ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04354

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 204 del 03/04/2014
Firmatari
Primo firmatario: DI GIOIA LELLO
Gruppo: MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI)
Data firma: 03/04/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 03/04/2014
Stato iter:
05/05/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 05/05/2014
BUBBICO FILIPPO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 05/05/2014

CONCLUSO IL 05/05/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-04354
presentato da
DI GIOIA Lello
testo di
Giovedì 3 aprile 2014, seduta n. 204

   DI GIOIA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
   l'Istituto di vigilanza «METROPOL» ha svolto la propria attività sul territorio pugliese per oltre venti anni, garantendo lavoro a 240 dipendenti, arrivando a collocarsi al secondo posto tra le aziende leader del settore della vigilanza in Puglia nonché al settimo posto in Italia;
   in data 15 febbraio 2013, la prefettura di Foggia, comunicava tramite raccomandata (protocollo n. 419272013/AREA 1a Bis), al signor Rizzi, legale rappresentante dell'istituto di vigilanza «METROPOL Srl» di Foggia, l'avvio di un procedimento per la revoca dell'autorizzazione ex articolo 134 TULPS;
   tale data corrispondeva a quella dell'aggiudicazione provvisoria, da parte dell'istituto di vigilanza in questione, della gara d'appalto presso il Poligrafico dello Stato per un valore complessivo di circa 4 milioni di euro;
   tale procedimento era avviato sul presupposto che, a seguito di accertamenti condotti dagli organi di polizia, sarebbe emerso che 6 dipendenti dell'istituto di vigilanza, dei quali due avevano già cessato la loro attività, avevano legami di parentela o frequentazioni con esponenti della criminalità organizzata;
   i restanti quattro dipendenti, ancora in servizio, venivano licenziati in data 20 marzo 2013;
   due delle dipendenti licenziate impugnavano tale provvedimento presso il tribunale del lavoro di Foggia che ne ordinava il reintegro nel posto di lavoro, con condanna per la «METROPOL Srl» al pagamento delle spese legali e delle mensilità arretrate;
   i giudici del lavoro evidenziarono, tra l'altro, che la parentela con eventuali soggetti collegati alla criminalità sia priva di riferimenti alla condotta del lavoratore e sia circostanza del tutto generica e non comprovata da circostanze probatorie concrete;
   la «METROPOL Srl» aveva, d'altronde, già fatto presente che, in ogni caso, la società era assolutamente all'oscuro di qualsivoglia legame di parentela o frequentazione degli stessi con soggetti legati alla criminalità organizzata;
   l'istituto aveva fatto presente che aveva 206 guardie particolari giurate, di queste 115 erano state assunte direttamente, conformemente alla disposizioni della legge vigente e alla prassi in uso presso la prefettura di Foggia, e 91 che erano state acquisite dopo l'acquisto del ramo d'azienda della cessata ex cooperativa «La Centotre», operazione questa autorizzata dal Ministero dello Sviluppo economico con nota protocollo n. 0126634 del 30 maggio 2012;
   METROPOL si era impegnato a tali assunzioni, a condizione che le guardie giurate fossero in regola con i titoli di polizia, a garanzia che gli stessi avessero già superato le verifiche della prefettura e della polizia;
   era stata cura della società verificare che tutti gli assunti non avessero carichi pendenti attraverso l'estrazione del relativo certificato;
   va ricordato, inoltre, che per le guardie giurate la licenza di porto d'armi viene rilasciata dal prefetto soltanto dopo l'effettuazione della verifica dei presupposti di buona condotta e illibata moralità da parte del Questore o degli organi di Polizia competenti;
