ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04263

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 201 del 31/03/2014
Firmatari
Primo firmatario: NASTRI GAETANO
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE
Data firma: 31/03/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 31/03/2014
Stato iter:
22/06/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 22/06/2016
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 14/11/2014

RISPOSTA PUBBLICATA IL 22/06/2016

CONCLUSO IL 22/06/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-04263
presentato da
NASTRI Gaetano
testo di
Lunedì 31 marzo 2014, seduta n. 201

   NASTRI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
   la presentazione del quinto piano per la riduzione del rischio idrogeologico, redatto dall'Associazione nazionale bonifiche e irrigazioni – ANBI, reso noto nel mese di febbraio 2014, evidenzia come anche nell'anno in corso, la sequenza dei disastri territoriali in aree regionali, quali Veneto, Emilia-Romagna, Liguria, Toscana e Lazio, già gravemente colpite da precedenti alluvioni, rileva un quadro complessivo per ridurre gli impatti derivanti dagli effetti calamitosi, sul sistema idrogeologico nazionale, tuttora particolarmente grave e preoccupante;
   il rapporto indica, infatti, come, nonostante non manchino gli indispensabili provvedimenti di emergenza, che le tragiche situazioni richiedono, affiorino una serie di lacune manifeste, con riferimento ad una pianificazione di azioni di prevenzione, volte a ridurre la pericolosità dei ricorrenti eventi alluvionali, in quanto né il Governo, né il Parlamento a giudizio dell'interrogante hanno provveduto alle iniziative necessarie;
   a giudizio dell'interrogante, appare condivisibile la critica rivolta al Governo, in relazione alla evidente mancanza di adeguate risorse finanziarie, per la riduzione del rischio idrogeologico e la messa in sicurezza del territorio;
   va rilevato altresì che vi sono numerose proposte legislative d'iniziativa parlamentare, finalizzate a migliorare il sistema della sicurezza del territorio dal punto di vista idrogeologico, ancora all'esame del Parlamento;
   dal 2002, al 2014 prosegue il documento suindicato, si sono registrati circa 2 mila eventi alluvionali, che hanno determinato 293 vittime, oltre ad ingenti danni per le infrastrutture, in particolare quelle di collegamento non solo stradale, a cui si aggiungono lesioni negli edifici sia pubblici che privati, soprattutto quelli produttivi a cui si uniscono anche i danni derivanti anche per il patrimonio artistico;
   nel nostro Paese, continua il suindicato piano dell'ANBI, emergono dati numerici particolarmente critici in considerazione del fatto che 6 milioni di individui abitano in un territorio ad elevato rischio idrogeologico e, 22 milioni in zone a medio rischio e, dal punto di vista delle infrastrutture, 1.260.000 edifici sono quelli minacciati dalle frane, fra i quali 6.121 sono edifici scolastici e 531 gli ospedali;
   a determinare tale situazione, hanno certamente contribuito due fattori: da un lato, il mutato regime delle piogge, particolarmente accentuato nell'ultimo decennio per la vulnerabilità, dall'altro l'impetuosa urbanizzazione, il consumo del suolo, l'omessa manutenzione del sistema idraulico del Paese, lo spopolamento delle montagne e la riduzione del terreno agricolo;
   secondo quanto rileva l'ANBI, risulta certamente possibile ridurre l'impatto degli eventi eccezionali attraverso azioni volte a rinforzare i territori fragili, a provvedere alle manutenzioni ed agli adeguamenti necessari a garantire la regolazione idraulica, ad assicurare il funzionamento degli impianti idrovori ed il consolidamento degli argini, a condizione che sia introdotta in tempi rapidi una serie di misure adeguate all'interno di piano di programma e di messa in sicurezza del territorio, indispensabile per la tutela della comunità civile nazionale e delle attività produttive anche attraverso nuove regole d'uso;
   la legge 27 dicembre 2013, n. 147 (legge di stabilità per il 2014), ed il successivo decreto-legge 10 dicembre 2013, n. 136, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 febbraio 2014, n. 6, si sono limitati a dettare norme che dovrebbero determinare l'utilizzo delle somme già previste nei predetti accordi di programma, mentre estremamente modesti risultano essere gli stanziamenti previsti, per il triennio 2014, 2015 e 2016 rispettivamente: 30 milioni di euro, 50 milioni di euro e 100 milioni di euro;
   a giudizio dell'interrogante il contenuto del piano proposto dall'ANBI, risulta essere nel complesso condivisibile, in considerazione del fatto che il documento conferma nuovamente, sia i livelli di criticità e di difficoltà finanziaria che permangono sul sistema della sicurezza del territorio e i rischi idrogeologici ancora persistenti, che la scarsa attenzione da parte del Governo nell'individuazione di soluzioni idonee per il reperimento delle risorse, anche attraverso una proiezione quindicennale dell'impegno di spesa che potrebbe realizzarsi mediante mutui –:
   quali orientamenti intenda esprimere con riferimento a quanto esposto in premessa;
   quali iniziative urgenti e necessarie intenda intraprendere, nell'ambito delle sue competenze, per garantire maggiore sicurezza idrogeologica al Paese, posto che i dati indicati dall'Associazione nazionale bonifiche e irrigazioni – ANBI e descritti in premessa, appaiono a giudizio dell'interrogante sconcertanti sia dal punto di vista degli interventi di programmazione e di prevenzione, che sotto il profilo finanziario. (4-04263)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 22 giugno 2016
nell'allegato B della seduta n. 640
4-04263
presentata da
NASTRI Gaetano

