ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04320

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 203 del 02/04/2014
Firmatari
Primo firmatario: LODOLINI EMANUELE
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 02/04/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 02/04/2014
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-04320
presentato da
LODOLINI Emanuele
testo di
Mercoledì 2 aprile 2014, seduta n. 203

   LODOLINI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico . — Per sapere – premesso che:
   è iniziato lunedì 31 marzo, lo stato di agitazione proclamato dai lavoratori della SeBa, società di servizi bancari di Jesi, ex controllata di Banca Marche;
   tutti i contratti che BM aveva garantito fino al 2016 e che costituiscono il 90 per cento del lavoro in SeBa sono stati cancellati il 24 marzo nonostante gli impegni assunti dall'istituto di crediti nel 2011 quando assieme a Carilo, Carifac (oggi Veneto Banca) e Carifermo ha deciso di vendere la società alla KGS di Pesaro (proprietaria anche di Seda);
   al momento della vendita le banche venditrici hanno concluso un accordo con la proprietà acquirente e con i sindacati in cui si impegnavano ad adeguare le tariffe dei servizi alle rivalutazioni Istat e a integrare i contratti di servizio al fine di mantenere un budget aziendale che ne garantisse la piena occupazione. Ma dal 2012 Carifac ha dismesso tutti i servizi con SeBa pagando una minima penale a fronte di un mancato introiti che garantiva lavori;
   a oggi il 95 per cento del fatturato di SeBa è dato da Banca Marche. Da due anni BM ha richiesto ulteriori sconti minacciando la rescissione dei contratti;
   questa situazione ha pesantemente messo a rischio la liquidità dell'azienda;
   Banca Marche, cassa di Risparmio di Loreto e Fermo, hanno deciso di rescindere importanti contratti sferrando un duro colpo ai lavoratori, collocando 26 famiglie sull'orlo del licenziamenti;
   nel febbraio del 1994 viene creata la SeBa Servizi Bancari Spa, con il compito di gestire le attività prevalentemente bancarie di portafoglio;
   la compagine sociale della SeBa era così delineata:
    CR JESI 11 per cento;
    CR PESARO 11 per cento;
    CR FABRIANO 11 per cento;
    CR FANO 11 per cento;
    CR FERMO 11 per cento;
    CR MACERATA 11 per cento;
    CR LORETO 11 per cento;
    CR ASCOLI 6 per cento;
    IPACRI 11 per cento;
    SEDA 5 per cento;
    MEDIOCREDITO 1 per cento;
   da rilevare la presenza nel capitale sociale di un'azienda esterna alle banche (IPACRI – istituto di automazione per le casse di risparmio);
   nel corso degli anni abbiamo assistito al progressivo ed inesorabile «abbandono» da parte di alcuni Istituti di Credito soci e al loro disimpegno sia in termini di conferimento di lavoro sia per quanto riguarda la cessione di quote sociali; a questo si affiancava la volontà da parte delle banche rimanenti di rilevare le quote in vendita affinché il capitale rimanesse totalmente bancario;
   nel 2001 – 2002 si cominciò a pensare ad una soluzione che potesse salvaguardare i lavoratori e si arrivò così al 29 gennaio 2003 quando dopo mesi di trattative si giunse alla firma di un accordo tra le organizzazioni sindacali e le banche proprietarie che prevedeva la volontà ad esaminare l'eventuale riassorbimento all'interno delle Banche stesse dei lavoratori di SeBa spa Accordo in seguito totalmente rigettato dalle banche stesse a causa del repentino cambiamento dei vertici di Banca Marche e C.R. Fabriano. Già nel gennaio 2003 le segreterie regionali di Fabi Cisl, Fisac Cgil, Uilca, in un apposito incontro con ma quasi totalità della proprietà SeBa spa (Banca Marche, Carilo, Carifac, Carisap, Carifermo, Seda) prendevano atto che le condizioni di mercato portavano a considerare esaurita anche sotto l'aspetto strategico l'esperienza imprenditoriale e commerciale della predetta SeBa e conseguentemente ne ponevano in primo piano l'ipotesi della liquidazione volontaria con salvaguardia aspetti occupazionali, tramite possibile riassorbimento del personale (37 unità) nelle aziende proprietarie, previo espletamento di tutti gli strumenti contrattuali all'epoca esistenti. In corso d'opera il cambio degli amministratori di Banca Marche e Carifac (che da sole o trapelavano l'84 per cento del capitale sociale) portò a un incontro successivi in ABI dove di decise di soprassedere momentaneamente alla liquidazione della società, venendo incontri a una richiesta di dette aziende basata su un piano di rilancio delle attività della SeBa;
