dall'inizio di quest'anno e solo via mare sono giunti clandestinamente sul territorio italiano 65.000 persone e, secondo dati ufficiali pubblicati sul sito del Ministero dell'interno, dal 1990 al 2013 delle richieste d'asilo presentate solo circa il 9 per cento ha ottenuto lo status di rifugiato –:
   se il Ministro interrogato, alla luce delle considerazioni e dei numeri sopra riportati, non ritenga più opportuno incrementare il numero degli attuali centri di identificazione ed espulsione, rimettendo in funzione anche quelli che nel 2013 sono stati chiusi a causa dei danni provocati dagli ospiti ivi trattenuti in attesa dell'espulsione;
   per quali motivi non siano stati effettuati i rimpatri di tutti i clandestini presenti nei centri di identificazione ed espulsione nel 2013 e quest'anno, e se, a fronte delle eventuali problematiche evidenziate nell'identificazione o esecuzione dei rimpatri stessi, non ritenga altresì opportuno che permangano gli attuali 18 mesi di trattenimento. (4-05492)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 5 febbraio 2015
nell'allegato B della seduta n. 372
4-05492
presentata da
MOLTENI Nicola

  Risposta. — Come rilevato nell'interrogazione in esame, attualmente sono operativi cinque centri di identificazione ed espulsione a Bari, Caltanissetta, Roma, Torino e Trapani Milo, tutti a ricettività ridotta. Complessivamente, a fronte dei 1.791 posti disponibili nei tredici centri originariamente previsti, i posti effettivi sono, al momento, 451.
  In particolare, sono stati chiusi definitivamente i Centri di identificazione ed espulsione di Catanzaro (dal 9 novembre 2012), Modena (dal 24 dicembre 2013) e Trapani Serraino Vulpitta (dal 15 maggio 2014). Gli altri Cie sono stati chiusi temporaneamente, a causa della necessità di effettuare lavori di manutenzione straordinaria. Tali interventi sono al momento in corso nelle strutture di Brindisi, Crotone e Gorizia, mentre sono stati ultimati nelle strutture di Milano e Bologna, attualmente utilizzati come centri di prima accoglienza.
  Nel 2013, il 46 per cento degli stranieri collocati nei Cie è stato allontanato verso il proprio Paese d'origine (2.749 su 6.016). Nei primi dieci mesi dell'anno in corso, tale percentuale è salita al 56 per cento (2.079 stranieri effettivamente rimpatriati su un totale di 3.722 trattenuti).
  Di contro, la percentuale di coloro che sono stati dimessi non identificati allo scadere dei termini, è scesa nel 2014 (al 2 ottobre 2014) allo 0,67 per cento, rispetto al 5 per cento registrato nel 2013.
  I casi di mancato rimpatrio sono dovuti principalmente a motivi di salute, accoglienza dei ricorsi avverso il provvedimento di espulsione, sospensiva a seguito di presentazione di richiesta di protezione internazionale, non convalida del trattenimento.
  Il numero relativamente basso degli stranieri transitati in questa tipologia di centri attesta l'avvenuto mutamento del profilo del migrante, che ha finito col perdere la sua prevalente connotazione economica.
  In tale contesto, uno degli aspetti di maggiore problematicità era legato al protrarsi della permanenza in tali strutture, vissuta dallo straniero con un senso di frustrazione da cui a volte sono scaturiti episodi di violenza e di autolesionismo.
  Sul tema è intervenuta, come noto, la legge n. 161 del 2014, recante «Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'unione europea – Legge europea 2013-
bis», che ha fissato in novanta giorni il periodo massimo di trattenimento.
Il Sottosegretario di Stato per l'internoDomenico Manzione.

Classificazione EUROVOC:
SIGLA O DENOMINAZIONE:

DECRETO LEGGE 2011 0089

EUROVOC :

asilo politico

espulsione

cittadino straniero

diritto d'asilo

diritti umani

Commissione dei diritti dell'uomo