ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04228

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 199 del 27/03/2014
Firmatari
Primo firmatario: CAPONE SALVATORE
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 27/03/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 27/03/2014
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-04228
presentato da
CAPONE Salvatore
testo di
Giovedì 27 marzo 2014, seduta n. 199

   CAPONE. — Al Ministro della giustizia . — Per sapere – premesso che:
   da notizie pubblicate su organi di stampa del nostro territorio apprendiamo che lunedì 23 marzo 2014, dinanzi alle porte del carcere di Borgo San Nicola – Lecce, gli agenti di polizia penitenziaria hanno, «ancora una volta, nel corso di un incontro tenuto appunto all'ingresso della Casa circondariale, denunciato le condizioni di difficoltà e invivibilità in cui sono costretti gli organici: “organici insufficienti, mezzi di trasporto obsoleti e straordinari non ancora remunerati dal 2008”»;
   nello specifico, è stata sollevata la situazione di particolare disagio della Casa circondariale di Lecce. Ancora sulla stampa, si legge: «11 penitenziario vive da sempre una situazione di sovraffollamento. C’è una carenza di 150 unità di personale. Inoltre il parco automezzi è al limite della decenza sotto il profilo strutturale. Per questo si chiede un intervento della politica. Siamo agenti che operano per conto dello Stato e chiediamo che il nostro lavoro venga rispettato attraverso iniziative che migliorino la nostra operatività e le condizioni di lavoro. Questo anche per garantire più sicurezza anche alle persone che trasportiamo». Da quanto si evince, infatti, il Corpo di Polizia penitenziaria utilizzerebbe mezzi non idonei alla circolazione stradale. Problema già evidenziato peraltro anche livello nazionale: «A livello nazionale abbiamo anche rilevato il problema dei servizi di scorta e traduzione dei detenuti che spesso ci costringono a dover trascorrere la notte nelle caserme o in strutture dell'amministrazione statale, dopo molte ore di servizio. Spesso si tratta di strutture inadeguate, anche sotto l'aspetto igienico. C’è una tabella dell'accordo quadro nazionale per la polizia penitenziaria che fornisce una serie di indicazioni su come devono essere attrezzate le camere per il pernottamento per garantire almeno l'essenziale agli agenti. Ma nel 90 per cento dei casi si tratta di strutture che neanche vengono pulite. E a volte ci sono degli scontri verbali tra chi arriva e chi riceve»;
   questo stato di cose, sempre secondo quanto si apprende dalla stampa, si sarebbe ulteriormente aggravato con la spending review, in seguito alla quale non verrebbero più rilasciate «delle certificazioni nel caso in cui gli agenti volessero servirsi di una struttura ricettiva», in alternativa alle condizioni invivibili sopra rappresentate;
   quanto esposto nel corso dell'incontro del 23 marzo 2014 si aggiunge a numerose prese di posizione e dichiarazioni, apparse anche su organi di stampa, da cui emerge lo stato di sofferenza in cui versano gli organici della polizia penitenziaria, anche in relazione alle complicate e inumane condizioni della popolazione carceraria, condizioni peraltro ben note a questo Ministero e al Parlamento, e diverse volte oggetto anche di espliciti interventi del Capo dello Stato, Presidente Napolitano;
   in particolare, nel dicembre del 2013, il segretario confederale della Cgil, e il segretario della Fp Cgil, in una nota congiunta, scrivevano quanto segue: «Negli ultimi dieci anni circa 80 poliziotti penitenziari sono morti per suicidio, 8 solo quest'anno: uno a Lecce lo scorso 30 aprile, uno in Campania a giugno, due a Roma nei mesi di giugno e luglio, uno ad Agrigento ancora nel mese di luglio, uno a novembre a Spoleto e, purtroppo, i due di stamani a Torino. Questo è il tragico elenco dei poliziotti, dei lavoratori, dei cittadini che si sono tolte o a cui hanno tolto la vita operando in carcere in questo breve arco temporale ma molti altri sono caduti negli anni passati per mano omicida, uccisi per non essersi mai piegati al compromesso, alle intimidazioni e/o alle minacce avanzate verso se stessi o nei confronti dei propri famigliari, fieri del lavoro reso al servizio dello Stato e di contribuire a garantire la sicurezza della collettività e la reintegrazione delle persone temporaneamente private della libertà nella società civile una volta scontata la propria pena»;
   stato di cose più volte evidenziato, sempre secondo la nota precedentemente menzionata, tale da sfociare, oltre che nella denuncia, anche nella produzione di un documento consegnato il 25 novembre scorso al Presidente della Commissione incaricata dall'allora Ministro Cancellieri di individuare le misure necessarie a contrastare il fenomeno del sovraffollamento delle carceri;
