ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04436

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 208 del 09/04/2014
Firmatari
Primo firmatario: BUENO RENATA
Gruppo: MISTO-MAIE-MOVIMENTO ASSOCIATIVO ITALIANI ALL'ESTERO - ALLEANZA PER L'ITALIA (API)
Data firma: 09/04/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MERLO RICARDO ANTONIO MISTO-MAIE-MOVIMENTO ASSOCIATIVO ITALIANI ALL'ESTERO - ALLEANZA PER L'ITALIA (API) 09/04/2014
BORGHESE MARIO MISTO-MAIE-MOVIMENTO ASSOCIATIVO ITALIANI ALL'ESTERO - ALLEANZA PER L'ITALIA (API) 09/04/2014
PORTA FABIO PARTITO DEMOCRATICO 09/04/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI 09/04/2014
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 04/12/2014
Stato iter:
04/12/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 04/12/2014
GIRO MARIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE)
Fasi iter:

MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 04/12/2014

RISPOSTA PUBBLICATA IL 04/12/2014

CONCLUSO IL 04/12/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-04436
presentato da
BUENO Renata
testo di
Mercoledì 9 aprile 2014, seduta n. 208

   BUENO, MERLO, BORGHESE e PORTA. — Al Ministro degli affari esteri . — Per sapere – premesso che:
   nel 1946 il Ministro degli esteri del Brasile Joào Neves da Fontoura, giunto a Parigi per la Conferenza della Pace delle potenze vincitrici della guerra contro l'Italia (fra le quali vi era il Brasile) dichiarò in un'intervista, divenuta celebre rilasciata il 30 agosto al quotidiano Le Monde, che, nei riguardi dell'Italia prostrata, occorreva manifestare una solidarietà latina e, nello stesso tempo, lanciava l'idea della «ricostruzione del fronte latino»;
   dopo lunghe consultazioni a livello politico, nel 1951, sempre Neves da Fontoura, invitò per il 14 ottobre i paesi latini a Rio de Janeiro per un primo congresso mirante alla creazione di una «Unione Latina»;
   sempre per impulso del Brasile (cui si aggiunse la Spagna desiderosa di uscire dall'isolamento internazionale ove l'avevano confinata i paesi vincitori della guerra 1939-1945) si giunse al secondo congresso tenuto a Madrid nel 1954 e alla firma, il 15 maggio, del trattato istitutivo dell'Unione Latina quale ente di diritto internazionale e dotato di personalità giuridica internazionale;
   stati firmatari del Trattato di Madrid e Stati che aderirono in seguito sono in totale 39: dell'Europa: Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Romania, Moldavia, Repubblica di San Marino, Santa Sede, Ordine di Malta, Principato di Monaco, Principato di Andorra; dell'Africa: Angola, Mozambico, Capoverde, Senegal, Costa d'Avorio; dell'America Latina tutti i paesi di lingua spagnola e portoghese, compresa Cuba, Santo Domingo, Haiti; dell'Asia le Filippine e Timor Est;
   nel 1975 il III congresso, promosso dalla Francia, rilanciò l'Unione Latina con abbondante aumento dei contributi degli Stati membri e con la creazione di un Segretariato generale con sede a Parigi e con strutture proprie;
   iniziò così un'attività sempre crescente mirata alla difesa delle lingue neolatine, alla protezione e diffusione dei rispettivi patrimoni letterari, artistici, linguistici, al fomento di una cinematografia latina, alla tutela e diffusione del diritto romano e alla creazione di una terminologia neolatina;
   dopo 16 anni di una Segreteria generale gestita da un francese (Monsieur Rossillon) succedette un Segretario generale brasiliano per 4 anni (Ambasciatore Cavalcanti), un Segretario generale italiano per 8 anni (Ambasciatore Osio) e per 3 anni un Segretario generale spagnolo (Ambasciatore Dicenta);
   il Congresso straordinario del 26 giugno 2012 si è svolto secondo gli interroganti secondo modalità contrarie sia alle norme del diritto internazionale comune, sia a quelle del Trattato del 1954. Non vi fu alcuna consultazione preventiva fra i Governi dei Paesi membri, ma si giunse alle decisioni grazie ad una «intesa segreta» tra alcuni delegati (Francia, Italia e Spagna) che portarono al Congresso un «progetto di risoluzione» che ordinò, entro il giugno dello stesso anno, la dissoluzione del Segretariato Generale, l'azzeramento del bilancio e dei contributi annuali degli Stati membri, la chiusura degli uffici centrali e periferici nonché il licenziamento di tutto il personale;
   in sostanza sarebbe rimasto solo un segretario generale ad honorem, senza sede, senza un bilancio, senza personale e senza programmi. Si tiene a precisare che il segretario generale ad oggi non risulta ancora nominato;
   la risoluzione anzidetta è stata approvata di stretta misura: molti Paesi, colti di sorpresa, si sono astenuti non avendo avuto il tempo di consultare i rispettivi governi. Hanno protestato vivamente il Venezuela, Cuba, Ecuador, Senegal, Bolivia, Romania e Moldavia. Contro il diritto è stata vanificata un'organizzazione nota per le sue battaglie in difesa delle identità culturali dei suoi Paesi membri più esposti, per ragioni geografiche e di povertà, ai pericoli di una globalizzazione devastante;
   le attività dell'Unione Latina hanno mirato a proteggere e salvaguardare i patrimoni culturali dei Paesi membri diffondendo lo studio del diritto romano e della lingua latina, favorendo la creatività letteraria, l'editoria, il cinema e soprattutto la catalogazione dei beni culturali materiali e immateriali, formando catalogatori di beni culturali, non dimenticando che la catalogazione è il primo imprescindibile passo per la difesa delle rispettive radici culturali –:
   quali iniziative intenda assumere il Governo per rilanciare l'Unione Latina e se non ritenga il caso di adoperarsi, con urgenza, al fine di nominare il Segretario generale che dal 2012, quando si è svolto l'ultimo Congresso, non è stato ancora designato. (4-04436)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 4 dicembre 2014
nell'allegato B della seduta n. 345
4-04436
presentata da
BUENO Renata

