ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04489

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 211 del 14/04/2014
Firmatari
Primo firmatario: ROSATO ETTORE
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 14/04/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO 14/04/2014
MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO 14/04/2014
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 25/06/2014
Stato iter:
03/08/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 03/08/2016
DE MICHELI PAOLA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 03/08/2016

CONCLUSO IL 03/08/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-04489
presentato da
ROSATO Ettore
testo di
Lunedì 14 aprile 2014, seduta n. 211

   ROSATO. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali . — Per sapere – premesso che:
   come già evidenziato nella precedente interrogazione n. 4-18122 presentata nella passata legislatura e rimasta priva di risposta, le regole e le disposizioni dell'autorità doganale prevedono l'espletamento di alcune procedure tra le quali anche controlli fisici sulle merci di importazione nei porti italiani. Sebbene le finalità di detti controlli siano corrette e trovino fondamento anche nel diritto europeo, tuttavia il sovrapporsi di norme e il ripetersi di alcune prassi tendono ad allungare il tempo di transito delle merci di importazione presso le dogane dei porti italiani;
   una certa lentezza nell'espletamento degli oneri burocratici comporta per gli operatori economici una incertezza sui tempi di transito, quindi il rischio di ritardi nella consegna delle merci, e talvolta anche dei costi aggiuntivi rispetto alle stesse procedure effettuate presso altri porti europei;
   questa inefficienza del sistema doganale italiano sta già producendo dei danni alle casse erariali e agli operatori nel settore della logistica che sono stati quantificati, dalla Confetra, in 12 miliardi di euro, in ragione del fatto che sempre più, le merci destinate anche al nord Italia vengono consegnate nei porti dell'Europa del nord, nonostante quattro giorni di navigazione aggiuntivi;
   in assenza di un efficace coordinamento tra le amministrazioni coinvolte nel processo di sdoganamento, e in attesa che si costituisca lo sportello doganale unico (previsto dal legislatore italiano nel 2003, prima ancora di quello europeo), per effettuare un'operazione di importazione o esportazione, gli operatori devono presentare circa 68 istanze a 18 amministrazioni differenti, trasmettendo talvolta informazioni identiche o simili; e costi e tempi di questa eccessiva burocratizzazione della procedura ricadono negativamente sulle imprese. Per il settore agroalimentare, particolarmente importante per il prodotto interno lordo italiano in considerazione del fatto che negli ultimi anni ha visto crescere la propria fetta di mercato su scala mondiale, le istanze da presentarsi sono circa 77, indirizzate a 17 amministrazioni o enti diversi;
   come dichiarato dal Ministro delle politiche agricole, forestali e alimentari in una intervista al Corriere della Sera, domenica 13 aprile, l'eccessiva burocratizzazione delle procedure per l'esportazione dei nostri prodotti del settore comporta un'attesa finanche di 19 giorni in dogana;
   le dogane italiane non sono operative a turno continuo ed è previsto che il pagamento dei diritti doganali debba avvenire con la modalità dell'assegno circolare che va consegnato fisicamente all'ufficio competente;
   gli standard europei su tempi di transito e costi rendono più convenienti le operazioni nei porti di altri Paesi europei dove, peraltro, le operazioni avvengono 24 ore al giorno e si registrano modalità di pre-clearing, ovvero parte delle operazioni doganali avvengono mentre i container sono in navigazione rendendo ancora più rapido il passaggio delle merci nel perimetro portuale –:
   se il Governo intenda attuare, attraverso l'Agenzia delle dogane, una politica di semplificazione delle procedure di sdoganamento delle merci in importazione ed esportazione, con particolare riferimento alle prassi in uso nei porti italiani così da garantire: il passaggio a piattaforme telematiche delle pratiche di sdoganamento, la possibilità di correzione autonoma per le operazioni telematiche in procedura domiciliata, la previsione di un solo nulla osta sanitario a fronte di una unica dichiarazione doganale;
   al fine di rendere più competitivo il sistema portuale italiano, se il Governo intenda garantire la operatività 24 ore al giorno dei porti, per l'invio telematico delle operazioni doganali e l'adozione della modalità di pre-clearing per l'espletamento delle operazioni medesime;
   alla luce del fatto che vi sono diverse modalità di pagamento che consentono un'utile tracciabilità, se il Governo non ritenga di prevedere la possibilità di pagare i diritti doganali con altri mezzi elettronici, così da consentire una maggiore praticità agli operatori economici;
   a che punto sia l’iter di attuazione dello sportello unico doganale e quali tempi siano previsti dal Governo perché possa essere operativo;
   quali iniziative i Ministri intendano adottare, ciascuno per la propria competenza, per ridurre gli oneri burocratici segnalati in premessa e quali iniziative i Ministri intendano promuovere per tutelare e favorire il particolare settore dell'agroalimentare, punta di diamante dell'economia del nostro Paese. (4-04489)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 4 agosto 2016
nell'allegato B della seduta n. 667
4-04489
presentata da
ROSATO Ettore

