ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04770

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 226 del 12/05/2014
Firmatari
Primo firmatario: NARDI MARTINA
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 09/05/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 09/05/2014
Stato iter:
04/12/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 04/12/2014
BOCCI GIANPIERO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 04/12/2014

CONCLUSO IL 04/12/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-04770
presentato da
NARDI Martina
testo di
Lunedì 12 maggio 2014, seduta n. 226

   NARDI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
   le premesse e i fonda enti del piano di riordino del Corpo nazionale dei vigili del fuoco sono l'ottimizzazione delle risorse e l'economicità della manovra;
   nei giorni scorsi (8-9 aprile) è stato in discussione il progetto presentato dal Ministero dell'interno di riordino delle strutture centrali e territoriali del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e l'ambito di competenza del riordino coinvolge un ampio spettro di interventi che vanno dal mansionario dei Dirigenti, con relativa attribuzione dei poteri, fino alla definizione delle piante organiche nazionali;
   alcuni comandi vengono pesantemente ridimensionati dal sopracitato progetto di riordino benché non siano previsti ridimensionamenti e tagli all'organico nazionale, ma soltanto tagli di funzionamento;
   il progetto di riordino del Corpo nazionale dei vigili del fuoco non prevede tagli all'organico, ma prevede spostamenti di risorse umane a danno principalmente dei distaccamenti portuali, ed in particolar modo del distaccamento di Livorno, con il taglio del 50 per cento del personale;
   infatti il distaccamento labronico passerebbe con il riordino da 52 a 28 unità. Le unità ritenute in eccesso per Livorno verrebbero dirottate a comandi di altre regioni italiane, con la pesante aggravante della dismissione delle imbarcazioni di gradi dimensioni; questo mentre per le altri sedi si prevede un distaccamento di operatori all'interno dello stesso comando provinciale;
   il porto di Livorno, per la sua struttura, per il suo orientamento industriale e per le scelte strategiche di sviluppo già operate non può privarsi della presenza della motobarca serie 11 (cioè di grandi dimensioni) per la significativa presenza di aziende che fanno di Livorno un porto ad alto rischio (il riordino si è basato su dati statistici relativi all'anno 2012 quando ancora non insisteva sul territorio labronico il rigassificatore OLT e nuovi depositi di gas propano liquido), si ricordano:
    a) Costiero Gas, che scarica il GPL, il gas della strage di Viareggio, in serbatoi sotterranei di rilevanti dimensioni, tali da servire tutto il centro Italia;
    b) la raffineria Eni che tramite la Darsena Petroli scarica e carica i prodotti petroliferi;
    c) il nuovo Rigassificatore Olt, situato a 20 chilometri dalle coste livornesi proprio per la criticità della materia oggetto del processo industriale;
   per i rischi che conseguono non è accettabile che l'intervento dei vigili del fuoco avvenga tramite la disponibilità di un'imbarcazione privata, con costi maggiori, e con costi maggiori, e con l'impossibilità di avere a disposizione tutta l'attrezzatura necessaria, che solo il mezzo pubblico può garantire;
   tutti i piani di emergenza per queste aziende prevedono l'utilizzo della motobarca di grandi dimensioni. Questo orientamento industriale del porto di Livorno è comune a pochi porti in Italia, ma il taglio che viene operato su Livorno è il medesimo di quello agito su di uno scalo esclusivamente passeggeri;
   negli altri comandi il taglio del personale viene ridistribuito presso il comando provinciale, al fine di evitare gravi scompensi nell'organizzazione del servizio di soccorso,  a anche in questo caso il comando di Livorno viene nuovamente penalizzato in  misura superiore alle altre realtà italiane, perché il taglio del personale portuale non viene riassegnato al comando provinciale ma viene trasferito a favore di altri comandi;
   il personale del distaccamento porto di Livorno era presente in prima partenza in soccorso delle popolazioni colpite dagli eventi sismici dell'Abruzzo e dell'Emilia, permettendo il proseguimento della quotidiana attività di soccorso nel territorio livornese;
   come conseguenza di questo piano di riordino avremo che i servizi ad altissima specializzazione ed a rischio rilevante, che si erano consolidati a Livorno, rimarrebbero scoperti e la cittadinanza non avrebbe più la garanzia della propria sicurezza, offerta dal Comando nazionale dei vigili del fuoco;
   altro taglio si abbatterebbe sul nucleo sommozzatori ed acquatico (NSSA-sommozzatori). Il Nucleo rimarrebbe operativo solo di giorno con una riduzione di organico di 10 unità rispetto all'accordo del 2008;
