ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04854

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 230 del 16/05/2014
Firmatari
Primo firmatario: REALACCI ERMETE
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 16/05/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PIAZZONI ILEANA CATHIA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 16/05/2014
CHAOUKI KHALID PARTITO DEMOCRATICO 16/05/2014
PILOZZI NAZZARENO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 16/05/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 16/05/2014
Stato iter:
03/08/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 03/08/2016
CASSANO MASSIMO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 05/06/2014

SOLLECITO IL 02/07/2014

SOLLECITO IL 01/08/2014

SOLLECITO IL 01/09/2014

SOLLECITO IL 03/10/2014

SOLLECITO IL 05/11/2014

SOLLECITO IL 05/12/2014

SOLLECITO IL 08/01/2015

SOLLECITO IL 02/02/2015

SOLLECITO IL 05/03/2015

SOLLECITO IL 01/04/2015

SOLLECITO IL 05/05/2015

SOLLECITO IL 11/06/2015

SOLLECITO IL 09/07/2015

SOLLECITO IL 03/08/2015

SOLLECITO IL 07/09/2015

SOLLECITO IL 01/10/2015

SOLLECITO IL 02/11/2015

SOLLECITO IL 01/12/2015

SOLLECITO IL 11/01/2016

SOLLECITO IL 03/02/2016

SOLLECITO IL 03/03/2016

SOLLECITO IL 04/04/2016

SOLLECITO IL 02/05/2016

SOLLECITO IL 01/06/2016

SOLLECITO IL 04/07/2016

SOLLECITO IL 01/08/2016

RISPOSTA PUBBLICATA IL 03/08/2016

CONCLUSO IL 03/08/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-04854
presentato da
REALACCI Ermete
testo di
Venerdì 16 maggio 2014, seduta n. 230

   REALACCI, PIAZZONI, CHAOUKI e PILOZZI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
   da un articolo de Il Manifesto pubblicato il 16 maggio 2014, ripreso poi dalle pagine online di numerosi quotidiani nazionali, come La Repubblica, si apprende che gli appartenenti alla numerosa comunità indiana dei Sikh impiegati in nero o con contratti stagionali nel lavoro agricolo dell'area pontina verrebbero «dopati» per non sentire fatica e dolore, ovvero per lavorare di più;
   a denunciare lo sfruttamento è infatti un dossier della onlus «InMigrazione», che ha intervistato i braccianti indiani della zona agricola in provincia di Latina. Quella dell'agro pontino è infatti la seconda comunità sikh d'Italia, dopo Novellara (RE). La richiesta di forza-lavoro non qualificata da impiegare come braccianti nella coltivazione delle campagne ha incentivato la migrazione e convinto molti sikh a stabilizzarsi nelle provincia di Latina. Secondo le stime della Cgil, la comunità arriva a contare ufficialmente circa 12 mila persone, anche se è immaginabile un numero complessivo di 30 mila presenze;
   sarebbe stato messo poi in atto un vero e proprio mercato nero di oppiacei e anfetamine, al costo di 10 euro a dose, magari da mescolare al «Chai» il tè dei Sikh; ciò caratterizza un'altra barbara declinazione della già nota schiavitù messa in atto da «caporali» e «padroncini» senza scrupoli;
   quotidianamente nell'agro pontino un esercito silenzioso di uomini si reca a lavorare nei campi, spesso tutti i giorni della settimana e senza pause. Raccolta manuale di ortaggi, semina e piantumazione per 12 ore al giorno filate sotto il sole, chiamando «padrone» il datore di lavoro, subendo vessazioni e violenze di ogni tipo, irrorando nocivi agro-farmaci senza alcuna protezione. Quattro euro l'ora nel migliore dei casi, con pagamenti che ritardano mesi, a volte mai erogati, violenze e percosse, incidenti sul lavoro mai denunciati e «allontanamenti» facili per chi tenta di reagire;
   il fenomeno del caporalato e dello sfruttamento dei lavoratori in agricoltura è purtroppo una piaga storica dura da estirpare nel nostro Paese. Primariamente ha interessato i nostri connazionali e negli ultimi tre decenni gli immigrati regolari e non –:
   se i Ministri interrogati siano a conoscenza della terribile vicenda sopraddetta e se essa corrisponda al vero;
   quali iniziative urgenti di polizia e di controllo delle condizioni di lavoro nella provincia di Latina, anche per tramite dell'ispettorato provinciale del lavoro, dotato di opportune risorse umane per la verifica, intendano mettere in atto al fine di spezzare questa forma criminale di schiavitù, che non onora l'Italia e le numerose produzioni agroalimentari di qualità della provincia pontina. (4-04854)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 4 agosto 2016
nell'allegato B della seduta n. 667
4-04854
presentata da
REALACCI Ermete

