ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04095

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 193 del 19/03/2014
Firmatari
Primo firmatario: PETRINI PAOLO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 19/03/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 19/03/2014
Stato iter:
13/12/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 13/12/2016
ORLANDO ANDREA MINISTRO - (GIUSTIZIA)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 13/12/2016

CONCLUSO IL 13/12/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-04095
presentato da
PETRINI Paolo
testo di
Mercoledì 19 marzo 2014, seduta n. 193

   PETRINI. — Al Ministro della giustizia . — Per sapere – premesso che:
   il tribunale di Fermo, da sempre punto di riferimento per l'amministrazione della giustizia nel sud delle Marche, si trova in una condizione di grave difficoltà, a causa della carenza di organico;
   il problema di fondo riguarda i trasferimenti dei giudici che non sono seguiti da altrettanti ricambi e la situazione è destinata a peggiorare nei prossimi mesi proprio a seguito dello spostamento di altri tre giudici, che sono in procinto di lasciare il tribunale e i cui posti vacanti non verranno occupati immediatamente da nuovo personale, aumentando così la mole di lavoro tra i giudici restanti;
   ad oggi si stima che la percentuale di scopertura nel tribunale fermano sia del 60 per cento ma la cifra effettiva sarebbe addirittura più elevata proprio perché calcolata su un corpo giudiziario già insufficiente;
   le ripercussioni di questa carenza si riversano inevitabilmente sulla gestione degli uffici, sui tempi della giustizia e sulla qualità del lavoro dell'organico, che si vede obbligato a svolgere più compiti contemporaneamente per garantire l'attività della struttura;
   lo stesso presidente dell'ordine degli avvocati di Fermo, Francesca Palma, dichiara la sua profonda preoccupazione per il continuo trasferimento di magistrati dal tribunale, perché contribuisce ad acuire le lentezze nel fissare le udienze e di conseguenza rallenta i tempi già eccessivamente lunghi della giustizia;
   inoltre, i magistrati rimasti, anche se coadiuvati dai giudici onorari, che svolgono funzioni giudicanti e sostituiscono i procuratori in udienza, potranno soltanto riuscire a trattare le questioni più urgenti, lasciando in sospeso quelle di minore entità, le quali però si andranno a sommare all'arretrato, che nel frattempo aumenterà in maniera esponenziale, creando una sorta di circolo vizioso nella cattiva gestione del sistema giudiziario fermano;
   l'attuale normativa che disciplina la giustizia nel nostro Paese non lascia purtroppo alcuna speranza sulla possibilità di trovare una soluzione a breve termine in quanto i complessi iter burocratici e la difficile congiuntura economica che l'Italia sta attraversando, non consentono di mettere a concorso i posti vacanti prima di due anni;
   si rischia di fatto la paralisi del tribunale fermano, che si vedrà costretto, in ultima istanza, a congelare un elevato numero di procedimenti, soprattutto nel settore civile, generando disservizi e conseguenze negative sul piano socio-economico, a danno dell'intera collettività;
   il crescente deficit di risorse umane e finanziarie che da qualche anno interessa anche il mondo della giustizia sono il risultato dei tagli governativi che, sebbene siano necessari per far ripartire la crescita del Paese, non possono però pregiudicare il normale svolgimento dell'attività giudiziaria, creando una situazione insostenibile, con piante organiche già carenti che continuano ad assottigliarsi col passare del tempo;
   il risultato paradossale che si viene a creare fa sì che, da un lato, le sentenze rimangono inapplicate, con perdita di introito delle pene pecuniarie, e dall'altro i colpevoli di reati più o meno gravi non pagano i loro debiti con la giustizia nei, tempi dovuti;
   pertanto la grave dilazione dei tempi dei processi, che aumentano i disagi e i costi per tutti i cittadini, rendono urgente un immediato intervento al fine di consentire al tribunale di Fermo di funzionare in modo efficiente ed efficace –:
   quali iniziative il Ministro intenda intraprendere, per quanto di competenza, in relazione alla grave situazione di carenza di personale che il tribunale di Fermo si trova costretto ad affrontare, per consentire agli organi giudiziari di svolgere, in tempi ragionevoli e nel miglior modo possibile, il ruolo che è stato loro assegnato costituzionalmente. (4-04095)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 13 dicembre 2016
nell'allegato B della seduta n. 713
4-04095
presentata da
PETRINI Paolo

