ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04565

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 214 del 17/04/2014
Firmatari
Primo firmatario: DI BATTISTA ALESSANDRO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 17/04/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI delegato in data 17/04/2014
Stato iter:
06/08/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 06/08/2014
PISTELLI LAPO VICE MINISTRO - (AFFARI ESTERI)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 06/08/2014

CONCLUSO IL 06/08/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-04565
presentato da
DI BATTISTA Alessandro
testo di
Giovedì 17 aprile 2014, seduta n. 214

   DI BATTISTA. — Al Ministro degli affari esteri. — Per sapere – premesso che:
   la Direzione generale della cooperazione allo sviluppo del Ministero degli affari esteri italiano (DGCS-MAE), come da delibera n. 172 del Comitato direzione per la cooperazione allo sviluppo del 22 novembre 2007, ha disposto il finanziamento del progetto denominato «Tanzania – Intervento sanitario di potenziamento della diagnosi e cura dell'infezione da Hiv/Aids, tubercolosi, malaria e patogeni emergenti» per un importo complessivo di euro 2.427.500,00, programma ordinario AID 8785;
   dal sito dell'Ambasciata dell'Italia in Tanzania risulta, invece, che l'importo deliberato per l'esecuzione del predetto progetto ammonterebbe ad euro 2.690.000;
   sempre dal sito dell'Ambasciata italiana si apprende che, nell'ambito del suddetto progetto, vi rientra anche la realizzazione, a partire dalla fine del 2008, di un laboratorio BSL-3 a Bagamoyo nonché altri interventi nei siti di Dodoma e di Iringa, con una durata di 24 mesi e come primo traguardo quello di «Arrestare entro il 2015, invertendo la tendenza, l'incidenza della malaria e delle altre principali malattie»;
   come risulta dal sito dell'Istituto nazionale per le malattie infettive (INMI) Spallanzani di Roma che collabora con la Direzione generale della cooperazione allo sviluppo dal 2005 nella conduzione di programmi di cooperazione sanitaria nella Repubblica Unita di Tanzania, emerge che a «Bagamoyo in collaborazione con le autorità locali e con Ifakara Health Institute, si è conclusa la fase preliminare di fattibilità e quella amministrativa per la realizzazione di un laboratorio di biosicurezza di livello BSL-3»;
   emerge inoltre che nel «periodo ottobre-dicembre 2008 è stata lanciata ed espletata la gara relativa alle attrezzature del BSL 3» e che, nel 2009, nel «sito di Bagamoyo sono stati acquistati i materiali e le attrezzature previste per l'implementazione del laboratorio di biosicurezza BSL-3 all'interno dell'Ospedale distrettuale di Bagamoyo»;
   dal medesimo sito internet risulta che «le procedure per la costruzione e l'impiantistica del laboratorio sono tutt'ora in corso con conclusione prevista entro la fine dell'anno 2010» quando, invece, dal sito internet dell'Ifakara Health Institute si apprende che il Laboratorio BSL-3 a Bagamoyo è stato inaugurato ufficialmente il 18 luglio 2013;
   nella risposta all'interrogazione n. 4-04927, presentata al Senato e pubblicata il 5 aprile 2011, il sottosegretario di Stato agli affari esteri Scotti affermava che «i costi per la realizzazione di tale struttura ammontano a 280.000 euro» e che, inoltre, «si è ricorso alla procedura negoziata senza pubblicazione di bando, inviando l'invito ad almeno cinque potenziali concorrenti»;
   in un laboratorio di biosicurezza di livello BSL-3 vengono coltivati e trattati agenti biologici di pericolosità 3 – come classificati nell'allegato XLVI del decreto legislativo n. 81 del 2008 – che possono causare malattie gravi in soggetti umani, che costituiscono un serio rischio per i lavoratori e che possono propagarsi nella comunità;
   come emerge dalla risposta al predetto atto di sindacato ispettivo n. 4-04927, tale laboratorio veniva istituito con finalità diagnostiche, è situato all'interno dell'ospedale distrettuale di Bagamoyo, ed è affidato in convenzione ad Ifakara health institute (IHI);
   per quanto risulta all'interrogante all'interno di un Laboratorio BSL-3 è necessario, ai fini della corretta conservazione degli agenti biologici, l'utilizzo di celle frigorifere con azoto liquido ad una temperatura di -80oC –:
   quale sia l'importo effettivamente stanziato da parte dello Stato italiano per l'intero progetto denominato «Tanzania – Intervento sanitario di potenziamento della diagnosi e cura dell'infezione da Hiv/Aids, tubercolosi, malaria e patogeni emergenti», atteso che i dati dell'Ambasciata italiana in Tanzania divergono da quelli della Direzione generale della cooperazione allo sviluppo e dell'INMI;
   quali siano gli importi effettivamente destinati e stanziati da parte dello Stato italiano per la costruzione, gestione e funzionamento del Laboratorio BSL-3 di Bagamoyo e delle strutture nei siti di Dodoma ed Iringa, che rientrano nel predetto progetto;
   se il Ministro interrogato confermi che la data di inaugurazione della struttura a Bagamoyo è quella del 18 luglio 2013, come riportato in premessa, invece di quella prevista dal progetto, vale a dire a 24 mesi dall'inizio che era stato alla fine del 2008 (dunque fine 2010) ed in caso di risposta affermativa, quali siano le ragioni di tale ritardo;
   se il Ministro interrogato sia in possesso dei collaudi del laboratorio di Bakamoyo e delle altre strutture realizzate in Tanzania in esecuzione del progetto di cooperazione e sviluppo;
   se il Ministro interrogato intenda fornire elementi in ordine al raggiungimento o meno del traguardo di «Arrestare entro il 2015, invertendo la tendenza, l'incidenza della malaria e delle altre principali malattie» cui è finalizzato il progetto di cooperazione;
   se il Ministro interrogato intenda fornire quali agenti patogeni sono coltivati e conservati all'interno di tali strutture; con quali finalità, da quali strutture sanitarie provengono e se siano stati inviati in Italia campioni virali dalla Tanzania;
   quali siano i nominativi delle cinque ditte che sono state invitate alla procedura di cui al comma 7-bis dell'articolo 122 del decreto legislativo n. 163 del 2006 e quale sia il nominativo della ditta che si è aggiudicata l'appalto, in relazione alla gara registrata presso l'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici con il codice identificativo gara 039146464E;
   quale sia la ditta che garantisce la manutenzione dei sistemi per il mantenimento di azoto liquido ad una corretta temperatura nel laboratorio di Bagamoyo e quale sia la ditta che ha in gestione il sistema di smaltimento dei rifiuti solidi e liquidi di tali strutture realizzate in Tanzania;
   quali siano i nominativi dei responsabili dei laboratori di biosicurezza di cui al presente atto ed a carico di chi siano le spese per il personale che lavora nei laboratori stessi. (4-04565)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 6 agosto 2014
nell'allegato B della seduta n. 280
4-04565
presentata da
DI BATTISTA Alessandro

