ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05460

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 260 del 09/07/2014
Firmatari
Primo firmatario: FERRARESI VITTORIO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 09/07/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
SARTI GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 09/07/2014
SPADONI MARIA EDERA MOVIMENTO 5 STELLE 09/07/2014
MUCCI MARA MOVIMENTO 5 STELLE 09/07/2014
DALL'OSSO MATTEO MOVIMENTO 5 STELLE 09/07/2014
BERNINI PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE 09/07/2014
ZOLEZZI ALBERTO MOVIMENTO 5 STELLE 09/07/2014
DE ROSA MASSIMO FELICE MOVIMENTO 5 STELLE 09/07/2014
DELL'ORCO MICHELE MOVIMENTO 5 STELLE 09/07/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 09/07/2014
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-05460
presentato da
FERRARESI Vittorio
testo di
Mercoledì 9 luglio 2014, seduta n. 260

   FERRARESI, SARTI, SPADONI, MUCCI, DALL'OSSO, PAOLO BERNINI, ZOLEZZI, DE ROSA e DELL'ORCO. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:
   in seguito al grave evento sismico che nel maggio 2012 ha devastato parte del territorio dell'Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto, il presidente della regione Emilia Romagna, nonché commissario straordinario incaricato, ha istituito una commissione composta di autorevoli scienziati (International Commission on Hydrocarbon Exploration and Seismicity in the Emilia Region – ICHESE) a sua volta incaricata di valutare le possibili relazioni di concausa tra le attività estrattive di idrocarburi e l'accentuato aumento di sismicità dell'area; tale Commissione si è espressa nel febbraio 2014 con il «Report on the Hydrocarbon Exploration and Seismicity in Emilia Region»;
   nelle conclusioni del rapporto si legge, sintetizzando, che:
    «1. Esiste una correlazione statistica tra l'aumento della sismicità prima del 20 maggio 2012 e l'aumento dei parametri di produzione da aprile-maggio 2011. Quindi non può essere escluso che le azioni combinate di estrazione ed iniezione di fluidi in una regione tettonicamente attiva possano aver contribuito, aggiungendo un piccolissimo carico, alla attivazione di un sistema di faglie che aveva già accumulato un sensibile carico tettonico e che stava per raggiungere le condizioni necessarie a produrre un terremoto;
    2. L'attuale stato delle conoscenze e l'interpretazione di tutte le informazioni raccolte ed elaborate non permettono di escludere, ma neanche di provare, la possibilità che le azioni inerenti lo sfruttamento di idrocarburi nella concessione di Mirandola possano aver contribuito a «innescare» l'attività sismica del 2012 in Emilia;
    3. Pertanto sarebbe necessario avere almeno un quadro più completo possibile della dinamica dei fluidi nel serbatoio e nelle rocce circostanti al fine di costruire un modello fisico di supporto all'analisi statistica.
    4. L'implementazione di un Programma di Interazione e Comunicazione con la popolazione e gli amministratori locali ha una importanza critica perché venga acquisita fiducia nella gestione ottimale delle operazioni»;
   dopo la pubblicazione del rapporto, il Ministero dello sviluppo economico, nella persona del dirigente ingegnere Terlizzese, ha nominato una ulteriore commissione per sviluppare quanto raccomandato nelle conclusioni della commissione ICHESE;
   il Ministero dello sviluppo economico, la regione Emilia Romagna e le società Padana Energia s.p.a., il 17 aprile 2014, hanno firmato un «accordo di collaborazione relativo all'attività di monitoraggio e studio nella concessione Mirandola “Laboratorio Cavone”», dando seguito alle raccomandazioni del rapporto ICHESE;
   il giacimento Cavone occupa una parte di una articolata struttura anticlinalica nel sottosuolo di Novi, San Possidonio e Mirandola, in provincia di Modena, nell'area epicentrale dell'evento sismico del 29 maggio 2012; è entrato in produzione nel 1979 gestito da ENI; nel 1990 si estraevano 144 mila tonnellate annue di petrolio, nella prima decina di anni del 2000 la quantità di petrolio estratto era di circa 30.000 tonnellate all'anno, circa l'80 per cento in meno rispetto al picco precedente; nel 2010 il giacimento è stato ceduto a Padania Energia, società del gruppo Gas Plus;
