ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05289

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 252 del 25/06/2014
Firmatari
Primo firmatario: TOFALO ANGELO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 25/06/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GALLO LUIGI MOVIMENTO 5 STELLE 25/06/2014
D'UVA FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE 25/06/2014
COLONNESE VEGA MOVIMENTO 5 STELLE 25/06/2014
PARENTELA PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE 25/06/2014
L'ABBATE GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 25/06/2014
VACCA GIANLUCA MOVIMENTO 5 STELLE 25/06/2014
BRESCIA GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 25/06/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO delegato in data 25/06/2014
Stato iter:
19/02/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 19/02/2016
BIANCHI DORINA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (BENI, ATTIVITA' CULTURALI E TURISMO)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 14/01/2015

SOLLECITO IL 19/02/2015

SOLLECITO IL 21/09/2015

RISPOSTA PUBBLICATA IL 19/02/2016

CONCLUSO IL 19/02/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-05289
presentato da
TOFALO Angelo
testo di
Mercoledì 25 giugno 2014, seduta n. 252

   TOFALO, LUIGI GALLO, D'UVA, COLONNESE, PARENTELA, L'ABBATE, VACCA e BRESCIA. — Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo . — Per sapere – premesso che:
   l'interrogazione ha ad oggetto un sito che si trova a Bari Palese Macchie, in via Vittorio Veneto, accanto alla chiesa Stella Maris;
   l'interesse della zona è noto dal 1987, quando sulla spiaggia poco distante, fu rintracciato parte dell'abitato neolitico;
   la zona è sottoposta a vincolo archeologico, inclusa la villa e il giardino del sito in questione;
   l'intera struttura è stata acquistata da un magistrato, alcuni anni fa, con l'intenzione di costruirci delle villette a schiera. Essendo la zona sottoposta a vincolo, si è resa necessaria l'indagine preventiva;
   da subito è emersa l'eccezionalità del sito: imponenti strutture murarie a doppio paramento; pavimenti in lastrine di pietra, fornaci perfettamente conservate con il carico di vasi, sette delle sepolture della necropoli neolitica, una sepoltura con idolo femminile, frammenti di ceramica neolitica di tipo impressa a bande rosse;
   questo sito, inoltre, è stato indagato solo in minima parte. Tutto ciò che ancora nasconde rischia di non poter mai tornare alla luce;
   l'avvio dei lavori per la costruzione delle villette e la cancellazione definitiva di questo plesso di interesse culturale e storico, è stato autorizzato per l'11 luglio 2014.
   alla luce dei fatti esposti, cosa intenda fare il Ministro per tutelare questo patrimonio storico/culturale, minacciato dalla tombatura cementizia delle villette in prossima costruzione. (4-05289)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 19 febbraio 2016
nell'allegato B della seduta n. 573
4-05289
presentata da
TOFALO Angelo