  Risposta. — Giova precisare che la presenza della cooperazione italiana in Tanzania si è nel corso del tempo dovuta ridimensionare anche in conseguenza dell'esclusione dal novero dei paesi prioritari nell'ambito delle linee guida della stessa cooperazione. Nel Paese tuttavia restano attivi in particolare due programmi bilaterali con profili di alto livello tecnico:
   il primo a sostegno dei principali istituti politecnici del Paese per migliorarne l'offerta formativa e i collegamenti con il mercato del lavoro dal titolo «Programma di supporto al settore della formazione professionale ed allo sviluppo del mercato del lavoro in Tanzania» (AID 9152 delibera del comitato direzionale n. 189 del 14 ottobre 2008 per euro 2.754.600,00);
   il secondo in collaborazione con il Ministero della sanità della Tanzania per la diagnosi e la cura delle malattie infettive e dei patogeni emergenti, il cui coordinamento tecnico-scientifico è affidato all'istituto nazionale malattie infettive Spallanzani-Inmi, dal titolo «Intervento sanitario di potenziamento della diagnosi e cura dell'infezione da HIV/AIDS, tubercolosi e patogeni emergenti in Tanzania» (AID 9562, delibera del comitato direzionale n. 6 del 16 marzo 2011 per euro 2.146.900,00).

