ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04314

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 203 del 02/04/2014
Firmatari
Primo firmatario: DIENI FEDERICA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 02/04/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
COZZOLINO EMANUELE MOVIMENTO 5 STELLE 02/04/2014
DADONE FABIANA MOVIMENTO 5 STELLE 02/04/2014
LOMBARDI ROBERTA MOVIMENTO 5 STELLE 02/04/2014
TONINELLI DANILO MOVIMENTO 5 STELLE 02/04/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 02/04/2014
Stato iter:
22/12/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 22/12/2015
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 22/12/2015

CONCLUSO IL 22/12/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-04314
presentato da
DIENI Federica
testo di
Mercoledì 2 aprile 2014, seduta n. 203

   DIENI, LOMBARDI, TONINELLI, COZZOLINO e DADONE. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:
   dal dialogo tra ’ndranghetisti intercettato dagli investigatori nell'aprile del 2008, nell'ambito dell'operazione «Saggezza», coordinata dalla direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, che ha portato all'arresto di 39 esponenti di spicco dei clan della Locride e dintorni, emergono chiare e inconfutabili prove dell'inquinamento da rifiuti tossici in Calabria e, in particolare, in Aspromonte («Ne hanno atterrati di questi cosi tossici qui nella montagna, che glieli hanno portati i «pianoti», che lì a Gioia Tauro dice che stanno scoppiando che Dio ce ne liberi»);
   nell'intercettazione, finora inedita, parlano il «capo corona» Vincenzo Melia, il suo consigliere Nicola Romano e, per interposta persona, un altro elemento dell'organizzazione criminale Nicola Nesci, i quali ricostruiscono per filo e per segno la storia dei rifiuti tossici interrati in Aspromonte e nella piana di Gioia Tauro negli anni ’70 («A Gioia Tauro dicono che sotto ogni albero d'ulivo c’è un bidone!») e dei loro effetti devastanti sulla popolazione («Perché qua è una distruzione di paesi, di famiglie... tutti con la leucemia»);
   ad Africo, un comune della Locride di 2.850 abitanti, negli ultimi 15 anni sono morte per tumore 180 persone, di cui più di 33 solo in via Matteotti (dove vivono 50 persone e 20 famiglie), e almeno un centinaio oggi combattono la malattia, a causa di un quantitativo di scorie tossiche, presumibilmente radioattive, che – secondo l'audizione del direttore dell'Aisi Giorgio Piccirillo, allegata alla relazione della Commissione parlamentare d'inchiesta del 28 febbraio 2013 – sono state fatte scaricare nella zona dal boss Giuseppe Morabito, in cambio di una partita di armi;
   nel 1995, moriva in circostanze misteriose il capitano Natale De Grazia, che indagava sulle navi cariche di rifiuti tossici affondate nei mari calabresi, accertate nella suddetta relazione della Commissione parlamentare d'inchiesta;
   nei giorni scorsi, il procuratore capo di Reggio Calabria Federico Cafiero De Raho, intervistato da Radio24, si è detto convinto che «ci sia un equivalente della Terra dei fuochi campana anche in Calabria»: «le mafie si sono arricchite sui rifiuti» e «varie sono le notizie sui rifiuti sversati intorno al territorio di Reggio Calabria»; «un'attività di contrasto su questo ancora non è stata compiuta», ma l'indagine che sta per essere avviata «dovrà spaziare a 360 gradi»; «Legambiente nel suo rapporto dipinge un quadro preoccupante. Ma mi chiedo – ha concluso il procuratore stesso –: come mai nulla è stato fatto visto che questo sversamento di rifiuti è avvenuto tanti anni fa?»;
   come recentemente denunciato dalla Cgil in un comunicato, nel quale invocava una visita in Calabria del Ministro dell'ambientò, «Il problema dei rifiuti pericolosi e tossici in Calabria è stato fino ad oggi fortemente sottovalutato e va invece affrontato con tempestività e trasparenza». «La Calabria, a conferma delle rivelazioni di Carmine Schiavone, sconta ritardi e superficialità su un tema di rilevanza fondamentale per la salute dei cittadini e per l'ambiente». «Dopo la manifestazione nazionale dell'ottobre 2009 ad Amantea», «pochi sono stati i segnali positivi e anzi da allora sembra essere calato quasi un velo di silenzio e rassegnazione»;
   un residente di Africo Antonio Pratticò ha da poco lanciato una petizione popolare per denunciare la grave situazione in cui versa il territorio, alla quale hanno aderito 1800 concittadini, e l'ha spedita alle istituzioni statali e calabresi e all'Asp;
   qualche mese fa, Carmine Schiavone, l'esattore dei casalesi, in un'intervista a RaiNews24, affermava: «Il sistema era unico, dalla Sicilia alla Campania. Anche in Calabria era lo stesso: non è che li rifiutassero i soldi. Che poteva importargli, a loro, se la gente moriva o non moriva? L'essenziale era il business», che – come accertato nell'audizione citata – coinvolgeva mafia, ’ndrangheta e sacra corona e confidava nel sostegno dello Stato; «fino al 1991, la zona del Sud, fino alle Puglie, era tutta infettata da rifiuti tossici provenienti da tutta Europa e non solo dall'Italia»;
   dal 2005, diversi pentiti, da Francesco Fonti a Antonino Lo Giudice, hanno confermato che, in Calabria, la ’ndrangheta ha, buttato rifiuti radioattivi sia in mare che in montagna, rivelando che tra i luoghi maggiormente a rischio vi sono il Cassanese (dove sono stati interrati per anni ferriti di zinco), la Marlane (dove si sospetta la presenza di fanghi tossici) e il fiume Oliva (che cela sostanze inquinanti), ma le loro deposizioni sono rimaste inspiegabilmente chiuse per 4 anni nei cassetti della direzione nazionale antimafia;
   nonostante tutto quanto detto e mentre continuano ad aumentare i casi di patologie oncologiche, in Calabria, Ministri, Governi nazionali e regionali, amministratori locali, Arpacal e buona parte della magistratura continuano a rassicurare la cittadinanza che non c’è nulla nelle montagne dell'Aspromonte e nel tirreno cosentino e che la mancata bonifica dell'ex Pertusola di Crotone è solo frutto di intoppi amministrativi ed economici e non incide sullo stato di salute dei cittadini;
   in questi anni sono morte decine di migliaia di vittime innocenti e altrettante si preparano a soffrire –:
   quali iniziative di competenza il Governo intenda assumere per la tutela della salute e del benessere dei cittadini e se il Governo intenda promuovere o favorire per quanto di competenza in concorso con gli enti territoriali competenti e con le forze sociali, del lavoro e dell'impresa, l'accertamento dei fatti e delle responsabilità e la bonifica delle acque e delle terre calabresi. (4-04314)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 22 dicembre 2015
nell'allegato B della seduta n. 542
4-04314
presentata da
DIENI Federica