   in data 8 marzo 2011 la Banca delle Marche spa – con specifico comunicato stampa – precisava di essere l'unica Banca della regione che continua a sostenere la propria partecipata, a cui commissiona quelle attività che fino ad oggi hanno assicurato a quest'ultima ricavi, occupazione ed il conseguente mantenimento, a favore dei dipendenti, del Contratto Collettivo Nazionale di lavoro del comparto «Credito»:
   l'attenzione di Banca Marche verso SeBa e verso il tipo di contratto occupazionale in essa vigente, è stata ed è centrale rispetto alle pure logiche del mercato e ciò sia in rapporto agli utili, sia in rapporto ai costi della fornitura; infatti la stessa Banca ha sempre ritenuto di valutare, per il futuro dell'Azienda partecipata, quelle soluzioni che consentano di rilanciarne le sorti e di consolidarne – in modo durevole e sostenibile – il ruolo sul territorio;
   questa scelta è stata ribadita il 3 marzo 2011 dal consiglio di amministrazione di Banca Marche che ha unanimemente confermato la volontà di perseguire una strategia la quale, (ferma la presenza nel capitale della SeBa degli attuali soci bancari), consenta l'ingresso come azionista di controllo di un'azienda leader nel settore del facility management;
   il nuovo socio di maggioranza dovrà:
    a) garantire alla SeBa un ruolo significativo all'interno di un piano di sviluppo, onde farne un polo per l'esercizio di tutte le attività del gruppo nell'Italia centro-meridionale;
    b) conferire un significativo apporto di liquidità alle casse sociali della SeBa;
    c) mantenere la forza lavoro oggi impiegata nella SeBa, con applicazione ai suoi dipendenti del CCNL del Credito;
    d) creare le condizioni affinché le Banche socie possano affidare alla «nuova» SeBa, a condizioni più competitive delle attuali, quei contratti di «facility management» oggi affidati in outsourcing»;
   nel corso degli anni, pur a fronte di trasformazioni societarie da parte degli Istituti di credito soci, disdetta di appalti, e altro, la proprietà è sempre rimasta totalmente bancaria;
   nel biennio 2009 – 2010 iniziano i veri problemi. La SeBa entra in crisi per la fisiologica riduzione dei volumi cartacei (assegni, effetti) e per l'abbandono di alcune banche clienti. Inoltre due delle più grosse banche socie e fornitrici di una grossa fetta di servizi (CARIFAC E CARIFERMO) tolgono la quasi totalità degli appalti concessi;
   si inizia parlare concretamente di «vendere» la società a soggetti terzi rispetto all'ambito bancario e, per agevolare questo passaggio, la governance di Banca delle Marche nomina un suo «liquidatore» che ha il compito di trovare un compratore per la società, il signor Claudio Dell'Aquila (ex vice-direttore generale di Banca Marche). Nei primi mesi del 2010 la Seda. Viene venduta ad un consorzio marchigiano che niente ha a che vedere con il mondo bancario;
   nella primavera del 2011 viene definito il seguente assetto societario:
    Banca Marche 35,926 per cento;
    Carilo 11,623 per cento;
    Carifac 32,756 per cento;
    Carifermo 11,623 per cento;
    Seda 7,396 per cento;
    Carisap 0,676 per cento;
   la SeBa viene coinvolta nella vendita al consorzio stabile KGS di Pesaro, con il simultaneo disimpegno da parte degli istituti di credito, proprietari tramite la vendita totale del pacchetto azionario in loro possesso;
   tale vendita, prefigura la ricollocazione di 9 dipendenti all'interno delle banche ex proprietarie e senza nessuna garanzia per gli ulteriori 26 dipendenti rimasti in SeBa. La proprietà bancaria inoltre, non ha previsto garanzie per i restanti dipendenti, garanzie che dovevano essere date quantomeno per mantenere una equità di trattamento tra tutti i dipendenti;
   gli accordi tra le banche socie e l'acquirente, sono stati disattesi e l'unico segnale certo è stato il riassorbimento nelle banche ex-socie di solo 9, dipendenti, non sufficiente a garantire la sopravvivenza della società;
   l'accordo che prevede, da parte delle banche socie, il mantenimento fino al 31 dicembre 2016 dei contratti in essere non è stato mantenuto, infatti nel corso del 2013 la Carifac (Veneto Banca) ha pressoché smobilizzato le sue attività presso la SeBa pagando una penale di 96.000 euro a fronte di un fatturato di diverse centinaia di migliaia di euro;
   inoltre la vendita nel 2012 da parte della nuova proprietà, degli immobili di SeBa non consente più il normale accesso al credito tramite operazioni finanziarie –:
   se siano a conoscenza di quanto descritto in premessa;
   quali iniziative intendano assumere in relazione alla vertenza, con particolare riferimento ai 26 lavoratori che sono rimasti senza alcun tipo di garanzia.
(4-04320)

Classificazione EUROVOC:
GEO-POLITICO:

JESI,ANCONA - Prov,MARCHE

EUROVOC :

banca

risoluzione di contratto

contratto di prestazione di servizi

licenziamento