ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04027

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 190 del 14/03/2014
Firmatari
Primo firmatario: CIRIELLI EDMONDO
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 14/03/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI 14/03/2014
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 15/06/2015
Stato iter:
15/06/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 15/06/2015
GIRO MARIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 14/11/2014

MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 15/06/2015

RISPOSTA PUBBLICATA IL 15/06/2015

CONCLUSO IL 15/06/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-04027
presentato da
CIRIELLI Edmondo
testo di
Venerdì 14 marzo 2014, seduta n. 190

   CIRIELLI. — Al Ministro degli affari esteri . — Per sapere – premesso che:
   l'Italia non scommette sulla diffusione della lingua e della cultura italiana all'estero e ne è prova evidente la proposta, avanzata dal Ministero degli affari esteri nell'ambito della «razionalizzazione» della rete consolare nel mondo, di chiudere 32 sedi all'estero tra ambasciate, consolati, sportelli consolari e istituti italiani di cultura;
   in particolare, un grave passo che il Governo sta per compiere è proprio l'annunciata chiusura di ben otto istituti italiani di cultura nel mondo: Ankara, Vancouver, Francoforte, Lione, Stoccarda, Lussemburgo, Salonicco, Wolfsburg;
   gli istituti italiani di cultura, un'importante vetrina dell'Italia nel mondo, promuovono la cultura italiana di cui la lingua, la ricerca scientifica e l'idea di «Made in Italy» sono parte integrante;
   secondo il Ministero degli affari esteri si tratterebbe di una riduzione obbligata, dettata dai criteri della cosiddetta spending review;
   nonostante la grande mobilitazione dei cittadini dei Paesi coinvolti e degli italiani residenti all'estero, così come delle autorità locali, di personalità della politica e della cultura, la soppressione di questi enti sta procedendo con grande rapidità e dovrebbe avvenire già questa estate;
   come si legge nella lettera aperta inviata al nuovo Presidente del Consiglio da alcuni intellettuali italiani, «in un tempo difficile come quello presente, caratterizzato da una pesante crisi, non si deve sottovalutare anche la positiva ricaduta economica che l'attività degli Istituti di cultura produce. E sufficiente pensare a quanti studenti o utenti degli Istituti prossimi a chiudere scelgono di visitare il nostro Paese, di acquistarne i prodotti, di farvi investimenti»;
   la classe politica non perde occasione per ripetere che il nostro patrimonio culturale, le nostre intelligenze e le nostre conoscenze devono costituire la base per una vera ripresa del nostro Paese e soltanto pochi giorni fa, nel suo discorso per la fiducia al Senato, lo stesso nuovo premier Matteo Renzi ha posto al centro del suo intervento la cultura, dichiarando che «la cultura è qualcosa con cui si mangia, ossia qualcosa di cui si nutre l'anima»;
   il risparmio realizzato con la chiusura degli Istituti di cultura sarà di circa 800.000 euro annui, una cifra che, certamente, potrebbe essere tagliata su altri fronti –:
   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, ritenuta la risoluzione della problematica prioritaria per la promozione e il rilancio della cultura italiana all'estero, quali provvedimenti intenda adottare per scongiurare la chiusura degli otto istituti italiani di cultura. (4-04027)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Lunedì 15 giugno 2015
nell'allegato B della seduta n. 442
4-04027
presentata da
CIRIELLI Edmondo

  Risposta. — La rete degli Istituti italiani di cultura è tra i maggiori punti di forza della Farnesina ed è nell'interesse comune rimodularla in un'ottica di più efficiente allocazione delle risorse e di adeguamento ai mutati scenari internazionali. In questi ultimi mesi tale rete è stata sottoposta ad un processo di ristrutturazione dettato da fattori obiettivi, quali la spending review del 2012 (decreto-legge n. 95 del 2012, convertito con legge n. 135 del 2012, che impone precisi obiettivi di riduzione numerica delle strutture all'estero), la scarsità di risorse finanziarie, la contrazione degli organici e soprattutto la necessità di aggiornare la sua distribuzione che rispecchia una visione superata, concentrata soprattutto in Europa.
  Si è trattato certamente di un'operazione difficile e non indolore, ma al contempo indispensabile per rafforzare la presenza dell'Italia in aree emergenti e di nuova priorità strategica, facendo degli Istituti di cultura uno strumento sempre più al servizio della crescita e della competitività del Paese.
  La scelta degli uffici da sopprimere è stata operata con l'obiettivo di preservare un'equilibrata distribuzione della rete, intervenendo pertanto prevalentemente in Europa (Germania, Lussemburgo, Grecia e Turchia). Le sedi che sono state interessate dalla chiusura sono infatti gli Istituti di Lussemburgo e Salonicco, nonché le sezioni di Wolfsburg e Francoforte sul Meno. Vi sono, poi, Ankara e Vancouver. In virtù di una scelta politica condivisa, e come segno di una volontà di investire nell'aspetto della promozione della nostra cultura all'estero, si è deciso di tenere aperti due Istituti di cultura tra quelli che pure erano stati inseriti nella lista delle chiusure, in particolare Stoccarda e Lione.
  L'azione intrapresa è stata affiancata, inoltre, ad iniziative volte a rendere maggiormente flessibile il sistema attuale, allo scopo di preservare comunque la presenza culturale italiana. In questo senso vanno le disposizioni introdotte con la legge n. 125 del 2013 di conversione del decreto-legge n. 101 del 2013, le quali consentono a un Istituto di cultura di essere accreditato – e quindi di operare – in più Paesi, così come all'amministrazione di inviare personale dell'area della promozione culturale anche presso Ambasciate e Consolati dove non è presente un Istituto di cultura.
  Infine, sul piano operativo, parallelamente a quanto si sta facendo con riguardo alla rete diplomatico-consolare, si sta lavorando per mettere in atto strategie integrate di intervento che tengano conto delle altre presenze italiane, istituzionali e non, che operano all'estero nel settore della promozione culturale e linguistica. Si tratta di Lettorati, Dipartimenti di italianistica, scuole italiane, addetti scientifici, comitati della Dante Alighieri ed enti gestori dei corsi di lingua.
  Come si evince da quanto sinora esposto, il processo di ristrutturazione vuole e deve essere interpretato come un'opportunità per rafforzare in termini di efficienza ed incisività la rete degli Istituti italiani di cultura, a fronte di esigenze di contenimento della spesa.

Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionaleMario Giro.

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