ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04243

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 199 del 27/03/2014
Firmatari
Primo firmatario: ANTEZZA MARIA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 27/03/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
AMODDIO SOFIA PARTITO DEMOCRATICO 27/03/2014
ARLOTTI TIZIANO PARTITO DEMOCRATICO 27/03/2014
IACONO MARIA PARTITO DEMOCRATICO 27/03/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 27/03/2014
Stato iter:
31/03/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 31/03/2017
ORLANDO ANDREA MINISTRO - (GIUSTIZIA)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 31/03/2017

CONCLUSO IL 31/03/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-04243
presentato da
ANTEZZA Maria
testo di
Giovedì 27 marzo 2014, seduta n. 199

   ANTEZZA, AMODDIO, ARLOTTI e IACONO. — Al Ministro della giustizia, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
   in data 15 aprile 1013, il signor Mario Murgia, in qualità di legale rappresentante l'AIEA – VBA (Associazione italiana esposti amianto – sezione Val Basento, Matera) e vice presidente della AIEA nazionale (con sede in Milano), depositava presso  la procura della Repubblica del tribunale di Matera un esposto-denuncia relativo alle «decine di morti che solo nell'ultimo decennio si sono verificate tra i dipendenti dello stabilimento ANIC/EniChem spa, sito presso l'area industriale di Pisticci Scalo (Matera), per varie letali patologie, in larghissima maggioranza di natura tumorale, addebitabili, con altissimo grado di probabilità logica e credibilità razionale, a sostanze cancerogene cui questi lavoratori sono stati esposti per lunghi periodi di tempo sul posto di lavoro; a partire dall'amianto»;
   a supporto delle asserzioni circa la massiccia quantità di fibre e polveri di amianto, che i lavoratori dello stabilimento di Pisticci Scalo erano costretti ad inalare, si possono consultare i numerosi piani di bonifica approvati e autorizzati dalle ASL regionali e acquisiti dalla sede locale del Ministero del lavoro e delle politiche sociali a seguito delle ispezioni effettuate per il rilascio della certificazione dell'attività lavorativa presso lo stabilimento in questione;
   a dimostrazione della pericolosità dell'amianto e a riprova degli effetti devastanti che esso ha causato e continua a causare sulla salute degli ex lavoratori dello stabilimento Enichem di Pisticci Scalo, si fa presente che è da tempo attiva presso l'ospedale Madonna delle Grazie di Matera, la «Sorveglianza sanitaria dei lavoratori ex esposti ad amianto»;
   si tratta di una struttura sanitaria che registra e monitora lo stato di salute dei lavoratori a suo tempo esposti all'amianto nell'ex ANI/EniChem di Pisticci e nelle altre società dell'indotto e che garantisce, tra l'altro, la denuncia di malattie professionali;
   ad oggi sono numerosissime le persone sottoposte a visita periodica, e altrettanto numerose sono le patologie riscontrate tra gli ex dipendenti dell'opificio di ANI/EniChem di Pisticci Scalo;
   grazie alla sorveglianza sanitaria istituita presso l'Unità operativa di medicina del lavoro dell'Ospedale di Matera e alle anamnesi precoci, numerosi ex dipendenti dello stabilimento hanno avuto la possibilità di prevenire un esito infausto perché sono stati sottoposti ad interventi non invasivi e circoscritti. Gli interventi rapidi sulle patologie degenerative hanno evitato l'eventuale crescita della massa tumorale e la successiva diffusione delle stesse cellule tumorali;
   ai lavoratori ex esposti alle fibre di amianto, ai quali è stata diagnosticata una patologia tumorale asbesto correlata, viene attualmente assicurato, un monitoraggio continuo con la dovuta assistenza sanitaria. Tale impegno ha permesso di costituire un prezioso database che testimonia l'esistenza del rischio amianto presso lo stabilimento di Pisticci;
   il dato più allarmante è rappresentato dal consistente numero di ex dipendenti deceduti per patologie maligne asbesto-corrrelate che purtroppo continuano a manifestarsi con sempre crescente insorgenza;
   oltre alle patologie quali mesotelioma, carcinoma polmonari, asbestosi, placche pleuriche, certamente causate dall'amianto, non si può sottacere la presenza di altre sostanze tossiche e nocive che hanno contribuito al manifestarsi di patologie oncologiche dell'apparato urogenitale, dell'apparato gastrointestinale, delle leucemie, del morbo di Parkinson, con percentuali di incidenza superiore ai dati riportati dallo «Studio Sentieri»;
   i dati sono disponibili per la consultazione presso la Sorveglianza sanitaria regione Basilicata, Ospedale Madonna delle Grazie di Matera, unità operativa medicina del lavoro e prevenzione;
   appare all'interrogante necessario fornire ogni strumento giuridico, anche sul piano giudiziario, che possa garantire, in tempi brevi, i diritti delle persone esposte all'amianto –:
   se il Governo non ritenga opportuno assumere iniziative di carattere normativo volte ad assicurare che i procedimenti giudiziari concernenti l'esposizione alle fibre «killer» di amianto e alle altre sostanze tossiche e nocive, che vedono coinvolte persone con limitate aspettative di vita, si concludano entro tempi certi e ravvicinati. (4-04243)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 31 marzo 2017
nell'allegato B della seduta n. 771
4-04243
presentata da
ANTEZZA Maria

