ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05065

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 241 del 09/06/2014
Ex numero atto
Precedente numero assegnato: 5/02096
Firmatari
Primo firmatario: MARZANA MARIA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 09/06/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GRILLO GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 09/06/2014
DAGA FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE 09/06/2014
TERZONI PATRIZIA MOVIMENTO 5 STELLE 09/06/2014
ZOLEZZI ALBERTO MOVIMENTO 5 STELLE 09/06/2014
LOREFICE MARIALUCIA MOVIMENTO 5 STELLE 09/06/2014
DI VITA GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 09/06/2014
CANCELLERI AZZURRA PIA MARIA MOVIMENTO 5 STELLE 09/06/2014
VILLAROSA ALESSIO MATTIA MOVIMENTO 5 STELLE 09/06/2014
LUPO LOREDANA MOVIMENTO 5 STELLE 09/06/2014
BUSTO MIRKO MOVIMENTO 5 STELLE 09/06/2014
RIZZO GIANLUCA MOVIMENTO 5 STELLE 09/06/2014
CURRO' TOMMASO MOVIMENTO 5 STELLE 09/06/2014
DI BENEDETTO CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 09/06/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 09/06/2014
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

SOLLECITO IL 08/01/2015

SOLLECITO IL 30/09/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-05065
presentato da
MARZANA Maria
testo di
Lunedì 9 giugno 2014, seduta n. 241

