ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04709

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 222 del 05/05/2014
Firmatari
Primo firmatario: DI GIOIA LELLO
Gruppo: MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI)
Data firma: 05/05/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
MINISTERO DELLA SALUTE 05/05/2014
MINISTERO DELLA SALUTE 05/05/2014
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 10/06/2014
Stato iter:
03/11/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 03/11/2015
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 03/11/2015

CONCLUSO IL 03/11/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-04709
presentato da
DI GIOIA Lello
testo di
Lunedì 5 maggio 2014, seduta n. 222

   DI GIOIA. — Al Ministro della salute, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:
   l'area sarda di Minciaredda, un tempo polmone verde di fronte al Golfo dell'Asinara, con una superficie complessiva di circa 29 ettari, è stata utilizzata negli anni come discarica abusiva, fino al 1982. La discarica, creata dalla Sir Rovelli, venne poi utilizzata dalle società che negli anni si sono succedute alla gestione del petrolchimico per scaricare le scorie industriali più tossiche e tutti gli altri scarti di raffineria;
   la discarica venne alla luce il 19 agosto 2003, quando un gruppo di indipendentisti sardi effettuarono un blitz nella collina di Minciaredda tra la centrale di Fiume Santo e il polo petrolchimico di Porto Torres, portando alla luce quella che poi venne soprannominata «la collina dei veleni»;
   le numerose indagini eseguite nel corso degli anni hanno rilevato un altissimo livello di contaminazione per quanto riguarda i terreni e le acque di falda che attraversano l'area di Minciaredda, determinato principalmente da idrocarburi, composti aromatici, metalli, cloro benzeni e composti clorurati cancerogeni;
   i residui radioattivi sono presenti non solo sottoterra, ma anche nell'aria in forma di palte fosfatiche, ovvero piccole isole di polvere bianca radioattiva, che costituiscono il residuo delle lavorazioni dell'acido fosforico. La loro presenza è dichiarata dai dati ufficiali dell'Eni. Il controllo periodico di radioattività conferma la dispersione pericolosissima di questo materiale, polvere che si sparge non appena si leva il vento; dal decadimento di tali residui si genera il radon, un materiale radioattivo pericolosissimo;
   gli enti territoriali hanno affidato il progetto di bonifica dell'area alla Syndial spa, società del gruppo ENI che fornisce un servizio integrato nel campo del risanamento ambientale, che avrebbe dovuto presentare un progetto definitivo entro l'inizio del 2012, ma che ad oggi non ha fatto altro che ripresentare più volte un progetto di sola messa in sicurezza permanente dell'area, più volte respinto dalle amministrazioni del territorio e contestato dagli enti tecnici della Ras, provincia, comune Porto Torres, Arpas e Ministero dell'ambiente nella conferenza di servizi del 2011;
   in questa situazione di grave pericolo per l'ambiente e per tutti gli abitanti dell'area, le operazioni di bonifica risultano ad oggi ancora ferme, mentre la popolazione chiede a gran voce che l'area venga completamente bonificata attraverso la rimozione dei residui industriali e del terreno contaminato –:
   se siano a conoscenza dei dati preoccupanti, di cui alle premesse, sull'elevata presenza di residui radioattivi presenti nell'area di Minciaredda, che risultano contaminare non soltanto il terreno ma anche l'aria, attraverso la formazione di palte fosfatiche;
   se non ritengano opportuno assumere iniziative con immediatezza, per quanto di competenza e in accordo con le autorità e le istituzioni locali e regionali, al fine di tutelare l'ambiente e la salute dei cittadini, esposti a rischi gravissimi. (4-04709)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 3 novembre 2015
nell'allegato B della seduta n. 514
4-04709
presentata da
DI GIOIA Lello