   il NSSA di Livorno ha una statistica di interventi e salvataggi di persone che lo vede tra i più attivi su tutto il territorio nazionale, ed agisce su 300 chilometri di costa, i nuclei più vicini rimarrebbero Roma e Genova, visto che Grosseto e Viterbo, già ridotti a un solo turno, sono in osservazione per una imminente chiusura;
   il nucleo da anni è stato inserito nel piano SAR della locale capitaneria di porto, che lo ha anche inserito nel piano di emergenza per il soccorso ad aeromobile in mare sul corridoio di atterraggio/decollo dell'aeroporto Galilei di Pisa come unica forza di soccorso subacqueo del porto di Livorno;
   dal 2003 lavora in sinergia con il servizio portuale dei vigili del fuoco aumentando la risposta dei vigili del fuoco in ambito acquatico. L'incidenza di interventi con alta magnitudo e pericolo per la vita umana, seppur con minore frequenza, si ha soprattutto la notte e quindi la decisione di limitarlo al turno diurno risulta ancora più incomprensibile, come incomprensibile è tagliare del 50 per cento la forza di intervento subacqueo e acquatico del Comando livornese;
   la forza sommozzatori è una risorsa per l'intero territorio regionale, infatti lo stesso piano di riordino (allegato Q tabella 5.3), in contraddizione con quanto previsto, vede Livorno al decimo posto assoluto per il rischio acquatico severo, e tra le province di competenza ne vede un'altra a rischio severo e le altre tre a rischio ordinario, quindi nessuna a rischio lieve;
   i sommozzatori nel comando labronico hanno la possibilità di mantenere uno standard addestrativo di altissimo livello, con costi relativamente bassi, grazie alla dislocazione presso il distaccamento porto e alla vicinanza dei luoghi per effettuare gli addestramenti obbligatori, impegnando il personale in servizio per tempi brevi, a differenza dei comandi dislocati nell'entroterra che esigono costi maggiori per la formazione, anche a seguito delle maggiori distanze da coprire rispetto ai Comandi situati sulla costa;
   il NSSA non è solo un dispositivo del comando di Livorno ma lo è per tutta la regione Toscana, ed è doveroso chiedersi quale risposta saprà dare il Corpo dei vigili del fuoco in Toscana alle domande di soccorso, se il Piano di riordino stravolgerà il dispositivo;
   il ruolo del NSSA dei vigili del fuoco è decisivo nei soccorsi in acqua basti pensare alle tragiche del mare quali Concordia e Moby Prince. I sommozzatori dei vigili del fuoco fanno circa 170 interventi l'anno;
   il distaccamento di Portoferraio subirà fortemente le conseguenze del riordino, anche se in apparenza non viene modificata la sua categoria, D2. Da segnalare innanzitutto che nella prima stesura della bozza di riordino l'isola d'Elba veniva declassata a distaccamento misto permanente volontario, e solo a seguito delle vibranti proteste è stato riportato a sede permanente, D2, ma sempre senza l'ausilio del mezzo di supporto;
   gli accordi vigenti, tra comando provinciale ed organizzazioni sindacali, sono messi in forte discussione dalla significativa riduzione del personale che subirà il comando di Livorno, passando da 240 a 218 unità nelle nuove piante organiche;
   la categorizzazione D1 della pianta organica del 2008 corrisponde alla SD2 della nuova bozza. La categoria SD1 è una sede mista. Considerando che le due unità capo reparto, presso i distaccamenti territoriali sono inserite nei turni ad orario differenziato, non sono inquadrabili nel dispositivo di soccorso, di conseguenza il numero reale sarebbe 212 con un taglio reale di 28 unità e la cui prima conseguenza sarà l'impossibilità di garantire la presenza del mezzo di supporto presso il distaccamento di Portoferraio, e sarà impossibile garantire un adeguato livello di sicurezza nel Porto di Livorno;
   i piani d'evacuazione dei traghetti, inutile ricordare il caso della Nave Concordia, prevedono l'utilizzo di lance di media grandezza per la raccolta veloce dei passeggeri –:
   quali iniziative intenda intraprendere per mantenere i livelli occupazionali e garantire così la sicurezza e la professionalità dei soccorsi in un territorio in cui insistono strutture produttive ad alto rischio;
   quali siano i risparmi riducendo la presenza sul territorio dei vigili del fuoco e quali, di conseguenza, siano i costi per costituzione di strutture di protezione civile;
   quali siano i criteri di selezione del personale volontario o di protezione civile e se siano paragonabili ai criteri di selezione del personale permanente dei vigili del fuoco;
   quale sia il livello di efficienza che la nuova struttura di soccorso così delineata sia in grado di garantire. (4-04770)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 4 dicembre 2014
nell'allegato B della seduta n. 345
4-04770
presentata da
NARDI Martina