  Risposta. — Con l'atto ispettivo in esame gli interroganti – premesse alcune considerazioni concernenti numerose e gravi patologie, in vari casi aventi conseguenze mortali, diagnosticate sui dipendenti dello stabilimento ANIC/Enichem s.p.a. di Pisticci Scalo (Matera) e per la maggior parte addebitabili, a seguito di congrua valutazione probabilistica, alla prolungata esposizione dei lavoratori a sostanze cancerogene quali le fibre di amianto – chiedono se il Governo ritenga opportuno assumere iniziative normative, volte ad assicurare che i procedimenti giudiziari concernenti l'esposizione alle fibre killer di amianto, in particolare ove siano coinvolte persone con limitate aspettative di vita, si concludano in tempi certi e ravvicinati.
  Per quanto attiene all'esposto-denuncia presentato alla procura della Repubblica presso il tribunale di Matera, l'ufficio giudiziario ha riferito che sono in corso diversi procedimenti penali originati da tale notizia di reato, pendenti nella fase delle indagini preliminari, nel cui ambito sono state anche svolte specifiche consulenze tecniche.
  Il complesso tema dell'amianto involge competenze e profili diversi, e chiama in causa il nostro Paese per il numero considerevole delle vittime di asbestosi e mesotelioma che, nel corso degli anni, hanno contratto malattie lungolatenti dapprima nelle attività estrattive e produttive e, dopo la legge che nel 1992 ne ha dismesso l'uso, nelle operazioni di manutenzione, bonifica e trattamento dei rifiuti, in violazione delle norme poste a tutela della salute e dell'ambiente.
  La necessità di gestire, ancora oggi, ingenti quantitativi di materiali contaminati e la manifestazione di patologie, eziologicamente riconducibili all'inalazione prolungata delle fibre di amianto, a notevole distanza temporale dall'esposizione, rende la tematica tuttora attuale, proponendo avvertite istanze di giustizia, sia con riferimento alla salvaguardia dell'ambiente e del territorio, che alla tutela delle persone danneggiate.
  La materia investe, quindi, valori di prioritario rilievo, ed ha troppo a lungo sofferto di una intempestiva ed inadeguata risposta delle istituzioni.
  La considerazione per cui le valutazioni scientifiche sulla pericolosità dell'amianto hanno richiesto articolati percorsi di sintesi non può giustificare la stratificazione di una normativa disorganica e frammentaria, che moltiplica competenze diverse e non coordinate, e che finisce per risolversi in un vuoto di tutela.
  Non è stato, finora, raggiunto l'obiettivo unitario di conferire coerenza attraverso un assetto normativo unitario e sistematico, capace di garantire adeguatamente l'uniformità e l'effettività delle decisioni giudiziarie, la salvaguardia dei beni comuni e la tutela dei diritti di rango costituzionale.