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame, relativa agli impatti derivanti dagli effetti calamitosi sul sistema idrogeologico nazionale, sulla base degli elementi acquisiti dalla competente direzione generale del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, si rappresenta quanto segue.
  Con riferimento alle iniziative urgenti e necessarie che questo dicastero intende intraprendere, nell'ambito delle sue competenze, per garantire maggiore sicurezza idrogeologica al Paese e assicurare la priorità degli investimenti tesi alla riduzione del rischio idrogeologico di tutto il territorio nazionale, si evidenzia che il Ministero dell'ambiente, insieme alla struttura di missione contro il dissesto idrogeologico presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, ha avviato il Piano operativo nazionale degli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico per il periodo 2014-2020.
  Il piano è stato definito, nel corso del 2014-2015, dalle proposte presentate dalle regioni attraverso l'utilizzo del sistema web ReNDiS (Repertorio nazionale degli interventi per la difesa del suolo) del Ministero dell'ambiente in collaborazione con Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), L'insieme degli interventi localizzati sull'intero territorio nazionale raggiungono un importo pari a circa 20,3 miliardi di euro che rappresenta, pertanto, il fabbisogno complessivo del periodo 2014-2020. Si evidenzia che, rispetto a tale importo, quello relativo alle richieste validate dalle regioni nel sistema ReNDiS, ammonta a circa a 17,5 miliardi di euro.
  Tuttavia, al fine di assicurare l'avvio degli interventi più urgenti di contrasto al rischio idrogeologico nelle aree soggette a frequenti esondazioni, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 15 settembre 2015 è stato individuato, nell'ambito del piano operativo nazionale, un piano stralcio costituito da un insieme di interventi di mitigazione del rischio riguardanti le aree metropolitane e le aree urbane con alto livello di popolazione esposta a rischio di alluvione, con un costo di circa 1.389 milioni di euro.
  Al fine di assicurare il rapido avvio degli interventi più urgenti di contrasto al rischio idrogeologico e tempestivamente cantierabili per livello di progettazione, ricompresi nel suddetto piano stralcio, la delibera Cipe n. 32/2015 ha assegnato al Ministero dell'ambiente l'importo di 450 milioni di euro a valere sulle risorse del fondo per lo sviluppo e la coesione afferenti alla programmazione 2014-2020.
  Per la medesima finalità sono inoltre state individuate risorse disponibili a legislazione vigente pari a 150 milioni di euro, di cui 40 milioni di euro costituite da risorse del Ministero dell'ambiente a valere sulle disponibilità recate dall'articolo 1, comma 111, della legge n. 147 del 27 dicembre 2013 (legge di stabilità 2014) e la restante quota di 110 milioni di euro a carico delle risorse del Fondo di sviluppo e coesione 2007-2013 di cui all'articolo 7, comma 8, del decreto-legge n. 133 del 12 settembre 2014 (cosiddetto «sblocca Italia»).
  A questi si devono aggiungere, nel biennio 2015-2016 ulteriori 56 milioni di euro circa che il Ministero dell'ambiente ha disposto di destinare al fine di incrementare la copertura del piano stralcio citato, in considerazione della rilevanza e dell'urgenza degli interventi in esso previsti.
  Il Piano Stralcio risulta composto di una sezione attuativa di complessivi 33 interventi, nella quale sono riportati gli interventi da realizzare nell'immediato per un importo finanziato dallo Stato di oltre 656 milioni di euro, e di una sezione programmatica di complessivi 99 interventi, che potrà essere successivamente finanziata con risorse che si renderanno disponibili a tal fine.
  Nella suddetta sezione programmatica sono inseriti alcuni studi di fattibilità o progettazioni preliminari per i quali si prevede un rapido sviluppo del livello progettuale e che coinvolgono un'alta percentuale di popolazione esposta al rischio di alluvione.
  Tutti gli interventi sono stati validati dalle regioni secondo il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 28 maggio 2015 proposto dal Ministero dell'ambiente, che individua i criteri e le modalità per stabilire le priorità di attribuzione delle risorse agli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico, in modo da garantire, ai sensi della normativa vigente in materia, la necessaria trasparenza nella programmazione delle risorse finanziarie rese disponibili e la migliore efficacia del loro utilizzo rispetto agli obiettivi di protezione dell'incolumità di persone e beni esposti a rischio idrogeologico.
  Non appena rinvenute le ulteriori risorse finanziarie necessarie per l'attuazione del suddetto piano nazionale, saranno individuati gli interventi che potranno essere ammessi a finanziamento secondo le modalità e in base ai criteri previsti dal citato decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 28 maggio 2015, tenendo conto in particolare delle priorità espresse dalle Regioni.
  Alla luce delle informazioni esposte, questo Ministero continuerà a tenersi informato attraverso gli enti territoriali e i soggetti istituzionali competenti.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mareGian Luca Galletti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

idrogeologia

rete stradale

opera d'arte

terreno agricolo