   analogamente, ai sensi dell'articolo 134 TULPS, spetta alla prefettura il rilascio del decreto di nomina a guardia particolare giurata e l'avvio del procedimento che verifichi i presupposti per tale licenza;
   non a caso l'articolo 138 TULPS prevede che ogni due anni i titolari di porto d'armi debbano rinnovare il proprio titolo abilitativo;
   a tal proposito va rilevato che la METROPOL, nei rari casi in cui la prefettura, nel corso degli anni, ha negato il rilascio del decreto di nomina di guardia giurata, non ha mai assunto tale personale;
   al contrario nessun soggetto privato ha alcun potere o modo di verificare la condotta del proprio dipendente fuori dal posto di lavoro, né le sue frequentazioni o parentele;
   sarebbe singolare se corrispondesse al vero, come viene pubblicamente denunciato, che a nessuno delle persone ritenute pericolose dalla prefettura, non sia stato ancora revocato il porto d'armi;
   nello stesso periodo, sia al Poligrafico dello Stato che al direttore generale degli ospedali riuniti di Foggia venivano recapitati, a mezzo di plico postali anonimi, copie della comunicazione prefettizia, diretta al signor Rizzi, con la quale la prefettura avviava il procedimento di revoca della licenza;
   da ciò gli enti interessati comunicavano che avrebbero valutato l'interruzione di servizio con un provvedimento di autotutela;
   tale fuga di notizie ha rappresentato, sicuramente, una circostanza grave che ha creato notevoli danni economici e di immagine all'istituto «METROPOL Srl»;
   in data 18 giugno 2013, la prefettura di Foggia, attraverso il dirigente dell'area 1a, rispondeva ad una richiesta di informazioni antimafia ai sensi dell'articolo 91, del decreto legislativo 159/2011 avanzata dalla direzione qualità sicurezza, ambiente e servizi generali, sulla ditta «METROPOL Srl» e sul suo amministratore unico, Rizzi Leonardo, affermando che «non risultano tentativi di infiltrazione mafiosa nonché cause di divieto, di decadenza e di sospensione previste dall'articolo 67 del sopra citato decreto legislativo»;
   in data 23 luglio 2013, il signor Rizzi come amministratore unico di «METROPOL Srl» ha presentato una denuncia presso il tribunale di Foggia denunciando impedimenti e ritardi, ad opera di alcuni funzionari della prefettura, nei confronti della propria azienda nonché procedure non esattamente in linea con la legge vigente in occasione di bandi pubblici;
   in data 29 gennaio 2014, il prefetto della provincia di Foggia, dopo aver rigettato le numerose memorie difensive dell'interessato, decretava il ritiro dell'autorizzazione, rilasciata al signor Rizzi, in merito alla gestione dell'istituto di vigilanza privata «METROPOL Srl» –:
   se non si ritenga opportuno ed urgente verificare tutte le circostanze sopra descritte al fine di accertare la reale dinamica dei fatti e gli elementi in base ai quali è stato deciso, dal prefetto di Foggia, il ritiro dell'autorizzazione alla società «METROPOL Srl» con il relativo prevedibile licenziamento di ben 240 dipendenti;
   per quale motivo il dirigente dell'area 1a, in data 18 giugno 2013, rispondendo ad una richiesta dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, abbia dichiarato che non risultavano tentativi di infiltrazione mafiosa nonché cause di divieto, di decadenza e di sospensione previste dall'articolo 67 del decreto legislativo n. 159 del 2011. (4-04354)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Lunedì 5 maggio 2014
nell'allegato B della seduta n. 222
4-04354
presentata da
DI GIOIA Lello