  Risposta. — Mediante l'atto di sindacato ispettivo in esame, l'interrogante chiede di conoscere quali siano le iniziative intraprese dal Ministero della giustizia per assicurare il pieno funzionamento del tribunale di Fermo, del quale si denunziano carenze di organico del personale di magistratura.
  Dalle informazioni acquisite presso la competente articolazione ministeriale risulta che l'organico dei magistrati del tribunale di Fermo si compone di 11 giudici, oltre ad un presidente di sezione ed al capo dell'ufficio e che, allo stato, tutti i posti risultano coperti.
  Tutto ciò premesso quanto alla specifica e contingente situazione del Tribunale di Fermo, mi preme sottolineare come l'adozione di misure strutturali a sostegno degli uffici giudiziari attraverso politiche di valorizzazione e potenziamento del personale abbia rappresentato una delle priorità dell'azione del mio Dicastero.
  In questa prospettiva, l'assetto conseguente alla riforma della geografia giudiziaria è stato oggetto di continua osservazione, nel complesso degli interventi, non ancora esauriti, di tipo normativo ed organizzativo, necessari a costruire una struttura ordinamentale idonea a rispondere in modo soddisfacente alla domanda di giustizia ed alle esigenze del territorio.
  Il complesso percorso di revisione sta ora attraversando una ulteriore, importante fase.
  È stato recentemente elaborato lo schema di decreto ministeriale concernente la determinazione delle piante organiche degli uffici, giudicanti e requirenti, di primo grado, conseguente proprio alla revisione delle circoscrizioni giudiziarie, e che recepisce le esigenze degli uffici secondo la loro dislocazione territoriale.
  La determinazione delle unità aggiuntive è stata effettuata sulla base di specifici parametri statistici – popolazione, flussi, cluster dimensionali – integrati da indicatori qualificativi della domanda di giustizia, quali il numero di imprese presenti sul territorio e la loro concentrazione per circondario, l'incidenza della criminalità organizzata, l'accessibilità del servizio per i cittadini.
  Alla stregua dei predetti criteri, al distretto della corte d'appello di Ancona sono stati complessivamente assegnati due posti di giudice, in incremento della dotazione prevista.
  Lo schema di decreto è attualmente all'esame del Consiglio superiore della magistratura per il prescritto parere e, all'esito, il Ministero della giustizia curerà con la necessaria tempestività gli ulteriori adempimenti, a cui seguiranno conformi iniziative anche con riferimento al personale amministrativo, che consentano alla riforma della geografia giudiziaria di dispiegare appieno i suoi effetti, raggiungendo il preordinato obiettivo del miglioramento del servizio giustizia.
  Analogo impegno è riservato ad assicurare il numero delle unità di magistrati in servizio, agevolando anche il processo di ricambio generazionale.
  Sono, difatti, attualmente in corso due procedure di selezione e reclutamento, rispettivamente, di 340 e 350 magistrati ordinari, che consentiranno, tra il gennaio 2017 e il gennaio 2018, l'entrata in servizio di 690 nuovi magistrati, anche grazie alla riduzione, operata con il decreto-legge n. 168 del 2016, convertito con legge 25 ottobre 2016, n. 197, del tirocinio formativo per i vincitori dei concorsi banditi negli anni 2014 e 2015.
  Lo scorso 20 ottobre è stato, inoltre, bandito un nuovo concorso per la copertura di ulteriori 360 posti e mi preme sottolineare che si procederà, con cadenza annuale, all'espletamento di procedure concorsuali per la selezione di 350 magistrati ordinari, come già avvenuto nell'ultimo triennio.