  Risposta. — Con l'interrogazione in esame, l'interrogante rileva che l'espletamento delle attuali procedure doganali di importazione ed esportazione nei porti nazionali provoca un allungamento del «tempo di transito» delle merci nei porti stessi, generando una perdita di competitività del sistema portuale italiano rispetto a quello di altri stati membri, nonché costi aggiuntivi per gli operatori economici del settore.
  Pertanto, al fine di rendere più competitivo il sistema portuale italiano, l'interrogante sollecita iniziative volte a:
    garantire l'operatività 24 ore al giorno dei porti, per l'invio telematico delle operazioni doganali e l'adozione della modalità di pre-clearing per l'espletamento delle operazioni medesime;
    prevedere la possibilità di pagare i diritti doganali con altri mezzi elettronici, così da consentire una maggiore praticità agli operatori economici.

  Inoltre, l'interrogante chiede a che punto sia l’iter di attuazione dello sportello unico doganale e quali tempi siano previsti perché possa essere operativo, e più in generale quali iniziative si intendano adottare per ridurre gli oneri burocratici connessi alle procedure di sdoganamento delle merci nei porti italiani.
  Al riguardo, sentiti l'agenzia delle dogane e dei monopoli e il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, si rappresenta quanto segue.
  Per quanto concerne l'eccessiva burocratizzazione delle procedure doganali nei porti italiani, giova osservare che il riferimento fatto dall'interrogante al termine di 19 giorni (necessari per completare un'operazione di export) è tratto dal rapporto «Doing business 2014» redatto dalla Banca Mondiale, in particolare dalla sezione «Trading across Borders» del predetto rapporto, che misura tempi e costi associati all'intero ciclo di import/export compresi tempi e costi connessi alla componente logistica (sbarco/imbarco, inoltro delle merci fino al porto di partenza/punto di destinazione).
  Tempi e costi sono rilevati da un questionario compilato da 7 operatori individuati dalla stessa Banca mondiale la cui identità è mantenuta riservata.
  Il questionario riguarda un caso di specie identico per tutti i paesi: l’import/export, via mare di un container standard, effettuato da una piccola/media impresa nazionale con sede nella capitale dello stato attraverso il principale porto marittimo nazionale (per l'Italia, Genova), nel periodo giugno 2012-giugno 2013.
  Secondo i dati estratti dalle risposte fornite dagli operatori, per le suddette operazioni sono necessari in Italia 7 giorni per ottenere il titolo di credito relativo alla transazione commerciale, 1 giorno per il rilascio del certificato di origine, 2 giorni per le operazioni doganali (di cui 1 per compilazione e presentazione della dichiarazione, 1 per eventuale controllo fisico delle merci) e 9 giorni per i documenti e nulla osta rilasciati da altri 18 enti /amministrazioni, per un totale di 19 giorni complessivi.
  Tuttavia, deve notarsi che i tempi attribuiti agli uffici doganali non corrispondono ai tempi effettivi; il metodo adottato dalla Banca mondiale «arrotonda» comunque ad 1 giorno anche intervalli di tempo inferiori al minuto (nel 2013 il 96,82 per cento delle operazioni doganali è stato svincolato in un lasso di tempo che varia tra 12 secondi e 5 minuti).
  Si aggiunga che i tempi sono calcolati non tenendo conto della simultaneità di alcune operazioni, né dei benefici della cosiddetta «procedura domiciliata» (ossia lo svolgimento delle formalità e degli eventuali controlli doganali direttamente presso la struttura dell'azienda esportatrice utilizzata da oltre l'82 per cento degli operatori).
  A tal proposito deve rilevarsi che nella graduatoria internazionale del rapporto 2014 l'Italia era collocata alla al 65o posto nel ranking generale e al 56o posto nella classifica specifica dell'indicatore «Trading across borders».
  L'agenzia delle dogane e dei monopoli, mediante contatti diretti con Banca d'Italia e Banca mondiale, si è attivata per rappresentare l'inefficienza dell'indicatore e del metodo di rilevazione, tanto che nell'edizione «Doing Business 2015» (dati 2014), l'Italia si colloca al 37o posto del ranking relativo all'indicatore «Trading across Borders», scalando ben 19 posizioni.