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione parlamentare in esame, inerente al sito di bonifica di interesse nazionale (SIN) «Aree industriali di Porto Torres», si rappresenta quanto segue.
  Il SIN «Aree industriali di Porto Torres» è stato inserito nell'elenco dei siti di interesse nazionale dall'articolo 14, della legge 31 luglio 2002, n. 179 e perimetrato con decreto ministeriale del 7 febbraio 2003 e con decreto ministeriale del 3 agosto 2005.
  All'interno del SIN sono presenti diverse criticità ambientali riconducibili ad attività industriali anche ad alto impatto ambientale per la presenza di un polo petrolchimico, un polo elettrico, alcune aree di discarica e un agglomerato artigianale-industriale.
  Si evidenzia, in primo luogo, che le palte fosfatiche sono presenti nell'area denominata «Deposito delle Palte Fosfatiche» ubicata all'interno del settore C dello Stabilimento petrolchimico Syndial di Porto Torres, ben distinta dall'area denominata «Minciaredda», ubicata all'interno del Settore B del predetto stabilimento.
  Agli atti di questo Ministero non risulta alcuna documentazione tecnica, per l'area Minciaredda, da cui rilevare la presenza di residui di radioattivi nel sottosuolo o di radioattività nell'aria.
  Nel dettaglio, in relazione alle citate due aree, si rappresenta quanto segue.
  L'area Minciaredda si estende per oltre 27 ettari ed in passato è stata utilizzata come discarica per i fanghi e i residui/rifiuti delle lavorazioni industriali. Non si hanno informazioni sugli estremi del provvedimento autorizzativo di tali pregresse attività.
  Da quanto agli atti della direzione generale per la salvaguardia del territorio e delle acque di questo Ministero, il deposito dei residui/rifiuti è avvenuto sul terreno esistente in un avvallamento di circa 15 ettari, senza sistemi di drenaggio e raccolta del percolato; l'area di discarica è caratterizzata da:
   assenza di una barriera naturale impermeabile al di sotto del corpo rifiuti;
   assenza di una separazione fisica tra «acque di impregnazione» e l'acquifero sottostante;
   scarsa o assente garanzia di rimozione dall'acquifero del prodotto in fase libera.

   Nell'area sono presenti, quali interventi di messa in sicurezza d'emergenza delle acque di falda, due barriere idrauliche, rispettivamente lungo il confine settentrionale (lato fronte mare) e lungo il lato ovest, attivate nel 2005.
  L'area è sottoposta dal giugno 2015 a sequestro preventivo su disposizione dell'autorità giudiziaria.
  In relazione alle attività istruttorie svolte dal Ministero dell'ambiente, titolare del procedimento di bonifica ai sensi del decreto legislativo n. 152 del 2006, si rappresenta sinteticamente quanto segue.
  Attesa la gravità della contaminazione delle acque sotterranee, la conferenza di servizi decisoria del 22 giugno 2004 ha chiesto alla società di adottare immediate misure di messa in sicurezza di emergenza; la successiva conferenza di servizi decisoria del 6 dicembre 2004 ha preso atto dei primi interventi di messa in sicurezza di emergenza dell'area Minciaredda, nelle more della realizzazione dell'intervento di messa in sicurezza d'emergenza complessivo, costituito dallo sbarramento idraulico e fisico della falda.
  Nel periodo febbraio 2007-marzo 2010 Syndial spa ha trasmesso n. 4 revisioni del progetto di messa in sicurezza permanente dell'area Minciaredda, ritenute non approvabili in sede di conferenza di servizi decisoria, in quanto ritenute non sufficientemente cautelative sotto il profilo della sicurezza ambientale.
  Nel periodo dicembre 2012-maggio 2013, sono state eseguite delle indagini ambientali integrative, finalizzate alla rielaborazione del progetto di messa in sicurezza permanente, che hanno confermato la grave contaminazione del suolo/sottosuolo e delle acque di falda, con presenza di prodotto idrocarburico surnatante in fase separata.
  La conferenza di servizi istruttoria del 26 maggio 2014, alla luce dei citati risultati, ha chiesto alla Syndial di adottare tutte le misure necessarie ad impedire l'ulteriore diffusione della contaminazione e di avviare gli interventi di ripristino dello stato dei luoghi, ai sensi e per gli effetti dell'articolo 3 comma 32 della legge n. 549 del 1995 e del Titolo VI del decreto legislativo n. 152 del 2006, come già chiesto dalla precedente conferenza di servizi decisoria del 17 luglio 2013.
  La bonifica dei suoli dell'area Minciaredda è prevista nell'ambito del «Progetto Nuraghe» trasmesso da Syndial a dicembre 2014. L'elaborato progettuale è stato esaminato dalla conferenza di servizi istruttoria del 9 luglio 2015 che ne ha chiesto la rielaborazione; l'azienda ha quindi trasmesso ad agosto 2015 un documento integrativo, in relazione al quale è stata fissata una riunione tecnica presso il Ministero dell'ambiente nel corrente mese di settembre.
  In relazione agli interventi di bonifica delle acque di falda dell'intero stabilimento ex Petrolchimico, inclusa l'area «Minciaredda», Syndial ha trasmesso a giugno 2015 la «Variante al progetto operativo di bonifica della falda del sito di Porto Torres, identificabile come terza variante», che sarà esaminata nella prossima conferenza di servizi istruttoria/decisoria.
  Per quanto riguarda l'area del deposito Palte Fosfatiche, di superficie complessiva pari a circa 2 ettari, questa contiene i residui denominati «Palte Fosfatiche», provenienti dalle lavorazioni degli impianti di produzione dell'acido fosforico e del tripolifosfato, entrambi dismessi nel 1990.
  Anch'essa è sottoposta dal giugno scorso a sequestro preventivo con distinto provvedimento disposto dall'autorità giudiziaria.
  In relazione alle attività istruttorie svolte dal Ministero dell'ambiente, titolare del procedimento bonifica ai sensi del decreto legislativo n. 152 del 2006, si evidenzia sinteticamente quanto segue.