  Si iscrivono, però, in questa prospettiva recenti iniziative normative, che manifestano la chiara volontà del Governo di assicurare forme sempre più efficaci di difesa dell'ambiente e della salute, e di tutela delle vittime, attraverso il riconoscimento di maggiori diritti e strumenti di ristoro.
  La difesa dell'ambiente ha conosciuto un deciso potenziamento grazie agli sforzi profusi per varare la riforma degli «ecoreati», una delle novità legislative più rilevanti realizzate.
  Con la legge n. 68 del 22 maggio 2015 è stato, difatti, introdotto nel codice penale un nuovo titolo, specificamente dedicato ai reati contro l'ambiente, all'interno del quale hanno trovato ingresso i nuovi delitti di inquinamento ambientale, di disastro ambientale, di traffico e abbandono di materiale radioattivo e di impedimento al controllo. In relazione a tali condotte, finalmente inquadrate in puntuali fattispecie di reato, è stato previsto un trattamento sanzionatorio severo ed, inoltre, è stata prevista la responsabilità della persona giuridica nei casi in cui il reato sia commesso nell'interesse di una società.
  La tutela delle vittime dell'amianto si colloca, invece, entro le coordinate tracciate, più in generale, dalla recente legislazione, che ha conferito un rinnovato ruolo nella dinamica del procedimento penale alla persona offesa dal reato, potenziandone il diritto di difesa attraverso il riconoscimento dell'ammissione al patrocinio a spese dello Stato, anche al di fuori dei limiti di reddito previsti per il beneficio.
  La delineata prospettiva investe, più in generale, la piena esplicazione del principio del superiore interesse della vittima, ora recepito con il decreto legislativo 15 dicembre 2015, n. 212, di attuazione della direttiva vittime di reato, in vigore dal 20 gennaio 2016, che realizza in concreto il diritto a garanzie nel contesto dei servizi di giustizia riparativa, in una rinnovata prospettiva di elisione ed attenuazione delle conseguenze antigiuridiche del reato, nel doveroso adeguamento agli standard europei.
  Nella legislatura in corso, sono stati presentati due disegni di legge, attualmente all'esame del Parlamento, specificatamente finalizzati alla tutela processuale delle vittime dell'amianto:
   a) il disegno di legge n. S/1942, presentato il 22 maggio 2015, avente ad oggetto «Disposizioni per l'ammissione delle vittime dell'amianto e dei loro familiari al patrocinio a spese dello Stato svincola l'ammissione al beneficio dalle condizioni reddituali, prevedendo la relativa copertura finanziaria;
   b) il disegno di legge S/8, presentato il 15 marzo 2013, avente ad oggetto «Norme a tutela dei lavoratori, dei cittadini e dell'ambiente dall'amianto, nonché delega al Governo per l'adozione di un testo unico in materia di amianto», prevede – tra l'altro – l'assistenza legale gratuita, le cui modalità saranno disciplinate attraverso un decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro della giustizia.