  Risposta. — Il progetto di riordino delle strutture centrali e territoriali del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, predisposto a legislazione vigente e con riduzione di spesa, ha come obiettivo l'ottimizzazione delle risorse, il decentramento delle funzioni e la razionalizzazione del funzionamento delle strutture.
  Partendo dalle esigenze del territorio, il progetto ridefinisce la mappatura delle sedi (centrali e distaccate), riclassificandole in base ad indicatori riconducibili al rischio territoriale, alla popolazione, all'estensione territoriale, allo sviluppo industriale e commerciale.
  Nel progetto sono previsti, inoltre, strumenti di flessibilità demandati ai dirigenti locali.
  Infatti, ogni comandante provinciale, fermi restando gli organici complessivi a propria disposizione, potrebbe operare, nella sua qualità di responsabile territoriale dell'organizzazione del soccorso, una diversa distribuzione delle unità di personale tra i diversi distaccamenti della provincia.
  Inoltre, i direttori regionali, di concerto con i comandanti provinciali, possono istituire distretti sul territorio costituiti da più distaccamenti, associati e organizzati in modo da assicurare una maggiore flessibilità operativa.
  Riguardo al servizio antincendio portuale, nelle more dell'emanazione del regolamento di cui all'articolo 26, comma 5, del decreto legislativo n. 139 del 2006, il progetto prevede una revisione strutturale delle modalità di espletamento con il progressivo abbandono, senza sostituzione, delle unità navali di grandi dimensioni e l'attuazione di strategie di contrasto fondate sulla disponibilità di squadre operative addestrate ed equipaggiate per interventi su navi nonché su strutture ed infrastrutture portuali.
  La flotta navale dei vigili del fuoco sarà quindi costituita da unità di rapido intervento di limitate dimensioni abilitate alla navigazione in acque territoriali e aventi caratteristiche prestazionali idonee per supportare l'azione di contrasto di emergenze ragionevolmente ipotizzabili.
  Per eventuali emergenze che dovessero verificarsi in acque internazionali, ovvero in acque territoriali ma tali da richiedere un dispiegamento di risorse superiore a quello ordinariamente garantito, sarà previsto, previa definizione di accordi con la competente autorità marittima, l'imbarco di una o più squadre di intervento con le relative attrezzature su unità navali rese appositamente disponibili in base a pianificazioni di dettaglio sviluppate in ambito locale.
  La concreta e progressiva attuazione della suddetta strategia terrà conto dei processi di riqualificazione e mobilità del personale e, nel transitorio, il servizio portuale sarà assicurato attraverso:
   la scelta di aggregare all'equipaggio di condotta, disponibile presso ogni sede portuale, una squadra di intervento (
standard operativo 5 unità) per interventi di soccorso a bordo nave ed in ambito portuale;
   la revisione della classificazione delle sedi portuali in ragione di oggettivi indicatori di rischio (traffici merci pericolose e passeggeri) e della dotazione organica delle sedi portuali presso cui è assicurata la presenza di un numero di specialisti sufficiente a garantire, nei quattro turni, la composizione dell'equipaggio per la condotta delle unità navali dei Vigili del Fuoco nell'ambito delle acque territoriali (entro le 20 miglia);
   l'implementazione delle attività di
training del personale incaricato di far parte delle squadre per interventi di soccorso a bordo nave ed in ambito portuale;
   la definizione di accordi per l'eventuale imbarco di una o più squadre di intervento, che opereranno in modo conforme alle specifiche attuali, su unità navali rese disponibili dalla locale autorità marittima per lo svolgimento di operazioni di lotta antincendi, ovvero di soccorso tecnico di altro genere, qualora l'emergenza si verifichi in acque internazionali ovvero anche nelle acque territoriali, limitatamente ai casi di improvvisa indisponibilità di unità navali dei Vigili del Fuoco;
   il mantenimento in esercizio delle unità navali (45) che offrono adeguate garanzie di affidabilità e la conseguente alienazione delle unità navali vetuste (20) a gestione antieconomica e non strettamente necessarie per la copertura del servizio.