  Risposta. — In relazione all'interrogazione in esame, riguardante i provvedimenti assunti dal prefetto di Foggia nei confronti dell'istituto di vigilanza privata Metropol, si ricorda che a seguito di alcune anomalie gestionali sono stati espletati approfondimenti investigativi che hanno determinato il deferimento all'autorità giudiziaria del legale rappresentante della società e di altri venti indagati per i reati di concorso in truffa e falso.
  Secondo le indagini, i medesimi avrebbero impiegato per il servizio di vigilanza presso il presidio ospedaliero cittadino personale con qualifica di portierato anziché guardie particolari giurate.
  Il giudice per le indagini preliminari, ha disposto l'archiviazione del procedimento.
  Gli accertamenti compiuti sono stati, comunque, oggetto di valutazione sotto il profilo dell'eventuale sussistenza del pericolo di infiltrazioni ambientali, ai sensi dell'articolo 257 del regio decreto 6 maggio 1940, n. 635, recante il regolamento di esecuzione del testo unico delle leggi pubblica sicurezza.
  In particolare, in data 28 gennaio 2013, oltre alle suddette vicende, la questura ha segnalato alla prefettura la presenza di sei dipendenti – incardinati peraltro nella struttura organizzativa dell'istituto di vigilanza – che, in ragione dei loro precedenti penali, avrebbero potuto condizionarne la corretta gestione.
  Gli organi di polizia hanno effettuato accertamenti nei confronti di alcune guardie giurate e di personale amministrativo dell'istituto, con riferimento alla presenza di collegamenti diretti o indiretti con la criminalità organizzata locale, evidenziando rapporti di stretta parentela e, quindi, di frequentazione, fra dipendenti della Metropol e soggetti di spicco della criminalità organizzata locale.
  Alla luce di tali verifiche, il prefetto ha disposto la revoca dell'autorizzazione rilasciata ai sensi del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, in quanto le circostanze accertate integrano la fattispecie di cui al citato articolo 257 del Regolamento di esecuzione del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza. Tale previsione normativa si inserisce nel quadro delle misure di carattere straordinario per fronteggiare situazioni di condizionamento mafioso che non richiedono prove di condotte penalmente rilevanti a carico del soggetto destinatario del provvedimento.
  Per quanto riguarda alcune specifiche questioni sollevate dall'interrogante, preciso che in merito all'invio di buste anonime ad un istituto bancario e al Poligrafico e Zecca dello Stato – contenenti copia della comunicazione dell'avvio del procedimento di revoca della licenza rilasciata alla Metropol, – il fatto è stato denunciato all'autorità giudiziaria.
  Non vi è, peraltro, contraddittorietà del provvedimento di revoca della licenza con l'informativa antimafia del 18 giugno 2013, rilasciata all'Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, dalla quale non risultano tentativi di infiltrazione mafiosa nonché cause di divieto, di decadenza e di sospensione.
  Ciò in quanto, all'epoca del rilascio dell'informativa antimafia, il procedimento che è culminato nella revoca della licenza era ancora in corso.
  Al termine del suddetto procedimento di revoca, è stato adottato – il 6 marzo scorso – il provvedimento interdittivo antimafia.
  Con riferimento alla valutazione dei requisiti soggettivi in capo alle guardie particolari giurate, in sede di riunione tecnica di coordinamento delle forze di polizia, presieduta dal Prefetto di Foggia, è stato da tempo assunto un indirizzo che prevede un sistema di accertamenti di tali requisiti anche con riferimento a frequentazioni o cointeressenze delle guardie stesse con soggetti legati alla criminalità organizzata. Ciò con l'evidente fine di attuare efficaci azioni preventive di contrasto in via amministrativa dei tentativi di ingerenza di organizzazioni criminali in settori di attività particolarmente delicate quali la vigilanza privata.
  Su questa stessa linea, a tutte le guardie giurate coinvolte nella vicenda Metropol, sospettate di frequentazioni con soggetti di spicco della criminalità organizzata, sono stati negati i titoli di polizia (nomina a guardia giurata e relativo porto d'arma) ed è stato intimato il divieto di detenzione di armi e munizioni, ai sensi dell'articolo 39.
  Quanto al licenziamento disciplinare delle due dipendenti, legate da vincoli di parentela con esponenti di clan malavitosi, si osserva che il giudice del lavoro ha reintegrato le suddette dipendenti nel rapporto di lavoro, «in assenza di condotte obiettivamente contestabili».
  È apparso, in effetti, pretestuoso il licenziamento «per motivi disciplinari» disposto sulla base delle «censure sollevate dalla Prefettura», che non si riferiscono a tali dipendenti e non assumono rilevanza in relazione al rapporto di lavoro delle stesse, come precisato dal giudice del lavoro, che le ha reintegrate.
  Si ricorda, inoltre, che il 13 febbraio 2014 il Questore di Foggia ha eseguito tre ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico, tra l'altro, di due guardie giurate che hanno avuto o che avevano ancora in essere rapporti di collaborazione con l'istituto Metropol.
  Ai predetti sono stati contestati, in concorso, i reati di truffa, estorsione e minaccia grave. Gli accertamenti esperiti hanno posto in luce una «dinamica di mercimonio» relativa a promesse di posti di lavoro nell'ambito dello stesso istituto di vigilanza e di gravi intimidazioni finalizzate a garantire l'impunità degli indagati.
  La situazione della vigilanza privata nella provincia di Foggia richiede che le vicende che coinvolgono non solo Metropol ma anche altri istituti, vengano valutate con la massima attenzione dai responsabili delle forze dell'ordine.
  Tali preoccupazioni hanno, a suo tempo, indotto il Prefetto a non sottoscrivere il protocollo «Mille occhi sulla città» – che presuppone un'attività di integrazione dell'azione di polizia da parte degli istituti privati – e ad avviare approfonditi accertamenti nei confronti di altre società di vigilanza.
  Nel frattempo, in merito alla revoca della licenza, si è pronunciato il T.A.R. Puglia il quale – il 27 febbraio 2014 – ha accolto «in via interinale e provvisoria» l'istanza cautelare e ha sospeso l'efficacia del provvedimento prefettizio, fino a quando – come deciso nel corso dell'udienza di ieri – il giudice non si pronuncerà sul merito.
  Le decisioni giurisdizionali consentiranno di attendere con maggiore serenità l'esame definitivo del giudice amministrativo anche sotto il profilo della salvaguardia dei diritti delle guardie particolari giurate e dei livelli occupazionali, per la tutela dei quali invero la prefettura si è tempestivamente adoperata, istituendo un tavolo di confronto permanente con tutte le parti interessate.
Il Sottosegretario di Stato per l'internoFilippo Bubbico.

Classificazione EUROVOC:
SIGLA O DENOMINAZIONE:

ISTITUTO POLIGRAFICO E ZECCA DELLO STATO

GEO-POLITICO:

FOGGIA - Prov,PUGLIA

EUROVOC :

sicurezza e sorveglianza

amministrazione locale

soppressione di posti di lavoro

acquisizione d'impresa

giurisdizione del lavoro