  Risposta. — In riferimento all'atto parlamentare in esame, con il quale si richiama l'attenzione del Governo sui fenomeni del caporalato e dello sfruttamento dei lavoratori in agricoltura, con specifico riferimento alla provincia di Latina, anche sulla base delle informazioni fornite dal Ministero dell'interno, si rappresenta quanto segue.
  In via preliminare, occorre evidenziare che il Governo, insieme al Parlamento, è fortemente impegnato a contrastare questo deplorevole fenomeno, anche attraverso il coinvolgimento delle istituzioni nazionali e territoriali, delle associazioni di categoria, nonché delle organizzazioni sindacali e dei cittadini stessi.
  Più in particolare, per quanto di competenza, si rappresenta che il Ministero del lavoro e delle politiche sociali – nell'ambito del documento di programmazione dell'attività di vigilanza per l'anno 2015 adottato dalla Commissione centrale di coordinamento (di cui all'articolo 3 del decreto legislativo n. 124 del 2004) ha pianificato una serie di interventi nel settore agricolo in specifici ambiti regionali, quali Puglia, Campania, Calabria e Basilicata. La vigilanza è stata programmata e svolta in sinergia con altri soggetti istituzionali (Arma dei carabinieri, Aziende sanitarie locali, Corpo forestale dello Stato, Guardia di finanza) al fine di verificare i rapporti di lavoro sotto diversi profili e valutare, tra l'altro, le possibili connessioni con fatti di reato (ad esempio il traffico di esseri umani).
  Nel contesto di tali sinergie interistituzionali promosse dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, si rappresenta che è stato stipulato uno specifico protocollo d'intesa con l'Automobile club d'Italia (ACI) al fine di consentire agli ispettori del lavoro di individuare, in tempo reale, il nome del proprietario dei mezzi utilizzati per il trasporto dei lavoratori. Confrontando queste informazioni con le altre raccolte durante le ispezioni o provenienti dalle altre banche dati a disposizione è possibile identificare i cosiddetti caporali.
  I dati dell'attività ispettiva svolta nel 2015 nel settore agricolo mostrano risultati molto positivi sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo. Sono state effettuate, infatti, 8.662 ispezioni – con un incremento del 59,4 per cento rispetto al 2014 pari a 5.434 ispezioni in più – che hanno consentito di individuare 6.153 lavoratori irregolari, di cui 3.629 in nero, e 180 stranieri privi di permesso di soggiorno. Sono stati accertati, inoltre, 713 casi di interposizione di manodopera/caporalato e 186 violazioni della normativa sull'orario di lavoro. Sono stati, altresì, riqualificati 82 rapporti di lavoro e individuati 35 minori impiegati irregolarmente. Sono stati adottati, infine, 459 provvedimenti di sospensione dell'attività imprenditoriale.
  Per quanto concerne gli accertamenti nel settore agricolo condotti nella provincia di Latina nel 2015, si rappresenta che sono stati effettuati 84 accessi ispettivi che hanno consentito di individuare: 128 lavoratori irregolari, di cui 102 in nero, nonché 22 casi di interposizione di manodopera/caporalato. Le verifiche condotte hanno mostrato un tasso di irregolarità del 68,5 per cento.
  Anche il documento di programmazione dell'attività di vigilanza per l'anno 2016 dedica particolare attenzione al contrasto del lavoro sommerso, ai fenomeni di sfruttamento dei lavoratori nonché al caporalato. In particolare, sono stati pianificati interventi nel settore agricolo in specifici ambiti regionali, quali Puglia (nello specifico le province di Foggia, Taranto e Bari), Campania (in particolare la Piana del Sele e l'Agro Nocerino-Sarnese), Lazio (nello specifico l'Agro Pontino). A tale proposito, al fine di rafforzare l'efficacia dell'attività ispettiva, anche in vista dell'approssimarsi della stagione estiva, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, ha organizzato apposite
task-force ispettive.
  Per quanto concerne, invece, l'attività investigativa svolta dalla questura di Latina, il Ministero dell'interno ha reso noto che è emersa la diffusione del cosiddetto «Caporalato etnico». Tale fenomeno si è affiancato prepotentemente alle forme tradizionali di sfruttamento del lavoratore e consiste nell'attività di reclutamento dei braccianti stranieri ad opera di propri connazionali che fanno poi da tramite con gli imprenditori agricoli. Su questo fenomeno sono in corso da tempo specifiche attività d'accertamento.
