ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04425

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 208 del 09/04/2014
Firmatari
Primo firmatario: DURANTI DONATELLA
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 09/04/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLA DIFESA
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE 09/04/2014
MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE 09/04/2014
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA DIFESA delegato in data 02/09/2014
Stato iter:
15/06/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 15/06/2015
PINOTTI ROBERTA MINISTRO - (DIFESA)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 15/06/2015

CONCLUSO IL 15/06/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-04425
presentato da
DURANTI Donatella
testo di
Mercoledì 9 aprile 2014, seduta n. 208

   DURANTI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della difesa . — Per sapere – premesso che:
   la bonifica e messa in sicurezza delle aree di competenza della marina militare (ex area Ip, area Gittata, zona 17 ettari) e della cava in località San Marco (Statte) è improcrastinabile, ma ancora non si è giunti ad una conclusione su come bonificare questi siti che continuano a contaminare l'acqua di falda e il Mar Piccolo a Taranto;
   l'area ex Ip è situata nel primo seno di mar Piccolo, ed è interessata da una pesante contaminazione (metalli pesanti, pcb, inquinanti inorganici) dovuta proprio alle attività passate dell'Arsenale militare, oltre all'inquinamento conseguente all'attività dell'Ilva di Taranto;
   il quotidiano on line TarantoOggi.it del 5 marzo scorso, in un articolo di Gianmario Leone, riprende in particolare la vicenda della bonifica del Mar Piccolo di Taranto nell'ambito della più vasta operazione di bonifica dell'area di Taranto, e degli altissimi danni recati dall'inquinamento all'ambiente marino del bacino e alla mitilicoltura tarantina;
   l'inquinamento prodotto dalle aree a terra in uso alla Marina continuano ad inquinare la falda (in particolar modo quella superficiale) e il mare;
   le aree a terra gestite dalla Marina Militare rappresentano, come indicato dalla «Relazione tecnica sullo stato di inquinamento da PCB nel SIN Taranto ed in aree limitrofe», redatta dal servizio ciclo dei rifiuti e bonifica della regione Puglia nel 2011, la fonte primaria accertata di inquinamento da PCB del Mar Piccolo: sia nei terreni che nella falda superficiale;
   parliamo di un sito esteso per circa 23.000 metri quadri in cui sin dal 1890 è stata svolta attività da parte di numerose aziende di supporto alla marina militare, mediante il ricorso di sostanze altamente impattanti dal punto di vista ambientale come vernici, solventi, olio di taglio, olio idraulico ed idrocarburi;
   la caratterizzazione realizzata dai tecnici della regione, condotta tra il maggio e il luglio 2009 ha evidenziato nei terreni una contaminazione da metalli pesanti (antimonio, arsenico, mercurio, piombo, rame, selenio, vanadio e zinco), da policlorobifenili e da idrocarburi (leggeri e pesanti);
   la consegna del Progetto definitivo per la messa in sicurezza di emergenza delle acque di falda era prevista per il luglio del 2012. Doveva essere un passaggio cruciale, al termine di un iter piuttosto tortuoso che aveva visto il servizio ciclo dei rifiuti e bonifica della regione formulare una serie di osservazioni e prescrizioni sul progetto presentato da Marigenimil (direzione genio militare per la marina). Nel corso della conferenza dei servizi decisoria, tenuta l'8 marzo 2012, Marigenimil aveva assicurato una programmazione finanziaria che garantiva l'avvio delle procedure per l'esecuzione delle opere entro il 2012. Il 30 marzo del 2012, l'assessore regionale all'ambiente, Lorenzo Nicastro, aveva annunciato che il progetto di Marigenimil aveva ricevuto l'ok dei tecnici regionali affermando, inoltre, che l'iniziativa del genio militare avrebbe consentito di «contenere definitivamente la contaminazione accertata nella falda acquifera». Ma la data prevista per la consegna del progetto definitivo – luglio 2012 – non è mai stata rispettata;
   l'Arpa Puglia ha peraltro avviato da tempo uno studio al fine di fotografare l'attuale situazione della contaminazione e dell'inquinamento del Mar Piccolo, e individuare il livello e le caratteristiche dell'inquinamento –:
   quali siano i motivi dei forti ritardi per la messa in sicurezza dell'area ex Ip dell'Arsenale militare di Taranto e se non si ritenga di intervenire al più presto per richiamare la Marina militare alle sue responsabilità al fine di pervenire in tempi rapidi alla soluzione del problema di cui in premessa. (4-04425)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Lunedì 15 giugno 2015
nell'allegato B della seduta n. 442
4-04425
presentata da
DURANTI Donatella

  Risposta. — La messa in sicurezza di emergenza (Mise) della cosiddetta «ex area IP», all'interno del comprensorio arsenalizio di Taranto, si articola nella realizzazione di:
   un impianto di mitigazione del flusso di falda;
   una barriera impermeabile e trattamento delle acque.

