ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04545

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 214 del 17/04/2014
Firmatari
Primo firmatario: CIRIELLI EDMONDO
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE
Data firma: 17/04/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI delegato in data 17/04/2014
Stato iter:
07/10/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 07/10/2014
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 07/10/2014

CONCLUSO IL 07/10/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-04545
presentato da
CIRIELLI Edmondo
testo di
Giovedì 17 aprile 2014, seduta n. 214

   CIRIELLI. — Al Ministro degli affari esteri, al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che:
   all'inizio di marzo 2014 la penisola di Crimea, area particolarmente strategica sotto il profilo geopolitico, è diventata lo scenario di crisi e di confronto tra l'Ucraina e la Russia, inevitabile punto di approdo dei disordini in Ucraina che hanno avuto inizio il 21 novembre 2013, subito dopo la sospensione, da parte del Governo ucraino, di un accordo di associazione tra l'Ucraina e l'Unione europea;
   nei primi giorni di marzo 2014 sono stati registrati spostamenti di truppe russe in Crimea e il blocco del porto di Sebastopoli ai movimenti delle navi ucraine: dispiegamento di truppe approvato dal Parlamento russo con l'obiettivo di proteggere la popolazione di etnia russa in Crimea;
   la composizione etnica della Repubblica autonoma di Crimea è russa per il 58,5 per cento e ucraina per 24,4 per cento ma nella penisola sono presenti anche altre minoranze, tra cui quella tartara e quella italiana, discendente da un flusso migratorio iniziato nell'Ottocento e che ha conosciuto le deportazioni staliniane;
   oggi la comunità di origine italiana, impegnata soprattutto nel settore agricolo e della cantieristica navale, è formata da un gruppo di circa 300 persone, tutti anziani e ormai di nazionalità ucraina, a seguito della perdita di cittadinanza sotto l'Unione sovietica;
   malgrado le numerose richieste, il Governo ucraino non ha ancora riconosciuto ai nostri concittadini lo status di popolo deportato, che oltre a costituire un riconoscimento morale, garantirebbe loro alcune agevolazioni;
   tale riconoscimento è stato concesso dal Governo ucraino ai Tartari, ai Tedeschi, ai Greci e ad altre popolazioni deportate dalla Crimea, su interessamento dei vari Stati di origine;
   da anni gli italiani di Kerch chiedono altresì al Governo italiano di riavere la cittadinanza, loro tolta con la violenza e la distruzione di ogni documento personale, che li tutelerebbe in una situazione di guerra e pericolo imminente, come quella che la Crimea sta vivendo in questi mesi;
   nella stessa direzione sono intervenuti anche la Grecia e la Germania, che hanno agito tempestivamente per ridare la cittadinanza ai loro concittadini di Crimea, che avevano una storia simile a quella degli italiani, tutelandoli;
   come emerso dagli organi di stampa nazionali, il crescendo delle tensioni ha allarmato gli italiani residenti in Crimea, che, oltre alla volontà di non aderire alla Russia, per mezzo di Giulia Giacchetti Boico, presidente dell'associazione «C.E.R.K.I.O.» (Comunità degli emigrati in regione di Krimea – italiani di origine), hanno espresso il sentito timore di una guerra civile e quello di «essere abbandonati» dalle autorità;
   l'11 marzo 2014, con 4 giorni di anticipo rispetto al referendum indetto, il Parlamento della Crimea ha votato per l'autonomia della Crimea dall'Ucraina con 78 voti favorevoli su 81 votanti;
   la vittoria dei referendari filo-russi e l'annessione alla Repubblica russa crea un'evoluzione le cui ripercussioni per la comunità italiana di Kerch sono ancora un'incognita –:
   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative ritenga opportuno intraprendere, in ragione del clima di tensione e di criticità che sta vivendo la penisola di Crimea, al fine di tutelare e salvaguardare i diritti degli italiani residenti in Crimea e i loro discendenti;
   se intenda assumere iniziative, qualora ne sussistano le condizioni, per il riconoscimento dello status di popolo deportato e per l'ottenimento della cittadinanza italiana da parte dei nostri concittadini di Crimea. (4-04545)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 7 ottobre 2014
nell'allegato B della seduta n. 304
4-04545
presentata da
CIRIELLI Edmondo

