ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04878

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 231 del 19/05/2014
Firmatari
Primo firmatario: MELONI GIORGIA
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE
Data firma: 19/05/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
RAMPELLI FABIO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 19/05/2014
CIRIELLI EDMONDO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 19/05/2014
CORSARO MASSIMO ENRICO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 19/05/2014
LA RUSSA IGNAZIO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 19/05/2014
MAIETTA PASQUALE FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 19/05/2014
NASTRI GAETANO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 19/05/2014
TAGLIALATELA MARCELLO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 19/05/2014
TOTARO ACHILLE FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 19/05/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 19/05/2014
Stato iter:
24/11/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 24/11/2014
MARTINA MAURIZIO MINISTRO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 14/11/2014

RISPOSTA PUBBLICATA IL 24/11/2014

CONCLUSO IL 24/11/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-04878
presentato da
MELONI Giorgia
testo di
Lunedì 19 maggio 2014, seduta n. 231

   GIORGIA MELONI, RAMPELLI, CIRIELLI, CORSARO, LA RUSSA, MAIETTA, NASTRI, TAGLIALATELA e TOTARO. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali . — Per sapere – premesso che:
   l'accordo commerciale con il Marocco approvato dal Parlamento europeo il 16 febbraio 2012, prevede l'aumento delle quote di scambio per una serie di prodotti che potranno essere importati a tariffe doganali basse o pari a zero rappresenta una tappa verso un accordo di libero scambio;
   in particolare, l'accordo eliminerà immediatamente il 55 per cento delle tariffe doganali sui prodotti agricoli e di pesca marocchini (dal 33 per cento attuale) e il 70 per cento delle tariffe sui prodotti agricoli e di pesca dell'Unione europea in 10 anni (rispetto all'1 per cento attuale);
   il testo prevede, comunque, una serie di misure di salvaguardia, tra le quali la possibilità di un aumento moderato delle quote di scambio su alcuni prodotti considerati sensibili, la previsione della variabilità delle quote di scambio in base alla stagione per evitare distorsioni sul mercato Unione europea e l'obbligo dei prodotti marocchini di rispettare gli standard sanitari europei;
   la questione degli accordi commerciali tra l'Unione europea ed il Marocco dura ormai da alcuni anni, e già nel recente passato i produttori spagnoli e quelli italiani hanno energicamente contestato tali accordi, che, visti in un ottica più ampia, vanno nella direzione di «più commodities marocchine in Europa in cambio di esportazione di macchine e servizi dall'Europa al paese magrebino»;
   l'accordo commerciale comporta forti criticità soprattutto con riferimento al settore ortofrutticolo del nostro Paese, danneggiando i produttori italiani ed in particolare quelli siciliani;
   ad oggi, tenendo conto dei volumi commercializzati, i prodotti marocchini che più di altri esercitano un impatto negativo sulla produzione ortofrutticola italiana sono il pomodoro da mensa e le arance;
   con riferimento al pomodoro da mensa, ad esempio, il calendario di commercializzazione del prodotto coincide con quello dei produttori siciliani e, di conseguenza, i principali mercati all'ingrosso italiani segnalano la presenza di prodotto marocchino, sempre nello stesso periodo, a prezzi molto più bassi di quelli riscontrati per il prodotto nazionale;
   l'aggressività delle politiche commerciali degli esportatori marocchini ha forti ripercussioni, in quanto un'offerta di prodotto estero a bassi livelli di prezzo tira giù anche il prezzo del prodotto made in Italy;
   il nuovo accordo commerciale tra Marocco e Unione europea determinerà un'ulteriore perdita di competitività del nostro prodotto sui mercati dei Paesi nordeuropei quali Germania, Austria e Regno Unito;
   a tali problematiche si aggiunge il fatto che all'atto dell'immissione dei prodotti marocchini nel nostro mercato, essi non vengono sottoposti a sufficienti controlli, essendo tale procedura eseguita esclusivamente con il metodo «a campione», e perciò non esiste un compiuto riscontro della loro rispondenza ai nostri parametri di sicurezza sanitaria –:
   quali opportuni provvedimenti intendano assumere con riferimento alle problematiche esposte in premessa al fine di tutelare sia la produzione ortofrutticola nazionale, sia la salute dei consumatori. (4-04878)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Lunedì 24 novembre 2014
nell'allegato B della seduta n. 337
4-04878
presentata da
MELONI Giorgia