  Quest'ultimo è il proseguimento di un programma di attività sanitarie iniziato nel 2006 rivolto al sostegno della gestione delle grandi epidemie (HIV, Malaria e Tubercolosi) attraverso il rafforzamento della rete di strutture assistenziali. Successivamente si è orientato verso un progressivo ampliamento della componente di capacity building, in termini di formazione e ricerca, di attenzione all'area nella gestione delle febbri, di risposta e sorveglianza delle malattie emergenti, nonché alla prevenzione delle infezioni ospedaliera. Gli interventi della Farnesina con la consulenza scientifica dell'Inmi, d'intesa con il Ministero della sanità della Tanzania e con istituti di sanità pubblica locali, quali il National Institute of Medical Research e l’Ifakara Health Institute, sono stati improntati ad un modello di co-gestione paritaria della cooperazione sanitaria allo sviluppo.
  Occorre in primo luogo chiarire che l'iniziativa AID 8785 rappresenta la prima fase degli interventi disposti dalla Farnesina (delibera n. 172 del 22 novembre 2007 per euro 2.427.500,00, di cui euro 920.000,00 per la costituzione di un «fondo esperti» ed euro 1.507.500,00 quale fondo di gestione in loco).
  In seguito, con atto del direttore generale n. 15 del 15 marzo 2010 è stata confermata la validità della delibera del 2007 mentre con ulteriore atto n. 164 dell'8 giugno 2011 è stato disposto il rifinanziamento della componente fondo in loco per un importo pari ad euro 48.291,20. Tale iniziativa è distinta, anche se complementare, dall'analogo progetto AID 9562 sopra richiamato, che vede l'Inmi quale vero e proprio ente esecutore ai sensi dell'articolo 8 della legge n. 49 del 1987. Con successiva delibera n. 109 del 26 settembre 2011 è stata approvata la modifica del piano finanziario dell'iniziativa (AID 8785) e l'11 ottobre 2011 è stata firmata apposita convenzione tra questo Dicastero e l'Inmi che prevede un contributo a carico della cooperazione italiana di euro 2.146.900,00 ed un cofinanziamento a carico dell'Inmi di euro 536.000,00, per un totale dell'iniziativa pari ad euro 2.682.900,00 (il valore è riportato «per eccesso», sul sito
web dell'Ambasciata d'Italia a Dar Es Salaam, ad euro 2.690.000,00).
  In relazione alla realizzazione del laboratorio di analisi dell'ospedale distrettuale BSL3 di Bagamoyo, questo venne previsto nel corso della seconda annualità rispondendo ad una formale richiesta del Governo tanzano. Il laboratorio è sotto la direzione tecnica dell’
Ifakara Health Institute che è il centro non governativo preposto alla ricerca medico scientifica; per la sua realizzazione venivano destinati euro 200.000,00 per acquisto delle attrezzature di laboratorio e euro 306.010,50 per la costruzione (di cui euro 278.500,00 per le opere civili e euro 27.510,50 per il contratto di supervisione dell'ingegnere).
  A seguito di un
Memorandum of Understanding venivano messe a punto tutte le procedure necessarie all'espletamento della gara finalizzata alla costruzione del laboratorio. La procedura stessa con la relativa documentazione veniva approvata dalla Farnesina nel gennaio del 2010. La gara è stata espletata con procedura negoziata ristretta senza pubblicazione di bando ai sensi dell'articolo 122, comma 7-bis, del decreto legislativo n. 163 del 2006 (Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE), ed è stata aggiudicata il 27 maggio 2010. Le cinque ditte che sono state invitate alla procedura di cui al comma 7-bis dell'articolo 122 sopra richiamato sono le seguenti: FILTA Enterprise, PO Box 52102, 0200 Nairobi Kenya; Pyramid Pharma Ltd, PO Box16215, Dar es Salaam, Tanzania; Liser Trading, 3 Mc Alpine Road, Germiston, South Africa; COIR Suppliers, PO Box 1367, Nairobi, Kenya e Medispec Kenya Limited, PO Box 39142, Nairobi, Kenya che si è aggiudicata l'appalto per un importo complessivo di euro 278.500,00.
  Nel mese di luglio 2010, veniva firmato il contratto con la ditta vincitrice della gara. Il termine utile per l'esecuzione dei lavori scadeva nel marzo 2011. Nel febbraio 2011 a causa di una revisione critica del cronoprogramma alla luce delle peculiarità del luogo di realizzazione e della tipologia delle opere e per il riesame delle scelte progettuali, i lavori venivano sospesi e ripresi nel settembre 2011, il termine utile per l'esecuzione veniva quindi posticipato a marzo 2012. Infatti, in quello stesso mese erano dichiarati conclusi i lavori di costruzione e il laboratorio ultimato come da piano operativo all'interno delle tempistiche pianificate. Al fine di consegnare il laboratorio operativo, l'inaugurazione avveniva solamente al termine della fase di
commissioning (collaudo operazionale) ultimata nel giugno 2013. L'intera documentazione relativa alle specifiche tecniche dei collaudi è conservata presso gli uffici di cooperazione di Dar es Salaam. Dai dettagli estrapolati dai certificati in possesso si rileva che la ditta che ha effettuato i collaudi è T. Am. Co s.r.l. (via Lugnano in Teverina 20, 00181 Roma).
  In particolare, sono stati effettuati i seguenti controlli:
   misurazione della contaminazione particellare con assegnazione della classe di contaminazione particellare
at rest in entrambe le stanze del laboratorio;
   verifica della capacità del sistema a mantenere le caratteristiche di pressione differenziale (δP) nei limiti stabiliti;
   verifica della capacità del sistema di fornire una portata di aria coerente con quanto previsto in progetto in mandata e ripresa e misurazioni delle portate d'aria;
   verifica della capacità del sistema a mantenere la temperatura e umidità relativa nei limiti stabiliti nell'arco di tempo. Misurazioni temperatura ed umidità relativa.