  Se approvata, tale previsione normativa si aggiungerà alla disciplina prevista dal decreto del Presidente della Repubblica n. 115 del 30 maggio 2002 in materia di gratuito patrocinio ed a quella concernente il pagamento dei contributo unificato nelle cause di lavoro e previdenza. Inoltre, tale previsione assume una portata generale in quanto si riferisce all'assistenza legale e, dunque, investe anche la fase precedente l'insaturazione del giudizio civile.
   Le istanze di complessiva razionalizzazione della materia in un unitario disegno di legge sono, inoltre, rimesse alle iniziative normative elaborate dalla II Assemblea nazionale sull'amianto, promossa, nello scorso novembre, dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno degli infortuni sul lavoro.
  Il disegno di legge (A.S. 2702) costituirà un «Testo unico sull'amianto», a tutela della salute collettiva, e si propone il riordino, il coordinamento e l'integrazione della normativa in materia di amianto, al fine di disciplinare i vari settori di interesse, contestualmente individuando gli incentivi per pervenire ad una bonifica obbligatoria su tutto il territorio nazionale, e di garantire efficacia all'azione legislativa e amministrativa, nonché certezza di giustizia alle vittime e alle loro famiglie.
  In materia di tutela della sicurezza del lavoro, il disegno di legge mutua le disposizioni già contenute nel testo fondamentale di riferimento, il decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, ed amplia il catalogo delle attività lavorative che espongono a rischi, anche indiretti. Si prevede che ogni attività potenzialmente rischiosa debba essere condotta utilizzando i migliori strumenti tecnologici e le più avanzate conoscenze tecniche, con lo scopo di garantire una sorveglianza più capillare; si onera il datore di lavoro a periodiche relazioni all'autorità di vigilanza e all'effettuazione trimestrale delle misurazioni, che coinvolgono anche l'ambiente contiguo all'area di lavoro.
  Non viene trascurata, poi, la disciplina della tutela della salute collettiva, comprese le prestazioni sanitarie per i soggetti ed i lavoratori esposti o già esposti all'amianto, a carico del Servizio sanitario nazionale e dell'Inail.
  Viene istituita l'Agenzia nazionale amianto, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri con compiti multidisciplinari, tra i più importanti dei quali vi è il coordinamento della vigilanza in materia ambientale, assicurativa, previdenziale e di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.
  Il provvedimento normativo interviene, inoltre, nella materia della prescrizione modificando l'articolo 157 codice penale, segnatamente sui termini di prescrizione dei reati di danno, dolosi e colposi, nonché dei reati di pericolo. Si propone, inoltre, il raddoppio dei termini di prescrizione per l'irrogazione delle sanzioni amministrative da reato agli enti collettivi.
  Quanto agli aspetti processuali, infatti, si modificano gli articoli 221 e 225 del codice di procedura penale; i termini delle indagini preliminari e della prescrizione vengono raddoppiati in caso di processi per i reati di disastro, lesioni e morte per malattie asbesto-derivate; si stabilisce l'obbligo di assunzione della testimonianza e della perizia con le forme dell'incidente probatorio, anticipandole dunque nella fase delle indagini, per tener conto del rischio che le vittime dell'amianto abbiano una ridotta aspettativa di vita. E inoltre contemplata l'ammissione delle vittime e dei loro familiari al patrocinio a spese dello Stato nei processi per disastro, omicidio, lesioni.
  Sotto il profilo del potenziamento delle forme stabilità 2016 ha già previsto che «Le prestazioni assistenziali di cui all'articolo 1, comma 116, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, a favore dei malati di mesotelioma che abbiano contratto la patologia o per esposizione familiare a lavoratori impiegati nella lavorazione dell'amianto ovvero per esposizione ambientale comprovata e che siano deceduti nel corso dell'anno 2015 possono essere erogate agli eredi, nella misura fissata dal decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali 4 settembre 2015 ripartita tra gli stessi, su domanda, corredata di idonea documentazione, presentata dai medesimi entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge. Le prestazioni di cui al presente comma sono erogate a valere sulle disponibilità presenti nel Fondo per le vittime dell'amianto, di cui all'articolo 1, comma 241, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, istituito presso l'INAIL, nei limiti delle somme individuate dal citato decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali 4 settembre 2015 e destinate alla copertura delle spese per le prestazioni in favore degli aventi diritto per l'anno 2015».
  Il comma 250 dell'articolo 1 della legge 11 dicembre 2016, n. 232, cosiddetta Legge di stabilità 2017, ha altresì introdotto, entro alcuni limiti finanziari, il diritto alla pensione di inabilità per i soggetti affetti da alcune malattie connesse all'esposizione lavorativa all'amianto anche per i casi in cui manchi il presupposto dell'inabilità assoluta; inoltre, esso introduce modifiche ai relativi requisiti contributivi.