  Per quanto attiene il contrasto ai reati in materia di stupefacenti nell'Agro pontino, il Ministero dell'interno ha reso noto che, nel periodo compreso tra giugno 2014 e giugno 2016, i militari del Comando provinciale Carabinieri e del Nucleo ispettorato del lavoro di Latina hanno tratto in arresto, per «detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti», n. 9 cittadini indiani e sequestrato circa 2,4 kg di «papavero essiccato in capsule». Dalle indagini sin ora condotte, non sono emersi casi di assunzione di sostanze stupefacenti per finalità connesse allo sfruttamento lavorativo dei braccianti indiani. I Carabinieri hanno, inoltre, condotto accertamenti nei confronti di 76 imprese agricole, che hanno consentito di individuare 39 lavoratori «in nero», 23 dei quali indiani, ed hanno adottato sanzioni amministrative per circa 224 mila euro. Da ultimo, il Ministero dell'interno ha reso noto che l'autorità giudiziaria ha delegato l'Arma dei carabinieri allo svolgimento di indagini – tuttora in corso e coperte da segreto istruttorio – atte a verificare possibili ipotesi di sfruttamento di lavoratori stranieri che operano nella suddetta area.
  Com’è noto, il caporalato costituisce, purtroppo, un problema storico del nostro Paese sul quale si è intervenuti ripetutamente e, anche di recente, in termini legislativi. Evidentemente gli avvenimenti, anche tragici, che si apprendono dai media costringono a ritornare su questo argomento, imponendo una riflessione in ordine alle azioni, alle norme ed ai comportamenti più adeguati per far fronte a tale situazione. Il problema, dunque, non va affrontato in maniera emergenziale bensì strutturale perché si ripropone ogni anno con le medesime modalità e nei medesimi territori in relazione alla stagionalità del raccolto.
  Nell'ottica di un rafforzamento delle politiche di contrasto al lavoro irregolare e sommerso in agricoltura, il decreto legge n. 91 del 2014 ha istituito la «rete del lavoro agricolo di qualità», con la quale è stato introdotto un meccanismo che premia, con un minor carico di controlli, le imprese che si contraddistinguono per regolarità nei vari ambiti dell'attività da esse svolte. Alla «rete del lavoro agricolo di qualità» sovraintende una cabina di regia che ha il compito di: deliberare sulle istanze di partecipazione; redigere e aggiornare l'elenco delle imprese che partecipano alla rete; escludere quelle che perdono i requisiti: formulare proposte al Ministero del lavoro e delle politiche sociali e al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali in materia di lavoro e di legislazione sociale nel settore agricolo.
  Si evidenzia, altresì, che con il decreto legislativo n. 149 del 2015 è stato istituito l'ispettorato nazionale del lavoro che integra in un'unica struttura i servizi ispettivi del Ministero del lavoro, dell'Inps e dell'Inail, La sua completa operatività determinerà un'ulteriore razionalizzazione e una maggiore efficacia delle ispezioni, evitando duplicazioni di interventi ed una più meditata programmazione dell'attività di vigilanza.
  Nell'ambito delle azioni recentemente poste in essere da questo Governo, si fa presente che il 27 maggio 2016 è stato sottoscritto dai Ministri Poletti, Alfano e Martina un protocollo di intesa contro il caporalato e lo sfruttamento lavorativo in agricoltura. L'intesa, sottoscritta anche dall'ispettorato nazionale del lavoro, da diverse regioni, dalle organizzazioni sindacali, dalle associazioni di categoria e da alcuni rappresentanti del cosiddetto terzo settore, ha come finalità principale sostenere e rafforzare gli interventi di contrasto al caporalato e allo sfruttamento su tutto il territorio nazionale, a partire dai territori più interessati da tale fenomeno. Tra le azioni principali previste dal protocollo si annoverano: la stipula di convenzioni; per il servizio di trasporto gratuito dei lavoratori per il tragitto casa/lavoro: l'istituzione di presidi medico-sanitari mobili; il potenziamento delle attività di tutela ed informazione ai lavoratori.
  Si ricorda, inoltre, che il Consiglio dei ministri ha approvato un disegno di legge contenente disposizioni in materia di contrasto ai fenomeni di lavoro nero e dello sfruttamento del lavoro in agricoltura. Tale provvedimento legislativo, ora all'esame del Senato, mira a garantire una complessiva e maggiore efficacia dell'azione di contrasto, introducendo modifiche significative in diversi testi normativi al fine di prevenire e colpire in modo organico e mirato tale fenomeno criminale nelle sue diverse manifestazioni.

Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche socialiMassimo Cassano.

Classificazione EUROVOC:
GEO-POLITICO:

LATINA,LATINA - Prov,LAZIO

EUROVOC :

contratto di lavoro

ispettorato del lavoro

lavoro nero

manodopera agricola

tensione mentale

lavoro stagionale

condizioni di lavoro