  Risposta. — Si fa riferimento all'atto di sindacato ispettivo in esame, con il quale l'interrogante chiede cosa intenda fare questa amministrazione per tutelare un sito – in località Titolo, Bari Palese Macchie – sottoposto, secondo quanto riferito nell'interrogazione, a vincolo archeologico, interessato da lavori per la costruzione di villette a schiera.
  Al riguardo, si comunica quanto segue.
  Nel 2011, il comune di Bari, secondo le previsioni del piano urbanistico territoriale tematico/paesaggio della regione Puglia, recepite nel piano urbanistico generale, ha sottoposto alla soprintendenza un progetto, ricadente nella località in questione, per la realizzazione di civili abitazioni in area non gravata da vincoli culturali adottati sulla base del codice dei beni culturali e del paesaggio, coincidente con il giardino di una costruzione in stato di abbandono.
  Per quanto di propria competenza, la locale soprintendenza ha ritenuto necessaria la verifica preventiva del rischio archeologico dell'area in quanto posta in prossimità di un sito neolitico, vincolato con decreto ministeriale del 9 agosto 1989.
  Recependo l'indicazione del suddetto ufficio, i proprietari dell'area in parola hanno dichiarato la disponibilità a sostenere l'onere finanziario delle indagini archeologiche, da effettuarsi sotto la direzione della soprintendenza, facendo ricorso ad archeologi professionisti di provata esperienza e competenza. Tra il 2012 e il 2014, sono state effettuate 5 campagne di scavo con oneri sostenuti dai proprietari del terreno e, in parte residuale, dalla Soprintendenza, sia per le attività di scavo quanto soprattutto, per le attività di documentazione e studio del contesto.
  Le indagini archeologiche hanno consentito di individuare un'area di circa 800 metri quadrati nel settore nord-ovest, caratterizzata da depositi archeologici, e di escludere, invece, presenze antiche nel settore più meridionale del terreno. Il deposito archeologico è risultato caratterizzato dall'affioramento di strutture in terra e pietra, in precario stato di conservazione, e dei contestuali livelli di frequentazione risalenti al periodo neolitico, impostati sullo strato di terre rosse sterili a copertura della bancata calcarea. Tale area era stata interamente occupata in passato da un giardino, con residui di alberature e piantumazioni diverse, cisterne e canalizzazioni idriche a servizio del vecchio fabbricato, che avevano in alcuni punti già compromesso la stratigrafia del giacimento e intaccato le strutture antiche.
  Le operazioni di scavo hanno comportato l'esplorazione stratigrafica integrale del deposito archeologico e il recupero esaustivo e interamente documentato di quanto emerso, evidenziando 4 fasi principali di insediamento sovrapposte, tra VI e V millennio A.C. Si è proceduto quindi con l'asportazione con metodo stratigrafico, secondo metodologie previste dalla prassi della ricerca archeologica, di livelli e strutture per consentire lo scavo degli strati ad essi sottoposti.
  La complessità della stratigrafia, la presenza di superfetazioni moderne, di strati di crollo e accumuli di pietre molto consistenti, in uno con lo stato di conservazione piuttosto precario delle strutture costituite da terra e pietre, direttamente poggiate sul banco calcarenitico naturale, ha indotto a effettuare l'indagine fino al terreno vergine, al fine di individuare e verificare la presenza di stratigrafie più antiche e di comprendere la dinamica di sovrapposizione dei diversi livelli.
  Attraverso tale operazione conclusiva, infatti, alla base del deposito, a contatto con le terre rosse sterili, sono emersi importanti elementi di valutazione relativi alla fase più antica di impianto dell'insediamento (fasi-avanzate del neolitico antico), e nel contempo utili per la comprensione della tecnica costruttiva delle strutture e della preparazione del piano roccioso per l'alloggiamento delle stesse.
  Lo scavo ha comportato l'accurata raccolta e registrazione dei dati; la serie stratigrafica è stata, contestualmente agli scavi, oggetto di rilievi di insieme e di dettaglio, utilizzando anche la tecnica del rilievo 3d, in funzione di possibili ricostruzioni da effettuare solo dopo un accurato esame di tutta la documentazione. I reperti rinvenuti sono stati trasferiti presso il Centro operativo di Bari, dove sono state intraprese le operazioni di analisi, restauro e catalogazione.
  Sulla base dell'attività condotta e dell'analisi attenta del contesto, con particolare riferimento allo stato di conservazione dei resti strutturali, si è valutata l'impossibilità di musealizzazione del sito, data anche la particolare difficoltà di comprensione per un pubblico di non addetti ai lavori di quanto rinvenuto.
  Tale conclusione è stata confermata dagli esiti della verifica ispettiva disposta da questa amministrazione a seguito dell'esposto presentato il 27 febbraio 2015 dal presidente dell'associazione ecomuseale del nord barese. Il dirigente incaricato, dopo aver esaminati i luoghi e la documentazione tecnica inerente alle indagini archeologiche effettuate, verificati gli atti amministrativi, ricostruiti i fatti e sentiti il soprintendente e il funzionario archeologo responsabile di zona, ha concluso di non aver «individuato irregolarità né nel rilascio dell'autorizzazione, né nella conduzione delle indagini», ravvisando come nel procedimento e nel nulla osta conclusivo sia stato di fatto applicato dalla Soprintendenza l'articolo 96 del codice degli appalti concernente la procedura di verifica preventiva dell'interesse archeologico, nella fattispecie sia del comma 1, lettera
a), punto 3 (saggi archeologici tali da assicurare una sufficiente campionatura dell'area interessata dai lavori), sia dal citato comma 2, lettera a) «contesti in cui lo scavo stratigrafico esaurisce direttamente l'esigenza di tutela».
La Sottosegretaria di Stato per i beni e le attività culturali e il turismoDorina Bianchi.

Classificazione EUROVOC:
GEO-POLITICO:

BARI - Prov,PUGLIA

EUROVOC :

patrimonio culturale

protezione del patrimonio