  Proprio al fine di stabilizzare la permanenza nelle sedi di assegnazione è stato, infine, previsto nel decreto-legge citato – e confermato nella legge di conversione – anche l'innalzamento da tre a quattro anni del termine di legittimazione perché i magistrati possano partecipare alle procedure di trasferimento a domanda, bandite dal Consiglio superiore della magistratura.
  Per quanto riguarda, invece, il personale amministrativo, risulta che presso il tribunale di Fermo prestano, allo stato, servizio 40 unità, a fronte di una pianta organica costituita – secondo il decreto ministeriale 25 aprile 2013 – da 51 risorse umane.
  L'indice di scopertura risulta, pertanto, pari al 21,57 per cento, in linea con la media nazionale del 21,26 per cento.
  Il computo dei presenti registra l'assetto conseguente alla prima fase di mobilità avviata, ed è destinato a giovarsi delle misure in atto.
  Per fare fronte alle attuali criticità, peraltro, è possibile ricorrere all'applicazione distrettuale di personale da altri uffici del distretto, ai sensi dell'articolo 4 del CCNL del 16 maggio 2001.
  L'istituto, regolato dall'articolo 14 dell'accordo sulla mobilità interna del personale del 27 marzo 2007, resta tuttora il più efficace e rapido strumento di ridistribuzione delle unità lavorative esistenti nell'ambito del territorio ed è rimesso all'attribuzione degli organi di vertice distrettuale, presidente della corte d'appello e procuratore generale, ciascuno per gli ambiti di rispettiva competenza.
  Al di là dei rimedi straordinari, il profondo rinnovamento delle politiche del personale dell'amministrazione della giustizia ha costituito fondamentale obiettivo dell'azione di governo, sin dal mio insediamento, nella consapevolezza dell'importanza che assume l'apporto di adeguate risorse umane per il funzionamento degli uffici giudiziari e per il supporto alle innovazioni organizzative e tecnologiche necessarie alla modernizzazione dei servizi della giustizia.
  Nella prospettiva di ottimizzare le potenzialità offerte dalla riforma della giustizia, ormai avviata, si è perseguita un'azione di continua attenzione al personale amministrativo, muovendo innanzitutto dalla ricerca di strumenti di reclutamento di nuove risorse, senza trascurare il riconoscimento delle competenze maturate e la valorizzazione delle professionalità già presenti nell'amministrazione.
  Il lavoro di questi anni, ispirato a tali finalità, ha consentito di raggiungere importanti risultati e di tracciare nuovi percorsi.
  Gli interventi adottati si sono articolati attraverso:
   a) misure straordinarie per il reclutamento di nuove risorse, avviate con il bando per mobilità volontaria per 1031 posti, pubblicato il 18 febbraio 2015, e procedure di mobilità obbligatoria, promosse in attuazione dell'articolo 1, comma 425, della legge di stabilità 2015 e dell'articolo 1, comma 771, della legge di stabilità 2016;
   b) l'avvio delle procedure di riqualificazione autorizzate dall'articolo 21-quater del decreto-legge 27 giugno 2015, n. 83, convertito con modificazioni dalla legge 6 agosto 2015, n. 132, che consente il passaggio di area, con conseguente progressione professionale, a due fondamentali qualifiche dell'ordinamento professionale dell'amministrazione giudiziaria: cancellieri e ufficiali N.E.P.;
   c) la sottoscrizione, nel novembre 2015, dell'accordo sul Fondo unico di amministrazione, con il quale sono state finalmente redistribuite risorse pari a 90.496.445 milioni di euro relative agli anni 2013, 2014 e 2015, destinate a tutto il personale del Ministero della giustizia e nel cui ambito è stato delineato, per la prima volta, per il personale dell'amministrazione giudiziaria un sistema graduale di introduzione di meccanismi premiali.