   il sottosuolo interessato rappresenta una porzione di crosta deformata e sismicamente attiva composto da varie faglie le quali si sono riattivate a partire dal 20 maggio 2012;
   l'ultimo evento sismico significativo è avvenuto il 20 giugno 2014, di magnitudo 2.8, a profondità di 3.50 chilometri, con epicentro in località «Quaderlina», a metà strada tra Mirandola e la frazione di Fossa, dopo soli quattro giorni che erano terminate le iniezioni di fluidi nel pozzo «Cavone 14» nell'ambito delle prove avviate di monitoraggio e studio, a soli pochi chilometri di distanza;
   dal primo rapporto della sperimentazione pubblicato in rete (http://labcavone.it/it/) «Allegato al rapporto del 27 giugno 2014 – Risultati del Programma di Prove», si evince che: «l'iniezione d'acqua nel campo di Cavone non ha pressurizzato il sistema» ed anche che «la variazione di pressione interna del pozzo di reiniezione 14 non risulta significativa già nei pozzi vicini, e risulta praticamente nulla in corrispondenza dei pozzi più lontani e ai bordi del giacimento»;
   i dati dimostrerebbero che i fluidi iniettati nel pozzo 14 non causano modificazioni nei pozzi circostanti, quindi, si lascia intendere, che i fluidi nel sottosuolo non possono essersi dispersi fino ad attivare il primo terremoto del 20 maggio 2012, distante circa 20 chilometri;
   il quotidiano stampa Il Resto del Carlino edizione di Modena, qualche giorno dopo l'uscita di questi risultati, ha pubblicato una intervista alla dottoressa Fedora Quattrocchi, dirigente dell’ Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV) e scienziata di fama internazionale, circa le sperimentazioni al Cavone; la scienziata ha affermato che: «Sono pressoché inutili gli esperimenti al Cavone, non dicono niente del sisma del 2012», ha detto pure che: «Manca tutta la modellizzazione dinamica tridimensionale di flusso e trasporto reattivo geomeccanico sull'intero blocco crostale nel mezzo tra il Cavone 14 e la faglia che si attivò nel 2012»;
   è noto da anni che non vi è collegamento tra il pozzo «Cavone 14» e quelli circostanti dove non sono state registrate modificazioni in seguito al pompaggio di fluidi al suo interno durante la sperimentazione; lo riconferma una nota di ARPA sezione di Modena, del 5 luglio 2011, (prot. 2011/9905) «Considerazioni sulle prescrizioni del pozzo di reiniezione acque in unità geologica profonda – Cavone 14, prescrizione 6: “ulteriore conferma della scelta dell'unità geologica profonda per le sue caratteristiche di recettività e di non interferenza con il resto del giacimento è evidenziata dall'andamento erogativo dei pozzi limitrofi che non è stato interessato dall'attività di reiniezione in corso da circa tre decenni”»; era quindi noto che iniettando fluidi nel pozzo «Cavone 14» niente sarebbe stato registrato nei pozzi vicini;
   i pozzi attorno al pozzo 14 non circondano il pozzo di reiniezione 14, ma sono disposti su un allineamento lungo l'asse della struttura che è suddivisa in vari blocchi da diverse faglie e senza il modello strutturale del sottosuolo non è possibile addivenire ad alcuna considerazione scientificamente degna di nota;
   da più parti, sia da parte dei cittadini del territorio interessato dagli eventi sismici del maggio 2012, sia da parte di diverse personalità del mondo scientifico nazionale – come, secondo quanto risulta agli interroganti, il professor Franco Ortolani, professore di geologia presso l'Università Federico II di Napoli – si chiedono maggiori informazioni sugli studi in corso, in particolare di conoscere:
    1. la ricostruzione della struttura tridimensionale del giacimento Cavone e delle aree circostanti;
    2. l'ubicazione dei pozzi con sezioni geologiche parallele e perpendicolari alla struttura con sopra riportati i pozzi in scala e il loro uso;
    3. l'ubicazione in mappa e sezione degli ipocentri registrati prima e dopo e durante la crisi sismica del maggio 2012;