  Tutti gli strumenti utilizzati per le misurazioni erano provvisti di certificati di collaudo e di rapporti di taratura.
  L'obiettivo del progetto AID 8785 era di contribuire a ridurre la mortalità e morbilità per HIV/AIDS, tubercolosi e altre malattie infettive emergenti in Tanzania e non quello di «arrestare entro il 2015, invertendo la tendenza, l'incidenza della malaria e delle altre principali malattie». Quest'ultimo è invece uno degli obiettivi del Millennio, il n. 6 (
Millennium Development Goals - MDGs, scaturiti dalla dichiarazione del Millennio sottoscritta in seno alle Nazioni Unite nel 2000) i quali sono generali ed il cui raggiungimento non dipende dall'esito di un singolo progetto di cooperazione allo sviluppo. In Tanzania sono stati compiuti considerevoli passi in avanti circa il raggiungimento di detto obiettivo e l'UNDP (United Nations Development Programme) dichiara, a titolo di esempio, che l'incidenza dell'HIV negli individui adulti è calata dal 9,4 per cento del 2000 al 5,1 per cento del 2012, consentendo in tal modo un raggiungimento anticipato dell'obiettivo in parola.
  Il progetto ha contribuito alla diminuzione della trasmissione materno infantile di HIV dal 6 per cento al 2.1 per cento presso il sito di Dodoma, all'aumento dell'accesso alle cure dei pazienti HIV da 3.099 pazienti nel 2008 a 6.079 pazienti seguiti nel 2011 presso il centro di Dodoma, all'incremento delle diagnosi di tubercolosi e conseguente trattamento dei pazienti dall'11 per cento del 2009 al 14 per cento del 2010 ed infine all'effettuazione di indagini di prevalenza del virus Dengue e conseguente formazione del personale clinico per la gestione dei casi.
  Quanto alla conservazione degli agenti patogeni, si osserva che al momento non vi è alcun agente patogeno conservato presso la struttura e nessun campione è stato inviato in Italia dal laboratorio BSL3. Il laboratorio ha finalità diagnostiche e di ricerca ed intende operare di volta in volta attraverso collaborazioni con istituzioni pubbliche locali.
  In relazione alla manutenzione dei sistemi per il mantenimento di azoto liquido ad una corretta temperatura nel laboratorio di Bagamoyo e la relativa gestione del sistema di smaltimento dei rifiuti solidi e liquidi di tali strutture, si precisa che il sistema concepito per il laboratorio di Bagamoyo prevede la produzione di soli rifiuti non infettivi. I sistemi di drenaggio dei liquidi sono completamente indipendenti dal sistema di drenaggio dell'ospedale (liquidi collezionati e sterilizzati in appositi contenitori). Inoltre, il laboratorio non prevede l'utilizzo di azoto liquido ma l'utilizzo di congelatori con capacità di –80o. Tale strumentazione è già diffusa nel paese e la sua manutenzione è affidata ai partner locali che si avvalgono di ditte esperte per la manutenzione di attrezzature simili. Da ultimo, dopo una prima fase di garanzia del laboratorio da parte della ditta costruttrice ed al fine di assicurarne la sostenibilità, si sta lavorando in collaborazione con il Ministero della sanità e con l’
Ifakara Health Institute alla scelta di una ditta locale che permetta i corretti interventi di manutenzione.
  Infine, quanto all'ultimo punto, va tenuto presente che il personale locale che opera nel laboratorio di Bagamoyo è alle dipendenze delle strutture tanzaniane coinvolte nella gestione. Il Ministero della salute tanzaniano con gli organi e le istituzioni preposti al controllo delle malattie altamente contagiose, ne è anche responsabile. Alcune unità di personale sono alle dipendenze dell’
Ifakara Health Institute. La nomina dei responsabili locali e nazionali è stata negoziata, ma non ancora formalizzata; i nominativi sono i seguenti: Grace Mwangoka, Scientific Director del Bagamoyo Reaserch and Training Center dell'Ifakara Health Institute, e Jackson Thomas, Lab Manager dei laboratori del centro.
Il Vice Ministro degli affari esteriLapo Pistelli.

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EUROVOC :

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