  I richiamati interventi normativi potenziano, dunque, le forme di tutela in ambito previdenziale – in favore dei lavoratori esposti continuativamente alle fibre di amianto – rappresentata dal riconoscimento di periodi di contribuzione figurativa, ai sensi dell'articolo 13, comma 8, legge 27 marzo 1992, n. 237.
  Le azioni risarcitorie per danni conseguenti alla nocività dell'ambiente lavorativo determinata dall'esposizione all'amianto trovano, invece, il loro generale punto di riferimento nel disposto dell'articolo 2087 del codice civile, in relazione alle fonti disciplinanti gli obblighi del datore di lavoro ai fini di prevenire i rischi derivanti dall'esposizione a tali sostanze.
  Al fine di assicurare la massima tempestività nella decisione delle relative controversie, le predette forme di tutela sono azionabili secondo le disposizioni generali dettate per il contenzioso in materia di lavoro e previdenza obbligatoria, di cui agli articoli 409 e seguenti e 442 e seguenti del codice di procedura civile, ferma restando la facoltà, nei casi in cui l'accertamento dello stato di luoghi o persone abbia carattere di urgenza, di richiedere l'espletamento di atti di istruzione preventiva, in specifico riferimento al disposto contenuto nell'articolo 696 del codice di procedura civile.
  Le caratteristiche di concentrazione, dunque, sono tipiche del rito già applicabile alle controversie in esame.
  La ricerca di maggiore celerità di questi processi si inserisce, pertanto, piuttosto nell'ambito delle iniziative, di carattere sia normativo generale sia organizzativo, che negli ultimi tre anni ho posto in essere per la maggiore efficienza – in particolare – del processo civile.
  Se infatti, sul piano normativo, ho proposto la riforma del processo civile (A.S. 2284, in corso di esame alla Commissione giustizia), con delega al Governo di dettare disposizioni volte ad accelerarne le procedure, sin dall'inizio del mio mandato ho, altresì, messo in campo ogni sforzo per far fronte ad una situazione di cronica criticità, tanto sul versante del personale amministrativo, quanto su quello dell'organico magistratuale.
  Dal processo civile telematico, che è una realtà, alle diverse procedure relative al personale amministrativo, che permetteranno l'immissione in servizio di oltre 5.000 unità, sino alla assunzione di circa 1.000 nuovi magistrati entro il prossimo biennio: tutte misure che, insieme alle altre sinora varate, già hanno prodotto il risultato di una ragguardevole riduzione dell'arretrato (da circa 5.200.000 procedimenti civili pendenti nel 2013 a circa 3.820.000 al 30 giugno dello scorso anno) e che, si auspica, ancor più ne produrranno in futuro.
  Alle medesime finalità di accelerazione dell'accertamento processuale, nel rispetto delle garanzie, mira anche il disegno di legge sul processo penale, tuttora in discussione in Senato.
  La definitiva approvazione delle riforme processuali in itinere consentirà di salvaguardare più efficacemente anche i diritti delle vittime dell'amianto, nel profondo convincimento che dall'effettività della tutela giudiziaria passi davvero il grado di civiltà di una comunità.
  Merita, infine, di essere segnalata l'istituzione, nel maggio 2016, di un Tavolo interistituzionale presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, nell'ambito della Conferenza unificata, al quale partecipa il Ministero della giustizia. I compiti affidati al tavolo hanno ad oggetto l'individuazione delle misure del piano nazionale amianto che richiedono adeguate coperture finanziare, l'aggiornamento periodico del Piano stesso e l'individuazione delle misure prioritarie.
  I componenti del tavolo hanno individuato l'urgenza di adottare un provvedimento che imponga alle regioni di individuare le aree idonee a ricevere rifiuti da amianto, nonché di assicurare trasparenza al mercato, istituendo un albo pubblico delle imprese che effettuano lo smaltimento e pubblicando i prezzi praticati.
  Il tavolo è attualmente impegnato anche nella predisposizione di proposte funzionali alla semplificazione delle procedure di smaltimento nei casi di cosiddetto micro raccolta e all'incentivazione della rimozione di quantità piccole di rifiuti provenienti dalle abitazioni civili.
  Al tavolo è altresì affidata la valutazione della predisposizione di un testo unico in materia e l'indizione di una conferenza nazionale sull'amianto a cadenza periodica.
  Il complesso delle iniziative adottate è, dunque, orientato a garantire i diritti dei lavoratori esposti all'inalazione di fibre di amianto ad ottenere ogni forma di tutela prevista dalla legge, nel senso prospettato dagli interroganti.
Il Ministro della giustiziaAndrea Orlando.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

sanita' del lavoro

sicurezza del lavoro

sostanza pericolosa

Basilicata

inchiesta giudiziaria

amianto

controllo sanitario

malattia professionale

AIEA