  L'area è stata oggetto di indagini chimiche e radiometriche tra il 2005 e il 2006, che, in particolare, hanno mostrato la presenza di rifiuti e concentrazioni oltre i limiti di legge per i parametri in arsenico, cadmio, cromo VI, berillio, vanadio e idrocarburi pesanti.
  La conferenza di servizi decisoria del 14 ottobre 2011 ha approvato con prescrizioni il progetto operativo di bonifica trasmesso da Syndial, specificando che il procedimento è da inquadrarsi nell'ambito di applicazione dell'articolo 126-bis del decreto legislativo n. 230 del 1995 e successive modificazioni e integrazioni.
  Come noto, infatti, le attività svolte negli impianti di produzione di acido fosforico e tripolifosfato, dismessi e demoliti, da cui originano i residui radioattivi presenti nell'area del deposito delle palte fosfatiche, ricadono fra quelle contemplate nel paragrafo 1, lettera
a), dell'Allegato I-bis del decreto legislativo n. 230 del 1995 e successive modificazioni e integrazioni «industria che utilizza minerali fosfatici e depositi per il commercio all'ingrosso di fertilizzanti», la cui competenza è in capo al Prefetto territorialmente competente.
  A dicembre 2014 Syndial ha trasmesso il «Progetto Nuraghe» che interessa anche l'area delle palte fosfatiche, rinunciando all'istanza di approvazione del progetto operativo di bonifica del 2011.
  Nel febbraio 2015 è stata costituita la commissione tecnica prefettizia per gli interventi di cui all'articolo 126-bis del decreto legislativo n. 230 del 1995.
  In relazione alle competenze per l'approvazione del «Progetto Nuraghe», limitatamente alla parte relativa alle palte fosfatiche, la conferenza di servizi del 9 luglio 2015 ha ribadito che, solo all'esito del procedimento amministrativo di cui all'articolo 126-bis del decreto legislativo n. 230 del 1995, questo Dicastero potrà procedere all'iter istruttorio di competenza, nell'ambito del procedimento di bonifica di cui all'articolo 252 del decreto legislativo n. 152 del 2006 e successive modificazioni e integrazioni.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mareGian Luca Galletti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

protezione dell'ambiente

Sardegna

inquinamento del suolo

rifiuti industriali

prevenzione dell'inquinamento

scorie radioattive

deposito dei rifiuti

industria chimica