  Risposta. — In relazione all'interrogazione in esame, riguardante alcune problematiche mercantili consequenziali all'applicazione dell'accordo commerciale Unione europea e Marocco nel settore ortofrutticolo, riferisco quanto segue.
  Premetto che la tematica sollevata dagli interroganti è conosciuta e seguita con attenzione dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, nell'ottica di tutelare il settore ortofrutticolo nazionale.
  Ciò premesso, in ordine all'evoluzione degli scambi commerciali di prodotti ortofrutticoli tra Marocco e Unione europea, dopo l'accordo siglato nel 2012, faccio presente che la Commissione europea, continuamente, effettua, anche su pressione dell'Italia, il monitoraggio necessario a verificare il rispetto del suddetto accordo commerciale, in particolare per quanto riguarda le importazioni di pomodoro, prodotto maggiormente interessato dalla liberalizzazione degli scambi.
  Sottolineo che la quasi totalità del pomodoro di origine marocchina viene sdoganato in Francia presso il mercato di Perpignan e da lì prosegue per le destinazioni del Centro e Nord Europa. Gli esiti del monitoraggio sono puntualmente comunicati agli Stati membri e dall'analisi delle informazioni finora ricevute risulta che, nel corso del 2013 e dei primi mesi del 2014, le importazioni sono avvenute nei limiti dei contingenti mensili fissati e che le quote addizionali sono state minime.
  In Italia le importazioni di pomodoro di origine marocchina sono poco rilevanti, tanto che gli effetti della concorrenza di tale prodotto sull'attività delle nostre aziende si avvertono principalmente sui mercati del Centro-Nord Europa, ove risulta necessario sostenere la competitività della filiera italiana.
  A tal proposito, ricordo che il regolamento (CE) n. 1234 del 2007 ed il regolamento (UE) n. 1308 del 2013 stabiliscono che i prodotti ortofrutticoli freschi, per poter essere commercializzati, devono essere di qualità sana, leale, mercantile e dotati di un'apposita indicazione del Paese di origine.
  L'applicazione di dette norme presuppone l'istituzione di un sistema di controlli effettuati sulla base di una analisi del rischio in tutte le fasi della commercializzazione, salvo per alcuni prodotti minori, che sono appositamente esentati.
  A livello nazionale, il tutto è disciplinato dal decreto ministeriale 3 agosto 2011, n. 5462 recante «Disposizioni nazionali in materia di controlli di conformità alle norme di commercializzazione applicabili nel settore degli ortofrutticoli freschi e delle banane, in attuazione del regolamento (CE) n. 1234 del 2007 del Consiglio e del regolamento (UE) di esecuzione n. 543 del 2011 della Commissione» e dalla circolare Agea Aciu n. 695 del 14 novembre 2011.
  Per quanto precede, un valido strumento per affrontare le questioni sopra esposte, può essere rappresentato dall'incentivazione dell'associazionismo nell'ambito dell'Organizzazione comune dei mercati (Ocm), attraverso il finanziamento di programmi di attività realizzati da organizzazioni di produttori ortofrutticoli riconosciute.
  Segnalo, infine, che nel settore ortofrutticolo, la normativa nazionale di applicazione dell'Ocm ha previsto il finanziamento di molteplici interventi a sostegno dei comparti sopra citati, comprese specifiche misure per prevenire ed affrontare situazioni di crisi. Inoltre l'Italia si è avvalsa della facoltà, prevista dallo stesso regolamento sull'Ocm, di erogare un aiuto nazionale aggiuntivo a quello europeo, a favore delle regioni dove il tasso di associazionismo è ancora basso, come la regione Sicilia, che beneficia di tale misura sin dal 2008.
Il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestaliMaurizio Martina.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

prodotto agricolo

orticoltura

accordo commerciale