  Relativamente all'incentivazione e alla valorizzazione del personale presente, i tempi sono finalmente maturi per avviare una nuova stagione di reclutamento e razionalizzazione delle risorse, combinando le azioni verso obiettivi di riqualificazione ed ottimizzazione dell'apporto professionale.
  Con le fondamentali misure introdotte dal decreto-legge 30 giugno 2016, n. 117, convertito con modificazioni dalla legge 12 agosto 2016, n. 161, si è, infatti, conseguito il significativo risultato dell'acquisizione di nuove risorse per gli uffici giudiziari mediante procedure di assunzione, che apriranno al processo di ringiovanimento e al passaggio di competenze professionali nell'amministrazione giudiziaria, da molti anni atteso.
  Il decreto-legge citato autorizza il Ministero della giustizia ad un vero e proprio programma di nuove assunzioni, articolato in più fasi: nell'immediato – il bando per il concorso è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 22 novembre – il reclutamento a tempo indeterminato di 1000 nuove unità di personale amministrativo non dirigenziale, cui potranno aggiungersi ulteriori, ancor più significative, risorse una volta completate le procedure di mobilità obbligatoria, impiegando le residue unità destinate ai processi di mobilità obbligatoria.
  In tal modo, si raggiunge non soltanto il fondamentale obiettivo dell'avvio di nuove assunzioni, dopo anni di sostanziale stagnazione delle fonti di reclutamento concorsuale, ma si delinea un complessivo quadro di disposizioni legislative che consentirà all'amministrazione di avviare in modo maggiormente efficace alcuni degli interventi assolutamente fondamentali per migliorare la qualità dei servizi di giustizia cui i cittadini hanno diritto.
  La legge prevede, infatti, la possibilità di introdurre nuovi profili, anche tecnici, e di rimodulare e rivedere i profili professionali e i relativi contingenti esistenti.
  Lo sviluppo delle tecnologie e la diffusione dell'informatizzazione nelle dinamiche processuali, accompagnato dalla crescente necessità di revisione dei moduli organizzativi e dei processi di lavoro, conduce necessariamente all'apertura di un percorso di riconsiderazione dei profili professionali esistenti, oltre che all'inserimento di nuove figure professionali attualmente non presenti nell'amministrazione della giustizia.
  Tale modifica apre anche la strada a percorsi di maggiore flessibilità nella mobilità interna di tutto il personale del Ministero della giustizia attuando in tal modo anche la ratio del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 15 giugno 2015, n. 84, complessivamente orientata dalla ricerca di fondamentali obiettivi di semplificazione strutturale, integrazione funzionale e massima efficienza operativa dell'amministrazione.
  La revisione dei profili professionali potrà, altresì, consentire, in una seconda fase, di aprire a nuovi percorsi e modalità di valutazione delle professionalità, assicurando una prospettiva di avanzamento professionale ad una platea più ampia rispetto a quella oggi coinvolta nelle procedure selettive di cui all'articolo 21-quater del già richiamato decreto-legge 27 giugno 2015, n. 83, avviando un ripensamento del sistema di valutazione e dei meccanismi di premialità.
  In considerazione della necessità di dare compiuta attuazione al regolamento di riorganizzazione del Ministero, si dovrà poi procedere ad una revisione complessiva della pianta organica del personale amministrativo, anche in linea con la revisione dei profili professionali, che potrà consentire una distribuzione tra le varie figure professionali sia in sede centrale che sul territorio coerente e adeguata.
  Infine, tale complessivo ripensamento delle politiche di gestione non potrà essere disgiunto dalla prosecuzione delle procedure di contrattazione collettiva in materia di Fondo unico di amministrazione, dando continuità al ciclo virtuoso che con la stipula dell'accordo del novembre 2015 si è avviato.
  Unitamente a ciò, nelle politiche del personale andranno introdotti criteri di razionalizzazione delle risorse al fine del recupero di quanto necessario per assicurare i nuovi modelli di formazione e i percorsi di riqualificazione del personale dell'amministrazione giudiziaria, anche per il tramite di interlocuzioni con le organizzazioni sindacali.
  La prospettiva che le misure indicate concorrono a delineare consentirà senz'altro di destinare ulteriori risorse anche agli uffici giudiziari delle Marche.
Il Ministro della giustiziaAndrea Orlando.

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EUROVOC :

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