ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04996

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 238 del 03/06/2014
Firmatari
Primo firmatario: PANNARALE ANNALISA
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 03/06/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DURANTI DONATELLA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 03/06/2014
COSTANTINO CELESTE SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 03/06/2014
MELILLA GIANNI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 03/06/2014
RICCIATTI LARA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 03/06/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 03/06/2014
Stato iter:
22/06/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 22/06/2017
ORLANDO ANDREA MINISTRO - (GIUSTIZIA)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 22/06/2017

CONCLUSO IL 22/06/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-04996
presentato da
PANNARALE Annalisa
testo di
Martedì 3 giugno 2014, seduta n. 238

   PANNARALE, DURANTI, COSTANTINO, MELILLA e RICCIATTI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
   da notizie stampa, si apprende del decesso di un detenuto nel carcere di Bari, avvenuto in data 28 maggio 2014;
   questi era ristretto nell'istituto di pena in attesa di giudizio per reati contro il patrimonio e la persona;
   il detenuto ventinovenne, pur non versando in condizioni di salute fisiche e mentali tali da far presagire un evento così tragico, si sarebbe suicidato, impiccandosi;
   tale evento critico si è verificato lo stesso giorno in cui è scaduta la moratoria della Corte europea, che poco più di un anno fa ha condannato l'Italia, per l'ennesima volta, a causa del mancato rispetto delle norme della Convenzione europea per i diritti dell'uomo in tema di divieto di trattamenti inumani e degradanti, e che si appresta a valutare se i provvedimenti italiani siano sufficienti a scongiurare ulteriori e numerose condanne;
   secondo una nota del Cosp (Coordinamento sindacale penitenziario), dall'inizio dell'anno, per quanto attiene alla popolazione carceraria, sarebbero sei i suicidi avvenuti in Italia e otto i tentativi di suicidio sventati;
   inoltre, da una nota del Sappe (Sindacato autonomo polizia penitenziaria) si apprende che negli ultimi tre anni, si sarebbero tolti la vita circa 190 detenuti (49 solo nel 2013) e più di 30 poliziotti penitenziari –:
   di quali informazioni disponga il Ministro circa l'evento drammatico citato in premessa, e se in qualche modo potesse essere evitato;
   quali elementi possa fornire circa l'idoneità delle strutture sanitarie del carcere di Bari a garantire adeguate cure alla popolazione penitenziaria, anche e soprattutto a seguito del trasferimento al Servizio sanitario nazionale (e quindi alle asl di competenza locale) dell'assistenza sanitaria negli istituti penitenziari (decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 1o aprile 2008, pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 30maggio 2008);
   più in generale, rispetto ai rilievi della Corte europea nei confronti del nostro Paese (sentenza «Torreggiani»), quali siano state le iniziative intraprese per migliorare le condizioni di vivibilità all'interno delle carceri e per scongiurare il ripetersi di tragici episodi, quale quello citato in premessa. (4-04996)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 22 giugno 2017
nell'allegato B della seduta n. 819
4-04996
presentata da
PANNARALE Annalisa