  Secondo quanto riferito dalla Marina militare, l'impianto di mitigazione del flusso di falda era pronto ad entrare in opera dall'agosto 2013 ma si è ancora in attesa dell'autorizzazione allo scarico a mare delle acque trattate da parte della provincia di Taranto.
  Il progetto definitivo (mitigazione del flusso e barriera impermeabile), completato ed ottimizzato sia in termini tecnici che economici, è stato inviato a tutti i soggetti della Conferenza di servizi il 20 novembre 2013 e nel tavolo tecnico del 9 gennaio 2014, tenutosi in regione Puglia, è stato ritenuto valido. Nel corso di tale riunione, tuttavia, la regione Puglia e l'agenzia regionale per la protezione ambientale hanno evidenziato la necessità di un'integrazione al progetto per estendere la messa in sicurezza di emergenza anche ad altra area contaminata, definita con la caratterizzazione integrativa (anche definita «MISE integrata»). Il successivo 12 marzo 2014, la Direzione del genio della Marina (Marigenimil) ha provveduto a consegnare il progetto definitivo di Mise integrato.
  Il 12 febbraio 2015 si è tenuta presso la regione Puglia, la Conferenza di servizi per verificare lo stato dell'autorizzazione allo scarico da parte della provincia di Taranto ed approvare l'analisi di rischio relativa alle aree finora caratterizzate. In ragione delle prescrizioni formulate dall'Arpa, la stessa Conferenza ha richiesto alla Marina militare di attivarsi per richiedere alla provincia di Taranto la possibilità di avviare immediatamente l'impianto di mitigazione del flusso oppure convocare un tavolo tecnico per esaminare i contenuti delle prescrizioni dell'Arpa.
  La provincia di Taranto, che non ha partecipato alla Conferenza, ha successivamente fatto pervertire alla Marigenimil una comunicazione con la quale informava che l'autorizzazione allo scarico a mare delle acque trattate dal sistema di Mise era stata rilasciata con determina dirigenziale n. 15 del 12 febbraio 2015, cioè lo stesso giorno in cui si teneva la Conferenza di servizi.
  Tale Determina, pubblicata il 18 marzo 2015 all'Albo pretorio della provincia di Taranto, è stata notificata dallo stesso ente alla Marigenimil in data 24 marzo 2015.
  L'impianto di Mise, continua, tuttavia, a non poter essere attivato in quanto la competente Marigenimil deve, in primo luogo, adempiere alle numerose prescrizioni tecniche contenute nell'autorizzazione in questione.
  Per quanto riguarda l'area denominata «zona gittata», in cui è previsto lo smaltimento fanghi di dragaggio nonché la bonifica e messa in sicurezza dell'area, non sussisterebbe, in base ad indagini effettuate, la possibilità di esposizione, anche fortuita, dei corpi recettori umani ed ambientali. In ogni caso la Direzione dell'arsenale militare (Marinarsen) di Taranto ha acquisito il documento di «Analisi dei Rischi sito specifico» anticipandolo alla Regione Puglia. In riscontro al documento trasmesso, la Regione si è espressa richiedendo l'integrazione del documento presentato, comprensivo di tutti i dati disponibili, inclusi alcuni punti di prelievo al di fuori dell'area interessata.
  In adempimento a quanto richiesto dalla Regione Puglia, Marinarsen Taranto ha disposto l'affidamento diretto a ditta privata per la realizzazione del nuovo documento integrativo. Il nuovo documento prodotto è stato inviato alla Regione Puglia e agli altri enti interessati e si rimane in attesa di ricevere dalla Regione Puglia le determinazioni discendenti.
  Con riferimento, poi, alla cava in località San Marco, classificata quale possibile fonte primaria di contaminazione per il Mar Piccolo, la stessa non è in uso alla Difesa.
  È evidente, in conclusione, che il protrarsi dei tempi per avviare l'impianto e per la stesura del progetto definitivo della messa in sicurezza di emergenza, non sono imputabili alla Forza armata, bensì riconducibili ai tempi, non sempre contraibili, necessari al rilascio di pareri e autorizzazioni da parte degli enti coinvolti, estranei all'amministrazione Difesa.

La Ministra della difesaRoberta Pinotti.

Classificazione EUROVOC:
GEO-POLITICO:

TARANTO,TARANTO - Prov,PUGLIA

EUROVOC :

inquinamento chimico

protezione dell'ambiente

sostanza tossica

marina militare

metallo pesante

rifiuti chimici

sostanza pericolosa