   MARZANA, GRILLO, DAGA, TERZONI, ZOLEZZI, LOREFICE, DI VITA, CANCELLERI, VILLAROSA, LUPO, BUSTO, RIZZO, CURRÒ e DI BENEDETTO. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
   la tutela dell'ambiente è riconosciuta dal secondo comma dell'articolo 9 della Costituzione, secondo cui la Repubblica «tutela il paesaggio», mentre la disciplina contenuta nell'articolo 32 della Costituzione tutela la salute come diritto fondamentale dell'individuo e della collettività;
   nonostante queste tutele, la gestione dei rifiuti in Sicilia è diventata un'emergenza infinita, ma anche la situazione delle discariche dismesse è preoccupante, proprio a causa della grande quantità di rifiuti convogliati nel corso degli anni, spesso in assenza di adeguata protezione e controllo;
   orbene, nel comune di Noto (SR), in contrada Bommiscuro, in territorio contiguo al Comune di Rosolini (SR), ad una quota di 80 metri sul livello del mare, con una pendenza di 6 gradi circa, con inclinazione verso la Saia Baroni, normalmente utilizzata per fini irrigui, è ubicata una discarica dove sarebbero stati sversati, ed illecitamente interrati, rifiuti speciali altamente tossici e nocivi per la salute pubblica, declassati in rifiuti ordinari, provenienti anche dalla zona industriale del petrolchimico di Priolo-Melilli-Augusta;
   la base della discarica presenta un'alta permeabilità per fessurazione poiché risulta impostata su di un terreno marnoso con strati calcarei molto fratturati, costituenti il tetto della falda; l'area della predetta discarica risultava gestita e di proprietà della ditta BODEIN srl, allo stato in fallimento, la cui gestione a far data dal 3 agosto 1995, è passata alla ditta SBI, Smaltimento bonifiche industriali srl;
   in data 18 settembre 1992 viene disposto il sequestro della discarica e i periti d'ufficio nominati dal pubblico ministero della procura della Repubblica presso la Pretura Circondariale di Siracusa (procedimento penale n. 9116/92), nella perizia da loro redatta, evidenziavano: «Lo stato dei luoghi (...) è sicuramente difforme dalle condizioni di progetto (...). Infatti l'area interessata allo smaltimento dei rifiuti presenta: una quota di gran lunga superiore (...) con quanto progettato dalla stessa BODEIN sin dal 1986; un sistema di intercettazione delle acque “defluenti” dal corpo della discarica assolutamente non idoneo (...) la presenza di evidenti fenomeni di ruscellamento con conseguente spandimento di materiale della discarica sia in direzione del varco di accesso, sia nel vicino uliveto. La tecnica di smaltimento adottata per la posa dei rifiuti (...) sicuramente difforme (...)»; per quanto attiene ai volumi di rifiuti presenti in discarica: «Il valore totale stimato è (...) superiore alla capacità autorizzata»;
   nel triennio 2000/2002 a seguito del riscontro di un alto tasso di mortalità causata da tumori nella popolazione del comune di Rosolini, presumibilmente riconducibile all'inquinamento delle falde acquifere della Saia Baroni utilizzata per l'agricoltura, dai reflui provenienti dalla discarica in questione, il sindaco di Rosolini, pro tempore, con delibera della giunta comunale n. 316/2 e successiva integrazione istituì una «Commissione di studio per indagine sul problema malattie tumorali nel territorio comunale»;
   l'indagine della commissione ha prodotto un elenco di 139 soggetti deceduti per tumore nel territorio comunale, evidenziando una maggiore mortalità per tumori nel sesso maschile (anni 2000/02 numero di morti attese 66,69 – numero di morti rilevati 98) e che interessa maggiormente tumori del polmone (numero di morti attese 17,15 – numero di morti rilevati 32) e del colon retto (numero di morti attese 6,90 – rilevati 17);
   cosicché, sulla scorta dei risultati prodotti dalla (Commissione si avviò un secondo procedimento penale nei confronti dei proprietari della discarica, accusati di aver conferito in concorso tra loro rifiuti tossici e nocivi non compatibili con la tipologia « 2B» e cagionanti l'inquinamento delle acque attigue;
   nel corso del dibattimento del suddetto procedimento pendente avanti la corte di assise di Siracusa, ove la provincia regionale ed i comuni di Rosolini e Noto si sono costituiti parte civile, è emerso che la discarica continua a produrre percolato che si spande nei terreni circostanti, coltivati ad ortofrutta, con ulteriore pericolo di infiltrazioni e avvelenamento per la falda acquifera ed il torrente Passo Corrado;
   difatti, da un decennio a questa parte, Rosolini presenta un tasso di mortalità per tumore decisamente superiore alle medie provinciali, regionali e nazionali, la discarica rimane ancora luogo da cui le sostanze inquinanti altamente nocive si diffondono nell'ambiente circostante: i rilievi compiuti dall'autorità giudiziaria sui luoghi hanno rivelato l'avvelenamento delle acque di un laghetto attiguo alla discarica, risultate avvelenate dalla presenza di mercurio, nonché di cloruri e fosfati di gran lunga superiori ai parametri di legge, dei pozzi circostanti l'area interessata, nonché della faglia superficiale contaminata da idrocarburi policiclici aromatici;
   le indagini e i relativi procedimenti penali avrebbero dovuto portare ad immediati interventi di messa in sicurezza, in vista dell'approvazione di un piano di caratterizzazione e bonifica, invece, ad oggi, quel sito, rinominato «discarica dei veleni», non risulta ancora bonificato, nonostante l'area in questione figurerebbe nel piano regionale bonifiche redatto dall'Ufficio del commissario delegato per l'emergenza rifiuti e per la tutela delle acque in Sicilia, con alta priorità di intervento;
   con decreto del Presidente della Repubblica 17 gennaio 1995 è stato approvato il «Piano di disinquinamento per il risanamento del territorio della provincia di Siracusa-Sicilia Orientale»;
   la legge 9 dicembre 1998, n. 426, «Nuovi interventi in campo ambientale», all'articolo 1, disciplina la realizzazione di interventi di bonifica e ripristino ambientale dei siti inquinati, anche in caso di loro dismissione;
   anche, il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, all'articolo 250, è molto chiaro: «Qualora i soggetti responsabili della contaminazione non provvedano direttamente agli adempimenti disposti dal presente titolo ovvero non siano individuabili e non provvedano né il proprietario del sito né altri soggetti interessati, le procedure e gli interventi [...] sono realizzati d'ufficio dal comune territorialmente competente e, ove questo non provveda, dalla regione, secondo l'ordine di priorità fissati dal piano regionale per la bonifica delle aree inquinate [...]. Al fine di anticipare le somme per i predetti interventi le regioni possono istituire appositi fondi nell'ambito delle proprie disponibilità di bilanci»;
   l'articolo 20 della legge 23 marzo 2001, n. 93, ha stanziato complessivi euro 934.967,59 per la realizzazione di una mappatura completa della presenza di amianto sul territorio nazionale nonché per la realizzazione degli interventi di bonifica urgente; il decreto ministeriale n. 101 del 2003, articolo 3, prevede, inoltre, che i risultati della mappatura siano organizzati avvalendosi di sistemi informativi territoriali e trasmessi annualmente, entro il 30 giugno, dalle regioni al Ministero dell'ambiente e tutela del territorio e del mare, eppure la regione siciliana e la Calabria non hanno trasmesso alcun dato –:
   se ritengano possibile assumere iniziative, anche normative, per sostenere l'ente locale e la regione siciliana qualora, con proprie risorse, intervengano per la bonifica dell'area citata in premessa, prevedendo l'allentamento degli obblighi del patto di stabilità interno;
   se, in riferimento al decreto ministeriale n. 101 del 2003, non intendano richiamare le regioni che non hanno trasmesso alcun dato e contestualmente esigere informazioni di dettaglio sui finanziamenti pubblici utilizzati;
   se non reputino opportuno promuovere, d'intesa con gli enti territoriali competenti, linee guida, per una continua ed effettiva sorveglianza e monitoraggio del territorio;
   quali iniziative intendano promuovere al fine di sensibilizzare la popolazione, a cominciare dall'ambiente scolastico, sulla corretta gestione dei rifiuti e sui danni provocati alla salute pubblica dalla contaminazione del suolo e dell'aria. (4-05065)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

deposito dei rifiuti

protezione dell'ambiente

risanamento

inquinamento idrico

Sicilia

inquinamento del suolo

protezione delle acque