  Risposta. — La chiusura concordata dell'Unione latina (di cui si riassumono di seguito le fasi salienti), la cessazione delle attività e la soppressione del Segretariato permanente dell'Organizzazione internazionale sono stati votati a maggioranza dal XXVI congresso dell'organizzazione, tenuto il 23 gennaio 2012. La decisione è stata indotta da ragioni di sostenibilità finanziaria e da considerazioni sulla limitata operatività dell'Unione latina, le cui attività istituzionali e programmatiche non hanno assicurato, in particolare negli ultimi anni prima della chiusura, la corretta corrispondenza tra gli elevati costi dell'organizzazione e i risultati da essa raggiunti.
  La questione della sostenibilità finanziaria dell'Unione latina si è posta a partire dal 2008, quando la Francia, primo contributore dell'organizzazione, ha deciso unilateralmente di decurtare il proprio contributo al bilancio passando dal 38 per cento al 22 per cento, evidenziando una preferenza a destinare maggiori risorse ad altre forme di diplomazia culturale (la rete della francofonia, la politica dell'Unione europea in ambito culturale, iniziative dell'Unesco), a svantaggio dell'Unione latina. A seguito del ridimensionamento francese, l'Italia è divenuta nel 2009 il primo contributore dell'organizzazione (34 per cento del bilancio, in termini assoluti 1,21 milioni di euro, incluso il contributo di 243.000 euro per il funzionamento dell'Ufficio periferico di Roma).
  In occasione del Consiglio esecutivo del febbraio 2009 il nuovo segretario generale spagnolo Dicenta, successore nella carica all'Ambasciatore Osio, ha preso atto delle difficoltà finanziarie dell'Unione latina ed ha esposto nelle sue linee programmatiche alcune indispensabili forme di razionalizzazione, anche alla luce del fatto che gran parte del
budget dell'organizzazione (87 per cento) era destinato alle spese di funzionamento piuttosto che ai programmi. L'azione riformatrice di Dicenta si è dimostrata efficace in una prima fase ma ha esaurito presto la propria spinta.
  Nel giugno 2009 il Brasile ha annunciato il dimezzamento del proprio contributo, da 400.000 a 200.000 euro. Nel settembre 2009 questo ministero, nel quadro di razionalizzazione dei finanziamenti concessi ad organizzazioni ed enti internazionali, ha dovuto procedere ad annunciare la riduzione del finanziamento italiano, a partire dal biennio 2011-2012, da 1,21 milioni a 500.000 euro. Il quadro finanziario dell'organizzazione è stato inoltre reso ancora più critico dai cronici ritardi nel pagamento delle quote da parte di molti membri dell'Unione latina, in particolare sudamericani.
  Nonostante i tentativi di razionalizzazione del segretario generale Dicenta, all'inizio del 2011 è stato certificato un
deficit finanziario nel bilancio dell'Unione latina di oltre un milione di euro. Alla fine del 2011 sono state rese note ulteriori diminuzioni, a partire dal 2012, dei contributi della Colombia e della Francia, a cui si è aggiunta anche la riduzione di quello dell'Italia (da 500.000 euro a 60.000).
  Su proposta dei sei maggiori contributori al bilancio dell'Unione latina (Brasile, Cile, Francia, Portogallo e Spagna, oltre all'Italia), il XXVI congresso del 23 gennaio 2012, alla presenza di 26 Stati membri su 36, ha adottato a maggioranza una risoluzione che ha impegnato il segretario generale ad utilizzare il
budget 2012 al fine esclusivo di liquidare il personale e le strutture. La medesima risoluzione ha previsto la chiusura del segretariato permanente e delle sue attività istituzionali. Romania, Uruguay, Ecuador, Cuba, Venezuela, Nicaragua e Guatemala, alcuni dei quali da lungo tempo insolventi verso l'organizzazione, hanno votato contro l'adozione della risoluzione.
  In quell'occasione si era anche concordato di affidare la cooperazione culturale tra gli Stati membri ad un
forum di collaborazione informale e senza oneri, mai realmente attivato, al quale avrebbero partecipato i rappresentanti permanenti accreditati presso l'Unesco, coordinati da un segretariato generale onorario.
  L'ultimo congresso dell'Unione latina del 18 gennaio 2013 ha certificato l'assenza di passivi di cassa e affidato per il 2013 il Segretariato
pro tempore alla Francia. In quell'occasione è stata riscontrata la generale preferenza ad arrestare del tutto le attività dell'Unione latina.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionaleMario Giro.

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