  Risposta. — Con l'atto di sindacato ispettivo in esame, l'interrogante segnala la vicenda di Alessandro Simone, deceduto il 28 maggio 2014, mentre si trovava detenuto preso l'istituto penitenziario di Bari, per suicidio.
  L'argomento rappresenta, evidentemente, un tema di estrema delicatezza, su cui è concentrato il massimo impegno da parte del ministero.
  Quanto allo specifico caso, il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, che ha disposto accertamenti ispettivi, non ha rilevato «specifiche responsabilità da parte degli operatori penitenziari in servizio presso la Casa Circondariale di Bari in ordine al decesso» di Alessandro Simone.
  Secondo quanto riferito, il detenuto, sin dall'ingresso in carcere, era stato preso in carico dai servizi di supporto psicologico e psichiatrico e sottoposto al regime di «grande sorveglianza».
  Nel corso del periodo di detenzione – ha rilevato l'amministrazione penitenziaria – Alessandro Simone aveva posto in essere, oltre ad atti di violenza verso terzi, anche gesti di autolesionismo, qualificati dagli specialisti, anche sulla scorta di quanto dichiarato dallo stesso detenuto, come atti dimostrativi funzionali ad ottenere il ricovero in un reparto ospedaliero.
  L'osservazione multidisciplinare costante e la collocazione del detenuto presso una cella, posta nelle immediate vicinanze del corpo di guardia, in compagnia di altri detenuti ad uno dei quali era stato affidato un ruolo di ausilio e controllo, non avevano, purtroppo, impedito l'evento del 28 maggio 2014.
  Secondo quanto riferito dalla competente articolazione ministeriale, il detenuto era stato tempestivamente soccorso dal personale di polizia penitenziaria e da quello medico in servizio nell'istituto che, dopo avere praticato gli interventi rianimatori di rito, ne aveva dovuto constatare il decesso.
  Escludendo, all'esito dell'inchiesta amministrativa, profili di responsabilità disciplinare, il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha, altresì, rappresentato che la procura della Repubblica presso il tribunale di Bari ha avanzato, il 3 maggio 2016, richiesta di archiviazione del procedimento penale relativo al decesso di Alessandro Simone.
  Quanto all'idoneità della struttura di Bari a garantire adeguate cure alla popolazione detenuta, il medesimo dipartimento ha rilevato che «all'interno dell'istituto insiste un Centro Clinico ed è, inoltre, assicurata l'assistenza medica con la presenza di professionisti in 15 branche specialistiche».
  Il fenomeno, di cui il caso di Alessandro Simone rappresenta triste manifestazione, è alla mia costante attenzione, e mi vede direttamente impegnato in ogni iniziativa, necessaria ed utile, alla prevenzione del rischio di gesti di autolesionismo in ambiente carcerario.
  Finalità alla cui attuazione certamente concorre l'istituzione e la nomina, con decreto del Presidente della Repubblica del 1o febbraio 2016 e decreto del Presidente della Repubblica del 3 marzo 2016, del garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale.
  Nella consapevolezza della drammaticità di ogni atto di autolesionismo, occorre osservare, sotto il profilo statistico, che a partire dal 2013 il numero di suicidi all'interno degli istituti penitenziari ha avuto un sensibile decremento.
  Tra il 2009 e il 2012, infatti, il numero di casi è stato sempre annualmente superiore a 55, con un picco di 63 nel 2011, mentre pari a 45 e 46 sono stati gli eventi degli anni 2007 e 2008.
  Grazie al miglioramento della situazione nei nostri penitenziari, il numero si è ridotto in maniera significativa, registrandosi 42 casi di suicidio nel 2013, 43 nel 2014, 39 nel 2015, 39 nel 2016 e 10 sino al 28 febbraio 2017.
  Sul piano comparativo, poi, l'Italia, secondo le statistiche ufficiali del Consiglio d'Europa, registra uno dei tassi più bassi di casi di suicidio. Nell'ultima rilevazione del 2013, si registra un tasso di 6,5 su 10.000 casi in Italia, di 12,4 in Francia, di 7,4 in Germania, di 8,9 nel Regno Unito.
  I dati restano, in ogni caso, allarmanti e impongono un eccezionale sforzo dell'amministrazione penitenziaria, cui è demandata l'attuazione dei modelli di trattamento necessari alla prevenzione di ogni pericolo.
  Nella delineata prospettiva e alla luce delle analisi e delle riflessioni svolte nell'ambito degli stati generali dell'esecuzione della pena, il 3 maggio 2016 ho adottato una specifica «Direttiva sulla prevenzione dei suicidi», indirizzata al capo del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, prescrivendo la predisposizione di un organico piano d'intervento per la prevenzione del rischio di suicidio delle persone detenute o internate, il puntuale monitoraggio delle iniziative assunte per darvi attuazione e la raccolta e la pubblicazione dei dati relativi al fenomeno.
  In attuazione della direttiva, il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha predisposto un «Piano Nazionale per la prevenzione delle condotte suicidiarie in ambito penitenziario», cui hanno fatto seguito circolari attuative trasmesse ai provveditorati regionali.
  Le misure adottate dall'amministrazione penitenziaria attengono alla formazione specifica del personale, alla raccolta ed elaborazione dei dati ed all'aggiornamento progressivo dei piani di prevenzione. Sono state, inoltre, impartite istruzioni ai provveditorati regionali ed alle direzioni penitenziarie per la conclusione di intese con regioni e servizi sanitari locali, al fine di intensificare gli interventi di diagnosi e cura, nonché l'attuazione di misure di osservazione e rilevazione del rischio.
  L'amministrazione ha anche operato sul piano dell'organizzazione degli spazi e della vita penitenziaria, con incentivazione di forme di controllo dinamico volte a limitare alle ore notturne la permanenza nelle celle, in modo da rendere agevole l'osservazione della persona in ambiente comune e ridurre le condizioni di isolamento. Allo stesso scopo, sono state adottate misure volte a facilitare, anche attraverso l'accesso protetto ad internet, i contatti con i familiari.
  Il 3 marzo 2017, inoltre, si è svolta presso il Ministero della giustizia una riunione nel corso della quale ho incontrato, con il capo di gabinetto, tutti i referenti centrali e periferici dell'amministrazione penitenziaria, al fine di fare il punto sulle modalità di esecuzione, al livello locale prossimo agli istituti penitenziari, delle disposizioni contenute nella direttiva sulla prevenzione dei suicidi e sollecitarne, ove necessario, la completa e rapida attuazione. Sono state, inoltre, programmate attività di monitoraggio e verifica periodica degli interventi di prevenzione delineati, attività che saranno svolte istituto per istituto.
  Con la riunione del 3 marzo 2017 si è dato l'avvio ad un tavolo in convocazione permanente, che esaminerà costantemente i dati relativi allo stato di attuazione della direttiva che ogni referente è tenuto a raccogliere ed a trasmettere attraverso apposito monitoraggio. Le successive riunioni del tavolo, a partire dalla prima, si svolgono con stringente cadenza periodica.
  Il tema è stato, inoltre, affrontato anche nella riunione con i referenti dei tavoli tematici degli stati generali dell'esecuzione penale che, nell'ambito delle attività di monitoraggio dell'attuazione delle linee di intervento ivi declinate, si è tenuta il 22 marzo 2017.
  Relativamente alle condizioni detentive in ambito nazionale, infine, occorre evidenziare che la situazione sta progressivamente migliorando grazie ad un impegno politico intenso e costante, che è stato articolato in contestuali interventi di carattere normativo, organizzativo e di edilizia penitenziaria.
  Il riconoscimento a livello europeo dei risultati raggiunti dall'Italia nel settore del sovraffollamento carcerario, diminuito in maniera sensibile e non episodica, rappresenta la conferma della bontà del percorso intrapreso.
  L'azione sin qui svolta risulterà, infine, ulteriormente rafforzata dalle misure contenute nella riforma dell'ordinamento penitenziario, appena approvata dal Senato, che permetterà di introdurre strumenti adeguati per garantire una funzione davvero recuperatoria e risocializzante, in chiave costituzionalmente orientata, all'esecuzione penale.
Il Ministro della giustiziaAndrea Orlando.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

suicidio

diritti umani

stabilimento penitenziario

detenuto