  Nell'ultima edizione del rapporto «Doing Business 2016» (dati 2015), l'agenzia delle dogane e dei monopoli evidenzia che la metodologia adottata è stata radicalmente modificata per quanto attiene l'indicatore Trading across Borders.
  In base a detta nuova metodologia, l'Italia si colloca al 1o posto nel ranking di settore, guadagnando ben 36 posizioni.
  In particolare, alla luce delle misurazioni effettuate dall'agenzia stessa prendendo a base i dati 2014 e adottando la metodologia messa a punto dall'organizzazione mondiale delle dogane (cosiddetta «Time Release»), il tempo medio per lo sdoganamento delle merci nei porti italiani è pari a 10 ore, con un minimo di 22 minuti ed un massimo di 79 ore.
  Tanto premesso, l'agenzia riferisce di essere da tempo impegnata nell'individuazione di ogni possibile miglioramento operativo finalizzato alla facilitazione dei traffici e alla riduzione dei costi per le imprese.
  Un primo passo per la diminuzione dei tempi di sdoganamento è stato, senz'altro, l'impulso dato ad alcune semplificazioni previste nel diritto dell'Unione europea, come il rilascio dello status di operatore economico autorizzato, che consente a tali soggetti l'autorizzazione allo sdoganamento telematico all'esportazione h 24 e la facoltà di scelta per gli operatori del luogo dove effettuare il controllo.
  L'agenzia ha, inoltre, attivato procedure telematiche per l'inoltro delle merci selezionate al luogo di controllo, scelto dall'operatore, attraverso un corridoio controllato con sistemi di geo-localizzazione GPS e monitorato grazie all'interoperabilità con la piattaforma logistica nazionale (PLN).
  L'agenzia delle dogane fa presente che tali procedure hanno costituito un banco di prova per l'introduzione di ulteriori innovazioni per la semplificazione del ciclo import/export e la decongestione degli spazi portuali. Le nuove procedure consentono la movimentazione di container dal punto di sbarco fino al magazzino di temporanea custodia di un nodo logistico di destinazione senza ulteriori formalità doganali, attraverso corridoi controllati su strada e ferroviari (Fast Corridore) monitorati rispettivamente dalle piattaforme PLN e PIL/PIC (piattaforme per il monitoraggio ferroviario).
  Inoltre, come evidenziato anche dall'interrogante, nella prospettiva di semplificazione delle procedure di sdoganamento delle merci nelle strutture portuali un ruolo fondamentale è svolto dall'implementazione dello sportello unico doganale, che costituisce uno strumento finalizzato ad attuare una «regia di convergenza» tra le amministrazioni coinvolte nel processo di sdoganamento tramite la digitalizzazione e l'integrazione delle certificazioni e dei procedimenti di rispettiva spettanza, assicurando una effettiva riduzione dei costi e dei tempi per le imprese.
  Detto sportello, attivato sin dal 2008 in collaborazione con il Ministero dello sviluppo economico per il trattamento di alcuni titoli di importazione ed esportazione, dal 2011 lo strumento è operativo con il Ministero degli affari esteri, per il trattamento delle licenze di importazione/esportazione dei materiali di armamento, e dal 2013 è stata attivata l'interoperabilità con il Ministero della salute, che ha competenza per il rilascio di circa l'80 per cento dei certificati/nulla osta necessari allo sdoganamento delle merci.
  Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti sottolinea, altresì, che lo sportello unico doganale consente di realizzare una coerente integrazione dei processi della logistica e del trasporto attraverso una migliore circolazione delle informazioni tra i diversi soggetti coinvolti in tali processi garantendo tempi di «dialogo» molto ridotti tra i diversi attori dei processi medesimi e rendendo il sistema maggiormente coerente con il più generale assetto organizzativo del porto e dei nodi logistici di riferimento.