  Riguardo al servizio sommozzatori del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, a rivisitazione del dispositivo prevede innanzitutto la revisione ed il completamento degli organici dei nuclei sommozzatori per assicurare la prestazione del servizio nei quattro turni nell'ambito di ciascuna regione ove il servizio è istituito; la previsione di un secondo nucleo nelle regioni a maggior rischio come la Toscana; la cessazione di nuclei che, per quanto decretati, non sono mai stati attivati; l'avvio a chiusura di alcuni nuclei minori con ridotta operatività; il mantenimento sotto osservazione di alcuni nuclei al fine di acquisire ulteriori elementi di valutazione circa il loro futuro; la presenza, nell'ambito di alcuni nuclei, di operatori abilitati a servizi speleo-subacquei di livello avanzato in modo da realizzare un dispositivo di risposta, rispondente ad una logica operativa di «task force»; l'autonomia dei direttori regionali di organizzare i servizi nel rispetto delle norme vigenti e delle anzidette indicazioni generali.
  Nello specifico, per il comando provinciale dei vigili del fuoco di Livorno, in coerenza con la strategia sopra descritta, il progetto di riordino prevede un organico di 190 unità, rispetto alla precedente dotazione di personale operativo non specialistico di 188 unità.
  Anche il distaccamento dei vigili del fuoco di Portoferraio viene lievemente potenziato, passando dalle precedenti 28 unità operative complessive a 30 unità, per tenere conto dell'insularità della sede.
  Quanto al servizio antincendio portuale, ne è previsto il mantenimento con la classificazione relativa ai porti di maggior complessità. Parimenti viene mantenuto il servizio sommozzatori, che ora si inserisce nel più completo dispositivo specialistico di soccorso della direzione regionale dei vigili del fuoco della Toscana.
  Nella regione Toscana, a differenza di altre regioni in cui si è passati da tre a due nuclei sommozzatori, si è ritenuto di dover mantenere, oltre che i due nuclei di Firenze (con servizio «h24») e Livorno (con servizio «h12»), anche il nucleo sommozzatori di Grosseto, con riserva di valutazioni successive circa il futuro di quest'ultimo, qualora dovessero sopraggiungere esigenze di razionalizzazione delle risorse.
  Con riferimento, infine, all'ulteriore quesito posto dall'interrogante, si fa presente che con il decreto del Presidente della Repubblica n. 76 del 2004 sono state dettate puntuali disposizioni in materia di reclutamento del personale volontario del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
  In particolare, i volontari vengono iscritti a domanda in elenchi tenuti dai Comandi provinciali dopo la verifica in capo ai singoli aspiranti del possesso dei requisiti previsti dagli articoli 5 e 6 del citato decreto del Presidente della Repubblica n. 76. È da evidenziare che ai sensi dell'articolo 1, comma 3, di tale provvedimento, i vigili volontari non sono firmatari di contratto a tempo determinato e quindi non sono sottoposti alla disciplina contrattuale inerente al rapporto di impiego.

Il Sottosegretario di Stato per l'internoGianpiero Bocci.

Classificazione EUROVOC:
SIGLA O DENOMINAZIONE:

CORPO NAZIONALE DEI VIGILI DEL FUOCO

EUROVOC :

soppressione di posti di lavoro

protezione civile

assunzione

impianto portuale