  Risposta. — In risposta ai quesiti posti dall'interrogante si forniscono i seguenti elementi di informazione.
  Si sottolinea in primo luogo che i componenti della comunità di origine italiana residente in Crimea non sono titolari della cittadinanza italiana. L'acquisto o il riacquisto del nostro status civitatis potrà avvenire secondo le modalità indicate nella vigente legge 5 febbraio 1992, n. 91 «Nuove norme sulla cittadinanza». Tra queste, si segnala in particolare l'ipotesi prevista dall'articolo 9, ai sensi del quale la cittadinanza italiana può essere concessa allo straniero del quale il padre o la madre o uno degli ascendenti in linea retta di secondo grado sono stati cittadini per nascita, o che è nato nel territorio della Repubblica e, in entrambi i casi, vi risieda legalmente per il periodo indicato dalla legge.
  La nostra ambasciata a Kiev intrattiene contatti regolari con la comunità di Kerch e in particolare con la rappresentante, signora Giulia Giacchetti Boico. Nel corso degli anni l'ambasciata ha assicurato, in stretto raccordo con il Ministero degli esteri, costante vicinanza alla comunità in parola, operando, con i limiti dovuti alla circostanza che si tratta di cittadini stranieri, per venire incontro alle loro aspirazioni e sostenendo, compatibilmente con le risorse a disposizione, il loro desiderio di mantenere un legame con l'Italia. Sono numerosi gli interventi in tal senso, dall'assegnazione di borse di studio ed organizzazione di corsi di lingua fino alle più recenti donazioni di libri all'associazione CERKIO di Kerch, per l'istituzione di una biblioteca in lingua italiana, oltre che di materiale didattico e informatico.
  Nel corso dell'incontro con alcuni rappresentanti della comunità di origine italiana residente in Crimea avvenuto il 14 maggio presso il Ministero degli affari esteri, si sono esplorate le possibili iniziative che si intende da subito porre in essere per valorizzare i forti legami che la comunità degli «italiani di Crimea» conserva con il nostro Paese. Da un lato, si renderanno disponibili borse di studio, nel quadro dei programmi che annualmente il Governo italiano finanzia. Si è inoltre concordato di fornire ai referenti della comunità una più ricca biblioteca, che si aggiunge a quella già fatta pervenire in precedenza. Infine, si potrà facilitare l'inserimento di materiale dedicato alla storia degli «italiani di Crimea» nelle collezioni del museo dell'emigrazione italiana, ospitato al Vittoriano. Rispetto all'ottenimento della cittadinanza italiana, è stato ricordato che la normativa vigente prevede che i percorsi di ricostruzione dell'eventuale cittadinanza vadano affrontati caso per caso, sulla base del principio dello jus sanguinis e del conseguente obbligo dell'assenza di cesure nel trasferimento di cittadinanza dai genitori ai figli. Su un piano generale, non si è mancato peraltro di ricordare come esistano purtroppo evidenze che depongono in numerosi casi ad irreversibili perdite della cittadinanza italiana a seguito di naturalizzazioni intervenute in vigenza della legge del 1912.
  Per quanto precisato dal Dicastero dell'interno, non si rinvengono, nella legislazione vigente, norme che consentono il riconoscimento dello status di popolo deportato.
  Il nostro ordinamento disciplinava il riconoscimento della qualifica di «civile reduce dalla deportazione e dall'internamento» con l'articolo 8 comma 2 del decreto legislativo luogo-tenenziale n. 27 del 14 febbraio 1946, abrogato dal combinato disposto dell'articolo 1 e dell'allegato al decreto legislativo 13 dicembre 2010 n. 212 a decorrere dal 16 dicembre 2010.
  La norma riguardava esclusivamente i cittadini italiani che sul territorio nazionale subirono i rastrellamenti ad opera dei fascisti o di tedeschi successivamente all'8 settembre del 1943.
Il Viceministro degli affari esteriLapo Pistelli.

Classificazione EUROVOC:
SIGLA O DENOMINAZIONE:

CRIMEA

EUROVOC :

cittadinanza europea

minoranza nazionale

nazionalita'

gruppo etnico

guerra civile