   secondo gli organismi di rappresentanza della polizia penitenziaria, la carenza di personale «sarebbe quantificabile in circa 7000 unità in meno rispetto all'organico fissato con decreto ministeriale dal Ministro della Giustizia», cui si aggiunge, sempre secondo gli stessi, «la forte contrazione degli stipendi e dei diritti contrattuali, l'aumento significativo dell'orario di lavoro e dei compiti e mansioni affidati giornalmente ai poliziotti, il disagio lavorativo vissuto in ambienti vecchi e malsani, le pessime condizioni di lavoro imposte dall'amministrazione sia a causa del grande sovraffollamento delle strutture, che per la sostanziale incapacità della dirigenza penitenziaria di misurarsi con le rappresentanze sindacali sul piano dell'organizzazione e/o riorganizzazione del lavoro sollecitata dall'aumentato impegno richiesto agli istituti penitenziari unita a l'essere, più in generale, considerati dall'amministrazione penitenziaria come l'ultimo anello della catena, e non già parte attiva e partecipativa del processo che dovrebbe realizzare le condizioni per garantire la mission affidata dalla nostra Costituzione al sistema penitenziario del Paese»;
   da ultimo, proprio nei giorni scorsi, una ennesima agenzia di stampa evidenziava lo stato della polizia penitenziaria in Calabria, peraltro riferendolo non a caso a quello della popolazione carceraria e all'elenco allarmante dei detenuti suicidi. In quel caso a evidenziare lo stato delle cose è stata una nota a firma del Segretario generale aggiunto e del Segretario regionale del Sappe. Che scrivono: «da sottolineare le 27 vite salvate in carcere dalla polizia penitenziaria, nonostante le forti carenze di personale. Ci sono istituti come Palmi dove il personale di polizia penitenziaria deve fruire di circa 10.000 giornate di ferie, dal 2007 ad oggi». Situazione oggetto anche di un incontro, secondo quanto affermato dagli stessi scriventi, con il Vice capo vicario del Dipartimento amministrazione penitenziaria;
   non sfugge, all'interrogante, come la situazione di disagio della Polizia Penitenziaria sia, in modo evidentissimo, strettamente connessa al sovraffollamento carcerario. Sia pure non oggetto della presente, si ritiene pertanto opportuno evidenziare che, ad esempio, in conseguenza della decisione della Consulta sulla Legge Fini-Giovanardi, «secondo quanto affermato nei giorni scorsi dal Capo del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, sono 8.589 i detenuti ristretti in via definitiva per il reato riformulato dalla Corte e 4.345 quelli in attesa di giudizio». La situazione paradossale è evidente, dal momento che quegli 8.589 continuano a scontare una pena giudicata incostituzionale. Mentre, seppure non direttamente destinataria del Provvedimento, è evidente che quanto contenuto nel «Decreto Carceri» approvato nel febbraio scorso in prima lettura alla Camera potrà, una volta entrato in vigore e a regime, produrre effetti positivi anche in relazione alle situazioni denunciate dalla polizia penitenziaria, considerato l'obiettivo di agire sulla tutela dei diritti fondamentali dei detenuti e sulla riduzione controllata della popolazione carceraria;
   nell'ambito della cosiddetta Legge Alfano era stato impegnato il Governo ad una azione di adeguamento e valorizzazione di queste professionalità che corresse in parallelo allo sviluppo del Piano carceri. Impegno disatteso. Mentre nella relazione della II Commissione permanente (relatore Ferranti) sulle tematiche oggetto del Messaggio del Presidente della Repubblica trasmesso alle Camere il 7 ottobre 2013 si legge «Ulteriori difficoltà derivano dall'incidenza dei provvedimenti previsti dalle leggi finanziarie in materia di turn-over del personale di Polizia penitenziaria, poiché solo il 20 per cento delle vacanze che si creano vengono colmate con nuove assunzioni; analoga complessità è determinata dalla mancanza di un contratto della dirigenza penitenziaria e dalla possibile applicazione di ulteriori tagli a seguito della spending review» e ancora «Vi è poi la questione del personale appartenente al Corpo di polizia penitenziaria. Il Ministro rileva che. A fronte di un organico tabellare fissato a 45.121 unità, risultano attualmente presenti 39.021 unità. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 23 settembre 2013 sono state autorizzate – limitatamente alle previste riduzioni dovute al turn over – le assunzioni di 334 vice ispettori e di 221 agenti di polizia penitenziaria»;
   recentemente, il 19 marzo 2014, a margine di un convegno, il Ministro Orlando a proposito dell'emergenza carceri ha ribadito come il punto «non sia l'elaborazione di un mega-piano, piuttosto l'attuazione di interventi puntuali»;
   quali iniziative il Ministro intenda intraprendere dinanzi a un quadro così articolato per venire incontro alle esigenze dei corpi di polizia penitenziaria e, nello specifico, rafforzare il Corpo di polizia penitenziaria di Borgo San Nicola a Lecce;
   quali iniziative il Ministero voglia intraprendere dinanzi alla richiesta espressa dagli organismi di rappresentanza dell'istituzione di un dipartimento di polizia penitenziaria o, in subordine, del passaggio al Ministero dell'interno;
   quali iniziative il Ministro abbia già intrapreso o voglia intraprendere rispetto all'attuazione di quanto deciso dalla Consulta in merito alla cosiddetta Fini-Giovanardi, anche in previsione del fatto che andrebbe ad incidere in maniera non marginale sul numero della popolazione carceraria e del sovraffollamento delle carceri. (4-04228)

Classificazione EUROVOC:
SIGLA O DENOMINAZIONE:

CARCERE DI LECCE, CORPO DI POLIZIA PENITENZIARIA

EUROVOC :

personale carcerario

contratto di lavoro

stabilimento penitenziario

assunzione

detenuto

condizioni di lavoro

soppressione di posti di lavoro