  Risposta. — In riferimento all'interrogazione in esame si rappresenta quanto segue.
  La regione Calabria, nell'ambito delle attività del PON «Sicurezza per lo sviluppo-Obiettivo Convergenza 2007-2013», è stata beneficiaria, unitamente alle altre regioni obiettivo delle risorse per la realizzazione del progetto promosso dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per il «Monitoraggio ed Individuazione di Aree Potenzialmente Inquinate (MIAPI)».
  L'obiettivo del progetto MIAPI è la localizzazione di possibili fonti di inquinamento attraverso l'individuazione di anomalie di alcuni parametri geofisici (magnetici, termici e radiometrici) misurati mediante sensori alloggiati su una piattaforma aerea.
  La modalità di rilevamento è innovativa e prevede una verifica a terra delle anomalie rilevate, con il costante coinvolgimento del comando Carabinieri tutela dell'ambiente e delle agenzie regionali di protezione dell'ambiente territorialmente competenti.
  Al termine dei voli e delle indagini sulle aree non sorvolabili (centri abitati, o aree con pendenze superiori al 15 per cento, dall'interpretazione dei dati telerilevati saranno mappati gli eventuali siti che presentano anomalie rilevanti per i quali si procederà con specifici rilievi sul campo.
  In caso di riscontro positivo seguiranno quindi ulteriori attività
in situ volte alla definizione della tipologia di rischio e alla successiva messa in sicurezza e bonifica dell'area.
  Tutti i dati rilevati confluiranno in un'unica banca dati che permetterà agli enti locali di avere una conoscenza più approfondita degli eventuali rischi presenti sul territorio.
  Il progetto MIAPI, che ha ricevuto il plauso della Commissione europea, si inquadra nell'ambito di una serie di interventi coerenti con gli obiettivi del programma PON-Sicurezza, fornendo valore innovativo e conoscenza alle autorità pubbliche preposte alla tutela del territorio, per meglio tutelare i singoli cittadini nei confronti dei pericoli provenienti dalle attività delle ecomafie.

Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mareGian Luca Galletti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

sanita' pubblica

Calabria

sostanza tossica

eliminazione dei rifiuti

diritto alla salute

inquinamento chimico

mafia