Legislatura: 17Seduta di annuncio: 199 del 27/03/2014
Primo firmatario: MELONI GIORGIA
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE
Data firma: 27/03/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma TOTARO ACHILLE FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 27/03/2014 CIRIELLI EDMONDO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 27/03/2014 CORSARO MASSIMO ENRICO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 27/03/2014 LA RUSSA IGNAZIO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 27/03/2014 MAIETTA PASQUALE FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 27/03/2014 NASTRI GAETANO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 27/03/2014 RAMPELLI FABIO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 27/03/2014 TAGLIALATELA MARCELLO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 27/03/2014
Ministero destinatario:
- MINISTERO DELL'INTERNO
- MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega Delegato a rispondere Data delega MINISTERO DELL'INTERNO 27/03/2014 Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 03/06/2014
SOLLECITO IL 14/11/2014
GIORGIA MELONI, TOTARO, CIRIELLI, CORSARO, LA RUSSA, MAIETTA, NASTRI, RAMPELLI e TAGLIALATELA. —
Al Ministro dell'interno, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
Prato, insieme a Milano e Roma, ospita una delle più numerose comunità cinesi in Italia, che secondo le stime più recenti ammonta a circa il venti per cento della popolazione locale, e nella maggioranza pressoché assoluta dei casi è impegnata nel settore manifatturiero;
il distretto industriale di Prato, una volta fiore all'occhiello del settore tessile nazionale, ha subìto, nell'ultimo decennio, una perdita di quasi un milione e mezzo di fatturato che, tradotta in risorse umane, significa una emorragia di almeno diecimila posti di lavoro e la chiusura di oltre duemila aziende;
secondo i dati raccolti per uno studio del «Sole 24 Ore», oggi, a Prato un'azienda su otto è cinese, e su un dato complessivo di 3.500 aziende solo 215 sono ancora attive nel settore tessile, mentre tutte le altre operano nel settore delle confezioni, con tessuti importati dalla Cina a basso prezzo, cuciti copiando i modelli degli stilisti famosi e rivenduti secondo un modello low cost che va dal produttore al consumatore;
lo studio del «Sole 24 Ore» ha dimostrato, inoltre, che su cento aziende cinesi che aprono a fine anno ne rimangono solo quaranta, in segno di un turnover continuo messo in atto per sfuggire ai controlli, mentre dall'analisi dei fatturati è emerso che il giro d'affari delle imprese in mano ai cinesi è stimato in un miliardo e ottocento milioni di euro, dei quali, si sospetta, un miliardo in nero;
il sorpasso delle aziende cinesi rispetto a quelle italiane, nonché la maggiore sopravvivenza alla crisi in atto delle prime rispetto alle seconde trova le sue ragioni, almeno per una parte, nel fatto che le aziende cinesi disattendono larga parte delle normative sia in materia di commercio, quali ad esempio, gli orari di apertura dei negozi, sia rispetto alle tutele riconosciute ai lavoratori, posto che si basa, per larghissima parte, sullo sfruttamento della manodopera clandestina, laboratori-dormitorio dove la gente vive e lavora senza distinzioni, ponendo in essere un fenomeno di vera e propria concorrenza sleale;
l'Osservatorio socio-economico sulla criminalità del CNEL, nel Rapporto di ricerca sulla criminalità organizzata cinese in Italia pubblicato nel maggio 2011, ha rilevato come «nella gestione dell'immigrazione illegale cinese, possiamo rilevare con una certa continuità l'esistenza di un modello fortemente strutturato» e ha evidenziato che «le denunce che coinvolgono i cittadini cinesi per reati relativi all'immigrazione in violazione del decreto legislativo n. 286 del 1998 risultano particolarmente consistenti: dal 2004 al 2010 sono state denunciate 28.464 persone», precisando che nel totale dei dati è compresa un'ampia varietà di delitti, dalle violazioni relative al permesso di soggiorno, all'introduzione e favoreggiamento dell'immigrazione illegale, fino alle assunzioni irregolari da parte del datore di lavoro;
in data 1o dicembre 2013 un incendio scoppiato in una fabbrica al «macrolotto» di Prato ha causato la morte di sette lavoratori cinesi, e lo scorso 6 febbraio 2014 si è verificato un incendio doloso in una fabbrica cinese di valigie in altra zona del fiorentino, sul quale sta svolgendo accertamenti la direzione distrettuale antimafia di Firenze;
in particolare l'incendio verificatosi a dicembre ha dimostrato una volta di più le condizioni incredibili nelle quali sono costretti a vivere e lavorare i cinesi impiegati nelle locali aziende;
rispetto ad entrambi gli incendi gli inquirenti stanno attentamente valutando la pista del racket della criminalità organizzata orientale, molto ramificata nel nostro territorio e particolarmente aggressiva;
nei mesi scorsi il comune di Prato ha denunciato il fatto che alcune banche, tra cui il Monte dei Paschi di Siena, avrebbero concesso mutui e prestiti molto elevati a persone della comunità cinese senza ricevere in cambio alcuna garanzia, per una somma totale che si aggirerebbe intorno ai 200 milioni di euro, e che in merito è in atto un'indagine della procura di Prato e della Banca d'Italia che non hanno portato a quanto risulta dalla stampa, a risultati concreti –:
quali iniziative il Governo abbia assunto in seguito ai citati fatti al fine di mettere in sicurezza le aziende che operano nel settore produttivo di Prato e i lavoratori impiegati presso di esse, nonché al fine di garantire il rispetto delle norme da parte di quelle aziende, contrastando la concorrenza sleale e ripristinando condizioni di parità di accesso al mercato per tutte le aziende;
quali iniziative abbia assunto il Governo, inoltre, per combattere le ramificazioni della criminalità organizzata orientale sul nostro territorio nazionale.
(4-04245)
GEO-POLITICO:PRATO,PRATO - Prov,TOSCANA
EUROVOC :migrazione illegale
lavoro nero
sicurezza del lavoro
cessazione d'attivita'
incendio
regolamentazione commerciale
restrizione alla concorrenza