    4. il tipo di misure, e loro motivazione, effettuate nell'ambito della sperimentazione Cavone; durata e pressione delle iniezioni nel pozzo 14 e durata e pressione adottate prima del sisma;
    5. la sezione geologica attraverso il pozzo 14 e l'ipocentro del sisma del 20 giugno 2014;
    6. i rilievi idrogeologici ed idrogeochimici dell'area di sperimentazione Cavone mirati alla ricostruzione del contesto idrogeologico degli acquiferi compresi tra la struttura dove avviene la reiniezione e la superficie del suolo mirati alla ricostruzione del contesto idrogeologico del sottosuolo attraversato dai pozzi e alla definizione della geometria degli acquiferi e delle eventuali contaminazioni;
    7. la caratterizzazione chimica delle acque di giacimento e dei fluidi impiegati nelle reiniezioni;
    8. la caratterizzazione geomeccanica delle rocce attraversate fino a fondo pozzo;
   risulta agli interroganti che le reiniezioni di fluidi nel sottosuolo sono regolate come previsto dal decreto legislativo n. 152 del 2006, articolo 104, comma 3, e dalle norme tecniche riportate nell'allegato 5 della deliberazione del Comitato dei Ministri per la tutela delle acque dall'inquinamento del 4 febbraio 1977 – Criteri, metodologie e norme tecniche generali di cui all'articolo 2, lettere b), d) ed e), della legge 10 maggio 1976, n. 319, recante norme per la tutela delle acque dall'inquinamento;
   questa importante delibera individua una serie di requisiti generali per lo scarico di reflui nel suolo in merito alla immissione in unità geologiche profonde; la delibera recita: «In particolare deve essere accertata e debitamente documentata l'esistenza delle seguenti condizioni: – che trattasi di formazioni geologiche atte a ricevere gli effluenti, sicuramente isolate dalla superficie e dai serbatoi contenenti acqua dolce e/o altre risorse utili; – che dette formazioni siano situate in zone tettonicamente e sismicamente favorevoli»;
   il sottosuolo che ospita il giacimento Cavone è notoriamente interessato da faglie attive sismo genetiche, come dimostrato inequivocabilmente dagli eventi sismici del maggio 2012 e come riconosciuto anche dalla commissione ICHESE che definisce la regione «tettonicamente attiva»;
   il  principio di precauzione, sancito dall'articolo 191 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, impone di intervenire anche in assenza di una piena certezza scientifica e di prove sufficienti a dimostrare l'esistenza di un nesso causale tra l'esercizio di talune attività e gli effetti nocivi sull'ambiente e sul territorio (si veda ad esempio Corte di Giustizia, sentenza 5 maggio 1998, causa C-157/96, National Farmers’ Union e a., in Racc., 1998, I-2211 ss.) –:
   quali iniziative di competenza intenda adottare il Governo, nell'ambito delle proprie competenze, per:
    a) rendere disponibili, come evidenziato in premessa, i dati richiesti dai cittadini e dal mondo accademico;
    b) permettere di chiarire se sia possibile o meno escludere che il sisma del 20 giugno 2014, con profondità ipocentrale identica a quella del fondo foro ubicato a pochi chilometri distanza del pozzo «Cavone 14» sia stato indotto dalle iniezioni effettuate nel pozzo stesso, così come se vi sia correlazione con l'aumento della sismicità prima del 20 maggio 2012;
   se le iniezioni di acque di giacimento, nel sottosuolo del pozzo «Cavone 14», siano state eseguite nel rispetto della normativa che regola la tutela delle acque dall'inquinamento e se l'area descritta sia idonea tettonicamente e sismicamente per la reiniezioni di fluidi nel sottosuolo;
   se non si ritenga necessario adottare un'iniziativa che, nelle more dei lavori della Commissione incaricata, per le attività in terraferma e in relazione alle aree del territorio nazionale ad alto e medio rischio sismico, vieti il rilascio di nuovi titoli minerari e sospenda l'efficacia dei titoli in corso. (4-05460)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

protezione delle acque

sisma

Emilia-Romagna

inquinamento del suolo

impatto ambientale

inquinamento idrico

zona sinistrata