  Una fase di sperimentazione dello sportello unico, che ha coinvolto, in prima battuta, i porti di Civitavecchia e di Ravenna e via via altri porti, è stata avviata e sono stati conseguiti risultati molto positivi.
  Quanto all'utilizzo della procedura «pre-clearing» presso i porti italiani, auspicato dall'interrogante quale strumento per il rilancio della competitività del sistema portuale e per la riduzione dei tempi di sdoganamento, l'agenzia delle dogane e dei monopoli evidenzia di aver già reso operativa tale semplificazione procedurale sin dal 2010.
  A decorrere dall'ottobre 2013, detta procedura è stata sostituita presso i principali porti italiani da una procedura denominata «Sdoganamento in mare», la quale consente la presentazione anticipata della dichiarazione doganale rispetto all'arrivo della nave nel porto di destinazione.
  Tale strumento è ammesso soltanto per le merci che richiedono certificazioni di competenza di amministrazioni con le quali è attiva l'interoperabilità nell'ambito dello sportello unico doganale, a condizione che le spedizioni in container avvengano su navi mercantili per le quali è assicurato il monitoraggio dell'autorità marittima (capitaneria di Porto).
  Infine, con riferimento alla richiesta dell'interrogante di adottare iniziative volte a consentire agli operatori commerciali di effettuare il pagamento dei diritti doganali con «altri mezzi elettronici» per rendere più agevole e pratico l'adempimento dell'obbligazione, deve osservarsi quanto segue.
  Già da tempo, l'agenzia delle dogane e dei monopoli ha intrapreso un percorso di adeguamento delle strutture doganali agli standard di riscossione nazionali e internazionali, nell'ambito del quale – oltre all'avvio dei pagamenti con bonifico bancario – ha attivato una sperimentazione con gli operatori economici e Banca d'Italia, estesa a tutti gli operatori economici ed a tutto il territorio nazionale a partire dal mese di aprile 2014.
  Considerati gli esiti positivi della sperimentazione, il 1o dicembre 2015 il direttore dell'agenzia, d'intesa con il Ragioniere generale dello stato e sentita la Banca d'Italia, ha emanato il provvedimento contenente le disposizioni per l'utilizzo della modalità di pagamento o di deposito dei diritti doganali mediante bonifico bancario/postale.
  La procedura in parola consente di effettuare un unico pagamento tramite i sistemi di «remote banking», per tutte le dichiarazioni doganali presentate presso un qualsiasi ufficio del territorio nazionale, assicurando l'afflusso diretto delle somme su di un apposito conto di Tesoreria dello stato.
  L'agenzia delle dogane e dei monopoli ha previsto di dotare, entro il 31 dicembre 2016, di almeno un apparecchio POS ogni proprio ufficio territoriale (circa 200 apparecchi «POS»), per semplificare i pagamenti effettuati da operatori occasionali e viaggiatori; la prima fase di dotazione si è conclusa il 31 dicembre 2015 con l'installazione, in coerenza con il corrispondente impegno assunto nella convenzione 2015 tra l'agenzia ed il Ministero dell'economia e delle finanze, di 47 POS presso gli uffici a maggior traffico.
  Infine, è opportuno ricordare che, ai sensi dell'articolo 1 del decreto legislativo 24 settembre 2015, n. 157 recante «Misure per la revisione della disciplina dell'organizzazione delle agenzie fiscali, in attuazione dell'articolo 9, comma 1, lettera h), della legge 11 marzo 2014, n. 23», le agenzie fiscali dovranno procedere alla riorganizzazione delle proprie strutture in funzione del riassetto dei servizi di assistenza, consulenza e controllo al fine di facilitare gli adempimenti tributari, anche grazie all'impiego di nuove e più avanzate forme di comunicazione con il contribuente.
  Detta riorganizzazione è destinata a stimolare l'incremento della competitività delle imprese italiane e a favorire, altresì, l'attrattività degli investimenti in Italia da parte delle imprese estere che intendono operare nel territorio nazionale.
La Sottosegretaria di Stato per l'economia e le finanzePaola De Micheli.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

importazione

semplificazione delle formalita'

trasporto merci

impianto portuale

formalita' di dogana